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    Juve-Salernitana: Vlahovic punta Ronaldo, Trezeguet e Del Piero. Occhio a Dia e Candreva

    Archiviato il ko in Champions League al Parco dei Principi contro il Psg, la Juve si rituffa nel campionato e domenica alle 20.45 ospita all’Allianz Stadium la Salernitana. I bianconeri, ancora imbattuti in campionato, nell’ultimo turno hanno pareggiato 1-1 al Franchi contro la Fiorentina – terzo pari in cinque giornate -, pertanto vogliono tornare a conquistare l’intero bottino. Di fronte, però, ci sarà una Salernitana in grande forma. Dopo la sconfitta all’esordio contro la Roma (1-0), infatti, i granata di Davide Nicola hanno inanellato una striscia di quattro risultati utili consecutivi: tre pareggi (Udinese, Bologna ed Empoli) e il netto 4-0 all’Arechi contro la Sampdoria. Battere i campani sarebbe importantissimo anche in vista del match di mercoledì, quando la Vecchia Signora ospiterà il Benfica nel secondo turno della fase a gironi della Coppa dalle grandi Orecchie. Intanto, ecco tutte le statistiche e le curiosità sulla sfida tra Juve e Salernitana. LEGGI TUTTO

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    Atalanta prima e sola dopo 58 anni. E non è un fuoco di paglia

    Adesso, lassù c’è solo la Dea. Cinquantotto anni sono stati molto lunghi da passare, ma questa Atalanta leader unica della Serie A, ha poco a che vedere con l’estemporanea impresa datata 20 settembre 1964. Allora era la seconda giornata di campionato, una concomitante serie di risultati negativi delle altre squadre permise alla formazione allenata dall’indimenticabile Ferruccio Valcareggi di guadagnare il primato solitario. Non durò e l’evento non si ripetè più. Sino al 5 settembre 2022: due a zero al Monza, Dea in fuga dopo cinque giornate, staccando di due lunghezze Napoli e Milan, di tre Udinese e Roma. Siamo solo all’inizio e a Bergamo nessuno si monta la testa, eppure, dopo le prime sei stagioni gasperiniane dell’Età dell’Oro, la settima si annuncia particolarmente intrigante. Cinque partite, 4 vittorie, 1 pareggio, 9 gol segnati, 2 soli subiti. Soprattutto, rispetto alla squadra che negli anni scorsi attaccava a testa bassa, procedendo a ritmi forsennati, molto sta cambiando. Gasperini ha sempre ripetuto che la difesa a tre non sia mai stata un dogma, anche se vi ha costruito molta parte delle sue fortuna, così a Monza si è presentato a quattro. Nei primi 360 secondi i brianzoli hanno sfiorato per due volte il gol, ma, grazie a Musso, tornato sui livelli eccellenti di Udine, l’Atalanta non si è scomposta. Ha ragionato e ha vinto da grande squadra: cinica nel primo tempo, solida a centrocampo, molto più precisa rispetto all’ultimo campionato, lesta a colpire nella ripresa. Non è un caso che a sbloccare il risultato sia stato il primo gol in A di Rasmus Højlind, 19 anni, nazionale danese Under 21, all’esordio da titolare, micidiale nello sfruttare la prima occasione utile per fulminare Di Gregorio. Højliund indossa la maglia n.17 e 17 sono stati i milioni investiti dall’Atalanta sull’ex Sturm Graz che si aggiungono agli altri 83 milioni investiti in entrata dalla società dei Percassi e di Pagliuca. Mai, in passato, il club bergamasco era stato protagonista di un simile mercato, forte di un’invidiata e invidiabile solidità finanziaria (sei utili consecutivi di bilancio; quarto fatturato della Serie A nella passata stagione, stadio e centro sportivo di proprietà, attuale valore della rosa che sfiora i 400 milioni di euro). Cinque giornate sono poche per sapere come andrà a finire. Fattore non trascurabile, rispetto alle rivali, sino a metà novembre l’Atalanta giocherà sei partite in meno, non essendo impegnata nelle coppe europee. Occhio, questo non è un fuoco di paglia.Guarda la galleryIl 2003 Hojlund trascina l’Atalanta a Monza: nerazzurri primi da soli!Iscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

