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    Torino: si riprende il 28 novembre

    TORINO – Una settimana di vacanza, poi altri sette giorni di lavoro in casa per mantenere la condizione atletica. Quindi, il 28 novembre, il ritrovo per cominciare la nuova preparazione di questa annata così particolare. È questo il programma del Torino, che si allenerà al Fildadelfia fino al 5 o al 6 dicembre. Mercoledì 7 la partenza per il ritiro di Murcia, in Spagna, dove i granata disputeranno due amichevoli ancora da definire ma sicuramente contro avversarie di un certo calibro. Il rientro a Torino è programmato per il 18 dicembre. Già fissato un test il 23 al Grande Torino contro il Monza. LEGGI TUTTO

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    Morata ko, la Spagna trema: infortunio, a rischio Mondiale?

    CADICE (Spagna) – Brutte notizie per Alvaro Morata che dopo 10′ della sfida tra Cadice e Atletico Madrid è stato costretto a lasciare il campo per infortunio. Tremano i Colchoneros, ma anche e soprattutto la Spagna che rischia di non avere l’attaccante ex Juve per il Mondiale in Qatar. Il numero 9 biancorosso, al 7′ del match di Liga,  provando a coordinarsi su un cross si è scontrato con Mbaye restando a terra. In un primo momento lo spagnolo è riuscito a rialzarsi, ma dopo qualche attimo è stato costretto a sdraiarsi nuovamente a terra, portandosi le mani sul volto, per ricevere le cure dei sanitari e chiedere la sostituzione a Simeone. La prima diagnosi del club, come riporta Marca, parla di un trauma al piede, visto che Morata è uscito zoppicando e molto dolorante, ma al momento sono troppo poche le indicazioni per capire quale sarà il suo futuro. Preoccupazione per la nazionale di Luis Enrique che aveva da poco diramato il listone iniziale per proiettarsi verso l’avventura mondiale.Guarda la galleryMorata, infortunio shock: mani in faccia, Mondiale a rischio FOTOIscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

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    Real: la prima notte di Champions per il gioiellino Paz

    TORINO – Non sarà una giornata come le altre per Nicolas Paz Martinez. Difficilmente il centrocampista diciottenne ispano-argentino dimenticherà questo martedì, l’emozione della prima panchina in Champions League con il Real Madrid dei grandi e pure la musichetta diffusa dagli altoparlanti della Red Bull Arena di Lipsia. Il tecnico dei Blancos Carlo Ancelotti ha infatti deciso di convocare il talento del Castilla, la seconda squadra dei Merengues, al posto dell’infortunato Luka Modric: il croato, infatti, è stato costretto ad alzare bandiera bianca per un affaticamento muscolare. Paz non sarà l’unico baby in blanco questa sera in Germania: assieme a lui, Ancelotti ha convocato anche Sergio Arribas, Carlos Dotor e Alvaro Rodriguez. Tutti e 4 si sono già allenati con il gruppo della prima squadra al centro sportivo di Valdebebas per sopperire alle assenze di Modric, Karim Benzema, Fede Valverde e Dani Ceballos.
    Figlio d’arte
    Nico Paz, classe 2004 nato a Santa Cruz de Tenerife, è il figlio di Pablo, ex difensore centrale cresciuto nelle giovanili del Newell’s Old Boys, che ha militato in carriera anche con Banfield, Independiente, Tenerife, Valladolid e con moltissime squadre di B e C spagnole, chiudendo la carriera con il Vera 14 anni fa. Con la Seleccion disputò il Mondiale del 1998 in Francia e, due anni prima, centrò la medaglia d’argento all’Olimpiade di Atlanta, quella del centenario. Suo figlio Nico, tinerfeño di nascita, ha iniziato a giocare a pallone proprio nel club dell’isola e 6 anni fa si è trasferito al Real Madrid in cui agisce in posizione di 5, di playmaker davanti alla difesa, e pure in quella di enganche, di trequartista. E’ uno dei punti fermi della Sub 20 albiceleste allenata dal Jefecito Mascherano e pure il ct della nazionale maggiore, Lionel Scaloni, lo tiene in considerazione, al punto da averlo convocato, nonostante la giovanissima età, per la doppia sfida di qualificazione a Qatar 2022 contro Venezuela ed Ecuador a marzo di quest’anno, insieme ad Alejandro Garnacho, stellina del Manchester United, Tiago Geralnik del Villarreal e ai fratelli Franco e Valentin Carboni di Cagliari e Inter. Stasera, alla Red Bull Arena di Lipsia, per Nico Paz ci sarà un’altra notte indimenticabile: la prima notte di Champions.
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    Qatar 2022: quanti infortunati. Chi non ci sarà e chi spera ancora

