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    Toro, Singo e il rinnovo in tasca prima di Tokyo 2020

    Anche Juric ha scoperto Singo. Oltre ai club che anche nell’ultimo periodo l’hanno messo nel loro mirino: Liverpool e Manchester United, per esempio. E anche il Milan. Non ci sono state ancora trattative dirette ma di sicuro l’esterno piace e il Toro lo ha tolto dal mercato. Anzi: di più. Il tecnico croato, prima di lasciarlo partire con la sua Nazionale (la Costa d’Avorio) per le Olimpiadi di Tokyo, lo ha voluto con sé al Filadelfia per i primi sei giorni di raduno. Nell’occasione gli ha parlato e, soprattutto, visto all’opera. E a quanto ci risulta anche Davide Vagnati gli ha prospettato nuovi scenari per il futuro.

    La proposta per Singo: rinnovo fino al 2025 e blindatura

    L’impressione è che si stia lavorando sul prolungamento di contratto che gli scade nel 2023. Al momento il giocatore guadagna 300mila euro ma è intenzione di Cairo alzare (e di molto) la cifra. Si vocifera di una blindatura (2025) ad un milione a stagione. Al rientro del giocatore da Tokyo se ne riparlerà con più concretezza. Singo resterà ancora a Santa Cristina due o tre giorni, dopodiché sarà lasciato libero di raggiungere la sua Nazionale: a soli 20 anni tutte le esperienze servono anche se il tecnico avrebbe preferito tenerlo con sé per accelerare la sua maturazione. Juric, anche quassù nel freddo e sotto la pioggia di Santa Cristina, se lo sta studiando con grande attenzione. Ieri pomeriggio, per esempio, il giocatore per alcuni tratti dell’allenamento ha svolto un lavoro personalizzato con un preparatore. Questo per permettergli di poter affrontare, senza correre il rischio di infortunarsi, le prossime partite delle Olimpiadi: sarebbe pericoloso, infatti, in questo momento sottoporlo ai lavori forzati visto che non avrà il tempo di smaltirli. Molto meglio procedere in maniera più leggera.

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    Muscoli e tattiche, Juric atto 1°: fare un Toro in 17 giorni

    TORINO – Creare un Toro. Farne uno, in attesa dei rinforzi e che il gruppo si completi con i nazionali non venduti (Belotti?) o non lasciati liberi con una rescissione (Sirigu) Tra oggi e il 29 luglio si snoderanno 16 giorni pieni di lavoro. Il 30 sarà l’ultima mattina dei granata sotto il sole (o le nuvole) di Santa Cristina in Val Gardena. Nel corso della giornata la comitiva si trasferirà a Verona, da dove volerà in Francia in vista dell’amichevole del giorno dopo contro il Rennes. Il test più atteso, probabilmente dirimente, sicuramente probante. Per il valore dell’avversario, che ha chiuso l’ultimo campionato francese al 6° posto. E appunto perché il test si svolgerà al termine di 2 settimane e mezzo cominciate ieri in potenza con la salita in quota e da oggi battezzate materialmente da un lavoro continuo e durissimo a oltre 1.400 metri di altitudine. (…) Deve nascere un Toro, dunque, nei prossimi 16, 17 giorni. E saranno 3, in particolare, i torrenti che confluiranno nella foce del 30 agosto: la fine del ritiro in montagna. (…)Guarda la galleryTorino al Filadelfia: Juric studia le mosse per la prossima stagione

    Gli ingredienti indispensabili per la rosa di Juric

    L’aspetto fisico è il primo alveo da tenere presente. Juric sforna squadre potenti e prepotenti, dal punto di vista atletico. È abituato a lavorare con rose non certo infarcite di campioni o di chissà che talenti. Anche in granata (pur fatte le debite proporzioni) sarà così e allora la verve, la brillantezza fisica e la capacità di resistenza alla fatica diventano colonne fondamentali perché la squadra possa sfornare ugualmente un gioco «aggressivo, verticale, dinamico, coraggioso su ogni campo, cercando di vincere contro qualsiasi avversario». Parole di Juric in conferenza a Torino, fari che illuminano le consuetudini del tecnico. (…) Attorno a un 3-4-2-1 d’ordinanza e a una fisicità progressivamente sempre più feroce, e un giorno anche brillante, dovranno sedimentarsi nella rosa schemi nuovi, improntati ad accelerazioni continue, a un forcing alto, a un pressing prolungato. (…) A fine mese arriveranno anche sentenze con vista sul mercato di agosto, in entrata e in uscita.