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    Diretta Salernitana-Empoli ore 18.30: dove vederla in tv, in streaming e probabili formazioni

    SALERNO – Nel posticipo della 5ª giornata del campionato di Serie A, la Salernitana ospita all’Arechi alle 18.30 l’Empoli. La squadra di Davide Nicola è reduce da tre risultati utili consecutivi. Dopo la sconfitta di misura all’esordio contro la Roma, infatti, i granata hanno pareggiato per 0-0 alla Dacia Arena contro l’Udinese, poi hanno superato con un rotondo 4-0 la Sampdoria prima dell’1-1 del Dall’Ara contro il Bologna. Percorso simile anche per i toscani che, però, inseguono ancora la prima vittoria. La formazione di Paolo Zanetti, ko al debutto contro lo Spezia (1-0), ha poi pareggiato le successive tre sfide: Fiorentina (0-0), Lecce (1-1) e Verona (1-1).
    Dove vedere Salernitana-Empoli in tv e in streaming
    Salernitana-Empoli, posticipo della 5ª giornata del campionato di Serie A, è in programma alle ore 18.30 allo stadio Arechi di Salerno e sarà visibile in esclusiva in diretta su DAZN.
    Salernitana-Empoli: probabili formazioni
    SALERNITANA (3-5-2): Sepe; Bronn, Gyomber, Fazio; Candreva, Coulibaly, Maggiore, Vilhena, Mazzocchi; Dia, Bonazzoli. Allenatore: Nicola.
    A disposizione: Fiorillo, Bradaric, Daniliuc, Sambia, Kastanos, Botheim, Valencia, Capezzi, Pirola, Piatek. 
    EMPOLI (4-3-1-2): Vicario; Stojanovic, Ismajli, De Winter, Parisi; Haas, Marin, Bandinelli; Bajrami; Lammers, Satriano. Allenatore: Zanetti.
    A disposizione: Perisan, Luperto, Cacace, Grassi, Henderson, Indragoli, Fantoni, Akpa Akpro, Pjaca, Walukiewicz, Fazzini.
    ARBITRO: Abisso di Palermo.
    ASSISTENTI: Lo Cicero-Pagliardini.
    IV UOMO: Rutella.
    VAR: Marini.
    ASS. VAR: S. Longo.
    Guarda Salernitana-Empoli su DAZN. Attiva ora! LEGGI TUTTO

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    Diretta Torino-Lecce ore 20.45: probabili formazioni e dove vederla in tv e in streaming

    TORINO – Alle ore 20.45 il Torino ospita il Lecce nel posticipo della 5ª giornata del campionato di Serie A. I granata cercano il riscatto dopo il ko per 3-1 in casa dell’Atalanta nel turno infrasettimanale. La squadra di Juric, prima della trasferta di Bergamo, aveva conquistato due vittorie esterne battendo, in entrambe le occasioni per 2-1, Monza e Cremonese, in mezzo lo 0-0 interno contro la Lazio. Stasera di fronte ci sarà la formazione salentina di Baroni che dopo le sconfitte nelle prime due contro Inter (2-1) e Sassuolo (1-0) ha collezionato i primi punti in classifica pareggiando per 1-1 contro Empoli e Napoli. 

    Dove vedere Torino-Lecce in tv e in streaming

    Torino-Lecce, posticipo della 5ª giornata del campionato di Serie A, è in programma alle ore 20.45 allo stadio Olimpico di Torino e sarà visibile in diretta su DAZN e Sky Sport Uno. Inoltre sarà disponibile anche in streaming su Now e sulla piattaforma Sky Go. 

    Torino-Lecce: le probabili formazioni

    TORINO (3-4-2-1): Milinkovic-Savic; Djidji, Schuurs, Rodriguez; Singo, Lukic, Linetty, Vojvoda; Vlasic, Radonjic; Sanabria. Allenatore: Juric.

