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    Motta: “Bologna in Europa? C’è da migliorare. Van Hooijdonk può aiutarci”

    BOLOGNA – Il Bologna stacca il pass per gli ottavi di finale di Coppa Italia, dove affronterà l’Inter, grazie al successo interno per 2-0 contro il Verona. Il commento di Thiago Motta nel post-partita: “L’obiettivo era superare il turno, bene così, nel segno della continuità. Stiamo dimostrando costanza di gioco e risultati, questa è l’immagine della nostra squadra oggi e anche della nostra gente. Vedere allo stadio quasi 12000 persone in un martedì per i Sedicesimi di Coppa Italia non è cosa da poco, e noi dovremo sempre dire grazie ai tifosi del Bologna. Torniamo subito al lavoro pensando alla Lazio, venerdì arriva presto e dovremo farci trovare pronti – aggiunge – Van Hooijdonk può e deve dare una mano. Deve continuare a lavorare come sta facendo. Ma sono contento anche per Ravaglia, Urbanski, Fabbian e Karlsson. Tutti si meritano di giocare ma alla fine devo sceglierne undici. Hanno tutti una grande dedizione al lavoro. Ora continuare così”. LEGGI TUTTO

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    Motta, Bologna e i pericoli Frosinone: “Soulé, Barrenechea, che qualità!”

    Bologna-Frosinone, conferenza Thiago Motta
    Thiago Motta ha analizzato la prossima sfida contro il Frosinone: “Affrontiamo una squadra che ha cambiato tanto, hanno giocato contro alcune big e hanno un punto in più. Dobbiamo lavorare e combattere come sempre, nessuna gara è facile ma tutte sono importanti”. Sulle qualità degli avversari: “Sanno quello che vogliono e hanno giocatori di qualità: Soulé, Barrenechea hanno avuto esperienza anche alla Juve”. Su Di Francesco: “Non va valutato solo per i risultati. Nel suo percorso ha sempre fatto giocare bene le squadre attraverso un lavoro preciso”. 
    Sui singoli: “Bonifazi e Saelemaekers possono essere titolari come tutti. Alexis si è inserito bene ed è un ragazzo speciale. Stanno bene e tocca a me scegliere. Lykogiannis partirà dal 1′ mentre Lucumi e Posch spero di riaverli il più presto possibile. Zirkzee? Spero non si adagi dopo Milano, ma in allenamento l’ho visto bene ed è un grande esempio per tutto il gruppo”. In chiusura sulle voci sul Napoli: “De Laurentiis non è il mio presidente, zero commenti”. LEGGI TUTTO

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    Bologna, Motta è furioso: “Un altro episodio clamoroso contro di noi”

    L’allenatore dei rossoblù non ci sta: “Abbiamo avuto quattro episodi decisivi in sei partite, sono difficili da digerire – le sue parole – A volte sbaglio io, così come ha sbagliato Saelemaekers che non deve prendere il rosso, dobbiamo controllarci meglio, ma c’era fallo prima su di lui. Il gol annullato? Cosa dovrei dirvi…a me fa male l’ingiustizia, perché sono errori evidenti e chiari che vedono tutti e mi dispiace anche per l’arbitro. Gli ho stretto la mano a fine partite e gliel’ho detto. Quello che ho visto oggi non è possibile. Dobbiamo alzare il livello tutti. Io per primo”. LEGGI TUTTO

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    Bologna, Motta sugli infortuni di Cambiaso e Arnautovic: come stanno

    Salernitana-Bologna 2-2, Thiago Motta: “Bravi a non mollare mai”
    Thiago Motta ha commentato: “Abbiamo giocato una buona partita superando tutte le difficoltà che chiunque incontra giocando in questo momento contro la Salernitana. Abbiamo cercato fino alla fine di vincere non mollando mai. Abbiamo pareggiato subito dopo il loro gol, poi c’era un rigore per noi e, in generale, la squadra ha tenuto fino alla fine”.
    Thiago Motta ha fatto anche il punto sugli infortuni occorsi a Cambiaso e Arnautovic: “Cambiaso ha un risentimento muscolare e Arnautovic ha subito una contusione. Li valuteremo entrambi”.
    Arriva la sosta: “Dobbiamo continuare su questa strada. Ora ci sarà un po’ di riposo per chi non va in Nazionale e poi penseremo alla partita con l’Udinese”. LEGGI TUTTO

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    Canovi: “Thiago Motta è l’intelligenza con due palle così”

    Avvocato Canovi, quando ha incrociato per la prima volta Thiago Motta?

