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    Torino, Vagnati: controspallata? La sfida del vivaio

    TORINO – Primavera che risorge non si cambia? Forse no. Bene un riepilogo delle ultime punta-e, per poi dare notizia di una ipotesi di ribaltone che sarebbe molto difficile da giustificare.Ebbene, la squadra tornata nelle mani di Coppitelli, segnale inequivocabile del ritorno al timone dell’intero settore giovanile di Bava, ieri ha superato un Empoli lanciato verso la fase finale della competizione per 2-0 (a riguardo il lettore può trovare ampi servizi a pagina 7). Un risultato di straordin-ria importanza, per ottenere una salvezza da conquistare, possibilmente, senza dover passare dalle forche caudine dei playout. Una prospettiva resa più concreta dalla riforma del campionato Primavera approvata ieri dal Consiglio Federale. Riforma che prevede una retrocessione diretta e una stabilita dall’esito del playout che andrà a coinvolgere la penultima e la terz’ultima classificata. Il Toro sta insomma viaggiando verso un risultato positivo tendente al chimerico, fino a poco tempo fa. I 13 punti in 15 partite centrati da Cottafava avevano infatti messo in fortissimo dubbio la permanenza dei granata nel campionato Primavera 1.

    Bava e Coppitelli stanno rianimando la Primavera

    Un trend negativo che aveva poi portato all’esonero dell’uomo di fiducia di Vagnati, scelto e posizionato sulla panchina del Toro dal ds di Cairo. Una decisione quanto mai improvvida, e che sommata ai deficit emersi sul mercato – sempre gestito da Vagnati e insufficiente come quello portato avanti per la prima squadra – ha reso un calvario anche la stagione dei giovani granata. Con Coppitelli, uomo di Bava che appunto riproponendolo quale allenatore ha ripreso il comando del settore, la situazione è cambiata radicalmente. Molto semplice, per il lettore, stabilire di chi siano i meriti e di chi i demeriti, nella situazione. Fin superfluo sottolineare che da una parte ci sono Vagnati e Cottafava, dall’altra Bava e Coppitelli. Eppure il ds genevose starebbe tentando un altro colpo di spugna, nonostante i palesi risultati negativi della sua gestione.

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    Torino, occhio: Dinamo Mosca su Gunter

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    Torino, Juric insiste: Gunter regista della difesa

    TORINO -C’ è una ragione specifica, per la quale il neo tecnico granata Juric insiste con il responsabile dell’area tecnica Vagnati per ricevere Gunter. Nel Verona il difensore tedesco con cittadinanza turca – ha giocato nelle selezioni giovanili di entrambi i paesi -, è stato infatti il primo regista della squadra. Ha piedi educati, Gunter, e soprattutto tempi e visione di gioco aderenti al credo calcistico di Juric. Il quale, nel caso specifico, si pone un po’ come il maestro nei confronti dell’allievo prediletto. Riuscendo a farlo rendere anche oltre le capacità dell’allievo stesso. Non è un fenomeno, Gunter, ma un elemento che nell’ultimo biennio in gialloblù ha saputo rendere al 110%. E il Toro, nello stesso arco di tempo scottato da giocatori di qualità dalla bassa resa – si pensi per antonomasia a Verdi -, ha assoluto bisogno di questi profili. Calciatori dediti alla causa e con un’incrollabile fiducia nei confronti del proprio allenatore. E proprio in virtù della reciproca fiducia Gunter ha saputo vestire i panni dell’organizzatore di gioco davanti a Silvestri. Con Veloso, che nel Toro ha le fattezze di Mandragora, deputato a occuparsi della regia a centrocampo. Sistemato l’asse centrale, Juric avrebbe già l’ossatura della squadra che verrà.

    Toro, assalto a Gunter

    Ragionamenti che Vagnati ha chiaramente compreso, e che lo inducono a preparare il terreno per dare l’assalto al difensore che completerebbe con Izzo e Bremer la retroguardia titolare. Il quale ha un costo per il cartellino decisamente abbordabile, aggirandosi la valutazione attorno ai 3 milioni di euro. Tale variabile, sommata all’intesa calcistica tra Gunter e Juric, se non agevole rende comunque praticabile il lavoro di Vagnati.

