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    Torino, le pagelle: Sirigu, salvaToro finale, Ansaldi infinito

    SIRIGU 8 Una Sirigurezza. Si deve subito sporcare i guantoni respingendo un tiro di Muriqi da due passi. Nella ripresa attento anche su Lulic, poi su Escalante. Il palo lo salva dal rigore, ma è una lepre nell’agguantare il pallone per primo sulla ribattuta.

    IZZO 6.5 Se la cava alla meglio ma con il minimo sindacale. Un po’ più di attenzione nell’anticipo non farebbe male. Poco prima dell’intervallo, salva però un gol respingendo sotto porta.

    NKOULOU 6.5 Più attento in marcatura, ma quanti errori in fase di appoggio e in uscita (a vuoto) di testa. Al 8’ della ripresa è decisivo però nel negare un colpo a botta sicura di Muriqi.

    BREMER 6 Non che Muriqi sia una grossa preoccupazione, ma al kosovaro concede troppo spazio ed è un pericolo che sarebbe meglio non correre.

    SINGO 5.5 Ci prova improvvisando anche un’esperienza che non ha, troppo leggero nel lasciarsi andare.

    RINCON 5.5 Faccia a faccia con Luis Alberto, le due fantasie a confronto. Ci prova, tenendo palla come lui sa fare e impostante contropiede che però il Toro non riesce a capitalizzare. Baselli (41’ st) ng.

    MANDRAGORA 6 Ordinato, niente di così sconvolgente ma quanto basta per contenere una mediana laziale ampiamente rimaneggiata e stressata.

    LUKIC 5.5 Accorcia spesso e si dimena per interrompere il gioco biancoceleste, soprattutto dalle parti di Lazzari per dare una mano ad Ansaldi. Al primo contropiede utile manca di precisione e vanifica tutto a due passi da Strakosha.

    ANSALDI 6.5 Bravo nel tagliare sulle diagonali quando Muriqi e Immobile fraseggiano. Meno nello spingere sulla sua fascia. Un punto di merito: Lazzari praticamente non colpisce mai, eccezion fatta che per il palo all’ultimo secondo.

    SANABRIA 6.5 Un acuto nel primo tempo sulla linea di fondo, vale il giallo a Strakosha per nervosismo estremo e poco altro. Pecca nel tenere poco palla e il Toro paga sul possesso e la pressione in avanti, ma è l’unico pericoloso colpendo anche un palo. Zaza (41’ st) ng.

    BELOTTI 5.5 Freme di una voglia matta di incidere, spesso eccedendo in entrate pericolose (era diffidato, a rischio Benevento) e inutili. Mai liberato, mai un’occasione buona. Ci prova lui con Sanabria, il palo li gela. Verdi (48’ st) ng.

    ALL. NICOLA 6 La imposta evidentemente per strappare il punto salvezza. Il Toro sfiora pure l’impresa col palo di Sanabria, ma quanti rischi dietro. Fino alla fine. LEGGI TUTTO

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    Torino, la replica di Cairo: “Ve lo dico io chi è Ciro Immobile”

