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    Juric è il nuovo allenatore del Torino: è ufficiale

    TORINO – “Il Torino Football Club è lieto di annunciare che dal primo luglio 2021 la conduzione della Prima Squadra sarà affidata al signor Ivan Juric. Il tecnico ha firmato un contratto triennale”. Con questo comunicato apparso sul proprio sito ufficiale, la società granata annuncia ufficialmente l’ingaggio del tecnico croato, proveniente dall’Hellas Verona, che prenderà il posto di Davide Nicola.
    Il Torino saluta Nicola: “Grazie per l’ottimo lavoro svolto”
    Juric, il comunicato del Torino
    “Ivan Juric è nato il 25 agosto 1975 a Spalato, in Croazia. E’ cresciuto calcisticamente nelle giovanili dell’Hajduk Spalato, formazione con la quale ha debuttato nel calcio professionistico, nel 1994. Dal 1997 al 2001 l’esperienza in Spagna, con quattro stagioni tra il Siviglia e una breve parentesi con l’Albacete. In Italia ha giocato per nove stagioni vestendo le maglie di Crotone e Genoa, club con cui ha iniziato la carriera da allenatore, nel 2010, come tecnico in seconda della Primavera. Nella stagione 2014-2015 ha esordito nel calcio professionistico sulla panchina del Mantova, in Lega Pro. L’anno successivo ha condotto il Crotone alla promozione in serie A. A seguire tre esperienze con il Genoa, prima delle ultime due stagioni che lo hanno visto brillante protagonista alla guida del Verona. Il Presidente Urbano Cairo accoglie Ivan Juric con il più cordiale benvenuto a Torino e con un grande in bocca al lupo. Buon lavoro, Sempre Forza Toro!”, si legge sul sito ufficiale della società granata. LEGGI TUTTO

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    Torino-Juric: la risoluzione nella notte con Cairo

    TORINO – Sapete come lo chiamano in Croazia? Ivan Grozni. Da noi: Ivan il Terribile. Il primo zar di tutte le Russie, XVI secolo. D’altra parte se si arrabbia, si arrabbia di brutto: altro che l’altra sera in tv su Sky! Copiamo e incolliamo da una sua intervista-confessione vecchia sì di 6 anni, ma sempre validissima: “Io urlo moltissimo. Rientravo nella parte dei giocatori meno talentuosi, di conseguenza sono sempre dovuto andare a mille all’ora per competere con altri più bravi. E così sono diventato tosto, molto tosto (…) Nei primi mesi devo sempre urlare moltissimo, a ogni minimo errore li metto sotto pressione. Quando poi vedo un allenamento intero fatto bene e senza che debba urlare, capisco che è il segnale: la squadra inizia a essere la mia squadra.”
     La risoluzione
    Adesso sono tutti problemacci di Cairo. Lo pensano praticamente tutti: più Cairo sarà obbligato a rispettare le promesse e le distanze, con Juric, più lui potrà creare una squadra a propria immagine e somiglianza senza intromissioni assurde, fastidiose, inopportune, per Ivan insopportabili. Che sia il presidente, il ds o qualche altro dirigente (…) I nuovi sviluppi chiave nella tarda serata di martedì (…) Lo hanno liberato senza pretendere indennizzi dal Torino. Ieri la risoluzione, la prima firma, dopo un ulteriore summit con l’agente del tecnico. Poi, in serata, Juric è andato da Cairo. Obiettivo di partenza: tornare a parlare di progetti, di mercato, di staff e (se sempre sereno) per firmare il triennale da 6 milioni netti più bonus e superbonus. Morale: riunione fiume fin nel cuore della notte.
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    Chiambretti: Toro, i tifosi meritano di più. Belotti? Decide lui

    Piero Chiambretti, riusciamo a parlare comunque di calcio il giorno dopo la tragedia della funivia Stresa-Mottarone costata la vita a 14 persone?

    «Un dramma al quale assistere in silenzio: sarebbe potuto toccare a chiunque, trovarsi sopra quella maledetta funivia. Purtroppo è il segno di un’Italia a scatafascio».

    Lei ha appena terminato l’avventura alla conduzione di Tiki Taka: il bilancio?

    «Positivo alla luce di un dato incontrovertibile, per noi uomini di televisione: il crescente numero di ascoltatori. Abbiamo accompagnato il campionato attraverso 32 puntate: sono mancati i tifosi, come è mancato l’appoggio del pubblico in trasmissione, ma la stagione è sicuramente stata interessante nella corsa per lo scudetto o per i piazzamenti Champions».

    La Juve ha ottenuto il pass senza Ronaldo, nell’atto finale contro il Bologna.