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    Torino: in ballo cinque nomi per l'attacco. Simeone in pole

    TORINO – Ecco la lista d’attaccanti che Juric ha consegnato a Vagnati: Simeone, Petagna, Kouame, Piatek e Lasagna. E per tutti e cinque il direttore sportivo del Toro ha cominciato a sondare il terreno con diversa intensità. Società e procuratori sono stati contattati e Cairo, colui che da sempre prende la decisione definitiva, sa quanto deve spendere per ogni singolo giocatore. Il quadro, dunque, è completo e il Toro è pronto ad agire. Prima, però, bisogna sistemare qualche elemento in esubero: Zaza e Verdi su tutti. La punta di Policoro in quest’ultimo periodo è entrata nel mirino di Verona e Bologna. Quello stesso Bologna vicino a chiudere per Lyanco con la formula del prestito con obbligo di riscatto. Certo che se il brasiliano fosse stato ceduto, sempre al Bologna, lo scorso anno di milioni i granata ne avrebbero incassati 11 o 12, a fronte dei 15 che aveva chiesto Cairo. Che ora si deve accontentare di una cifra ridotta e da incassare nel giugno prossimo.

    Simeone è il primo nome per l’attacco

    Ma torniamo all’attacco. Al momento il giocatore più vicino è Simeone del Cagliari, giocatore che Juric conosce bene per averlo avuto al Genoa: i sardi hanno bloccato Joao Pedro e Pavoletti e metteranno sul mercato l’argentino. Simeone è una ragione specifica, per la quale il neo tecnico granata Juric insiste con il responsabile dell’area tecnica Vagnati per ricevere Gunter. Nel Verona il difensore tedesco con cittadinanza turca – ha giocato nelle selezioni giovanili di entrambi i paesi -, è stato infatti il primo regista della squadra. Ha piedi educati, Gunter, e soprattutto tempi e visione di gioco aderenti al credo calcistico di Juric. Il quale, nel caso specifico, si pone un po’ come il maestro nei confronti dell’allievo prediletto. Riuscendo a farlo rendere anche oltre le capacità dell’allievo stesso. Non è un fenomeno, Gunter, ma un elemento che nell’ultimo biennio in gialloblù ha saputo rendere al 110%. E il Toro, nello stesso arco di tempo scottato da giocatori di qualità dalla bassa resa – si pensi per antonomasia a Verdi -, ha assoluto bisogno di questi profili. Calciatori dediti alla causa e con un’incrollabile fiducia nei confronti del proprio allenatore. E proprio in virtù della reciproca fiducia Gunter ha saputo vestire i panni dell’or-ganizzatore di gioco davanti a Silvestri. Con Veloso, che nel Toro ha le fattezze di Mandragora, deputato a occuparsi del-la regia a centrocampo. Sistemato l’asse centrale, Juric avrebbe già l’ossatura della squadra che verrà. Ragionamenti che Vagnati ha chiaramente compreso, e che lo inducono a preparare il terreno per dare l’assalto al difensore che completerebbe con Izzo e Bremer la retroguardia tito-lare. Il quale ha un costo per il cartellino decisamente abbordabile, aggirandosi la valutazione attorno ai 3 milioni di euro. Tale variabile, sommata all’intesa può giocare sia al fianco del Gallo sia vicino ad un’altra prima punta, per quanto il modulo di riferimento del tecnico croato sia il 3-4-2-1. L’argentino è elemento che si sposa perfettamente con il credo calcistico del tecnico croato. Il problema è che nell’ultimo campionato, proprio al Cagliari, non ha reso secondo le aspettative (6, le reti in Serie A). Ma la sua voglia di riscatto può essere deter-minante, visto che le qualità da rapace centravanti non gli mancano.Negli ultimi giorni Vagnati ha intanto sentito il collega Giuntoli per Petagna, che a Napoli ha giocato poco e per questo perso la Nazionale.

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