    «Ci siamo conosciuti quando aveva 18-19 anni, lui giocava nel Barcellona e c’era la possibilità di uno scambio con José Mari che ai tempi era al Milan. Andai a parlare con Galliani e Braida e gli offrirono un milione e mezzo più 10- 15mila euro a presenza calcolata sui 45’ con un minimo garantito di dieci partite. In pratica al Milan avrebbe guadagnato circa un milione e seicento cinquantamila euro. Andai a Barcellona per sottoporgli quella proposta e lui la rifi utò. E lo sa perché? Voleva dimostrare al Barcellona, dove sostanzialmente era cresciuto avendo lasciato il Brasile giovanissimo, che lui era un giocatore da Barcellona. Io diventai matto e gli dissi “Ma come fai a rifiutare un’offerta così alla tua età?”, ma il suo orgoglio e la voglia di dimostrare chi era prevalsero su ogni logica».Quando invece ha capito che sarebbe diventato allenatore?

    «Nell’antichità esisteva lo ius primae noctis e io a tre persone in vita mia ho detto che sarebbero diventate allenatori importanti: Motta, Di Biagio e Stramaccioni. Per quanto riguarda Thiago, ho sempre pensato fin da quando giocava, che era un allenatore nato. Non ho mai avuto un calciatore tanto intelligente in quarant’anni di professione. È un uomo equilibrato, ma, anche se è sempre educato e disponibile, non è un tipo tenero: se c’è bisogno di attaccare qualcuno al muro, lui lo attacca».Cosa c’è del Thiago calciatore nell’allenatore?

    «Il suo modo di allenare rispecchia esattamente quelle che erano le sue idee in campo. Thiago difficilmente toccava due volte il pallone. In più, quello che lo faceva assomigliare tanto a Cerezo e Falcao – altri due giocatori che ho assistito -, e lo distingueva dalla massa era il fatto che lui stava sempre vicino al compagno in difficoltà. E se lei oggi guarda le squadre che allena, difficilmente un giocatore, se pressato, non ha la soluzione data da un passaggio a un compagno che gli sta vicino».

    I suoi modelli?

    «Non credo ne abbia. Sicuramente ha avuto allenatori da cui ha imparato molto e mi riferisco per esempio a Gasperini. Poi ha avuto anche “vincenti seriali” quali Ancelotti e Mourinho e un uomo intelligente come è lui sa memorizzare e riprodurre quanto gli è stato insegnato».

    In cosa deve ancora crescere?

    «Una volta gli raccontai una frase che mi disse Cerezo, ovvero che voleva smettere di giocare quando avrebbe smesso di imparare. E Toninho lo fece a 38 anni dopo aver conquistato l’Intercontinentale da miglior giocatore nella finale con il Milan. Quella massima a Thiago è piaciuta tantissimo: lui è troppo intelligente per sapere che non bisogna essere arroganti, tanto meno presuntuosi. A tal proposito, lui crede che la presunzione sia il sintomo più evidente della stupidaggine di un uomo, per questo sa bene che deve imparare ancora tanto, nonostante sia già arrivato dove è arrivato».Raccontano che ai tempi di Coverciano si sia creato un feeling particolare con Renzo Ulivieri.

    «Un rapporto nato da una discussione accesissima durante una lezione perché Thiago non era d’accordo con quello che diceva Ulivieri. Sa come poi è andata a finire? Al termine del corso, Thiago si alzò e disse “Mister, avevi ragione tu”. E da allora Renzo stravede per lui perché lo considera proprio come lui. Credo che abbia apprezzato la persona: Thiago non recita, è disponibile, intelligente ma ha anche “le palle”. È uno che quando si tratta di far vedere i denti, li fa vedere eccome».

    Su cosa l’ha fatta la tesi?

    «Sul pallone (Il valore del pallone – Lo strumento del mestiere nel cuore del gioco ndr). Nel corso per allenatore UEFA Pro 2019/2020 c’erano tanti grandi nomi, a partire da Andrea Pirlo, e lui è stato quello che ha avuto la votazione più alta».A Bologna ha raccolto un’eredità pesantissima: quella lasciata da Sinisa Mihajlovic.

    «Su questo, una cosa ci tengo a dirla: lui fu interpellato in tempi precedenti a quando poi è andato a Bologna e non volle neanche iniziare a parlare perché su quella panchina sedeva Sinisa. E proprio per questo gli è dispiaciuto molto per essere stato accolto quasi come un usurpatore, come se avesse tolto la panchina a Mihajlovic, quando invece ha accettato solo a esonero avvenuto e non c’erano state trattative precedenti. All’inizio ha avuto difficoltà perché una frangia di tifosi è entrata negli spogliatoi e sempre quel gruppo lo ha aspettato dopo la prima partita che ha perso in casa: episodi che l’avevano alquanto addolorato».

