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    Roma, Mourinho: “Ronaldo preoccupato? Non gioco, non posso picchiarlo”

    Mourinho e la citazione di Marco Aurelio

    “Sono qui perché sono vicino alla statua di Marco Aurelio. Nulla viene dal nulla e nulla ritorna nel nulla. Questo ha un significato che io penso sia molto simile a quello che ho sentito quando ho parlato con il club nelle persone di Dan e Ryan Fredkin. Loro hanno un progetto molto chiaro, non vogliono dimenticare il passato di questo club e vogliono costruire un futuro importante. Nel calcio la parola tempo a volte non esiste, in questo caso esiste ed è davvero fondamentale. La società non vuole successo oggi e problemi domani, ma un progetto sostenibile per il futuro e farà di tutto per riuscirci con passione. Questa è la ragione principale per cui sono qui. Ora è tempo di lavorare. Non sono qui solo per questa città perché non siamo qui in vacanza”.

    Mourinho: “L’Italia ti manca quando non sei qui”

    “Ho dovuto cambiare telefono già tre volte. Non so come, ma la stampa trova sempre il mio numero… Scherzi a parte è fantastico e incredibile. L’Italia ti manca quando non sei qui. Però c’è un lavoro da fare internamente e noi all’interno del club ci dobbiamo concentrare su quello, non sulla stampa. Non sono troppo simpatico quando lavoro. Io lavoro per difendere il mio club e quello che succede rimane all’interno dello spogliatoio. Prima bisogna conoscere un gruppo. Non si cambiano le cose se prima non si ha consapevolezza di quello che succede. Ci sono comunque dei principi fondamentali e non negoziabili. Già dal primo allenamento si capirà il mio modo di lavorare. Voglio sempre il 100%. A Trigoria ho visto una grande gioia e una grande voglia di lavorare insieme al massimo. Ho provato una grande sensazione. C’è stato subito un buon feeling”.

    Mourinho e il mercato della Roma

    “Non ho parlato con nessuno. E’ la verità. Parlo con Tiago e la proprietà, con le diverse aree del club. Ma non ho contattato giocatori. È la mia sfida più importante? La prossima sfida è sempre la più importante della mia carriera. In questo caso, ora è la Roma. Il momento del calcio italiano? Stiamo parlando della finalista di Euro 2020 con quasi tutti i calciatori che giocano in Italia. Se le squadre italiane non fanno bene in Europa la responsabilità è nostra”.

    Dzeko o Pellegrini, Mourinho sul prossimo capitano della Roma

    “Io non voglio rispondere a questa domanda perché non devo dire quello che faccio all’interno del mio club. Se entriamo in questa dinamica non va bene. Sarò un antipatico che non condivide con voi ciò che succede all’interno. Quella del capitano è una questione che la società e i giocatori devono sapere prima di voi. Se gli anni non ci rendono dei professionisti migliori, vuol dire che qualcosa non sta andando nel verso giusto. Sono più maturo, ma il Dna è lo stesso. Sono quello che sono, nel bene e nel male. Sostanzialmente sono la stessa persona”.

    Mourinho su Cristante, Spinazzola e Calafiori

    “Siamo felici che i nostri giocatori abbiano fatto e stiano facendo bene in Nazionale. Hanno il 50% di possibilità di tornare a casa da campioni d’Europa e questo è un orgoglio per noi e anche per me, nonostante non abbia ancora lavorato con loro. Cristante dimostra che in una Nazionale piena di talento lui può aiutare, ha una personalità e uno spirito di squadra fantastico. Per Spinazzola siamo tutti tristi, ma lui è incredibile per la sua gioia di vivere. Sembra che non gli sia successo niente, è talmente positivo. Non lo avremo per tanto tempo, abbiamo un ragazzo giovane come Riccardo Calafiori che deve lavorare tanto ma abbiamo fiducia in lui. Ma, mi scusi il direttore, devo dire che abbiamo bisogno di un terzino sinistro”.