    TORINO – Intorno alla mezzanotte di ieri, attraverso un post su Instagram, Ciro Immobile ha attaccato pesantemente il presidente del Torino, Urbano Cairo. Il giocatore della Lazio – al termine della partita finita 0-0 a Roma che ha consentito al club granata di salvarsi – lo ha accusato di un’aggressione verbale subita nello spogliatoio, usando toni particolarmente aspri. Poco dopo è arriva la replica del diretto interessato, sia sotto il profilo dell’attaccante, sia sul proprio profilo ufficiale sui social: “Ciro Immobile mi ha attaccato dal suo profilo Instagram dopo la partita con la Lazio. Ho risposto al suo post e pubblico il testo anche qui. Ciro Immobile mi accusa di averlo affrontato a fine gara e sostiene che tutti sanno chi è Ciro Immobile. Ebbene…: anch’io so chi è Ciro Immobile”.
    Cairo replica a Immobile
    Il post di Cairo prosegue: “Un calciatore che è venuto al Torino dopo un campionato deludente al Genoa per rilanciarsi. Ventura gli ha dato fiducia e lui ha fatto bene al Toro. Io pensavo che rimanesse volentieri almeno un altro anno e lui, Ciro Immobile, invece ha fatto il diavolo a quattro per andare al Borussia Dortmund. Ha avuto un’altra stagione deludente e il Borussia lo ha prestato al Siviglia. Anche lì, Ciro Immobile, non è andato bene e allora mi ha telefonato e mi ha chiesto per favore di tornare al Toro. Io, che gli ero affezionato, l’ho accontentato. Ha fatto un girone di ritorno non molto brillante, ma io che, ci tenevo molto a lui, lo avrei voluto riscattare comunque. Ma lui, Ciro Immobile, questa volta non mi ha chiamato personalmente, ma mi ha fatto dire dal suo procuratore, che per motivi personali non poteva restare a Torino. E allora non l’ho riscattato perché ho capito chi è Ciro Immobile…”. LEGGI TUTTO

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    Torino, sollievo Cairo: “Troppa sofferenza. Belotti e Nicola? Ci parlerò”

    ROMA – “Negli ultimi due anni ho sofferto troppo”. Queste le prime parole di Urbano Cairo dopo il pareggio (anche questo soffertissimo) nel recupero sul campo della Lazio che ha garantito al suo Torino la salvezza con un turno di anticipo, rendendo ininfluente lo scontro diretto con il Benevento ora già retrocesso. “Chiaramente la squadra era un po’ spaventata, sulle gambe – dice nel post partita il presidente granata – e la Lazio ha dato tutto com’era giusto. È una grande formazione che ha onorato il campionato e le faccio i complimenti”.
    Stagione tormentata
    Al triplice fischio finale un urlo liberatorio per Cairo e tutta la squadra: “È stata una stagione particolare in cui siamo partiti male, poi ci eravamo ripresi, finché il Covid ha fermato otto titolari e questo ha causato dei problemi – ha aggiunto il numero uno del Toro .- Con il Milan si voleva fare una grande prestazioni ed i giocatori erano sovraccarichi. Andati sotto di due reti ci siamo molto esposti al loro grande contropiede. Quella sera ho passato il mio tempo a rincuorare i giocatori e con lo Spezia le scorie di quel 7-0 c’erano ancora”.
    Testa già al futuro
    Festeggiata la salvezza, il presidente dovrà però subito concentrarsi sul futuro per evitare di soffrire anche nella prossima stagione: “Due anni fa eravamo settimi davanti alla Lazio, però la squadra di adesso non è molto distante da quella. Ora dobbiamo lavorare bene per fare gli interventi che servono – è il proposito di Cairo – perché gli ultimi due campionati mi hanno fatto troppo soffrire. Nicola ed il suo staff hanno fatto una grande lavoro, purtroppo venivamo da un girone d’andata pessimo. Se lui e Belotti resteranno? “Parlerò con entrambi, voglio capire Belotti cosa vuole fare e anche con l’allenatore ci vedremo a breve”. LEGGI TUTTO

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    Sirigu dopo la salvezza: “Il Torino aveva paura. Eravamo malati”

    ROMA – A salvezza raggiunta grazie al pareggio in casa della Lazio, il portiere del Torino Salvatore Sirigu analizza la complicata stagione dei granata, attanagliati, evidentemente, da insicurezze talvolta fatali: “Forse ci ha tradito la parte mentale ed è subentrata la paura – racconta a Sky Sport dopo lo 0-0 di Roma – ci sono varie componenti e dovremo analizzare, metabolizzare e ripartire, cosa che non è successa l’anno scorso per vari motivi. E’ innegabile che quando il Torino si deve salvare a una giornata dalla fine devi capire cosa è andato storto e capire come migliorare”.
    Sirigu: “Non eravamo pronti per Giampaolo”
    “Credo che, dall’anno scorso, abbiamo avuto delle difficoltà – prosegue Sirigu – dopo il 7-0 incassato con l’Atalanta (era il 25 gennaio 2020, n.d.r.) non reagivamo ed è quello che ha portato all’esonero di Mazzari. Da lì è iniziato tutto. Prima entravamo in campo con un atteggiamento diverso, è arrivata la pandemia e, quando il campionato è ripreso, abbiamo capito che dovevamo salvarci. Non eravamo una squadra pronta per Giampaolo, che pure è un allenatore che stimo, ma eravamo una squadra malata che andava curata. Siamo sempre stati aggressivi, abbiamo cercato di cambiare gioco, ma serviva cambiare la testa. La prima parte di stagione è stata difficile, ci siamo guardati e abbiamo iniziato a pensare da piccola soprattutto quando hai giocatori di qualità, ma abituati a un’altra dimensione”.
    Guarda la galleryFesta Torino all’Olimpico: 0-0 con la Lazio LEGGI TUTTO