    Dopo la vittoria sull’Inter è scoppiato definitivamente l’amore.

    «Guardi, un grande allenatore, di cui non posso rivelarle il nome, mi ha detto che Thiago, contro la Fiorentina, ha fatto la partita perfetta (vittoria 2-1 al Franchi, 5 febbraio). Ecco, io ho sempre pensato che ci sono tre tipi di allenatori: quelli che aggiungono qualcosa al valore della squadra, quelli che non aggiungono e non tolgono nulla e quelli che fanno rendere una squadra meno del suo valore. Thiago appartiene alla prima categoria».

    Quanto è stato importante il percorso fatto in Italia?

    «Lui ha sempre pensato che il nostro calcio, dal punto di vista tattico, fosse il top. Anche se tutto è iniziato al Psg. Le racconto un aneddoto: l’anno dopo aver smesso, avendo già il patentino, poteva allenare nelle giovanili e prese in squadra tutti ragazzini sotto età. La prima partita la giocò contro il Liverpool che aveva due calciatori che avevano già esordito in prima squadra: dopo 20’ già perdeva 3-0 e finì 5-2. Al ritorno, a Parigi, vinsero 2-1 e alla fine arrivò a pari punti nel girone con gli inglesi. Questo dimostra cosa era riuscito a fare in poco più di due mesi».

    D’altronde Thiago l’avrebbe potuto anche allenare, il Psg. E non i ragazzini…

    «La verità vera su questo argomento è che parte della proprietà lo voleva, ma non lo voleva il direttore sportivo che ha preferito mettere lì un suo uomo (tradotto: Campos ha scelto Galtier, ndr)».

    Oggi c’è già chi lo vede all’Inter.

    «Credo sia assolutamente prematuro ogni discorso. E che lui sia troppo concentrato nell’ottenere il meglio possibile dal Bologna da poter pensare a qualsiasi altra cosa. Lui vuole fare altre partite come quella di domenica e quella di Firenze».

    Tanto, prima o poi, la chiamata arriverà…

    «Io ho 83 anni e gli ho detto “Thiago fai in modo, prima che passi a miglior vita, di farmi vedere che puoi arrivare dove io penso che tu possa arrivare, ovvero in una grande big del calcio europeo”. Un altro che è assolutamente convinto di questo è Preziosi che ha avuto l’intuizione di portarlo in Italia. Nonostante l’abbia esonerato, ha sempre detto che Thiago era un predestinato». LEGGI TUTTO

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    Motta, euforia Bologna: “Inter inferiore, noi bellissimi. Dico grazie ai tifosi”

    Il Bologna continua a stupire e lo fa battendo in casa l’Inter. Thiago Motta sta trovando sempre più continuità a una squadra che sta mettendo in campo qualità e idee. Il settimo posto è sempre più saldo per i rossoblù che con il gol di Orsolini al 76′ affondano la squadra di Inzaghi, sempre più lontana dal Napoli capolista. Al termine della partita ha parlato il tecnico Thiago Motta.  LEGGI TUTTO

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    Bologna-Monza, la conferenza di Thiago Motta: Arnautovic, i dubbi in attacco e l'obiettivo

    Il Bologna vede l’Europa e non vuole smettere di sognare. Contro il Monza sarà il modo per capire dove possono arrivare i rossoblu. Thiago Motta contro Palladino, due allenatori giovani ma con idee ben precise e che in modi diversi stanno raccogliendo i frutti del lavoro con le rispettive squadre. Anche per questo la partita del Dall’Ara si preannuncia interessante e con grandi possibilità di vedere bel gioco e tante emozioni. Soltanto tre punti separano le due formazioni e la sconfitta del Torino potrebbe aver aperto alla speranza di gettare un occhio anche alla zona Europa. In conferenza stampa ha parlato proprio alla vigilia il tecnico Thiago Motta.  LEGGI TUTTO

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    Bologna, il nuovo allenatore è Thiago Motta

    BOLOGNA – Thiago Motta è il nuovo allenatore del Bologna. Il tecnico ex Spezia è stato scelto per sostituire Sinisa Mihajlovic sulla panchina dei rossoblù. Prende la squadra attualmente nei bassifondi della classifica con soli tre punti conquistati in cinque partite. Ad annunciare l’arrivo del nuovo tecnico è stato l’ad del club Claudio Fenucci. LEGGI TUTTO