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    Toro, Verdi-Sanabria: Juric si aggiusta (per ora)

    TORINO – Da oggi tutti lassù, a Santa Caterina in Val Gardena, per cominciare la preparazione vera e propria fatta di corsa, sudore e sacrifici. Tutti lassù meno il trequartista che sarebbe servito a Juric per cominciare “meglio” la sua avventura granata provando lo schema preferito: quello appunto con i due trequartisti dietro alla punta. E allora, come del resto (ahi, ahi) è successo a Giampaolo lo scorso anno, si dovrà accontentare di quello che ha a disposizione. Che sono poi gli stessi giocatori che hanno sfiorato la retrocessione lo scorso anno più alcuni rientri, giocatori reduci da esperienze deludenti nelle squadre in cui hanno militato. Lo scenario non è dei migliori ma la speranza non può che cercare di guardare oltre i fatti. Tutti lassù, dunque. Per ora i convocati sono 30: assenti ovviamente Belotti, Sirigu e gli altri nazionali reduci dagli Europei, Rodriguez e Linetty; in compenso, da oggi si aggregherà anche Meité, sperando sia in buone condizioni.Guarda la galleryTorino al Filadelfia: Juric studia le mosse per la prossima stagione

    La prova Verdi-Sanabria

    Juric, dopo alcuni giorni di allenamento sciogli-muscoli al Filadelfia, ha per adesso trovato il modo di convivere con questa precarietà in attesa di rinforzi, il cui mancato arrivo – seppur ufficialmente giustificato dalla volontà di studiare prima tutti i componenti dell’organico attuale – non lo ha comunque reso felice. Il tecnico croato, in alcune partitelle, ha provato Verdi e Sanabria dietro a Zaza. Spera che gli arrivi presto un giocatore adatto da affiancare a Verdi. Verdi sul quale l’allenatore è comunque disposto a scommettere, convinto di riportarlo ai tempi belli (e nel ruolo) di Bologna. Di sicuro – pur tra mille difficoltà, non avendo a disposizione da Cairo la liquidità necessaria e non avendo incassato ancora niente dalle vendite – Davide Vagnati sta cercando di accontentare il suo tecnico a breve giro di posta. (…) Insomma, la strada non è semplice ma se si vuole provare a fare un salto di qualità per abbandonare almeno un minimo la precarietà, un investimento bisogna farlo. Prima o poi.

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    Lapadula vede Toro: si lavora a uno scambio con Zaza

    TORINO – È  appena rientrato dal Brasile e dalla Copa America dove con il suo Perù è stato grande protagonista: 4 gol e un assist in sette partite trascinando la Nazionale al quarto posto giocandosela alla pari con tutte le grandi squadre. Ed è diventato, ancor più di quanto già non fosse, l’idolo del Perù. Da Lima alle altre città fino ai villaggi sulla Cordigliera delle Ande stravedono per questo ragazzo torinese, 31 anni, naturalizzato per via della mamma Bianca nata proprio in Perù, che ha tramesso grinta, cuore e senso di appartenenza alla Nazionale sudamericana. Stiamo parlando di Gianluca Lapadula, attaccante del Benevento ma con tutti gli affetti a Torino. La moglie Alessia, il papà Gianfranco che è suo grande tifoso sin dai tempi in cui il figlio giocava nelle giovanili assieme al fratello David e, ovviamente, la mamma Bianca che gli ha permesso di ottenere il passaporto peruviano. (…)
    Il giocatore indicato per Juric
    È una seconda punta che vede la porta con grande facilità: centravanti dinamico e forte fisicamente, ha un sinistro potente e sa interpretare il ruolo di ala destra o sinistra. Viene spesso lodato poiché dimostra temperamento e rabbia agonistica fuori dal comune. Insomma, il classico giocatore che piace, o dovrebbe piacere, a Ivan Juric. Ed eccoci qua. Prima di partire per il Brasile, Lapadula ha detto ai suoi agenti che gli piacerebbe tornare a Torino, la sua città, per indossare la maglia granata. Discorso portato avanti anche dal padre che lo segue con grande attenzione nella sua carriera. Con Vagnati, per adesso, c’è stato qualche contatto informale: il giocatore sembra indicato per Juric,ma prima di affrontare il discorso con più decisione il Toro deve trovare una collocazione per Zaza che in questi anni non ha mai convinto più di tanto. (…)
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    Il Toro punta su Warming: la scommessa danese che non segna molto ma costa poco