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    Lazio-Torino 0-0: i granata fanno festa e restano in Serie A

    Immobile salva il Toro, squadra che di suo ottiene il punto decisivo con ben poco merito. Certo nel deserto è emersa l’oasi del palo colpito da Sanabria (26’ st), ma nel mezzo di una sfida controllata dalla Lazio, e che i biancocelesti hanno spinto per vincere soprattutto nella ripresa: al 38’ della quale il centravanti compagno di Belotti in Nazionale spedisce sul palo dagli undici metri. E un legno è pure centrato da Lazzari, all’ultimo secondo della partita. Segno del fatto che i padroni di casa avrebbero voluto vincerla, anche per dare a Filippo Inzaghi, allenatore del Benevento e fratello del Simone tecnico della Lazio, la possibilità di giocarsi la permanenza in A all’ultima giornata. Che invece adesso non ha più valore: il Toro è salvo, per quanto in vista dell’estate sia da ribaltare come un calzino, dalla società alla rosa.Guarda la galleryFesta Torino all’Olimpico: 0-0 con la Lazio

    Nicola sceglie Sanabria in coppia con Belotti, mentre a centrocampo insiste con Lukic e Rincon che sono ancora una volta in evidente difficoltà nello sviluppo del gioco, a maggior ragione in quelle due o tre occasioni nelle quali una miglior rifinitura avrebbe potuto produrre un’azione da gol. In difesa ben presto Nkoulou smarrisce sicurezza, per quanto la pressione biancoceleste non sia da gara della vita. Ridottissime le autentiche chance da gol, nel primo tempo: il pallonetto di Belotti al 21’ è del tutto velleitario, mentre più pericolosa, ma comunque a lato, è la conclusione di Muriqi al 26’. Dopo una mezza minaccia portata da Radu (38’), con Izzo ben piazzato – a differenza dei compagni di reparto – e in grado di anticipare Immobile, si arriva agli istanti finali della prima frazione, al fallo commesso dallo stesso centravanti su Nkoulou che ne vanifica la successiva stoccata del potenziale vantaggio.

    Ripresa con la Lazio che aumenta il ritmo e già al 3’ va al tiro con Luis Alberto (Sirigu in angolo), mentre tra i granata a sfruttare in un paio di circostanze le ripartenze è Sanabria: al 16’ calcia addosso a Strakosha, al 26’ sfrutta un assist di Belotti, e una precedente interdizione di Singo su Lulic, e coglie il palo. In precedenza (20’) si registrano le legittime proteste della Lazio per un fallo di Ansaldi ai danni di Muriqi: niente di plateale, ma la spinta con il braccio sinistro c’è. Al 28’ è invece Lazzari, che da dentro l’area calcia sull’esterno della rete. Il finale è un assedio biancoceleste, con Sirigu al 36’ decisivo con una difficile parata su Escalante. Al 38’ la Lazio ha l’occasione migliore, per passare, ma Immobile indirizza sul palo dal dischetto del rigore. Punizione concessa questa volta molto generosamente per un leggero contatto tra Nkoulou e lo stesso Immobile. Non è finita qui, anzi: nei minuti di recupero prima arriva un tiro centrale di Luis Alberto, poi soprattutto, nel secondo finale dell’incontro, il palo di Lazzari. Ultimissima emozione di una gara che finisce 0-0, e che consegna ai granata quel punto vitale che serve per ottenere la salvezza.

