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    Spezia e Parma: siete da A?

    TORINO -Quattro partite chiudono temporaneamente la 1ª giornata di Serie B, da venerdì saranno otto gare su dieci, il turno si completerà quando le vicende giudiziarie di Lecco e Reggina saranno concluse e si potranno recuperare le sfide mancanti. Alle 18, al Druso di Bolzano il Sudtirol di Bisoli ospita lo Spezia di Alvini, gara molto interessante che deve rispondere a due domande: gli altoatesini saranno in grado di ripetere lo scorso grande campionato chiuso al 6° posto e poi in semifinale playoff? I liguri possono diventare una delle big del torneo? La risposta è sì per entrambi quesiti. Il Suditirol visto in Coppa Italia a Marassi contro la Samp, meritava qualcosa di più: prima di essere eliminato ai calci di rigore, era stata la squadra di Bisoli ai supplementari, ad avere l’occasione migliore per vincere la partita. Prova nel complesso solida, in linea col Dna di Bisoli. E pensare che dopo la partenza di due pezzi da novanta della difesa altoatesina, Curto e Zaro, qualcuno ha scritto a vanvera di smobilitazione. No, a Bolzano c’è tanta voglia di riprovarci e si può fare bene pure in questa stagione, anche se confermarsi non è mai semplice. E lo Spezia? È la squadra che ha fatto il miglior precampionato di tutta la B: tre vittorie su squadre di categoria superiore (Sassuolo, Bochum e Wolfsburg), turno passato in Coppa Italia eliminando ai rigori il Venezia (2-2 al 120’). Le premesse ci sono insomma tutte. La società poi, fra paracadute e plusvalenze pesanti, avrà una liquidità non da poco. Anche se la priorità è tenere i conti in ordine e sul mercato non si faranno follie (è in arrivo il difensore georgiano Gelashvili). Le altre tre partite tutte alle 20.30. Molta curiosità per Parma-Feralpisalò. Per quel che s’è visto in questo primo mese, a nostro avviso gli emiliani di Pecchia sono due spanne sopra la concorrenza. L’ex vice di Benitez aveva trovato una buona continuità nella parte finale della scorsa stagione, quando il Parma pareva scaldare i motori per la A. Poi è arrivata la semifinale playoff di Cagliari e lì è naufragato tutto. Ma il Parma che una settimana fa in Coppa Italia trita 3-0 il Bari al San Nicola, fa pensare che la squadra abbia metabolizzato quella botta. Non solo, il Parma, sul mercato, ha cambiato pochissimo, diversi elementi giocano insieme anche da più di un anno, Pecchia non ha certo problemi di amalgama anzi, sta sviluppando l’intesa raggiunta nella scorsa stagione. E il francese Bonny (2003) dà l’impressione di essere nell’anno della consacrazione anche se da centravanti dovrebbe giostrare Colak, prelevato dai Rangers Glasgow. E la Feralpisalò? Non ci sarebbe da stupirsi se i gardesani diventassero il nuovo Sudtirol. Sono squadre che si somigliano, già quando erano in C e lottavano per un posto al sole andando spesso a braccetto. Inoltre, è stato fatto un mercato non trascurabile (La Mantia l’ultimo colpo): obiettivo salvezza certo, ma poi chissà….Venezia-Como invece, testerà le ambizioni di entrambe. I lagunari, se non cedono Pohjanpalo (finora patron Niederauer resiste) possono fare un campionato di vertice, perché, grazie a Vanoli in panchina, la squadra, negli ultimi due mesi dello scorso campionato, aveva dimostrato di essere la più forte della B, passando dalla zona playout a quella playoff (poi eliminati dal Cagliari nel turno preliminare). E il Como? Quantomeno dovrebbe essere da playoff, l’obiettivo più o meno ufficiale della stagione, anche se i proprietari, i ricchissimi fratelli Hartono, vorrebbero la A, alla terza stagione di fila in B. Sarà interessante vedere il tecnico Longo dall’inizio e non come un anno fa, quando arrivò da pompiere per raddrizzare una stagione che s’era messa male. Last but not least, Cittadella-Reggiana, granata contro. Vi sembra una sfida minore? Come no, sono le uniche squadre di B che in Coppa Italia hanno eliminato club di A (Empoli-Cittadella 1-2, Monza-Reggiana 1-2). I veneti hanno rifondato l’organico con 10 arrivi dalla C dove potrebbero esserci le plusvalenze di domani (quest’estate, il dg Marchetti ne ha fatta una notevole cedendo allo Spezia Antonucci, il capocannoniere di squadra della scorsa annata). La Reggiana va tenuta d’occhio, anche se la priorità è la salvezza, visto che l’ultima apparizione della Regia in B (2020/21) si risolse con l’immediato ritorno in C. Però Nesta ha dei valori in squadra che potrebbero sorprendere. C’è insomma la possibilità di parlare della Reggiana senza mettere al centro di tutto Manolo Portanova, il trequartista giunto il prestito dal Genoa che va in campo dopo una condanna in primo grado per violenza sessuale di gruppo. Magari si potrebbe parlare anche dell’allenatore, Alessandro Nesta: non andava in panchina da oltre due anni e nelle due gare di Coppa Italia (preliminare e primo turno), si è tolto lo sfizio di dare una lezione di calcio al santone Zeman (6-2 al Pescara), replicata al Monza di Palladino, considerato l’allenatore del futuro. LEGGI TUTTO