    «A prescindere dagli interpreti i bianconeri non mol-lano mai: l’accesso in Champions non è il massimo dal punto di vista sportivo, nel senso che l’obiettivo principale era vincere la Coppa, ma per il prestigio e soprattutto il fattore economico il 4° posto è fondamentale. La Juve incassa tanti soldi, larga parte dei quali già spesi»

    A Tiki Taka, come ripreso da Tuttosport, l’ambasciatore Pupi D’Angieri annunciò l’intenzione di rilevare il Torino subito frenata da Cairo: che presidente sarebbe potuto essere?

    «Sull’ambasciatore aleggia un mondo leggendario, è un uomo di grandi conoscenze, tra le quali Carlo d’Inghilterra, al quale sono anche as-sociate splendide amicizie femminili. Ci sarebbero anche potuti essere i giusti presupposti, parlava spesso di voler intervenire sullo stadio Grande Torino, ma è indubbio che la sua uscita a sorpresa abbia fatto imbizzarrire Cairo. Anche perché è arrivata all’interno di una stagione terribile, per i granata: sono certo che il presidente potrà pensare di vendere la società una volta che avrà raggiunto qualche risultato, quindi nel momento in cui la valutazione del Toro sarà più alta di quella attuale».

    Se quella appena terminata è risultata un’annata terribile, quella precedente non ci si è discostata di molto: per quali ragioni?

    «Difficile rispondere, se consideriamo che i giocatori negli ultimi due campionati sono più o meno stati gli stessi di quelli che, con Mazzarri, avevano raggiunto l’Europa. Non è un frangente semplice, per essere un presidente. Si prenda l’Inter: ha appena vinto lo scudetto, ma già la proprietà frena, su investimenti e stipendi, in vista della prossima stagione».

    Non ritiene che al Toro manchi una figura forte, in grado di prevenire, o intervenire dopo batoste come i 7 gol subiti una prima volta dall’Atalanta e la successiva dal Milan?

    «Cairo è fatto in un certo modo, è egoriferito e vuole gestire tutto in prima persona. Ci sono stati anni, penso all’accoppiata Ventura-Petrachi, nei quali ha demandato, ma non è facile trovare personaggi forti che possano integrarsi con la personalità di Cairo. Dopo Petrachi c’è stata la promozione di Bava, quindi è arrivato Vagnati che ha trovato una situazione più complessa di quella che si immaginava. Insomma una cosa è certa: c’è tanto, tanto da lavorare, per migliorare il Toro. Soldi ne sono anche stati spesi, ma non bene: si pensi a Niang, Zaza o allo stesso Verdi. E poi c’è una variabile della quale si parla poco, ma che ha una notevole influenza: la sfortuna universale che da tifoso mi auguro possa volgere altrove la sua attenzione. Capisco la delusione dei tifosi, e tralasciamo il capitolo derby, visto che ogni estate si parte sotto i migliori auspici, ma a conti fatti le soddisfazioni sono decisamente poche. Il tifoso del Toro non chiede la luna, ma di rispettare la maglia evitando figuracce vergognose come nelle gare dei 7 gol incassati. Da una parte sono contento per la salvezza, dall’altra la retrocessione avrebbe consentito di resettare tutto».

    Capitolo allenatore: è calda la candidatura Juric. Sarebbe un successore autorevole, per l’eventuale post Nicola?

    «Juric si percepisce che ha il fuoco dentro, ma Nicola è stata una scelta vincente, spero che Cairo tenga in considerazione la possibilità di proseguire con l’attuale tecnico».

    Bivio Belotti: quale strada va presa?

    «Dipende da lui: se crede nel Torino ed è animato dal desiderio di evolvere in un Invin-cibile contemporaneo bene, se invece le ragioni del cuore fossero sorpassate da quelle del professionista sarebbe giusto cederlo. Cairo per il Gallo aveva rinunciato a quasi 80 milioni messi sul piatto dal Milan: una chiara intenzione, sul desiderio di farne definitivamente un simbolo granata. Cosa che, chiaro, io mi auguro».

    La sentenza Blackstone potrà incidere negativamente sul Toro?

    «Spero che Cairo vinca la causa, per evitare la crisi del Toro e delle sue aziende che danno lavoro a tante persone».

    Allargando il quadro all’intera Serie A, la grande delusa è il Napoli.

    «La mia seconda squadra: ho vissuto a Napoli in una fase della carriera. Ha avuto il braccino, e contestualmente la prestazione del Verona ha messo in chiaro che i famosi “biscotti” non esistono».

    Il futuro della Serie A?

