INVIATO A DALLAS – Se gli fai notare che ormai è a tutti gli effetti un senatore della Juventus, Wojciech Szczesny si schermisce con un sorrisone. Anzi, no: una bella risata proprio. Un po’ acuta. Che non capisci fino in fondo se alla base ci sia più modestia, oppure più orgoglio per questo meritatissimo status raggiunto. Ma la realtà è che ormai Szczesny è una colonna della Juventus. È arrivato dopo che in tanti ci avevano provato, a difendere quella porta: Storari (che per Delneri se la giocava alla pari con Buffon, all’inizio…), Neto, Perin (che comunque il suo percorso lo sta facendo). Il polacco non ha mollato. Dopo una stagione di apprendistato come vice di Buffon ha preso il sopravvento (sì, insomma: la maglia numero uno). Arrivando alla sesta stagione. Vincendo molto e levandosi pure il paradossale sfizio (si fa per dire) di avere Buffon come secondo. Non è da tutti, decisamente. Ha avuto il piacere di vedere all’opera e giocare con la BBC. Con “i professori” Andrea Barzagli, Leonardo Bonucci e Giorgio Chiellini. Ora è rimasto solo Bonucci, di quel magico trio. Ma… «Pure Bremer è B… E’ bello. Lui e Gatti sono arrivati, è cambiata un po’ la difesa e stiamo cercando di trovare dell’equilibrio, un bel rapporto tra di noi perché abbiamo alte aspettative per la stagione. In questi giorni è importante prepararsi fisicamente, ma anche creare un bello spirito di squadra è fondamentale».
Cosa pensa, nello specifico, dell’arrivo di Bremer?
«Fisicamente è impressionante, è un animale, una bestia! Poi è un ragazzo molto tranquillo: sembra poco brasiliano. Quando i suoi connazionali cantano lui sta lì ed è tranquillissimo. Però fisicamente è un bel giocatore: la velocità, la potenza che ha. Davvero impressionante».
Lei è un pilastro di questa Juventus: ormai sono passati tanti anni dal suo arrivo, che effetto fa?
«Non lo so perché mi sento ancora giovane e la cosa bella è che non devo più entrare al torello perché vanno sempre i più piccoli. Però sono passati 5 anni e mi sento un pezzo importante della squadra. Poi ci sono altri giocatori di grandissima qualità ed esperienza. Abbiamo creato davvero un bel gruppo».
Con Allegri sembra avere uno splendido rapporto. L’anno scorso le ha sempre dimostrato fiducia incondizionata.
«Mi ha aiutato tanto, soprattutto dopo quell’inizio della stagione non buonissimo. Non mi ha mai messo in dubbio e credo poi di essere riuscito a ripagare la fiducia con le buone prestazioni».
Che Juventus sta nascendo?
«Una Juventus diversa perché sono arrivati due campioni di grandissima qualità e di grandissima esperienza. Ma non dimentichiamo i giovani come Fagioli, che è tornato dal prestito. O Miretti, che ancora non è arrivato ma ha fatto molto bene alla fine della scorsa stagione. Anche Rovella… Insomma, tantissimi giovani che devono imparare dall’atteggiamento di quelli più esperti. Bisognerà ritrovare quell’equilibrio tra l’energia e l’entusiasmo dei giovani e l’esperienza di chi c’è da più tempo».
È una Juventus più pronta per raggiungere certi obiettivi, rispetto al passato?
«Beh, quando arrivano due giocatori come Di Maria e Pogba fa bene anche alla fiducia della squadra, perché campioni come loro due, ma vale pure per Bremer, non arrivano qua per rifare un quarto posto. Arrivano per vincere i trofei. Dopo il bilancio non buonissimo dell’anno scorso è nostro dovere puntare a vincere la Serie A».
Fisicamente come state?
«Siamo un po’ stanchi, come è giusto che sia. Ma mi è mancata la tournée estiva in questi anni. Quando l’ho fatta mi è sempre piaciuta: si lavora tanto, si soffre, anche se ci divertiamo pure. Ci sono dei nuovi giocatori, è bello passare del tempo insieme. Abbiamo lavorato solo due settimane, ne mancano tre all’inizio della stagione e c’è ancora molto da fare. Ma i ragazzi sono disponibili. E io… Io sono carico: voglio arrivare al meglio, accetto di dover soffrire».
La partita contro il Chivas de Guadalajara cosa ha detto?
«Beh, è un allenamento però si sta sempre meglio quando si vince. Vale anche per le amichevoli. Ora ci aspettano due partite molto difficili contro due squadre molto importanti e speriamo di portare a casa due volte i tre punti. Posto che comunque le cose più importanti rimangono la qualità dell’allenamento e la condizione fisica».
Si parte dal Barcellona.
«Affrontare dei campioni come quelli del Barcellona o del Real Madrid è sempre fantastico. Ti dà quel qualcosa in più per spingere e paragonarti ai big. Addirittura il Real ha vinto la Champions League, quindi… Insomma, è bello. Poi ovviamente il risultato di queste partite vale poco, ma ripeto: è sempre meglio vincere che perdere, no? È importante per prepararsi al meglio per la stagione».
Ci sarà Lewandowski.
«Sì! Infatti ho visto che ha già giocato 45 minuti con il Real Madrid. Non ha segnato, spero che non faccia il suo primo gol con la maglia del Barcellona proprio contro la Juventus. Però gli auguro il meglio perché è un grande amico e un grandissimo giocatore». LEGGI TUTTO