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    Cittadella, giusto fare la rivoluzione

    TORINO – In tutti quelli che amano il miracolo calcistico chiamato Cittadella, c’era un po’ d’apprensione per questa stagione dei granata veneti. Dopo due annate terminate fuori dai playoff (i veneti prima li avevano fatti per cinque anni di fila, raggiungendo due volte la finale), dopo l’ultima stagione un po’ sofferta ma comunque chiusa con la salvezza, il dg Marchetti, deus ex machina dei granata, ha optato per una doverosa rifondazione, con tutti i rischi che però comporta. Pareva un azzardo imbottire la squadra di giovani promesse pescate dalla C (ma meno male che c’è il Citta a fare queste scelte). E invece, le intuizioni di Marchetti potrebbero pagare, visto che al primo turno di Coppa Italia i granata sono stati capaci di eliminare una squadra di A (l’Empoli), impresa riuscita solo agli altri granata della B, la Reggiana, che ha ribaltato il Monza casa sua. Ma cosa ha detto per il Cittadella la vittoria in rimonta per 2-1 di Empoli? Almeno due cose. La prima: la squadra potrebbe non risentire della cessione di Mirko Antonucci, il trequartista venduto per quasi 2 milioni allo Spezia. Era stato il capo cannoniere di squadra della passata stagione e ancora tante grazie a quel che ha fatto per lui il Cittadella: quando due anni fa Marchetti lo acquistò dalla Roma per un tozzo di pane, era un talento che rischiava seriamente di perdersi, adesso è un patrimonio del calcio italiano, nella scorsa stagione è stato il miglior trequartista della B. Ha firmato anche uno dei momenti più alti della storia del Citta: la vittoria a Marassi contro il Genoa, coi granata che a fine gara lasciavano il campo fra gli applausi dei tifosi rossoblù. Giusto dunque, dopo averne fatto un calciatore vero, incassare una bella plusvalenza che permette al Citta di tenere a posto i conti societari, fondati, tradizionalmente, sul budget più basso di tutta la B. Poi, il successo in rimonta sull’Empoli, ha detto che, fra i dieci acquisti operati da Marchetti (Cassano, Pittarello, Angeli, Carissoni, Tessiore, Amatucci, Kornvig, Pandolfi, Sottini e Rizzo) ci possono essere le plusvalenze di domani. Ma soprattutto, per l’immediato, giocatori funzionali al progetto di una squadra che da sempre gioca con una tigna particolare, alla base di tutti i successi degli ultimi vent’anni. Ragazzi che, mixati a ciò che è rimasto del nucleo storico (Vita e Branca su tutti), possono prodursi in una bella annata, magari senza i patimenti della passata stagione, come lo scorso dicembre, quando la squadra s’era all’improvviso piantata e pareva avvitarsi verso la C. Insomma è un Cittadella-gatto, con almeno sette vite. Se non fa i playoff dal 2021 – anno che sfiorò la A, sconfitto in finale dal Venezia – non è perché il progettò-Citta ha perso di smalto. Ma perché nel frattempo la concorrenza in B si è fatta più accesa. Anche se per questa annata non sono pochi quelli che vedono una B meno competitiva di quella andata in scena negli ultimi due campionati. E se ciò sarà vero, chissà che non si riveda il Citta nelle posizioni di vertice, come ai vecchi tempi. Intanto, bisognerà confermarsi al debutto in campionato. Il Cittadella di Gorini comincia domenica sera alle 20.30, nella propria tana del Tombolato, affrontando guarda caso la Reggiana, neo promossa che potrebbe stupire. Pareva una sfida marginale del turno d’esordio e invece sarà il confronto fra chi in B ha fatto meglio in Coppa Italia. Insomma, è la solita Serie B, che non finirà mai di stupire. E questo Cittadella probabilmente ha le carte in regola per farlo ancora. Magari anche col contributo dell’attaccante Baldini, ancora reduce da un brutto infortunio e che va gestito. Ma che ai playoff del 2021, di fatto portava i granata in finale segnando una tripletta al Monza di Berlusconi e Galliani. Lunga vita al Citta, al suo calcio e al dg Marchetti, capace di dire no al Napoli, pur di continuare a coltivare la sua creatura, il più bel miracolo calcistico d’Italia. LEGGI TUTTO

