consigliato per te

  • in

    Coronavirus, Gravina tuona: “Applicare rigorosamente il protocollo”

    TORINO – “L’applicazione rigorosa del protocollo in essere da parte di tutti rappresenta l’unico strumento attuabile in grado di garantirci il prosieguo delle competizioni sportive”. Lo dichiara, in una nota, il presidente della Figc Gabriele Gravina. “Negli ultimi giorni si sono susseguite una serie di dichiarazioni che alimentano confusione e inutili tensioni – afferma Gravina commentando le polemiche sulla richiesta di modifica del protocollo per il calcio professionistico validato dal Cts -, quello che chiediamo è l’applicazione rigorosa del protocollo in essere da parte di tutti, perché rappresenta l’unico strumento attuabile in grado di garantirci il prosieguo delle competizioni sportive, così come sono iniziate. La Figc ha condiviso un percorso chiaro con i ministri Speranza e Spadafora e solo grazie al rapporto di fiducia e collaborazione che si è instaurato potremo fronteggiare tutte le difficoltà connesse a questa terribile pandemia”. Poi aggiunge: “Siamo consci che, con una tale recrudescenza dei contagi, in questo momento la riapertura degli stadi deve essere necessariamente messa in secondo piano”. LEGGI TUTTO

  • in

    Capello: “Scudetto? Dico Inter. Atalanta mina vagante”

    “Quest’anno la favorita è l’Inter. Perché nella voglia di cambiare giocatori, ha tenuto anche dei calciatori che dovevano andare via e invece son rimasti. Ha una rosa super fornita, di grande livello. La Juve ha fatto ottimi acquisti ma bisognerà vedere come riuscire a metterli in campo. Stavolta gli avversari sono molto competitivi. Metto prima l’Inter. Poi il Napoli. E poi per la Champions il Milan insieme alla Roma. L’Atalanta? È molto interessante, se recupera Ilicic diventa una mina vagante, vedremo come si posizionerà alla metà del torneo. È una squadra da temere da parte di tutti, è una squadra pericolosa, da temere sotto tutti gli aspetti”. Queste le dichiarazioni dell’ex allenatore Fabio Capello intervenuto ai microfoni di Rai Radio2 nel corso del format “I Lunatici”. Sul calcio senza pubblico l’ex allenatore del Milan, della Juventus e della Roma ha aggiunto: “Ci sono delle valutazioni da fare, ci sono giocatori che senza pubblico rendono di più, hanno più coraggio, si segnano più gol. Il pubblico se non hai personalità ti blocca, per alcuni calciatori giocare senza tifosi è produttivo. Io direi che senza pubblico manca quell’atmosfera trainante, io alla forza del pubblico do il venti percento. Ci sono squadre che quando giocano in casa vivono delle trasformazioni pazzesche”. Per quanto riguarda la nazionale italiana ha spiegato: “C’è stato un momento in cui sono stato vicino alla panchina azzurra, io ho rifiutato perché non mi sentivo di poter allenare la nazionale italiana. Ora la squadra di Mancini ha una grande fortuna, ha bei giocatori. Ha un grande portiere, che fa sempre la differenza, e abbondanza di forza e qualità a centrocampo. Con forza e qualità a centrocampo, hai qualcosa di veramente importante”.

