consigliato per te

  • in

    Se Conte va a Londra può puntare Belotti. Toro, pista Simeone

    TORINO – Se per i rinforzi sulla trequarti il Toro può muoversi liberamente, ritrovandosi nella necessità di procedere con un paio di innesti a prescindere dalle uscite – e il discorso vale anche per l’esterno sinistro, visto il rientro di Murru alla Samp, la prevista cessione di Rodriguez e quindi la prospettiva di avere il solo Ansaldi -, per quanto riguarda il centravanti i discorsi sono più sfumati. Innanzitutto perché andrà prima registrata la decisione che i granata e Belotti prenderanno: la permanenza del capitano completerebbe già il reparto: Juric gioca prevelentamente con il 3-4-2-1, quindi si accontenterebbe di un titolare, di una alternativa, e nel caso di una terza punta giovane (dovesse arrivare Messias potrebbe all’occorrenza essere il brasiliano del Crotone, l’attaccante di riferimento).

    Mou cerca Belotti, Simeone per Zaza

    Dalla rosa dell’ultima stagione è fuoriuscito solo Bonazzoli (il riscatto automatico sarebbe scattato in caso di 8 gol segnati in campionato: ne ha fatti 2; rientrerà alla Samp). Ergo il reparto è in questo momento fin in sovrannumero, per quanto due elementi su tre siano in bilico. Se per Belotti arrivano ammiccamenti o vere e proprie offerte sì migliorabili, ma credibili e sulle quali impostare una trattativa, su Zaza il discorso procede a rilento. Una soluzione, rimandando l’incasso alla prossima estate e a fronte di una buona stagione disputata dal centravanti, sarebbe quella di concederlo in prestito (il lucano ha il contratto in scadenza nel 2023), per poi monetizzare dalla sua cessione tra dodici mesi. Un’alternativa è imbastire un confronto con il Cagliari per uno scambio di cartellini: Zaza in Sardegna e Simeone al Toro. Detto che Sanabria è confermato, si arriva a Belotti. Mourinho lo vorrebbe per il dopo Dzeko, ma la Roma ha fin qui messo sul piatto troppo poco, per il Gallo.

    Tutti gli approfondimenti sull’edizione di Tuttosport LEGGI TUTTO

  • in

    Juric chiede un Fila da Toro! Dalle vele rotte alla sala mensa: Cairo, ti decidi?

    TORINO – La strettoia della gloria, ma anche la serratura che protegge il portafoglio di Cairo.

    Sopralluogo di Juric al Fila. E U.C. paga subito (metaforicamente, è chiaro) le omissioni di anni. Il tutto, poi, mescolato con problemi e fastidi regalati dal promettente presidente come un boomerang che torna in faccia ai vicini di banco: gli allenatori di riferimento. La strettoia della gloria è il Filadelfia. Immenso, per ciò che ha rappresentato e significa. Ma inevitabilmente piccolo, compresso, limitato, per una rosa di Serie A dei giorni nostri. Si sapeva, si sa, si saprà. Detto questo, Gabetto e Ossola spalavano la neve al Fila, prima degli allenamenti: e stiamo parlando del Grande Torino. Ferrini si allenava sulla segatura. E Pulici nel fango. Gli spogliatoi erano poco riscaldati. E l’acqua delle docce dipendeva dagli umori della caldaia. Ma vincevano scudetti e Coppe Italia, nella melma e al gelo. Oggi è un’altra epoca, certo. E i giocatori (di tutte le squadre, sia chiaro) sono pretenziosi, privilegiati, stramilionari e pure viziati. Poi gli allenatori si sa come ragionano. E così il Fila è piccolo anche per Juric come per qualsiasi altro allenatore. Inevitabile. Lo spazio quello è, in mezzo ai palazzi. E il campo secondario è più piccolo, seppur a norma. Ivan dovrà farsene per forza una ragione. E i suoi giocatori pensassero a correre, a mostrare orgoglio e fame. E a non perdere una volta all’anno per 7 a 0.

    Juric pretende di svolgere allenamenti ultra-segreti

    Il primo problema toccato con mano? Non il manto erboso, in fase di “ristrutturazione” con trattori all’opera, dopo i lavori radicali (seppur tardivi: costavano) di un annetto fa, quando si aprivano crepacci. Il guaio vero sono le “vele” anti-spie: tutte rotte. Juric pretende di svolgere allenamenti ultra-segreti per curare al meglio tattiche evidentemente super e per urlare quanto vuole (e di tutto) ai giocatori.