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    Aimo Diana: “La Reggiana in B, il sogno Toro e l’amicizia con De Zerbi”

    Aimo Diana, qual è la prima immagine che le viene in mente nel momento di questo trionfo?
    «Il giorno in cui presi la mia macchinina e andai, da solo, a Melfi per cominciare davvero la carriera da allenatore professionista. Fino ad allora avevo allenato le giovanili della FeralpiSalò e la prima squadra dei lacustri salendo in corsa senza sapere se fossi stato all’altezza di questo lavoro».
    Ci sono stati poi gli anni alla Sicula Leonzio e al Renate (dove aveva già sfiorato la B) prima del biennio alla Reggiana. Oggi che allenatore e che uomo è Aimo Diana?
    «Molto soddisfatto per aver portato la Reggiana in B, anche se avremmo potuta farcela già l’anno scorso. Sto cominciando a digerire solo adesso il gol su rinvio del portiere del Modena, Riccardo Gagno».
    Cosa intendeva quando alla fine della gara con l’Olbia ha detto che ora non tutti potranno salire sul carro dei vincitori?
    «Ho già chiarito con quelle 3-4 persone, alla quali dovevo dire certe cose. Con educazione, ma fermezza. Adesso è tutto bello, felice, è giusto che si festeggi, ma non dimentico che ne ho sentite e lette di tutti i colori sul sottoscritto e sulla squadra eppure in due anni abbiamo fatto 166 punti».
    Tra l’altro lei è un allenatore che cerca di arrivare alla vittoria tramite il gioco. Forse è questo il messaggio che non passa nel calcio italiano?
    «Vincere è difficile, vincere cercando di giocare il miglior calcio possibile è doppiamente difficile. Già al Renate avevo proposto le mie idee e abbiamo fatto ottimi campionati. Quest’anno a volte ci siamo adeguati, proponendo un gioco più verticale, in base alle caratteristiche dei giocatori e degli avversari. Non avevamo in rosa gente che fa battaglia, ma quando è servito siamo riusciti a diventare anche quel tipo di squadra. È il quid in più per un gruppo e un allenatore che vogliono crescere».
    Sembrava che lei dovesse andare in Serie B già l’estate scorsa: Sudtirol, Ascoli e Perugia l’avevano messa in lista d’attesa poi però ha dovuto fare per la seconda volta almeno 80 punti in C e salire sul campo. Questione di sponsor, di pubbliche relazioni?
    «Probabilmente non sono mai stato la prima scelta di chi mi voleva. Io sono come sono: rispetto tutti, lavoro con le mie idee, ascolto quelle degli altri, ma evidentemente, come mi era già successo da calciatore, per arrivare un po’ in alto era destino partissi dal basso. Mi sono costruito uno staff tra l’altro con bresciani o ex Brescia come me: Alessio Baresi, Gianpaolo Saurini, Alessandro Belleri e il prof argentino Estaban Anitua. In questo calcio, per un allenatore, è fondamentale avere vicini gli uomini giusti».
    Come mai non è certa la sua prosecuzione del rapporto con la Reggiana? Ancora vecchie ruggini?