    Capello: “Cassano, quanto talento sprecato”
    Il tecnico ha poi ripercorso sia la sua carriera da calciatore che da allenatore (“ho imparato tanto da Helenio Herrera e Liedholm per capacità e intelligenza di gestire varie situazioni, sono stato contento di tutte le esperienze che ho avuto, ho fatto una carriera interessante sotto tanti aspetti”), ricordando anche alcuni dei campioni allenati. “Ronaldo il fenomeno era il più forte di tutti. È stato il migliore. Ma è stato anche il giocatore che ho fatto cedere al Real Madrid perché non voleva perdere peso. Cassano? Giocatore straordinario, però purtroppo anche lui dopo un anno non aveva capito la sua forza. Un talento sprecato”. 
    Juventus e Barcellona pensano ad un altro scambio
    Capello, Totti e lo scudetto alla Roma
    “Pensare che fui vicinissimo alla Lazio nel 1997. Ci incontrammo a Madrid, allenavo il Real, poi mi richiamò Berlusconi, al quale dovevo tutto e a quel punto per riconoscenza accettai il Milan e fu il mio più grave errore nelle scelte tornare. Io ho una capacità nel costruire le squadre, lì mi ritrovai con la squadra fatta, e non era una squadra competitiva. Lo scudetto alla Roma? Non è una leggenda che uno scudetto a Roma vale più che a Milano o Torino. Se hai la squadra, è possibile vincere lo scudetto anche a Roma. È il dopo che è difficile. Si continua a festeggiare anche dopo lo scudetto per mesi. Non si ha più voglia, concentrazione, attenzione. Ci sono le radio, tutti lavorano per farti rilassare. L’ambiente romano? Per me non era un problema, io con le radio non andavo d’accordo, avevo detto subito che con le radio non avrei parlato, non ero disponibile a parlare ogni giorno di quello che succedeva nello spogliatoio. Tanto lo sapevano comunque, perché a Roma si sa tutto. I giocatori, i procuratori… Qualcuno che chiacchiera c’è sempre. È difficile mantenere un segreto. Ricordo quando chiamai Sensi, io non ho mai avuto procuratori, lui mi disse che mi voleva in panchina, ci incontrammo, firmai il contratto. C’era un problema con molti giocatori che Zeman avrebbe voluto mandare via. La squadra era forte, dopo un anno capimmo che serviva un giocatore di un certo livello, che facesse la differenza, e fu fatto un sacrificio per acquistare Batistuta. Arrivò con dei problemi al ginocchio ma si curò e fu fondamentale. Totti? Io ho sempre chiesto e dato rispetto ai giocatori. Devi essere capitano non solo per lo scambio del gagliardetto. Devi essere leader in tutti i momenti. Volevo che fosse così”. LEGGI TUTTO

  • in

    Juve-Napoli, la sentenza attesa per oggi: ecco cosa succederà

    TORINO – La sentenza è attesa per oggi. Il giudice sportivo Gerardo Mastrandrea darà finalmente un risultato a Juventus-Napoli, la partita fantasma di domenica sera. E potrà essere un 3-0 per i bianconeri o uno 0-0 e palla al centro, con il rinvio della partita a data da destinarsi (molto probabilmente il 13 gennaio, prima data utile). In linea puramente teorica, il giudice potrebbe assegnare solo il 3-0, perché l’usuale iter della giustizia sportiva prevede che lui possa prendere in esame solo i referti arbitrali e sentenzi sulla base di quelli. Poi ricorrendo al secondo grado di giudizio, si possono produrre memorie difensive, testimonianze e altre prove.

    La sensazione, tuttavia, è che questa volta il giudice potrebbe andare oltre il referto dell’arbitro Doveri, visto che ha aspettato le carte della Procura Federale e ha ricevuto la memoria difensiva del Napoli, allegati alla quale ci sono i famosi documenti delle Asl di Napoli, vera chiave della vicenda. Quindi, c’è chi si aspetta che oggi il giudice vada oltre e produca una sentenza tenendo conto di tutto. E sforni quella che, comunque, dovrebbe essere l’esito finale della vicenda: niente 3-0 per la Juventus e Napoli punito per aver violato il protocollo (mancata creazione della bolla dopo la prima positività), forse con un punto di penalità oppure con una multa particolarmente salata. Questo è, comunque, il punto di approdo della vicenda.
    Leggi l’articolo completo sull’edizione odierna di Tuttosport LEGGI TUTTO

  • in

    Serie A, anticipi e posticipi: Lazio-Juve alle 12:30, derby di Torino sabato 5 dicembre

    ROMA – Sono stati annunciati gli anticipi e posticipi della Serie A 2020-21 dalla quinta fino alla quindicesima giornata di andata. Sassuolo-Torino, venerdì 23 ottobre alle 20.45, aprirà il quinto turno del campionato. La Juventus, invece, affronterà il Verona domenica 25 alle 20.45. Chiuderanno il turno, nel monday night, Milan e Roma. Nel corso della settima giornata il lunch match di domenica 8 novembre alle 12.30 vedrà contrapporsi Lazio e Juventus allo stadio Olimpico. Alle 15.00, invece, l’Atalanta ospiterà l’Inter. Nel turno successivo i bianconeri giocheranno sabato sera contro il Cagliari mentre i granata saranno impegnati a Milano domenica 22 novembre alle 15.00 contro l’Inter. Alle 20.45 sarà la volta di Napoli-Milan. Nella nona giornata, invece, la Juventus giocherà sabato alle 18.00 contro il Benevento mentre gli undici di Giampaolo ospiteranno la Sampdoria lunedì 30 novembre alle 18.30. 
    Juve-Torino sabato 5 dicembre
    Il piatto forte della decima giornata di Serie A sarà il derby della Mole tra Juve e Torino che si affronteranno all’Allianz Stadium sabato 5 dicembre alle 18.00. Nel corso dell’undicesimo turno l’undici di Pirlo sarà ospitato dal Genoa di domenica alle 18.00. La dodicesima giornata sarà giocata in infrasettimanale. Spicca la sfida tra Juventus e Atalanta mercoledì 16 dicembre alle 18.30. Alle 20.45, invece, sarà la volta di Inter-Napoli. Nella quattordicesima giornata Chiesa ritroverà la sua ex squadra, la Fiorentina, martedì 22 dicembre alle 20.45. Milan-Lazio e Napoli-Torino, invece, saranno disputate mercoledì allo stesso orario. La Juventus chiuderà il quindicesimo turno domenica 3 gennaio alle 20.45 contro l’Udinese. Nel giorno dell’Epifania, invece, i bianconeri affronteranno il Milan a San Siro alle 20.45. 
    Coronavirus, Ricciardi attacca Mancini: “Dice cose senza fondamento” LEGGI TUTTO