    «Squadre composte da giovani che sappiano giocare a pallone: nel nostro campionato ci sono atleti, più che calciatori». LEGGI TUTTO

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    Nicola: “Indipendentemente dal futuro, il Torino resta nel cuore”

    TORINO – Davide Nicola, che a breve si incontrerà con il presidente Urbano Cairo per delineare il suo futuro, esprime i suoi sentimenti al termine stagione di serie A appena conclusa, che lo ha visto centrare la salvezza sulla panchina del Torino: “Indipendentemente da ciò che accadrà, questa esperienza è entrata a far parte del mio cuore, assieme a questi colori meravigliosi ed all’affetto dei nostri fantastici tifosi. Sempre Forza Toro”. L’allenatore piemontese, inoltre, aggiunge: “Il gran lavoro svolto da tutti noi deve lasciarci soddisfatti perché ci ha consentito di raggiungere qualcosa di importante e di non scontato e quando le cose volgono in un certo modo, bisogna mettersi a lavorare duramente. Sappiamo quanto è stato complicato, ciononostante abbiamo vissuto quattro mesi importanti fatti di emozioni”.  LEGGI TUTTO

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    Juric, il futuro è Torino: 2 milioni all'anno

    C’è già un’intesa: in assenza di sorprese, davvero di cataclismi, il futuro è di Juric. Al di là delle dichiarazioni ufficiali che si possono rilasciare pubblicamente nel solito balletto tra diplomazia, imbarazzi, nascondimenti e la necessità di tenere il piede in più di una scarpa (per prudenza, sino al deposito dei contratti), Cairo e Vagnati si sentono ormai come quei ciclisti in fuga: con sì un gruppetto di concorrenti ancora alle spalle (Cagliari, Genoa, Fiorentina), ma pure con davanti agli occhi un traguardo sempre più vicino. Manca poco per alzare le braccia. E l’ostacolo più grande da superare, a questo punto, si chiama Verona: perché il tecnico croato ha ancora 2 anni di contratto con la società scaligera. In senso teorico, il presidente Setti potrebbe anche non liberarlo. Ma è ovviamente un’ipotesi non contemplata, né contemplabile. E non solo per le problematiche di varia natura (anche giudiziaria) che stanno condizionando pesantemente lo stesso Setti, alimentando inevitabilmente pure numerosi dubbi sulle prospettive del Verona.

    Juric ha già incontrato Cairo e Vagnati

    Chiuso ieri sera il campionato a Napoli (con alla fine un clamoroso litigio con un giornalista di Sky!), Juric ora vedrà Setti per comunicargli ufficialmente l’addio. Ma già gliel’aveva fatto capire nell’incontro dei giorni scorsi. E sempre nei giorni scorsi, come rivelato ieri in esclusiva da Tuttosport, Juric aveva anche incontrato a Milano Cairo e Vagnati, dopo i numerosi colloqui telefonici precedenti (ancora prima della batosta col Milan). Come già si scriveva ieri, il summit, organizzato dopo la salvezza conquistata da Nicola a Roma, ha avuto un esito positivo: in discussione vi erano i progetti di rilancio di Cairo (chiari, a parole: ma poi bisognerà sempre verificarli con i fatti) e le ambizioni, le idee e le esigenze di mercato del tecnico croato.

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    Diretta Torino-Benevento ore 20.45: come vederla in tv e streaming e probabili formazioni

    TORINO – L’ultima giornata di Serie A mette di fronte Torino e Benevento allo stadio “Grande Torino”. Il rigore sbagliato da Immobile nei minuti finali di Lazio-Torino, ha permesso agli uomini di Nicola di raggiungere la salvezza con non poche polemiche. Inzaghi e i suoi invece sono invece già aritmeticamente in Serie B, una retrocessione che un girone fa sembrava utopia. La società campana inoltre ha negato alla squadra lo spostamento in charter per l’ultima trasferta di campionato: il viaggio in pullman durerà almeno 11 ore.
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    Torino-Benevento, dove vederla in tv e streaming
    Il match tra Torino e Benevento andrà in scena alle 20.45 allo stadio Grande Torino e sarà visibile in diretta esclusiva su Sky Sport 254 e Sky Sport 485. La gara sarà trasmessa anche in streaming su Now.
    Torino-Benevento, le probabili formazioni
    TORINO (3-5-2): Ujkani, Buongiorno, Bremer, Izzo, Ansaldi, Verdi, Mandragora, Rincon, Singo, Sanabria, Zaza. ALL.: Nicola. A disposizione: Sirigu, Sava, Nkoulou, Lyanco, Vojvoda, Karamoko, Freddi Greco, Kryeziu, Linetty, Belotti, Bonazzoli.
    BENEVENTO (4-3-2-1): Manfredini, Letizia, Glick, Barba, Pastina, Dabo, Viola, Tello, Insigne, Improta, Di Serio. ALL.: Inzaghi. A disposizione: Lucatelli, Gori, Caldirola, Tuia, Foulon, Sanogo, Schiattarella, Hatemaj, Diambo, Gaich, Lapadula
    Arbitro: Di Bello di Brinidisi. Guardalinee: Pagliardini e Berti. Quarto uomo: Piccinini. Var: Abisso. Avar: Ranghetti.  LEGGI TUTTO