    «Il mio contratto si è rinnovato automaticamente con la promozione, non sono quello che rimane solo per vincoli su carta. Bisogna essere convinti del nuovo progetto che ci aspetta e dobbiamo esserlo entrambi: io e la società con cui ho un buon rapporto. Fu così anche l’estate scorsa, quando parlai pure con i giocatori rimasti per capire quanta voglia di rivalsa avessero».
    Lei è amico di Roberto De Zerbi, con il quale vi consultate spesso, il vostro calcio non è però proprio uguale. Per lei non è tassativo partire dal basso…
    «Nessuno gioca allo stesso modo di un altro, ogni allenatore deve metterci qualcosa di suo, di nuovo, di diverso. Il famoso quid in più»
    Segue sempre con affetto il Torino?
    «È stata una delle mie esperienze più belle, piazza fantastica. Il granata è il colore del mio destino, dato che ho giocato pure nella Reggina. Il mio era un altro Toro, non aveva certo questa stabilità in Serie A, adesso però non capisco perché sia sempre a metà strada e non riesca a salire un po’ più su».
    Cosa apprezza di Juric?
    «Segue il filone gasperiniano, ma non si limita a giocare uomo su uomo, fa se possibile un gioco ancora più tecnico del suo maestro. Mi piace molto la passione che mette nel suo lavoro».
    Se un giorno Cairo la chiamasse al posto del croato?
    «Il mio sogno è arrivare ad allenare in Serie A. Farlo al Torino sarebbe il massimo per uno come me che quella maglia l’ha indossata». LEGGI TUTTO

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    Juve Primavera, Tommaso Galante in prestito alla Reggiana

    Juve Primavera, nuovo calciatore in prestito. Si tratta di Tommaso Galante, che lascia i bianconeri di mister Paolo Montero. Nuova esperienza alla Reggiana per lui, con gli emiliani che militano nel girone B di Lega Pro. Il classe 2004 sarà presto agli ordini del tecnico Aimo Diana.Guarda la galleryJuve Primavera, non basta la magia di Yildiz: il Napoli passa ai rigori
    Juve Primavera, Galante via fino a giugno
    L’attaccante scuola Juve lascia il bianconero per proseguire il suo processo di crescita. Sarà tra le fila della Reggiana fino al giugno del 2023, dunque fino al termine dell’attuale stagione sportiva. Quest’anno, con la casacca dell’under 19 juventina, ha collezionato 8 presenze tra campionato e Youth League, nessun gol messo a referto. L’ultima gara giocata col bianconero addosso è stata anche l’ultima del 2022 per la Primavera, quando la squadra di Montero uscì sconfitta nello scontro al vertice contro la Roma. L’obiettivo è continuare a crescere, potrà farlo in un ambiente carico di entusiasmo: la Reggiana, infatti, è salda al comando del proprio girone in Lega Pro, con 46 punti ottenuti in 21 gare e +5 rispetto al Cesena secondo in graduatoria. Ora l’attesa per il debutto tra i professionisti per Galante. Poi, chissà, il ritorno a casa con un bagaglio di esperienza importante da mostrare con orgoglio. LEGGI TUTTO

