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    L'Atletico riparte: Barcellona steso dal grande ex Suarez

    MADRID (SPAGNA) – Dopo il successo in rimonta contro il Milan nel match di Champions League giocato a San Siro, l’Atletico Madrid ritrova la vittoria anche in campionato dove era reduce dal ko incassato sul campo dell’Alaves. Ed è una vittima illustre quella sconfitta al Wanda Metropolitano: a cadere sotto i colpi di Lemar e del grande ex Suarez è infatti il Barcellona di Koeman, già reduce dalla ‘debacle’ di Champions contro il Benfica e ancora più in bilico ora dopo la prima sconfitta in campionato. Con Aguero, Dembele, Pedri, Braithwaite, Balde e Wague in infermeria, il tecnico olandese schiera i catalani con il 4-2-3-1 e prova a fare la partita, sbattendo però contro la solida difesa a tre di Simeone che vede invece i suoi pungere in contropiede. L’Atletico è micidiale negli spazi e nel primo tempo colpisce prima con Lemar, servito al 23′ da Suarez, poi con lo stesso uruguagio che prima del riposo va a finalizzare (senza esultare) su assist del compagno che gli restituisce il ‘favore’. Nella ripresa il Barcellona prova a reagire ma Oblak sbarra la strada a Coutinho (60′), come sull’altro fronte è attento Ter Stegen su Joao Feliz (66′). E agli ospiti non basta nemmeno l’ingresso della giovane stella Ansu Fati per riaprire una gara che i madrileni gestiscono senza troppi affanni fino al triplice fischio dell’arbitro: 2-0 per la squadra di Simeone, che aggancia così momentaneamente il Real al primo posto.
    Atletico Madrid-Barcellona 2-0: statistiche e tabellino
    Valencia ancora a secco
    Valencia ancora a secco e digiuno da vittoria che si allunga a quattro partite: non è bastata una ripresa all’arrembaggio sul campo del Cadice per tornare alla vittoria. Dopo un primo tempo senza grandissime emozioni la squadra di Pepe Bordalas mette alle corde i padroni di casa in una ripresa a senso unico. Ci prova subito due volte Wass, a cui dice di no Ledesma con altrettante parate, e poi Marcos Andre che al 59′ non inquadra la porta di testa sugli sviluppi di un calcio piazzato. Servono ancora i riflessi del portiere argentino degli andalusi su una conclusione di Duro (82′), mentre allo scadere ancora Wass non trova lo specchio (89′): la difesa del Cadice regge fino al 95′ e il Valencia è costretto ad accontentarsi del pari.
    Cadice-Valencia 0-0: statistiche e tabellino
    Vallecano ko al 91′, Osasuna in volo
    Seconda vittoria di fila per l’Osasuna, che nello scontro diretto a ridosso dei primissimi posti batte in casa per 1-0 il Rayo Vallecano, fermatosi dopo tre successi consecutivi. Nel primo tempo i padroni di casa ci provano più volte invano dal limite con Kike Garcia e Torrò (quando la mira è imprecisa si fa trovare pronto il portiere Dimitrievski), mentre gli ospiti si affidano alla testa di Catena che al 23′ non inquadra però la porta. Copione simile nella ripresa, con l’Osasuna che provano a spingere senza sfondare e il Rayo che spreca una buona chance all’85’, quando il sinistro di Palazon è fuori misura. Lo 0-0 è ormai a un passo ma è un finale che non piace a Manu Sanchez, bravo a insaccare di testa su cross di Cote al 91′: è il gol vittoria, che consente ai navarri di portarsi in zona Europa sorpassando l’Atheltic Bilbao e lo stesso Vallecano, staccati ora di un un punto.
    Osasuna-Vallecano 1-0: statistiche e tabellino
    Vittoria col brivido per il Maiorca
    Successo per 1-0 anche per il Maiorca, che tra le mura amiche supera il Levante. A decidere l’equilibrata sfida la rete segnata al 74′ da Baba che sceglie bene il tempo sul cross di Maffeo e di testa supera Fernandez, perché all’86’ Morales manca il pari facendosi ipnotizzare dal portiere di casa Reina sul rigore concesso dal Var (tocco col braccio in area di Mboula). Un errore che costa la terza sconfitta di fila al Levante (ancora nessun successo dopo 8 partite) e consente invece al Maiorca, che veniva da due sconfitte, di ritrovare il sorriso e di portarsi a metà classifica.
    Maiorca-Levante 1-0: statistiche e tabellino LEGGI TUTTO

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    La Spagna conferma Morata per le qualificazioni ai Mondiali