    A disposizione: Berisha, Gemello, Lazaro, Bayeye, Adopo, Pellegri, Buongiorno, Ola Aina, Ilkhan, Garbett, Karamoh.

    LECCE (4-3-3): Falcone; Gendrey, Pongracic, Baschirotto, Pezzella; Blin, Hjulmand, Gonzalez; Di Francesco, Ceesay, Banda. Allenatore: Baroni.

    A disposizione: Bleve, Samooja, Colombo, Askildsen, Bistrovic, Helgason, Listowski, Gallo, Oudin, Berisha, Umtiti, Rodriguez. 

    ARBITRO: Volpi di Arezzo.

    ASSISTENTI: Vecchi-Massara. 

    IV UOMO: Feliciani. 

    VAR: Mazzoleni.

    ASS. VAR: Liberti.

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    La Roma crolla alla Dacia Arena, battuta 4-0 dall'Udinese

    UDINE – La Roma perde la testa alla Dacia Arena, dove viene travolta dall’Udinese di Andrea Sottil che vince 4-0 (terzo successo di fila) e ora respira aria d’alta quota. Arrivata in Friuli da capolista, l’irriconoscibile squadra di Mourinho ritorna a casa con quattro gol incassati (ne aveva preso uno solo, in casa della Juve, nelle quattro sfide precedenti) e senza più la vetta della classifica, ora seconda a -1 da Napoli e Milan (in attesa dell’Atalanta) e agganciata a quota 10 punti dagli stessi bianconeri. Smarrita di un colpo quella solidità che l’aveva contraddistinta nel brillante avvio di stagione, i giallorossi dovranno ora raccogliere i cocci e reagire in vista del debutto in Europa League sul campo dei bulgari del Ludogorets.
    Udinese-Roma 4-0: statistiche e tabellino
    Riecco Smalling, Beto in panchina
    Tre le novità nel 3-4-2-1 di Mourinho rispetto all’undici vittorioso sul Monza nel turno infrasettimanale: sulle fasce si rivedono Karsdorp e Spinazzola mentre al centro della difesa torna titolare Smalling al posto di Kumbulla, infortunato e ai box insieme a Wijnaldum, Zaniolo ed El Shaarawy. Tra i pali c’è sempre Rui Patricio con Mancini e Ibanez a completare la retroguardia, Cristante-Matic coppia in mediana e Abraham in attacco con Lorenzo Pellegrini e Dybala a supporto. Sull’altro fronte il solito 3-5-2 per Sottil che lascia Beto in panchina per affiancare in avanti Success a Deulofeu, mentre ai lati del regista Walace tocca ad Arslan e a Samardzic e in difesa trova spazio Perez insieme a Becao e Bijol, confermati come Silvestri tra i pali e Pereyra e Udogie sulle fasce.
    Guarda la galleryUdinese show: la Roma crolla sotto i colpi di Pereyra
    Udogie ringrazia Karsdorp