    Tutti gli approfondimenti sull’edizione di Tuttosport LEGGI TUTTO

  • in

    Torino, Juric-Cairo-Belotti: che spine!

    TORINO – Dicono che con Juric sarà tutta un’altra musica, per Cairo(e Vagnati). Speriamo. D’altra parte un presidente che in 16 anni assume 9 direttori sportivi e 15 allenatori diversi qualche problema crediamo che debba pur averlo. Con se stesso, con il concetto di programmazione e di semina. «Ma adesso c’è Juric e con Juric non si scherza», dicono. Vero: smaschera le prese in giro in pubblico come in privato, senza tanti peli sulla lingua. Noi crediamo in Juric, difatti. Nel suo onesto coraggio e nella sua carriera, in quanto ha fatto a Crotone e Verona, i momenti più brillanti. E crediamo anche nel suo grande entusiasmo, nello spirito pieno di motivazioni infuocate con cui si è gettato sul Toro. Che Juric sia animato da belle idee e ancor migliori proponimenti non c’è il minimo dubbio. Ma come si può credere in Cairo, dopo 16 anni? Come? Però Juric ha voluto credergli. Saprà difendersi, pensiamo. Saprà imporsi, reggere l’urto di un esattore di risultati senza una società all’altezza. Saprà farsi rispettare: speriamo, davvero. Perché solo in quest’ottica Juric potrà ottenere qualcosa, costruire qualcosa. Altrimenti non avrà spazio vitale, aria, ossigeno. E siccome non abbiamo proprio nulla da nascondere, noi, adesso proviamo anche ad accendere di nuovo un riflettore sulla questione Belotti.

    Toro, il futuro di Belotti

    Nessuno arriva dalla Luna. E si conosce bene, ormai, il Cairo di Immobile, Darmian, Glik, Zappacosta, Cerci, Maksimovic… Citati in ordine sparso. Ma restano fatti, non chiacchiere. E Juric, comprensibilmente, ha i suoi dubbi. Ha studiato perbene la rosa, al di là di ciò che già sapeva, da fuori. Ne ha ripetutamente parlato con Vagnati, con Cairo. I quali non hanno certo nascosto i loro, di dubbi. Sulla reale voglia del Gallo di continuare a tirare la carretta granata. Di metterci ancora l’anima, il cuore, i muscoli, gli stinchi. Juric conosce bene anche la realtà contrattuale del capitano. Legato al Toro da un papiro che andrà in scadenza già tra un anno, 30 giugno 2022: in un quadro che al momento registra un sostanziale nulla di fatto, quanto alle possibili, ipotetiche trattative per un prolungamento. «Di Belotti si occupa Vagnati», diceva Cairo dopo il Benevento, ultima di campionato.

    Tutti gli approfondimenti sull’edizione di Tuttosport LEGGI TUTTO

  • in

    Belotti in attesa di Juric ride e segna. Ma la Roma è in agguato

    TORINO – Non ci si poteva aspettare nulla di diverso. Era scontato, anche a salvezza acquisita, immaginare che il Toro non avrebbe trovato gli argomenti giusti per sedersi allo stesso tavolo di Andrea Belotti. Ormai diventato una patata bollente da gestire. Lo ha dimostrato il presidente Urbano Cairo nelle scorse settimane, quando di fronte alle domande sul possibile rinnovo del capitano si è limitato a liquidare la questione in poche frasi: «Vagnati sta già parlando col procuratore di Belotti, ora devo farlo anche io. Dobbiamo guardarci negli occhi e capire cosa vogliamo fare». Già, guardarsi negli occhi. Non c’è stata l’occasione, perché il Toro non ha avuto tempo, modo e forse voglia di trovare un momento utile per affrontare una faccenda che, col passare dei giorni, rischia di condizionare anche il lavoro di Ivan Juric. In questo momento il Gallo, le cui parole più significative sul tema della permanenza in granata sono datate 4 maggio («dove volete che vada, ho ancora un anno di contratto», questa la frase del capitano davanti ad una decina di tifosi all’esterno del Filadelfia), preferisce pensare soltanto alla nazionale. Sa che Roberto Mancini lo considera un elemento cardine del progetto e agli Europei avrà modo di scatenarsi, di essere uno dei leader.Guarda la galleryBelotti e Bernardeschi gol! L’Italia ne fa sette a San Marino

