WAIDRING – Non va più via. Per meriti e per forza. Demba Seck, 21 anni, e un destino che sta cambiando di settimana in settimana. Ma non poteva essere altrimenti, d’altra parte. C’era una volta un mercato (ipotetico, tarato a cavallo tra la fine della primavera e l’inizio dell’estate) che portava alla luce la possibilità che il giovane jolly offensivo senegalese venisse ceduto in prestito per farsi meglio le ossa e giocare con continuità. Ma ormai la situazione sta ribaltandosi, in primo luogo perché (Radonjic a parte) il reparto offensivo del Torino ha conosciuto solo partenze. Brekalo, Pjaca, Praet, Belotti. E Zaza ai margini della rosa. È stato riscattato Pellegri, resta Sanabria, c’è il serbo e poi fine. Voi fareste andare via un giovane in rampa di lancio come Seck, a questo punto? Ovviamente no. Anche perché il ragazzo qui in Austria sta dimostrando di essere sintonizzato bene sui dettami di Juric. Persino meglio, rispetto ai primi mesi nel Torino.Sullo stesso argomentoSeck: “Toro, voglio fare grandi cose. Juric mi dice: dribbla, dribbla e segni”Torino
Preso dalla Spal, a gennaio. Con ridotte chance, di lì a maggio. Sei presenze, 142 minuti giocati in tutto, quasi esclusivamente confinati nei 2 mesi finali del campionato. Un carattere forte, una mentalità da professionista da affinare, qualche esuberanza giovanile di troppo. Era il suo ritratto. Che ora sta cambiando: decisamente in meglio. Tatticamente, Juric lo sta utilizzando in un doppio ruolo: nel canonico 3-4-2-1 da trequartista, nel 3-5-2 come una delle due punte leggere là davanti. Sta dimostrando le sue qualità, col Trabzonspor l’ha anche buttata dentro: prima volta.
Guarda la galleryJuric osserva il suo Torino: Lukic si gode il momento
Dopo il gran lavoro dei mesi scorsi, Ivan lo sta seguendo con spirito positivo e fiducioso sin dal primo giorno di ritiro. E Seck, non a caso, lo sottolinea: «Per me è come un padre, mi vuole bene, mi aiuta tanto, sono contento, sento la sua fiducia e quella della società. Nei mesi scorsi non ho giocato molto, per cui ora sono ancor più carico. Voglio fare tante belle cose. Il mister e Lukic mi ripetono che ho talento, ma anche che devo lavorare e ancora lavorare. E rinforzarmi fisicamente. Ora sono salito a 80 chili, devo arrivare a 83. Juric mi dice di attaccare sempre l’avversario, di provare l’uno contro uno in dribbling senza preoccuparmi se non riesco ad andar via, di provarci e riprovarci. Però mi dice anche: quando ti aggrediscono sei troppo leggero. Un paio di settimane fa mi prese da parte: gioca tranquillo, il gol arriverà, l’importante è andare di continuo in pressione sugli avversari. E così è stato, aveva ragione». I suoi idoli sono Mbappé e Haaland. Adora il basket, da quel mondo ha “rubato” il balletto curioso che inscena quando segna. Aveva un futuro disegnato in un modo, ora con merito sta ridipingendo il quadro.
Guarda la galleryIl Toro cala il tris! Doppio Radonjic e Seck per i granata LEGGI TUTTO