    Sembra buono l’approccio della Roma, con Abraham che innesca subito Dybala (sinistro a lato) e Cristante che sporca i guanti di Silvestri con un colpo di testa su punizione calciata dalla Joya. Eppure, al primo affondo, l’Udinese passa con la complicità di Karsdorp: sul cross dalla destra di Pereyra l’olandese appoggia la palla di petto al portiere, senza accorgersi però di Udogie che gli sbuca le spalle e si fionda sul pallone per scaraventarlo in rete. La reazione giallorossa è immediata ma Silvestri è bravo a salvarsi in corner sul sinistro di Dybala (14′), servito su calcio da fermo da Pellegrini. I friulani intanto perdono per infortunio il difensore Bijol (dentro Ebosse con Becao che va a fare il centrale) ma non stanno a guardare e su azione da corner Success sfiora il palo e il raddoppio di testa (27′), mentre Deulofeu non inquadra la porta punizione (21′) e nemmeno con il destro dal limite (28′). Mira da rivedere dall’altra parte anche per Abraham, che calcia alto da buona posizione (36′) come sopra la traversa finisce anche la palla colpita da Mancini di testa su punizione di Dybala (40′). È dell’Udinese comunque l’ultima occasione del primo tempo, con Rui Patricio però ben posizionato sul destro al volo di Pereyra (41′), e dopo le ammonizioni rimediate da Dybala (gioco pericoloso) e Mourinho (proteste) si va al riposo con la Roma sotto di un gol.
    Serie A, la classifica
    Crollo giallorosso
    All’intervallo Mourinho lascia negli spogliatoi Cristante e Karsdorp, sostituiti da Belotti (con Pellegrini che arretra a centrocampo) e Celik che va subito giù in area dopo un contatto con Becao: proteste giallorosse ma per l’arbitro è tutto regolare. L’Udinese aspetta compatta, pronta a ripartire e a complicare ancora di più la serata della Roma arriva un altro errore individuale: stavolta è Rui Patricio a farsi sorprendere su un sinistro dalla distanza di Samardzic che al 56′ fa 2-0. Ci si mette poi anche il palo a negare il gol a Mancini (colpo di testa al 60′) con Matic che fallisce poi il tap-in. Sottil ha bisogno di forze fresche per difendere il doppio vantaggio e ne cambia tre tutti insieme: dentro Beto, Lovric e Makengo al posto di Success, Arslan e Samardzic (63′). Mourinho risponde sostituendo Mancini con Zalewski per passare a una sorta di 4-2-4 ma Rui Patricio non è impeccabile nemmeno sul sinistro di Pereyra, che al 75′ cala il tris e spegne ogni velleità di rimonta giallorossa. Con il risultato ormai compromesso lo ‘Special One’ richiama in panchina anche Abraham (soccorso poco prima dallo staff medico per un problema alla spalla) e Pellegrini, dando spazio prima a Shomurodov e poi a Camara che fa il suo esordio poco dopo la quarta rete sfiorata da Makengo (80′). Il poker friulano però è solo rimandato e a calarlo all’82’ è Lovric su assist di Pereyra, che si prende poi gli applausi del suo pubblico lasciando il posto a Ehizibue. Finisce 4-0, con la Dacia Arena in festa e la Roma che dovrà ora leccarsi le ferite e ragire in vista dell’Europa League. 
    Serie A, risultati e calendario
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    Verona-Sampdoria 2-1: il 2002 Doig ribalta Giampaolo