    Mourinho: “Roma, c’è tanto da fare. Vogliamo vincere”

    “Ho un contratto triennale e starà alla società decidere il futuro. Noi non possiamo sfuggire al fatto che non si vince da tanto tempo e che nella scorsa stagione il campionato è terminato a 16 punti dal quarto posto. Devo farmi queste domande e trovare delle risposte. Il club e la società conoscono le risposte meglio di me e sanno benissimo che c’è tanto da fare. Vogliamo arrivare a vincere dei titoli. Non dico che vincere immediatamente non succederà mai, ma normalmente non accade. Io sono l’allenatore della Roma. Non voglio essere nulla di più. Qui c’è tanto da fare e mi devo concentrare sul mio ruolo. Per difendere i miei giocatori farò di tutto. Non voglio cercare problemi. Mi voglio divertire, ma non ho tempo per cercare situazioni complicate. Non voglio sentire la Roma di Mourinho, voglio la Roma dei romanisti. Poi se volete parlare della Juve di Allegri, del Napoli di Spalletti o della Lazio di Sarri fate pure… Ma questa non è la Roma di Mourinho. Io non sono nessuno, solo uno in più. Non è una mia ossessione pensare in questo modo. Non si può scappare dalla verità e dagli ultimi risultati della Roma. E’ la realtà. Ma prima vogliamo capire bene perché e capire come impostare questo progetto. Ovviamente servirà del tempo. E’ stata una parola chiave quando ci siamo incontrati con la proprietà giallorossa. Però se possiamo accelerare questo processo, meglio. Questa è la mia natura e voglio che tutti all’interno del club abbiano questa mentalità. Voi parlate di titoli, noi di tempo, progetto e lavoro. Non faccio promesse. I titoli arriveranno. Non vogliono un successo isolato, vogliono arrivare in alto e rimanerci. E’ più difficile, ma vogliamo creare una realtà sostenibile”.

    Mourinho e le esperienze con United, Chelsea e Tottenham

    “Sono vittima del modo in cui la gente mi guarda. Nello United ho vinto tre titoli ed è stato un disastro… quello che per me è un disastro, per gli altri è fantastico. Obiettivi? La prima partita ufficiale la vogliamo vincere, poi penseremo al secondo match. Cercheremo di essere pragmatici. Questa squadra ogni giorno deve migliorare. Dobbiamo lavorare sulle strutture a Trigoria e sulla squadra e sui giocatori. Le critiche? Non ho nulla da rispondere. I miei ultimi tre club. Scudetto con Chelsea, tre coppe con lo United, una finale col Tottenham. Quello che per me è un disastro qualcuno non l’ha mai fatto nella vita. E’ così… è colpa mia”.

    Mourinho su Zaniolo

    “Dobbiamo capire, comunicare e analizzare le sue caratteristiche. Ho una squadra tecnica che mi piace molto. C’è talento e passione. Zaniolo ha un talento fantastico come altri nella squadra. Sappiamo cosa gli è successo dal punto di vista degli infortuni. Dobbiamo trovare il suo habitat naturale dove si può esprimere al massimo. Dobbiamo cercare un’idea di gioco che renda felici i giocatori. Abbiamo un’idea di gioco, ma ogni giorno dovremo elaborarla e adattarla per far esprimere i giocatori al massimo. Non vogliamo far giocare i calciatori nel ruolo sbagliato o in una situazione che non li fa rendere. Il calcio è molto cambiato ed è difficile definire un modulo esatto. Durante la partita oggi bisogna avere la possibilità di cambiare. Si può giocare in un modo quando hai la palla e in un altro quando non ce l’hai. Il documentario quando ero al Tottenham ha mostrato esattamente quello che succede. Dopo un po’ ci si dimentica dei microfoni negli spogliatoi e non si fa teatro”.

    Mourinho sull’Inter, Conte e Cristiano Ronaldo

    “Se mi dispiace non incrociarmi con Conte, che è stato paragonato spesso a me? Nelle storie dei club ci sono allenatori che non si possono paragonare mai. Nell’Inter non si può paragonare nessuno con me ed Herrera, alla Roma con Liedholm e Capello. Cristiano Ronaldo non si deve preoccupare con me perché non sono un difensore centrale, altrimenti lo picchiavo di sicuro… ma sono troppo vecchio e scarso. Come vedo la Roma tra tre anni? La vedo che festeggia. Cosa? Qualcosa… Se dovessi vincere lo scudetto a Roma ci sarebbe un boom di Josè tra i nuovi nati? No, Giuseppe”.

