Genoa, Spence esclusivo: “Io, Conte e la Serie A un colpo di fulmine”
Spence, gli infortuni e il Nottingham
Ma è bastata la prima prestazione a Salerno per far ricredere tutti e lo stesso Spence ha spiegato cosa è accaduto dopo essere esploso, in maniera positiva, al Nottingham Forest vincendo la Championship. E domenica è pronto a partire titolare proprio a Torino complice la squalifica di Sabelli. «Mi hanno frenato soprattutto gli infortuni. Quando ti fermi ci vuole tempo per recuperare, adesso però sto crescendo e passo dopo passo posso arrivare al massimo livello. Ma soprattutto ora mi sento bene. L’esperienza al Nottingham è stata la migliore per me, poi ne ho fatte altre anche in paesi diversi (oltre all’Inghilterra ha giocato nel Rennes in Ligue 1, ndr) ma sono stato frenato da qualche infortunio. Adesso però mi sento bene e credo lo si veda anche quando entro a gara in corsa perché cerco di impattare bene da subito. La mia speranza adesso è di continuare così sia a livello personale che di squadra».
Dal Tottenham al Genoa un bel salto, come si trova in Italia?
«Devo dire che mi sono inserito molto bene e qui mi sto divertendo. Nello spogliatoio i compagni mi hanno aiutato ad ambientarmi molto velocemente e questo anche da parte dello staff. Sono molto felice».
Gilardino non è il suo primo allenatore italiano, in Inghilterra ha avuto Conte ma l’esperienza non è stata positiva.
«Penso che abbiano caratteri diversi. Soprattutto personalità differenti e stile di approcciare diversificato ma anche come stile di gioco. Posso dire di aver imparato da entrambi perché il mio primo obiettivo è proprio quello di imparare il più possibile da tutti per migliorare continuamente anche sul campo».
In questi pochi anni di carriera può vantare esperienze in tre paesi e tre campionati diversi, quali differenze ha trovato?
«Ognuno è peculiare a modo suo. In quello inglese c’è più fisicità mentre la Serie A è molto più tattica e in ogni situazione di gioco bisogna pensare molto di più di quanto non accada in Inghilterra, ma questo è un bene perché mi aiuta e mi fa crescere come calciatore».
Tatticamente la si può inquadrare come un esterno destro eppure ama spesso accentrarsi e cercare di sfondare anche centralmente, come si descriverebbe come giocatore?
«Exciting! (frizzante, emozionante, ndr)»
Caratteristica che i tifosi del Genoa hanno imparato ad amare, li sente al Ferraris?
«Si, assolutamente. Sento che si esaltano quando parto in velocità e quando sento il boato del pubblico allora provo a spingere di più. La loro carica mi aiuta anzi a spingere».
A proposito di tifosi. Si dice spesso che il Ferraris sia uno stadio molto “inglese”, ha notato questa cosa?
«Mi piace giocare in casa. Per la squadra e per noi giocatori avere i tifosi così vicino al campo che ti spingono a fare sempre meglio è molto bello. Dalla prima partita che ho giocato qui mi sono sentito a casa».
E Gilardino come allenatore cosa le chiede?
«Confesso che a volte non capisco perché parla in italiano (ride, ndr). Ma soprattutto mi chiede di andare veloce, di andare duro e reagire in maniera immediata ma soprattutto di stare sempre sul pezzo, anche se stiamo vincendo di giocare come se fossimo ancora sullo 0-0 e dobbiamo continuare a spingere. Per me questi sono ottimi consigli e credo che si vedano i risultati perché stiamo facendo molto bene».
Una stagione che vede il Genoa in buona posizione ma con un po’ di rammarico per alcuni punti persi soprattutto nel finale.
«Abbiamo concesso alcuni gol nel finale e questo non ci rende di certo felici, però fa parte del gioco. Ma penso che se continuiamo a puntare in alto possiamo toglierci delle belle soddisfazioni come gruppo».
E ora la Juventus, che gara si aspetta?
«Ho fiducia per questa partita. Sappiamo di affrontare una grande squadra e speriamo di ottenere buon risultato, ma mi sento sicuro». LEGGI TUTTO