    VERONA – L’autogol di Audero e la rete del classe 2002 Doig, schierato a tutta fascia sulla sinistra, regalano al Verona di Cioffi la prima vittoria in campionato, allungando la crisi della Sampdoria, ancora a secco di succesi. E pensare che il vantaggio è dei blucerchiati, con il lampo di Caputo che illude, ma che non basta: sul finire del primo tempo, in nove minuti, l’Hellas rimonta e ribalta, difendendo poi nella ripresa i tre punti. Da sottolineare la prestazione del giovanissimo Doig, sempre propositivo, inesauribile sulla corsia mancina, bravo a crossare e ad arrivare al tiro: davvero una bella scoperta.Guarda la galleryDoig, che partita: rimontata la Sampdoria, festa Verona
    L’autogol di Audero e Doig ribaltano il lampo di Caputo
    Verona e Sampdoria vivono una crisi identica: inizio di campionato allo stesso ritmo con gli stessi risultati, nessuna vittoria e solo 2 punti conquistati, entrambi alla seconda e quarta giornata. Cioffi e Giampaolo si giocano già tanto, ma la paura di perdere blocca la partita che per trentanove minuti ha l’effetto di un sonnifero. Poi il lampo di Caputo al 39′ che si inventa il gol del vantaggio: “Ciccio” è spalle alla porta, non la guarda nemmeno ma sa dov’è, si gira in un attimo e col sinistro spara a metà altezza all’angolo, battendo Montipò. La rete sveglia il Verona che in nove minuti ribalta tutto: l’incornata di Henry (44′) sbatte prima sulla traversa e dopo sulla schiena di Audero (autogol), poi Doig (classe 2002) piazza in porta un pallone vagante in area e firma il 2-1 al 48′.
    Doig da applausi, Cioffi vince la sua prima
    Doig resta uno dei migliori anche nella ripresa, sulla fascia sinistra spinge e crea pericoli alla Sampdoria, che rischia sullo spunto di Lasagna: Audero saltato, ma mira sballata. Giampaolo cerca la svolta e si gioca Gabbiadini, Djuricic, Villar, Leris e l’esordio di Pussetto, ma il copione non cambia, è sempre il Verona a creare occasioni da gol. I blucerchiati restano in partita solo grazie ad un prodigioso Audero che si supera su Veloso e Lazovic, tenendo il risultato in bilico. Caputo ci prova fino alla fine, ma non basta, esulta Cioffi per la prima vittoria in stagione. Per Giampaolo è ancora notte fonda.
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    Serie A, Arnautovic salva Mihajlovic: 2-2 tra Spezia e Bologna

