TORINO – Stavolta, per Super Pippo Inzaghi, potrebbe essere la sfida più complicata di tutta la carriera. Martedì scorso si è legato per tre anni alla Reggina (ingaggio complessivo da un milione più bonus), l’ultima squadra di B che era ancora senza allenatore, visto che pochi giorni prima Roberto Stellone, valutati i programmi societari, aveva rinunciato ad allenarla dopo averla levata dai guai, con la precedente proprietà, da terzo tecnico stagionale della passata annata. Inzaghi, che verrà presentato domani in pompa magna allo stadio Granillo, non eredita un compito dunque semplice, anche se lo intriga molto riportare in alto i calabresi che lasciarono la A nel 2009. La nuova società, appena rilevata da Felice Saladini, evitando la mancata iscrizione che si rischiava dopo la gestione Gallo, ha ambizioni, parla di etica e trasparenza e ha come presidente un simbolo della legalità, l’ex arbitro (e questore di Milano) Cardona.
EUFORIA Certo, l’arrivo di Super Pippo ha galvanizzato l’ambiente e anche i nomi dei possibili colpi di mercato sono diventati improvvisamente più interessanti: il ritorno del jolly offensivo Folorunsho, il difensore Gagliolo in uscita dalla Salernitana, un fedelissimo di Inzaghi come Modolo, il bomberino Mulattieri, di scuola Inter, elementi che permetterebbero di coltivare qualche ambizione, in grado di infiammare un pubblico che, se ben stimolato, aiuterebbe a fare la differenza. Non solo, a Reggio Calabria, Inzaghi ritroverà l’antica stella Jeremy Menez che in due anni sullo Stretto s’è visto ogni tanto, regalando colpi a sprazzi, ma che con Super Pippo in panchina fece la sua migliore stagione in carriera, 16 gol nel Milan. Comunque vada, bentornato Pippo, ormai si erano tutti convinti che avresti iniziato la stagione più in là, da subentrato, dopo che, per una ragione o per l’altra, nelle scorse settimane non erano andati in porto gli interessamenti di Udinese in A, Pisa, Ascoli e Cagliari in B. La sua carriera di allenatore, al netto di qualche sfortunata esperienza in A, dice che Super Pippo in B è una garanzia: a Venezia sfiorò la A (uscendo in semifinale playoff), con una squadra neopromossa (da lui riportata in B) che era accreditata al massimo di una salvezza tranquilla; due anni fa riportò il Benevento in A a suon di record; nella passata stagione la tormentata vicenda con Cellino al Brescia, esonerato con la squadra al 5° posto, lo stesso poi ottenuto dal suo successore Corini, dunque il problema non era lui. E adesso la Reggina, partendo molto in ritardo rispetto agli altri e con meno di un mese di tempo per assemblare una squadra che affronterà quel che tutti chiamano un’A2, più che una B. Ma anche stavolta, la carica speciale di Super Pippo, può fare la differenza. LEGGI TUTTO