    TORINO – Quando manca praticamente un mese all’inizio del Mondiale, gli infortuni sono il peggior incubo per i giocatori in odore di convocazione e pure per i loro ct: ci sono già diversi protagonisti che salteranno la kermesse per problemi fisici, mentre molti altri sono ancora in dubbio e lottano in ogni modo per mantenere viva, accesa, la fiammella di speranza di essere presenti in Qatar. Scopriamo insieme chi si è già arreso e chi invece spera ancora.

    Sicuri assenti

    N’Golo Kanté (Francia): il pilastro del centrocampo del Chelsea non parteciperà ai Mondiali dopo aver subito un intervento chirurgico per risolvere un infortunio al tendine del ginocchio della gamba destra.

    Diogo Jota (Portogallo): l’attaccante del Liverpool è stato portato via in barella durante il match contro il Manchester City in Premier League e, sebbene non siano stati rivelati con esattezza i dettagli esatti del suo problema, Jurgen Klopp, l’allenatore dei Reds, ha confermato che non si riprenderà in tempo per la Coppa del Mondo. Il prestigioso quotidiano portoghese A Bola nelle ultime ore ha anticipato che il recupero della punta richiederà più di un mese.

    Georginio Wijnaldum (Olanda): il centrocampista olandese della Roma non potrà aggiungere un’altra Coppa del Mondo al suo palmares a causa della frattura alla tibia della gamba destra in allenamento a metà agosto.

    Reece James (Inghilterra): il terzino destro del Chelsea ha subito uno stiramento ai legamenti nel corso del duello contro il Milan in Champions League. Starà fuori due mesi.

    Joao Rojas (Ecuador): l’attaccante del Rayados de Monterrey ha riportato la rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro: il ct della Tricolor Gustavo Alfaro perde un elemento di sicura affidabilità.

    Tarik Tissoudali (Marocco): uomo chiave nel Gent e pure in Nazionale (ha trascinato il Marocco con una doppietta nell’ultima gara delle qualificazioni africane) ha riportato a fine luglio uno strappo al legamento crociato anteriore del ginocchio destro. Nemmeno un miracolo lo porterà in Qatar.

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    Elche, Beccacece è in pole per la panchina

    TORINO – L’Elche è a un passo da una nuova e ulteriore argentinizzazione: il club, dopo la sconfitta nel posticipo del 7° turno della Liga spagnola contro il Rayo Vallecano, è sempre più desolatamente ultimo con appena 1 punto conquistato. Il crollo a Vallecas ha posto una pietra tombale sull’avventura di Francisco Rodríguez alla guida tecnica del Franjiverde dopo 11 mesi: l’ex Girona ha allenato la squadra in 33 occasioni mettendo a referto 12 vittorie, 17 sconfitte e 4 pareggi. Il miracolo della salvezza centrata in extremis nello scorso campionato non è però bastato a fargli guadagnare altro tempo, non è servito a evitargli l’esonero.
    LA BANDA ARGENTINA L’Elche è, senza dubbio, una delle squadre più argentine d’Europa. Argentino è il deus ex machina del Franjiverde, il presidente del club, Christian Bragarnik, uno degli agenti di calciatori più potenti del LatinoAmérica. Argentini sono 6 degli elementi in rosa: l’ex Torino Lucas Boyé, autore del gol dell’Elche nella sconfitta di ieri sera contro la terza squadra di Madrid, l’ex Palermo e Roma Javier El Flaco Pastore, l’ex Newcastle e Napoli Federico Fernández, Nicolás Fernández Mercau e Axel Werner. E argentino sarà anche il tecnico, che dovrebbe essere annunciato nelle prossime ore: si tratta di Sebastián Beccacece, che da pochi giorni ha detto addio al Defensa y Justicia.
    FÚTBOL VERTICAL È un innovatore, Beccacece, un profeta del Fútbol Vertical. E’ stato assistente di Jorge Sampaoli nella sfortunata avventura dell’Hombrecito alla guida dell’Argentina al Mondiale di Russia 2018, ha vinto una Recopa Sudamericana nel 2021 proprio con il Defensa y Justicia, regalando il primo prestigioso successo alla bacheca de El halcón di Florencio Varela. Ha allenato anche all’estero, all’Universidad de Chile, e pure due delle grandi argentine, che si odiano cordialmente, l’Independiente e il Racing Club le due anime di Avellaneda. Ora, a 41 anni, è a un passo dal grande salto nel calcio europeo.
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    Morata: «A gennaio mi ha cercato il Barcellona, ma Allegri voleva vedermi giocare con Vlahovic»