    TORINO – Non segna molto, retrocede in Serie B danese (nelle file del Lyngby, a marzo) e costa pochissimo. Ma la carta d’identità, visto che l’8 giugno ha compiuto 21 anni, gioca a suo favore. Guai a porre limiti alla provvidenza: il Toro a sorpresa ha preso Magnus Warming. Ma per diversi osservatori a livello giovanile non è un nome per cui valga la pena di perdere il sonno, eppure è lui il secondo acquisto per Ivan Juric, dopo quello del secondo portiere Etrit Berisha. Warming si è presentato ieri mattina al Centro di Medicina dello Sport per le visite mediche, poi ha fatto un salto al Filadelfia e infine le foto di rito al Grande Torino. Ha firmato un contratto triennale con opzione e il Toro lo ha pagato circa 1.2 milioni di euro. Si spera davvero che Davide Vagnati, che ha ascoltato il parere del capo degli osservatori Gianmario Specchia, abbia pescato un gioiellino dalla Danimarca. (…)
    Ecco chi è Warming
    Attualmente Warming fa parte della nazionale Under 20: i norvegesi del Bodo Glimt, nella passata stagione, lo avrebbero voluto come sostituto di Hauge, andato poi al Milan. Alla fine non se ne fece nulla. Ma le caratteristiche sono pressoché le stesse del talento rossonero, guarda caso nel mirino del Toro. Warming, preso dal Lyngby, è un esterno sinistro offensivo, che può anche agire da punta centrale. Quest’anno ha totalizzato 35 presenze: 8 gol e 3 assist. Juric avrà la missione di valorizzarlo: giusto concedergli il tempo per capire il calcio italiano. Per sua fortuna Warming, classe 2000, approda al Toro pochi giorni prima del ritiro di Santa Cristina: già da lì avrà la possibilità di farsi conoscere, togliendosi di dosso l’etichetta dell’oggetto misterioso. (…)
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    Toro, la Maratona insiste: “Cairo vattene”

    TORINO – Il glaciale silenzio della non accoglienza ha fatto da cornice al primo giorno di lavoro del Torino di Ivan Juric. E ha permesso, tutto intorno al Filadelfia, di assorbire i rumori di una macchina che inizia a muovere i propri ingranaggi. Hanno rimbombato i palloni, certo, ma giusto a corredo di una fase di riscaldamento e di attivazione muscolare dopo tanto tempo lontano dal terreno di gioco. (…) Restrizioni e sparpagliamenti vari dei giocatori non hanno aiutato, è evidente, ma la mancata accoglienza – in tutta la sua indifferenza – suona peggio anche di una sana contestazione.
    Un messaggio per Cairo
    Come quella che ieri pomeriggio il presidente Urbano Cairo ha ribadito di non vedere intorno a sé durante la conferenza stampa di presentazione di Juric («Ho visto qualche camion vela in giro: sono anche folcloristici, ma a parte quelli non mi pare ci sia tutto questo dissenso»), curiosamente nello stesso momento in cui la Maratona affiggeva un eloquente striscione nel piazzale davanti al Filadelfia: «Cairo vattene». (…) Il conciso messaggio è stato nuovamente recapitato, ieri, anche e soprattutto sulla scorta degli accadimenti delle ultime settimane: i tifosi imputano oggi all’imprenditore alessandrino di aver avviato un processo di trasformazione del Torino in una succursale della Spal, società dignitosissima, ma mestamente retrocessa in Serie B appena un anno fa. Non soltanto: irrita un mercato che – eufemismo – stenta a decollare, mentre ha creato tangibili malumori nella piazza l’allontanamento degli ultimi, riconoscibili, cuori granata – da Bava a Comi – dall’organigramma del club. (…)
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