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    Superlega, Perez contro la Roma: “Lo United ha più fascino”

    MADRID – Florentino Perez ha parlato di qualsiasi argomento nel corso dell’intervista concessa al programma El Transistor. Il presidente del Real Madrid ha affrontato ovviamente il discorso legato al progetto Superlega, che continua a portare avanti: “Non è tramontato nulla. Stiamo lavorando da due anni, dodici squadre, in un format che intende aiutare qualcosa che sta morendo, il calcio, che sta perdendo interesse. Il pubblico cala perché la maggior parte delle partite non ce l’hanno. E se non c’è pubblico, i diritti audiovisivi scendono. Dal progetto non escludiamo nessuno. Non tutti possono esserci. Ma Roma-Sampdoria interessa meno di un Manchester-Psg. Abbiamo analizzato tutto il pubblico di tutte le partite di tutti i campionati. Chi comanda qui sono i tifosi. Vediamo che il Manchester ha più tifosi della Roma. Prendiamo quelli con più tifosi al mondo perché sono quelli che la televisione chiederà. Quello che posso dire è che tutto sia ancora aperto: un torneo che ha come unico obiettivo il fatto di essere comprato”. Perez si è anche detto tranquillo e sicuro in merito a presunte sanzioni da parte di Ceferin.Guarda la gallerySuperlega, Agnelli che buca il pallone diventa un murales
    Il ritorno di Ancelotti
    Si parla poi di Carlo Ancelotti, tornato a guidare il Real Madrid: “Siamo contenti di lui e di Pintus. Lo abbiamo ricordato dall’inizio. Pochettino? Non abbiamo parlato con lui, né con Conte o Allegri. Ho un buon rapporto con José Ángel e, parlando, pensavamo potesse essere un buona soluzione. Siamo contentissimi. Alcuni allenatori partono e altri arrivano, succede nel calcio. Raul? Ha tutto quello che serve per essere allenatore del Real. Ma avevamo bisogno di un cambiamento e serviva qualcuno con più esperienza di lui. Sarà uno dei nostri uomini per il futuro”. Fronte mercato, inevitabile una domanda su Kylian Mbappé: “Non parlo di giocatori che non sono del Real Madrid. So cosa vogliono i partner. Vogliono che ci sia il meglio. La mia politica è lasciare che i migliori giochino qui e si mescolino con i giovani. Le squadre devono essere rinnovate e siamo in quella fase di rinnovamento. Non voglio parlare di giocatori che non sono a Madrid perché sarebbe un mancanza di rispetto. La gente si fida di me. Quelli che loro e io pensiamo siano i migliori verranno. Mbappé è uno dei migliori, ma oggi non è a Madrid”.

    Zidane e quella lettera
    La recente separazione da Zinedine Zidane è un altro tema caldo toccato da Florentino Perez, che assicura di non aver letto la lettera polemica del francese: “Non mi ha sorpreso il suo addio. Era una delle possibilità. Lo conosco. Quest’anno è stata dura e ci si stanca di fare l’allenatore. Ho lottato perché rimanesse. Sono stato con lui tutto il pomeriggio per convincerlo. E con José Ángel Sánchez. Zidane è molto semplice, quando dice che vuole andare, è già partito. La sua lettera? Non l’ho letta. Giuro sui miei nipoti. Mi hanno detto che era brutta. Ma non l’ha scritta lui. Quello non è Zidane. Qualcuno deve averla scritta per lui. Il mio rapporto con lui? Ho sempre lo stesso affetto. È stato una leggenda del Real Madrid. Gli ho parlato tutto il pomeriggio e non mi ha mai detto quello che ha detto poi nella lettera. È stata una stagione molto difficile. Non gli ho più parlato. Non so nemmeno se sia a Madrid. Ho ancora lo stesso affetto di sempre. Se fosse dipeso da me sarebbe rimasto, ma credo che abbia l’ambizione di diventare ct della Francia”. LEGGI TUTTO