    TORINO – La Juve di questi tempi non dà soddisfazioni alla sua tifoseria e se si pensa alle enormi difficoltà che Dusan Vlahovic sta incontrando nonostante sia sempre il cannoniere di squadra con 4 gol in campionato (di cui, però, solo uno su azione), ascoltare Alvaro Morata può fare comunque un bell’effetto e sciogliere per un attimo la tensione. L’ex attaccante bianconero, tornato in estate all’Atletico Madrid da dove nonostante mille rumours non s’è più mosso, ha parlato dal ritiro della Spagna alla nota trasmissione della Cadena Ser, El Larguero. Al centro dell’attenzione le parole dedicate da Alvarito alla sua ex squadra, in particolare al mercato di gennaio e di giugno, quando una squadra l’aveva seguito da vicino: «Sì, è vero, c’è stato un interesse del Barcellona, mi ha chiamato anche Xavi con cui ho parlato non solamente di calcio, un po’ di tutto. E questo mi ha fatto sentire bene, l’ho apprezzato molto». L’ex centrocampista blaugrana era subentrato da un paio di mesi a Ronald Koeman e nelle settimane successive aveva spinto molto perché Morata lo raggiungesse in Catalogna. «Alla fine dell’inverno passato c’erano state 4-5 buonissime opportunità da valutare – prosegue Alvaro – però Allegri è stato chiaro con me, voleva che io rimanessi, mi diceva che voleva vedermi giocare con Vlahovic. Così ha bloccato tutto. E io ho giocato sulla sinistra, l’ho fatto, anche se per me è stato uno sforzo».
    L’addioNon è un mistero che lo spagnolo, finché ha potuto, ha sperato in una conferma nella Juventus, ma l’Atletico Madrid non ha mai mollato un centesimo rispetto all’iniziale accordo tra le società, in base al quale Morata sarebbe stato ceduto a titolo definitivo solamente a fronte di un bonifico da 35 milioni di euro sull’unghia. Ecco perché Alvarito è tornato a Madrid, malgrado si raccontasse da tempo del mancato feeling con Diego Simeone. Non è andata così e non deve stupire il fatto che oggi il bomber della Roja si esprima in questi termini: «Voglio vincere più titoli possibili, penso di poter dare ancora tanto a questa squadra. Credo nel destino. Se concluderò la carriera all’Atletico? La verità è che qui mi sento a casa». Con la Juve, vada come vada la stagione in corso, è ormai finita. Mentre Vlahovic, nel frattempo, ha un nuovo “partner” alla sua sinistra. Il problema è che Filip Kostic s’è abbastanza nascosto fino ad ora.

