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    Juve, contro l’Atalanta un test verità

    Prima o poi dovrà accadere. Dico dell’Atalanta che continua a essere considerata bella e simpatica, ma che non cerchi di dare troppo fastidio perché alla fine sono altri o altre a vincere. Prima o poi dovrà accadere che la Dea spiazzi gli scettici e togliendosi definitivamente la maschera si presenti come è effettivamente. L’amichevole di domani sera contro la Juventus ha un significato preciso e non è più calcio d’agosto, come si usa giustamente scrivere e dire per non cadere nella trappola di euforie e pronostici facili.

    È una partita che dovrà dire alcune verità, perché la Juventus vista contro il Barcellona ha ribadito lacune e ambiguità in mezzo al campo, mentre l’Atalanta pur cambiando i fattori produce lo stesso risultato e non è una considerazione soltanto matematica. Ci sono premesse di una stagione importante per il gruppo di Gasperini, gli arrivi di Musso e Demiral fanno già dimenticare le partenze di Gollini e Romero anche perché si è trattato di operazioni finanziarie di grande astuzia, come accade con Percassi, mentre a Torino i conti non permettono colpi di scena. La trattativa tra Sassuolo e Juventus sembra dover discutere su un incrocio tra Iniesta e Platini, però trattasi di Locatelli che è bravo, vuole la Juventus, l’affare sarebbe già concluso da almeno un anno, però il quadro contabile bianconero è cambiato rispetto al passato, al punto che le riesce difficile privarsi di elementi che pesano sul bilancio ma che non hanno alcuna influenza sul piano tecnico, da De Sciglio a Rugani, da Ramsey a Bernardeschi.

    Su tutto e prima di tutto ci sarebbe il caso Dybala, ma questo meriterebbe un intero giornale. Non sta così l’Atalanta che ha fatto cassa e pesante con calciatori distribuiti in Premier League e altri nel nostro torneo, consentendo comunque a Gasperini di arrivare al risultato. L’amichevole di Torino è già una partita verità, basta non credere alle bugie dei due allenatori. LEGGI TUTTO

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    Atalanta-Pordenone, testato il nuovo Var del centro di Lissone

    BERGAMO – E’ stato testato oggi, in occasione della gara amichevole tra Atalanta e Pordenone, il Centro Var centralizzato di Lissone. Lo comunica la Lega di A in una nota. Il collaudo della nuova struttura, previsto dalla Fifa almeno 14 giorni prima del suo utilizzo in gare ufficiali per consentirne l’omologazione, ha dato esito positivo sotto ogni punto di vista grazie alla collaborazione di EI Towers e Hawk-Eye, che consente un collegamento ottimale tra Matteo Marcenaro, arbitro al Gewiss Stadium, ei suoi colleghi Simone Sozza (Var) e Bresmes Marco (Avar), operanti dalla sala Var di Lissone sotto la supervisione di Andrea Gervasoni, delegato dell’Aia. Nei prossimi giorni saranno ulteriori prove presso altri stadi di Serie A.
    Var anche in serie B, è ufficiale
    Tokyo 2020, al Var anche l’italiano Guida
    De Siervo: ” Realizzeremo nuovi prodotti editoriali personalizzabili”
    “Il potenziamento del prodotto televisivo – ha affermato De Siervo, amministratore delegato della Serie A – passa attraverso la disintermediazione della filiera e la razionalizzazione dei flussi distributivi dei segnali, migliorando il trasporto in fibra dagli stadi di ben 12 segnali in 1080p o in UHD. Il centro di produzione della Lega Serie A consentirà di realizzare centralmente nuovi prodotti editoriali personalizzabili, tramite un nuovo archivio ad alta velocità, sino ad arrivare, attraverso un proprio replay center, finanche alla produzione in remoto delle partite”. LEGGI TUTTO

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    Nessuna condotta scorretta del Torino per la partita con la Lazio