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    Covid, la Reggiana non si presenta sul campo della Salernitana

    REGGIO EMILIA – Oggi alle 16 Salernitana-Reggiana non si disputerà: troppi i 29 assenti causa coronavirus per permettere alla squadra di Alvini di affrontare la trasferta campana. Il club neopromosso inoltre, avendo già chiesto il rinvio del match col Cittadella alla quinta giornata di campionato, rischia il 3-0 a tavolino. Ecco il comunicato del club amaranto: “Il club granata comunica che la Prima Squadra non scenderà in campo per causa di forza maggiore nella gara Salernitana – Reggiana in seguito all’emergenza sanitaria che ha colpito il gruppo negli ultimi giorni, avendo ancora riscontrato negli accertamenti medici di ieri 18 casi di positività al Covid-19 tra i calciatori e 5 tra i componenti dello staff. Sono in atto e proseguiranno nelle prossime ore su tutti i tesserati i test previsti dai protocolli del Ministero della Sanità e della FIGC, al fine del pronto recupero di uno stato di salute idoneo che permetta al gruppo di affrontare gli imminenti impegni sportivi ufficiali”.
    Aggiornamento
    La Salernitana, assieme all’arbitro Marchetti di Ostia hanno atteso, come da regolamento, 45 minuti dopo le 16, orario previsto per il calcio d’inizio, per certificare l’assenza della squadra ospite. La Reggiana aveva già fatto pervenire la propria indisponibilità a partecipare alla gara a motivo dei contagi Covid: terminato il tempo d’attesa di 45 minuti prima di concludere il match: esito probabile il 3-0 a tavolino per la Salernitana. Tuttavia la Reggiana avrebbe inviato una Pec in Lega, con in allegato biglietti del treno, ricevute dell’albergo prenotato e tutti i dettagli per l’organizzazione della trasferta. A questi anche il provvedimento emesso dalla responsabile sanitaria dell’ASL di Reggio Emilia di divieto tassativo di muovere la squadra dall’isolamento. Il tutto potrebbe cambiare le carte in tavola. LEGGI TUTTO

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    Coronavirus, caos Reggiana: i positivi salgono a 29

    REGGIO EMILIA – Aumenta la preoccupazione in casa Reggiana che, dopo il rinvio della gara con il Cittadella a causa dei tanti positivi al Coronavirus, vede allargarsi ancora di più il suo focolaio. Come comunicato dallo stesso club emiliano, infatti, sono emerse altre due positività al Covid nel gruppo squadra che hanno portato il conto totale addirittura a quota 29 tesserati: 22 calciatori e 7 componenti dello staff. E sembra praticamente matematico il rinvio della prossima gara di campionato con la Salernitana, in programma sabato 31 ottobre. LEGGI TUTTO

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    Coronavirus, Reggiana-Cittadella rinviata

    REGGIO EMILIA – Sabato 24 ottobre la 5ª giornata di campionato non vedrà Reggiana-Cittadella. La gara del Mapei, infatti, è stata rinviata a data da destinarsi dopo l’istanza presentata dalla Reggiana alle prese con un focolaio di Coronavirus esploso dopo i primi sei casi di inizio settimana. Lo ha reso noto la Lega di Serie B con questo comunicato: “Vista l’odierna istanza presentata dalla società A.C. Reggiana 1919 in conformità a quanto previsto dall’art. 3.1 del medesimo Comunicato sopra citato; dispone il rinvio della gara REGGIANA – CITTADELLA, valida per la 5ª giornata di andata del Campionato Serie BKT 2020/2021, programmata per sabato 24 ottobre p.v., ad altra data che verrà fissata dalla Lega Nazionale Professionisti B”.  LEGGI TUTTO