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    Organizzazione Mondiale 2030: Ceferin gela Argentina, Uruguay, Paraguay e Cile

    TORINO – Il sogno sudamericano di organizzare il Mondiale del 2030 rischia di naufragare amaramente. Argentina, Uruguay, Paraguay e Cile, infatti, sono state gelate, poche ore fa, dalle frasi di Aleksander Ceferin. Il numero 1 dell’Uefa, infatti, ha dichiarato, durante l’apertura del congresso internazionale “Football Talks”, che la Coppa del Mondo 2030 si terrà in Spagna e Portogallo. La domanda che ricorre ora è una: sarà solo un desiderio del dirigente sloveno oppure la candidatura latinoamericana è davvero a rischio? E’ infatti passato soltanto poco più di un mese dall’ufficialità della quadrupla candidatura a 4 e il presidente dell’Uefa non ha voluto rimanere indietro rispetto ai colleghi della Conmebol: per questo ha voluto mettere in chiaro che anche l’Europa ha pronta una candidatura, duplice e molto forte.
    Ostenta sicurezza
    «Sono certo che i Mondiali 2030 si giocheranno in Spagna e Portogallo, due Paesi che sentono moltissimo la passione e l’amore per il calcio. È una scommessa vincente e faremo tutto il possibile per aiutare queste nazioni appassionate di football, che vivono e respirano il calcio e che hanno ottime infrastrutture», ha spiegato Ceferin. Dopo che i due Paesi della Penisola Iberica erano stati sconfitti 11 anni fa nella votazione che assegnò la Coppa del mondo del 2018 alla Russia e quella del 2022 al Qatar, Spagna e Portogallo a giugno dello scorso anno hanno stretto un nuovo patto per avanzare nuovamente la candidatura per l’edizione 2030. 
    Cosa offrite?
    Ci sarà però una domanda, fondamentale nell’assegnazione della manifestazione, che gli incaricati della decisione presenteranno a ogni Paese che vuole organizzare il Mundial: «Che cosa potete offrire?». Le candidate dell’Uefa basano il loro potenziale successo sull’ottimo rapporto che intercorre tra i vertici della Federcalcio spagnola e quelli della Federcalcio portoghese. I sudamericani, invece, fanno appello alla nostalgia e alle radici della Coppa del mondo. Nel 2030, infatti, cadrà il centenario del primo Mundial, disputato nel 1930 in Uruguay: non ci sarebbe nessun miglior Paese ospitante di quello dove tutto è iniziato.
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    Samp, tu vuo' fa l'americana?

    La prima offerta ufficiale per l’acquisizione della Sampdoria è stata presentata
    all’advisor Lazard ed è firmata dal fondo Cerberus Capital Management. Si tratta di
    una società statunitense che si occupa dell’acquisto di crediti deteriorati e vanta
    un fatturato da 17 miliardi di euro. Già vicina al mondo del calcio per la
    partnership con il Royal Football Fund (società di investimento sportivo con sede a
    Dubai). È un’offerta non vincolante. Cerberus sarebbe in contatto sia con Banca Ifis
    (sponsor blucerchiato) sia con un family office spagnolo, che potrebbe affiancare
    Cerberus nell’operazione. A curare la trattativa, inoltre, è uno studio legale di
    Milano. Ma, ripetiamo, si tratta solo di una prima manifestazione di interesse
    reale, altre ne verranno. Già, perché in questa settimana sono attese altre due
    proposte ufficiali, entrambe targate Usa, una dalla Spagna e una da un fondo arabo,
    pare qatariota. Senonché le ultime indiscrezioni parlano anche dell’entrata in gioco di
    un fondo “misto” di matrice statunitense ma con rappresentanti inglesi e di altri
    Paesi.
    Difficile dire a questo punto chi avrà la meglio. Resta però il fatto che la cessione
    potrebbe avvenire in tempi più stretti rispetto a quelli previsti, tant’è che un
    fondo americano starebbe pianificando strategie mirate a un consolidamento della
    società blucerchiata e anche della squadra. Le indiscrezioni dei giorni scorsi,
    confermate, di Gianluca Petrachi come prossimo ds, sono la conferma che
    qualcosa si sta già muovendo concretamente. Peraltro, almeno un fondo Usa sarebbe
    interessato anche ai progetti relativi all’ampliamento del porto e al rinascimento
    economico che interesserà Genova nei prossimi anni sotto il profilo delle
    infrastrutture. Prendere la Samp sarebbe un biglietto da visita importante per
    potersi poi presentare alle autorità politiche con intendimenti di investimenti
    importanti.
    Resta il fatto che il futuro della Samp pare rasserenarsi. E i tifosi sono in grande
    fibrillazione. L’inizio di una nuove era è davvero vicino. LEGGI TUTTO