  • in

    Il Napoli perde 3-0 a tavolino! Ma è quello femminile

    TORINO – Il Napoli ha perso 3-0 a tavolino. Notizia clamorosa, ma non è la prima squadra di Gattuso ad aver ricevuto la sentenza del Giudice sportivo, bensì la squadra femminile di Giuseppe Marino che sabato, a Napoli, aveva pareggiato 1-1 con l’Inter. Sembra, tuttavia, esserci un problema nella distinta dove non è stato inserito il medico sociale, che oltretutto non era presente in panchina. E un altro errore sarebbe stato commesso nella composizione della formazione del Napoli che non contiene il corretto numero di calciatrici di formazione italiana.
    IL COMUNICATO – Ecco la notizia pubblicata dal sito della Figc: «Dopo aver esaminato gli atti ufficiali, il Giudice Sportivo – rilevato che in occasione della sfida contro l’Inter la società ospitante non ha inserito nella distinta di gara il medico sociale, peraltro non presente in panchina, e il corretto numero di “calciatrici formate” – ha disposto la sconfitta a tavolino (con il punteggio di 0-3) per il Napoli. Al club partenopeo, che aveva pareggiato 1-1 la partita con le nerazzurre (gol di Hjohlman), è stata anche inflitta un’ammenda di € 3.000».
    REAZIONE NAPOLI – Il Napoli ha commentato la decisione sulla pagina Facebook della squadra femminile: «Il Napoli Femminile ha preso atto del dispositivo che stabilisce lo 0-3 contro l’Inter per i motivi indicati nel comunicato odierno del giudice sportivo. Il Napoli Femminile sta valutando se presentare ricorso nei confronti del provvedimento relativo al risultato sportivo, ma ci tiene a chiarire con forza che il medico sociale Felice Sirico era regolarmente in panchina a svolgere il suo ruolo. La presenza in panchina del medico sociale, che ha anche svolto tutte le funzioni di sua competenza secondo il protocollo vigente, è ampiamente documentata dalle immagini televisive e dunque facilmente riscontrabile». LEGGI TUTTO

  • in

    Juve-Napoli sub iudice: la decisione del Giudice Sportivo

    In riferimento alle partite del campionato di Serie A dell’ultima giornata, il Giudice Sportivo Gerardo Mastrandrea ha indicato come “sub iudice” il risultato di Juventus-Napoli. La partita, in programma domenica sera all’Allianz Stadium, non si è disputata per l’assenza della squadra campana bloccata dalla Asl di Napoli dopo le positività al Covid di Zielinski ed Elmas. Il giudice si è preso altro tempo per decidere sull’esito della gara.
    I presidenti di Serie A infuriati con De Laurentiis

    Serie A, gli squalificati
    Ciro Immobile e Stefano Sensi sono stati squalificati per un turno. Per i due calciatori, espulsi nel corso del match Lazio-Inter, valido per la terza giornata di campionato, anche una ammenda da 10 mila euro.
    Napoli, l’esito dei tamponi LEGGI TUTTO

  • in

    Il calcio si salva senza Speranza

    No, questo titolo non è un errore e nemmeno una contraddizione in termini. Per speranza non s’intende il sentimento di aspettazione fiduciosa nella realizzazione, presente o futura, di quanto si desidera (Treccani dixit). Per Speranza ci si riferisce al ministro della Salute che, in calce al caso Juve-Napoli, ha sentenziato: «Parliamo troppo di calcio. Un po’ meno calcio e un po’ più scuola, se possibile». Una bella dichiarazione di sana demagogia, propalata in tv, senza naturalmente soffermarsi sulle centinaia di scuole che non hanno riaperto, sulle sacrosante proteste degli studenti che non hanno ancora i docenti e dei docenti che non hanno ancora una cattedra, sulla rivolta dei presidi ancora senza banchi, rotanti o non.