    Spezia-Bologna, le scelte dei tecnici
    Luca Gotti schiera il suo classico 3-5-2 con Hristov, Kiwior e Nikolaou a protezione di Dragowski. A centrocampo c’è Bourabia in cabina di regia con Kovalenko e Bastoni ad agire al suo fianco, mentre sulle fasce partono titolari Holm a destra e Reca a sinistra. In attacco la coppia formata da Nzola e Gyasi. Sinisa Mihajlovic scende in campo con un 3-4-1-2 con il polacco Skorupski tra i pali schermato da Gary Medel al centro della difesa, Soumaoro sul centrodestra e il colombiano Lucumí sul centrosinistra. In mediana i due centrali sono Nikola Moro – al debutto assoluto con la maglia rossoblù – e Schouten, mentre sugli esterni agiscono l’esperto De Silvestri a destra e Lykogiannis a sinistra. Davanti a Barrow, schierato da trequartista, ecco il tandem offensivo composto da Orsolini e Arnautovic. In tribuna al Picco c’è anche uno degli ultimi acquisti di mercato della formazione ligure: il difensore gallese Ampadu, arrivato in prestito dal Chelsea dopo aver vestito la maglia del Venezia nella scorsa stagione. Il classe 2000 ha anche posato per alcune foto con la maglia numero 4.
    Serie A, tutte le notizie sullo Spezia
    Serie A, tutte le notizie sul Bologna
    Botta e risposta tra Arnautovic e Bastoni: 1-1 al 45′
    Lo Spezia è reduce dalla sconfitta per 2-0 all’Allianz Stadium contro la Juventus, nel segno di Vlahovic e Milik, mentre il Bologna viene dall’1-1 del Dall’Ara contro la Salernitana, con gol di Arnautovic su calcio di rigore al 52′ per i felsinei e pareggio di Boulaye Dia all’88’ per la formazione di Davide Nicola. L’avvio di partita è piuttosto frizzante. Lo Spezia ci prova subito con Gyasi, che sfrutta un’amnesia difensiva della formazione rossoblù e calcia di potenza verso la porta di Skorupski: la risposta dell’estremo difensore polacco non è delle migliori, ma Nzola non riesce a concretizzare in tap in da due passi. La risposta del Bologna arriva dopo neanche un minuto con la conclusione da fuori area di Orsolini, più potente che precisa, ma Dragowski para senza troppi problemi. Al 6′ arriva la rete dell’1-0 dei rossoblù. Un fulmine a ciel sereno. Lancio col contagiri di Medel per Arnautovic, che fugge in profondità disorientando la difesa bianconera, dribbla secco Dragowski e mette a segno il suo quarto gol in questo campionato: è un momento d’oro per l’attaccante austriaco, che sembra aver già dimenticato le numerose voci di mercato sul suo conto per abbracciare definitivamente il ruolo di leader del gruppo di Mihajlovic. Al 14′ Kovalenko spreca una buonissima occasione, calciando a lato dal limite dell’area, mentre al 16′ Skorupski si fa trovare pronto sulla conclusione di Nzola, indirizzata all’angolino basso di sinistra. Al 20′ grande azione personale di Orsolini, che parte palla al piede dalla sua metà campo su regia di un ispiratissimo Arnautovic, arriva al limite dell’area e calcia a rete, trovando però la risposta di un attento Dragowski. Complice lo svantaggio, lo Spezia cerca di alzare il ritmo e attacca a pieno organico riversandosi nella metà campo dei felsinei: in tal senso, grande prova del duo Nzola-Gyasi, sempre pronti a scattare in profondità e ad abbassarsi a turno di qualche metro per fornire uno scarico ai centrocampisti in fase di costruzione. Dal proprio canto, il Bologna mostra un atteggiamento più conservativo, cercando di colpire in ripartenza. Tra gli uomini di Mihajlovic bene anche il nuovo acquisto Moro, particolarmente prezioso in fase difensiva e di non possesso. In pieno recupero, al 47′, ecco l’1-1 dello Spezia: Bastoni vince un rimpallo al limite dell’area di rigore e scarica un tiro potente e preciso all’angolino basso, sul quale Skorupski non può nulla. Per il centrocampista classe ’96 si tratta della seconda rete consecutiva al Picco, dopo quella contro il Sassuolo di sabato scorso. Dopo quasi 10′ di recupero, il direttore di gara Giua chiude il primo tempo.
    Serie A, la classifica
    Arnautovic salva il Bologna dalla sconfitta: 2-2!
    La ripresa si apre con una sostituzione nella formazione del Bologna, con Mihajlovic che manda in campo l’argentino Dominguez al posto di Moro, mentre Gotti decide di mantenere invariato il suo undici di partenza. Dopo una fase di studio senza particolari acuti, al 54′ lo Spezia completa la rimonta e si porta sul 2-1: punizione di Bastoni dalla lunga distanza, Schouten ci mette goffamente la testa e insacca il pallone nella propria porta. Pasticcio clamoroso da parte dell’olandese, che anche nella prima metà di gara era apparso piuttosto in ombra commettendo parecchi errori in fase d’impostazione della manovra. Al 62′ Mihajlovic prova a rimescolare le carte alla ricerca del pareggio, inserendo Soriano al posto di Barrow e il nuovo arrivo Zirkzee per Orsolini, mentre al 63′ Gotti manda in campo Agudelo per Kovalenko. Allo scoccare del 64′ arriva però il 2-2 del Bologna. Ancora Arnautovic. Letale, letterlamente ingiocabile in questo avvio di campionato con 5 gol in altrettante partite. Sul suggerimento in profondità di Soriano l’austriaco scappa un’altra volta alla difesa ligure e a tu per tu con Dragowski è glaciale nel depositare la palla in rete. Per l’ultimo quarto d’ora di gara, Gotti e Mihajlovic optano per un altro cambio. Il tecnico bianconero inserisce Ellertsson per Bastoni, ammonito al 56′, mentre il serbo manda in campo Cambiaso al posto di Lykogiannis e all’84’ anche Sansone per Medel. Al 93′ esplode in protesta il Picco, con Agudelo che viene atterrato in area di rigore. Giua però lascia correre, scatenando per alcuni istanti l’ira dei tifosi di casa.
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    Torino-Lecce, Vives, doppio ex: “Vincono 3-1 i granata”