    MADRID (Spagna) – Si avvicina la finestra delle qualificazioni ai Mondiali 2022 e la Spagna di Luis Enrique si appresta ad affrontarla con qualche modifica. Il commissario tecnico infatti sperimenterà una nuova rosa con l’innesto di diversi giovani. Tra i protagonisti di Euro 2020 Pedri, Pau Torres, Dani Olmo e Mikel Oyarzabal sono stati lasciati a casa per riposare mentre confermata la presenza dell’attaccante della Juventus Alvaro Morata.
    Spagna, rosa e situazione
    La Spagna comanda il gruppo B con 7 punti (2 vittorie ed un pareggio) davanti alla Svezia che insegue ad un solo punto di svantaggio. Proprio gli svedesi hanno fermato il percorso delle “Furie Rosse” allo Stadio Olimpico de la Cartuja (Siviglia) uscendo con un pareggio (0-0). Svezia che il 2 settembre ospiterà la Spagna alla Friends Arena di Solna. Per gli iberici ci saranno poi la Georgia in casa (5 settembre) ed il Kosovo (8 settembre). Queste le convocazioni di Luis Enrique:
    Portieri: David de Gea (Manchester United), Unai Simón (Athletic) e Robert Sánchez (Brighton)Difensori: Azpilicueta (Chelsea), Raúl Albiol (Villarreal), Eric García (Barça), Gaya’ (Valencia), Jordi Alba (Barcellona), Aymeric Laporte (City), Inigo Martínez (Athletic)Centrocampisti: Sergio Busquets (Barcellona), Marcos Llorente (Atletico), Koke (Atletico), Carlos Soler (Valencia), Rodri (City), Brais Mendez (Celta), Mikel Merino (Real Sociedad)Attaccanti: Alvaro Morata (Juventus), Gerard Moreno (Villarreal), Ferran Torres (City), Abel Ruiz (Braga), Adama Traoré (Wolverhampton), Pablo Fornals (West Ham), Pablo Sarabia (Psg) LEGGI TUTTO

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    Morata dopo le minacce di morte: “Il pensiero va alla mia famiglia”

    COPENAGHEN (Danimarca) – “È stata una partita intensa, molto dura, dove abbiamo passato momenti difficili perché la Croazia ha giocatori forti, di livello mondiale. Agli Europei tutte le partite sono difficilissime, e man mano che vai avanti lo diventano ancora di più. Dobbiamo già pensare alla prossima partita. Dopo le minacce di morte voglio rivolgere un pensiero alla mia famiglia”. Al termine di Croazia-Spagna, vinta 5-3 ai supplementari anche grazie ad un suo gol, quello del momentaneo 4-3 in apertura di extra-time, Alvaro Morata, ai microfoni di Sky Sport, torna a parlare delle pressioni psicologiche subite negli ultimi giorni. LEGGI TUTTO

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    Clamorosa accusa di Thiago: “Odio il calcio moderno”

    “Il calcio spagnolo è più tecnico, in Italia è più tattico. In Inghilterra il ritmo è più alto, sotto tutti i punti di vista. In Germania è maggiore la transizione difesa-attacco che non attacco-difesa. In Francia i giovani si formano in centri specializzati, quindi sono più sviluppati, soprattutto fisicamente. Avere colleghi di altri luoghi, giocare all’estero, significa apprendere elementi che rompono i tuoi soliti limiti, arricchendoti. Ha preso un ritmo diverso, un ritmo più veloce, più fisico. La cifra del ’10’ è quasi scomparsa. Vediamo meno magia, meno fantasia. Perdi quel giocatore che è diverso, che ‘respira’; il trequartista che era più lento, anche se aveva una tecnica sublime, non ha l’opportunità. È come qualsiasi cosa nella vita: adattamento”. Thiago Alcantara, centrocampista del Liverpool e della nazionale spagnola, attacca l’evoluzione del calcio ai microfoni di The Guardian: “Ho quella mentalità da ‘odio il calcio moderno’, ho un atteggiamento più classico. E poi c’è il VAR, a cui mi sono sempre opposto. Toglie l’essenza. Noi sbagliamo quando giochiamo, anche gli arbitri devono sbagliare. Molti momenti mitici non esistono con il Var. E quando segni, anche un gol da centrocampo, aspetti. Pensando: ‘Speriamo che ci sia non c’è fallo precedente, spero che non ci sia fuorigioco, spero…'”.
    Thiago Alcantara: “Luis Enrique è un mix tra Guardiola e Klopp”
    Su Lewandowski: “È un grande giocatore e se ci fosse stato un Pallone d’Oro l’anno scorso lo avrebbe vinto. Mi sembra ingiusto che il premio non possa essere assegnato online. Il suo sviluppo non è solo fisico, è mentale. Lui ha segnato più di 30 gol ogni anno, ma continua ad allenarsi, perfezionando ciò che fa bene e lavorando su ciò che non fa. È un vincente nato, un professionista perfetto. Gli allenatori? Probabilmente ho più affetto per gli allenatori che ho avuto da ragazzo rispetto a quelli da professionista. Se provassi a rivedere tutti gli allenatori che mi hanno formato… ci vorrebbero anni”. Su Luis Enrique : “È facile adattarsi al calcio di Luis perché ha il posizionamento analitico di Pep Guardiola, l’aggressività di Klopp, molte delle cose che ho visto al Bayern. È molto bravo a spiegare quello che vuole: ha Idee molto chiare, su cui stiamo lavorando da tre anni, e lui le trasmette in modo molto diretto, arrivano nuovi giocatori, ma li colgono velocemente perché non solo sceglie giocatori che hanno dei piedi buoni e che aggressività, ma giocatori intelligenti”. LEGGI TUTTO