    TORINO – “Si comunica che le indagini relative al procedimento in oggetto sono concluse e che, allo stato, non sono emerse fattispecie di rilievo disciplinare. Pertanto, con provvedimento a parte e previa condivisione dello stesso da parte della Procura Generale dello Sport, è stata disposta l’archiviazione del procedimento stesso”. Con questa comunicazione – da poco ricevuta dal Torino FC e inviata per conoscenza immediata anche alla Figc, alla Lega Calcio e al Procuratore Generale dello Sport Ugo Taucer – il Procuratore federale Giuseppe Chiné ha escluso ogni responsabilità da parte del club granata in merito alla spinosa vicenda della partita Lazio-Torino, rinviata per impossibilità a disputarsi lo scorso 2 marzo, e quindi recuperata il 18 maggio quando il risultato di 0-0 garantì al Torino la salvezza con una giornata d’anticipo sulla fine del campionato. La squadra allora di Nicola non poté muoversi da Torino a causa di un focolaio Covid reso ancora più allarmante dalla variante inglese, ma la Lazio si presentò comunque in campo attendendo invano gli avversari e auspicando una vittoria a tavolino. In seguito ebbe luogo una lunga e complessa disputa giuridica, tra appelli e ricorsi, che alla fine vide sì il rigetto del ricorso biancoceleste, ma anche una reprimenda – tra le righe del dispositivo della Corte Sportiva d’Appello, in quei giorni ancora presieduta da Piero Sandulli, amico dichiarato di Lotito – per la condotta del Torino, sul conto del quale venivano insinuati sospetti di scarsa chiarezza e lealtà sportiva; insomma, galleggiava l’ipotesi – pur non suffragata da fatti e prove, tanto che la partita si dovette poi recuperare – che la società di Cairo avesse comunque marciato sopra le disposizioni e soprattutto le tempistiche dell’Asl 1 di Torino, agendo sul filo delle ore in merito all’inizio e alla fine dell’isolamento del gruppo squadra proprio per evitare di giocare un match molto importante per la salvezza in condizioni di insostenibile inferiorità di uomini e di mezzi. Come inevitabile conseguenza ai dubbi esplicitati da Sandulli scattò così un’inchiesta della Procura Federale, per appurare l’effettiva probità della condotta granata. Inchiesta che oggi è stata appunto archiviata, sancendo un’ulteriore e si spera ultima vittoria legale per il Torino (difeso in questi procedimenti dall’ottimo avvocato Eduardo Chiacchio) nei confronti della Lazio.Accertamenti in ordine al comportamento della Società Torino F.C. S.p.A. evidenziato dalla 1a Sezione della Corte Sportiva di Appello Nazionale con decisione n. 132/CSA del 30/03/2021. Iscritto nel registro dei procedimenti della Procura Federale in data 01/04/2021 al n. 642pf20-21 Ai sensi e per gli effetti di cui all’art. 122 del vigente C.G.S., si comunica che le indagini relative al procedimento in oggetto sono concluse e che, allo stato, non sono emerse fattispecie di rilievo disciplinare. Pertanto, con provvedimento a parte e previa condivisione dello stesso da parte della Procura Generale dello Sport, è stata disposta l’archiviazione del procedimento stesso.Guarda la galleryTorino, Juric sempre più in sintonia con il gruppoAttiva ora DAZN in offerta speciale fino al 28 luglio per 14 mesi a a 19,99€ al mese, invece di 29,99€ al mese LEGGI TUTTO

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    Rientro allo Stadium per i primi fedelissimi: la Juve spera nel 100% dei posti

    Tutto è sospeso, in attesa che ci sia una decisione Governo e che si possa ragionare su qualcosa di ufficiale. Finora, infatti, sono congetture quelle che circolano sulle modalità di ritorno negli stadi, nonostante fra un mese ricominci il campionato e, prima di allora, siano in calendario amichevoli che farebbero il pienone (a partire da Monza-Juventus di sabato 31).

    Allianz Stadium, ecco le varie ipotesi al vaglio

    Ci sono varie ipotesi al vaglio, anche quella migliore, ovvero di rivedere gli spalti pieni al cento per cento, grazie all’utilizzo del cosiddetto green pass, ovvero la certificazione dell’avvenuta vaccinazione (doppia dose o dose singola nel caso del siero Johnson). E’ l’ipotesi che spera il mondo del calcio e anche la Juventus che, nella scorsa stagione, dalla chiusura dell’Allianz Stadium ha subito un danno economico di almeno 50 milioni di euro (senza contare l’impatto emotivo che la mancanza del pubblico ha avuto in alcune decisive sfide dell’annata). Se così fosse, tuttavia, sarebbe molto difficile mettere in vendita gli abbonamenti per le 19 partite casalinghe di campionato. Anche se allo stato attuale delle cose non ci sono indicazioni precise e nulla può essere escluso a prescindere, resta comunque un’ipotesi remota. La strada più probabile, quindi, è quella della vendita dei singoli tagliandi per ogni partita ai possessori del green pass, che verrebbe verificato all’ingresso allo stadio. LEGGI TUTTO

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    Chiellini-Cuadrado, anche Allegri ci mette la firma: decisivi!

    TORINO – Poco prima o poco dopo, se non durante: ma i tempi grosso modo sono quelli. Il prolungamento del contratto di Paulo Dybala potrebbe arrivare (o quantomeno essere discusso) in concomitanza con gli annunci dei nuovi contratti di altri due campioni che hanno contribuito in maniera determinante a scrivere questi ultimi clamorosi anni di storia del calcio a tinte bianconere: Giorgio Chiellini e Juan Cuadrado. Due pilastri, due totem. Perché, vabbé, “Re Giorgio” alla Juventus c’è cresciuto come calciatore e come uomo (il suo tesseramento risale addirittura al 2005). Ma pure Cuadrado (2015) il sue bel pezzettone di strada con la Vecchia Signora d’Italia l’ha percorso ed è intenzionato a proseguire ancora per un po’.

    Juve, si riparte dai rinnovi di Chiellini e Cuadrado

    Paeraltro è curioso e fors’anche emblematico notare una sorta di scostamento rispetto agli accadimenti juventini di un anno fa, di questi tempi. La campagna acquisti 2020-21 si apriva con i proclami tesi allo svecchiamento dell’organico, ai rilievi – financo presidenziali – sul fatto che gli allora campioni d’Italia in carica (ma reduci dalla seconda eliminazione consecutiva agli ottavi di finale di Champions League) avevano uno degli organici più vecchi d’Europa. Ora si riparte dai rinnnovi di due ultratrentenni (Chiellini, peraltro, è più vicino ai 40 che ai 30: ne compirà 37 ad agosto).

    Se da un lato è vero che buona parte dello “svecchiamento” della rosa lo si è già fatto, e dunque ora non è il caso di andare troppo con l’accetta, è anche vero che, forse, quest’anno s’è deciso di non esagerare con i proclami: ché dai e ridai con le minacce dei prepensionamenti, poi finisce – come accaduto l’anno scorso – che proprio ai senatori ti devi aggrappare per acciuffare la qualificazione Champions per il rotto della cuffia, dopo che con i giovani s’è rischiato e fatto spesso il patatrac.

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