    TORINO – Le parole di Giuseppe Vives, alla vigilia della sfida contro il Lecce, suonano come una benedizione per il Torino di Ivan Juric. Il centrocampista napoletano, 164 presenze e 5 reti con la maglia granata a cavallo fra il 2011 e il 2017, è stato uno dei protagonisti del cammino in Europa League nella stagione 2014/2015: a Bilbao, contro l’Athletic, ha raggiunto l’apice di una carriera in cui ha vestito anche la maglia giallorossa dei salentini, dal 2006 al 2011. Vives, se il Lecce è stato il primo approccio con la Serie A, il Torino cosa è stato per lei? «Un cammino emozionante che mi ha fatto raggiungere l’obiettivo di giocare in Europa League. Dell’esperienza al Toro conservo ricordi meravigliosi sin dal primo anno in cui abbiamo vinto il campionato di Serie B. L’apice dell’avventura è stata la vittoria contro l’Atheltic Bilbao al San Mamés, dove nessuna squadra italiana aveva mai vinto. Ancora oggi gioco con mio figlio con il pallone granata. Il mio desiderio, dopo sei anni e mezzo, era quello di rimanere, ed è chiaro che mi piacerebbe tornare un giorno. Intanto sto pensando di tornare allo stadio al più presto». Passiamo all’attualità. Che partita si aspetta lunedì? «Il Lecce è una squadra organizzata e ha raccolto un risultato importante su un campo difficile come quello del Napoli, mentre il Torino a Bergamo ha perso contro un avversario tosto. Mi aspetto una partita molto combattuta perché i granata hanno un’identità precisa e lottano su ogni pallone. È una squadra che incarna lo spirito del Toro. Sono sicuro che vogliono ripartire nel miglior modo, conoscendo Juric. Ogni volta che guardo le partite del Torino è come se in campo ci fosse anche lui». Cosa deve temere il Torino della formazione di Baroni? «Sicuramente il collettivo, già rodato dallo scorso anno. Il Lecce gioca bene, arriverà a Torino sulla scia dell’entusiasmo dopo il pari al Maradona. Alcuni ragazzi vorranno dimostrare di saper giocare bene anche in Serie A. Tra i singoli, Strefezza è un giocatore di qualità che può fare la differenza, ma anche Hjulmand ha tanta qualità». Passiamo ai granata, le piace la schiettezza di Juric? «Assolutamente sì. Vuole sempre il massimo dai suoi e pretende che vadano a mille all’ora. Juric conosce il calcio e le dinamiche di spogliatoio meglio di altri che non hanno mai vissuto quell’ambiente. Non è facile tenere tutti sulla corda, a volte devi essere duro ma lui ha dimostrato di saperlo fare bene». Il tecnico non ha avuto pienamente quello che avrebbe voluto dal mercato. La rosa, secondo lei, è più o meno forte rispetto alla passata stagione? «Capisco che Juric avrebbe voluto dei rinforzi per alzare l’asticella rispetto all’anno scorso, ma direi che il livello è uguale a quello dell’anno passato. Il Toro non avrà problemi a salvarsi e, con la giusta continuità e un po’ di fortuna, magari potrà insidiare le posizioni che valgono un posto in Europa». C’è qualche giocatore del Torino in cui si rivede? «A livello caratteriale mi rivedo in Lukic, un ragazzo che dà il massimo in ogni circostanza. Parole poche ma molti fatti. Mi ha sorpreso l’episodio del rinnovo alla prima di campionato. Togliergli la fascia è stato un segnale dato all’intera squadra, ma sono sicuro che anche senza saprà dare il suo contributo. Con gli atteggiamenti dimostri di essere un leader, sia in campo sia negli allenamenti». Tra i nuovi acquisti chi la incuriosisce di più? «A me piace molto Miranchuk, che però è infortunato. È un giocatore di qualità, che sa fare gol e sa creare superiorità numerica. Può fare bene al Toro con Juric». Chi può essere decisivo domani? «Spero Lukic. Ha tutte le carte in regola per dimostrare di essere ancora importante per questa squadra e di saperla guidare verso la vittoria». E lei di cosa si occupa in questo momento? «Ho una scuola calcio ad Afragola, l’Asd Pro Vives Calcio, che fa parte del progetto Academy del Torino Fc, e dei campi da padel per coltivare l’altra mia passione». Vives, il suo pronostico per Torino-Lecce. «Credo che il Torino sia favorito e possa vincere. Dico 3-1 per il granata, ovviamente con un gol di Lukic». LEGGI TUTTO