    Belotti tra gli obiettivi della Roma

    […]Per Belotti ora c’è solo spazio per l’Italia. Ma intanto la Roma si muove su più fronti per lui: da una parte c’è il suo grande estimatore José Mourinho che preme per consegnargli le chiavi dell’attacco (lo voleva già al Tottenham poco meno di un anno fa), dall’aIl galloltra ci sono i compagni giallorossi in nazionale (Pellegrini e Spinazzola su tutti) che spingono per far sì che si convinca a volare verso la Capitale. Roma in pressing, Milan invece più defilato. […]

    Tutti gli approfondimenti sull’edizione di Tuttosport LEGGI TUTTO

  • in

    Juric è il nuovo allenatore del Torino: è ufficiale

    TORINO – “Il Torino Football Club è lieto di annunciare che dal primo luglio 2021 la conduzione della Prima Squadra sarà affidata al signor Ivan Juric. Il tecnico ha firmato un contratto triennale”. Con questo comunicato apparso sul proprio sito ufficiale, la società granata annuncia ufficialmente l’ingaggio del tecnico croato, proveniente dall’Hellas Verona, che prenderà il posto di Davide Nicola.
    Il Torino saluta Nicola: “Grazie per l’ottimo lavoro svolto”
    Juric, il comunicato del Torino
    “Ivan Juric è nato il 25 agosto 1975 a Spalato, in Croazia. E’ cresciuto calcisticamente nelle giovanili dell’Hajduk Spalato, formazione con la quale ha debuttato nel calcio professionistico, nel 1994. Dal 1997 al 2001 l’esperienza in Spagna, con quattro stagioni tra il Siviglia e una breve parentesi con l’Albacete. In Italia ha giocato per nove stagioni vestendo le maglie di Crotone e Genoa, club con cui ha iniziato la carriera da allenatore, nel 2010, come tecnico in seconda della Primavera. Nella stagione 2014-2015 ha esordito nel calcio professionistico sulla panchina del Mantova, in Lega Pro. L’anno successivo ha condotto il Crotone alla promozione in serie A. A seguire tre esperienze con il Genoa, prima delle ultime due stagioni che lo hanno visto brillante protagonista alla guida del Verona. Il Presidente Urbano Cairo accoglie Ivan Juric con il più cordiale benvenuto a Torino e con un grande in bocca al lupo. Buon lavoro, Sempre Forza Toro!”, si legge sul sito ufficiale della società granata. LEGGI TUTTO

  • in

    Torino-Juric: la risoluzione nella notte con Cairo

    TORINO – Sapete come lo chiamano in Croazia? Ivan Grozni. Da noi: Ivan il Terribile. Il primo zar di tutte le Russie, XVI secolo. D’altra parte se si arrabbia, si arrabbia di brutto: altro che l’altra sera in tv su Sky! Copiamo e incolliamo da una sua intervista-confessione vecchia sì di 6 anni, ma sempre validissima: “Io urlo moltissimo. Rientravo nella parte dei giocatori meno talentuosi, di conseguenza sono sempre dovuto andare a mille all’ora per competere con altri più bravi. E così sono diventato tosto, molto tosto (…) Nei primi mesi devo sempre urlare moltissimo, a ogni minimo errore li metto sotto pressione. Quando poi vedo un allenamento intero fatto bene e senza che debba urlare, capisco che è il segnale: la squadra inizia a essere la mia squadra.”
     La risoluzione
    Adesso sono tutti problemacci di Cairo. Lo pensano praticamente tutti: più Cairo sarà obbligato a rispettare le promesse e le distanze, con Juric, più lui potrà creare una squadra a propria immagine e somiglianza senza intromissioni assurde, fastidiose, inopportune, per Ivan insopportabili. Che sia il presidente, il ds o qualche altro dirigente (…) I nuovi sviluppi chiave nella tarda serata di martedì (…) Lo hanno liberato senza pretendere indennizzi dal Torino. Ieri la risoluzione, la prima firma, dopo un ulteriore summit con l’agente del tecnico. Poi, in serata, Juric è andato da Cairo. Obiettivo di partenza: tornare a parlare di progetti, di mercato, di staff e (se sempre sereno) per firmare il triennale da 6 milioni netti più bonus e superbonus. Morale: riunione fiume fin nel cuore della notte.
    Tutti gli approfondimenti sull’edizione di Tuttosport LEGGI TUTTO