TORINO – Ricavare il meglio senza pensare a cosa sarebbe potuto essere, e pur nella speranza che qualcosa nel prossimo mercato venga mosso. Al futuro può prepararsi Vagnati, chiamato ad affondare su un Praet che vede bell’è che naufragata la sua seconda avventura al Leicester. Tanto poco ama la nuova destinazione, quel club inglese dove già era stato dopo aver lasciato la Samp, da lasciare intonsi i social. O meglio, di lasciare che a parlare di calcio continuino a essere le immagini con la maglia del Torino. Del belga che corre con indossp quella della società massimamente esaltata da Claudio Ranieri con il titolo d’Inghilterra (nel 2016) non c’è traccia. Un segno eloquente, visti i tempi che corrono e che molto dicono, quando a parlare o come in questo caso a tacere sono i social.Guarda la gallerySerie A, le squadre più giovani: Torino sul podio, Juve indietro
Detto questo Juric poco può fare guardando in là, come a nulla gli servirebbe rimpiangere rivolgendo indietro lo sguardo: compito del tecnico è quello di sviluppare da una rosa che lo segue, e da uno spogliatoio che come nella passata stagione è sano, il gioco più funzionale a ottenere risultati positivi. Senza perdere di vista i valori: che dicono ad esempio che tra i granata e il Napoli c’è una differenza in favore degli azzurri. Non incolmabile, dal Torino nella sua versione migliore. Con i migliori giocatori piazzati nelle corrette posizioni. Comprensibile che per ovviare alla stitichezza offensiva al tecnico sia venuto in mente di stravolgere il quadro – Vlasic al centro poco dietro a Seck e Radonjic – bene pure che anche grazie a due settimane di lavoro con i benefici connessi, almeno per chi è rimasto, i granata possano ripartire da consolidate certezze. Ad esempio al Fila ha sudato Sanabria, che ritrovata brillantezza potrà aumentare l’incidenza sotto porta, o avere forza nelle gambe per difendere palla e duettare con i due esterni offensivi. Uno sarà Radonjic, in panchina nella sfida vinta dalla Serbia per 4-1 sulla Svezia e ieri sera subentrato allo juventino Kostic nel successo in Norvegia. L’altro Nikola Vlasic, fin qui tra i granata l’elemento che meglio è riuscito a operare una sintesi tra qualità nelle prestazioni e continuità delle medesime. Non c’è dubbio, in questo momento il trio migliore è questo: pochi dubbi in fascia, dove Seck non ha saputo incidere quanto i due compagni. Resta da vedere come si muoverà Karamoh, quando Juric lo riterrà pronto per il debutto, ma la sensazione è che davanti a sé l’ex di Inter e Parma abbia una lunga strada, prima di poter insidiare Vlasic e Radonjic, in una sintesi “Vladonjic”, questa entità di estro e ottima tecnica emersa dai Balcani. A loro il compito di mettere nelle migliori condizioni Sanabria (Pellegri è out per infortunio), di suo però chiamato a metterci su ogni palla che gli passerà a tiro la giusta cattiveria. Anche perché al Maradona il rischio è che di chance, di palle buone per la stoccata non ne arriveranno a profusione. Sanabria dovrà trasformare in oro quelle poche che gli capiteranno in area, nutrendosi anche di fiducia per tentare la conclusione da fuori: non è uno specialista, in tal senso, ma ha una buona battuta. Si ricordi il battesimo con il Torino: un gol a Crotone con una splendida stoccata dai 20 metri. Prodezza alla quale ne sono seguite altre 11. Cinquantuno le presenze: media bassa e lo si sapeva. Juric, però, spera sempre che «Sanabria impazzisca e vada in doppia cifra». Il tempo ci sarebbe.
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