    Forse Speranza non lo sa, ma basta che si lega l’ultimo rapporto ufficiale Figc: il calcio conta 35 milioni di tifosi, i tesserati sono 1,4 milioni, le società dilettantistiche 12 mila;il calcio è praticato da 4,6 milioni di italiani e il 64% delle 568 mila partite ufficiali disputate ogni anno, si giocano a livello giovanile e quindi centinaia di migliaia di ragazzi e di ragazze praticano lo sport grazie al calcio, visto che a scuola lo sport si fa poco o non si fa per nulla. E ancora: 300 mila persone lavorano nell’indotto del calcio; 1 miliardo e 250 milioni di euro vengono versati ogni anno all’Erario dal calcio che contribuisce all’1 per cento del Pil, fattura quasi 5 miliardi di euro ed è una delle prime dieci industrie italiane.
    Non poteva mancare l’intervento della sottosegretaria alla Salute, Sandra Zampa, la signora che la settimana scorsa voleva sospendere il campionato, salvo fare marcia indietro dopo essere stata bacchettata da Spadafora che aveva definito «avventate» le sue parole. «Lo spettacolo è stato penoso», ha sentenziato la sottosegretaria. E qui stendiamo un velo pietoso. LEGGI TUTTO

  • in

    Juve-Napoli, il retroscena: presidenti infuriati con De Laurentiis

    Il giorno dopo la partita fantasma tra Juventus e Napoli tutto il movimento calcio è infuriato con il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis. A cominciare dai suoi colleghi che temono l’affondo del campionato, laddove non ci fosse il rispetto del protocollo – scritto proprio per tutelare sia la salute sia il calcio – e fossero le Asl a decidere se una partita si possa o non si possa giocare, con conseguenze economiche drammatiche per un’industria che, al pari di tantissime altre, sta soffrendo per la pandemia.
    «È un brutto precedente, si pensava che ci fosse un protocollo molto chiaro a cui tutte le società doveva attenersi e invece sono intervenute le Asl locali che lo hanno bypassato e creato un grosso caos. Il Napoli? Qualsiasi società che interpella la Asl locale chiedendo cosa fare, magari si sentirà rispondere di non fare la trasferta. E quindi metterà a rischio il campionato» le parole di Enrico Preziosi, presidente del Genoa, il club colpito più duro dal Covid-19 visto che in una settimana ha contato 22 positivi tra giocatori e staff. E, nonostante ne avesse già due alla vigilia della sfida contro il Napoli, la squadra è partita ugualmente ed è scesa in campo al San Paolo. «Noi non abbiamo contattato l’Asl – spiega Preziosi parlando del caso personale – avevamo solo due contagiati, il protocollo prevedeva che se avessimo 10 contagiati potevamo chiedere la sospensione della partita (cosa poi accaduta per la gara successiva contro il Torino, ndr). Così siamo andati a Napoli. De Laurentiis ha contattato l’Asl, secondo me, non viceversa. Non voleva giocarla, forse. Perché? Bella domanda. Insigne si è infortunato con noi, poi aveva due giocatori contagiati. Adesso ci sarà il ricorso del Napoli, un po’ di tribunali, sportivi o civili»
    .

    Anche le altre società di serie A come Milan, Torino, Atalanta, che pur avendo nelle loro fila giocatori positivi hanno regolarmente giocato nel rispetto del protocollo, mostrano un certo disappunto verso il Napoli: loro si sono attenuti al regolamento, addirittura i rossoneri sono scesi in campo in Europa League senza Ibrahimovic, mentre il presidente del Napoli con il suo comportamento mette a rischio il campionato. Tanto più che lo stesso De Laurentiis aveva fatto una magra figura nei confronti degli altri presidenti quando si era presentato in Consiglio di Lega a Milano mentre era in attesa dell’esito del tampone, risultato poi positivo. Una condotta che aveva messo a rischio la salute di tutti i presenti, costretti a tampone e a isolamento fiduciario.
    Leggi l’articolo completo sull’edizione odierna di Tuttosport LEGGI TUTTO