    LAZIO-TORINO, TABELLINO E STATISTICHE LEGGI TUTTO

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    Imparate da Sonego

    Un punto. Un solo, benedetto punto stasera contro la Lazio e il Toro sarà salvo. E se, sciaguratamente, questo punto non dovesse arrivare dall’Olimpico, rimarrebbe l’ultima chance, da giocarsi domenica contro il Benevento. Tutto il resto verrà dopo, a obiettivo raggiunto s’intende, poiché se lo fallissero, i granata meriterebbero la B, alla luce di una delle peggiori stagioni della loro storia. Tutto il resto significherà un’analisi lucida, spassionata, impietosa degli errori e delle omissioni che hanno scandito questi ultimi diciassette mesi di una squadra tecnicamente, calcisticamente, granatescamente indegna di chiamarsi Toro. Perché qui sta il punto e Tuttosport non smetterà mai di ripeterlo, a costo di spaccare i timpani a chi fa finta di non sentire. Da quanto tempo i tifosi del Toro non hanno una squadra all’altezza della loro passione, via via mutata in disincanto e poi in desolazione e poi in rassegnazione, stati dell’anima lacerati da una rabbia ora a stento repressa? Eppure, a questa società, a questa squadra che è l’espressione della sua società, nessuno ha mai chiesto la luna e nemmeno di puntare allo scudetto, alla Champions League, all’Europa League, persino alla Conference League prossima ventura.

    A questa squadra che, nonostante tutto, ancora sostengono, i tifosi chiedono di imparare da Lorenzo Sonego. Sì, proprio lui, il ragazzo di Torino che in aprile a Cagliari vince l’Atp 250 Sardegna Open e si presenta alla premiazione con la mascherina granata sul volto e in maggio, a Roma, arriva sino alla semifinale degli Internazionali d’Italia, facendo impazzire il Foro Italico. Sonego, paradigma dei verbi lottare, sudare, battersi, sacrificarsi, allenarsi, faticare. Sonego, in questo momento il miglior ambasciatore granata di Torino, ché la squadra che porta il nome della città è riuscita a rotolare sull’orlo della B inanellando negli ultimi due tornei un’impressionante serie di primati negativi. Nel 2019, a questo punto del campionato, il Toro era al settimo posto con 60 punti e in lotta per l’Europa League; nel 2020 i punti erano 39, oggi sono 35. Le sole sette vittorie ottenute sinora, al pari del 2008, sono il minimo della gestione Cairo nei suoi 12 campionati in Serie A. Delle ultime 74 partite, il Toro ne ha perse 35 (cioè il 47%) e ne ha vinte solo 10, se ci si riferisce alle ultime 55 gare di campionato. I numeri del calvario non finiscono mai. Stasera, almeno per una sera, il Toro a Roma si batta come si è battuto Sonego. I conti li faremo poi, quando questo strazio, finalmente, sarà finito. LEGGI TUTTO

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    Cairo nei guai: Rcs perde il lodo arbitrale con Blackstone

    MILANO – Brutte notizie per il presidente del Torino Urbano Cairo, in qualità di azionista di maggioranza di Rcs Media Group. Il lodo arbitrale in corso a Milano ha rigettato tutte le richieste di Rcs nei confronti del fondo statunitense Blackstone, che non dovrà versare alcun indennizzo (stimato in circa 80 milioni) al gruppo editoriale in relazione alla vendita nel 2013 dell’immobile di via Solferino, sede storica del Corriere della Sera. Cairo, una volta acquisito il controllo di Rcs, aveva infatti contestato il prezzo di vendita dell’immobile fissato a 120 milioni, chiedendo l’annullamento dell’atto.
    Rcs rischia per una causa a New York
    Nel frattempo, però, il fondo statunitense aveva stipulato un accordo nel 2018 con Allianz per vendergli a sua volta l’immobile a 250 milioni di euro, operazione bloccata dal contenzioso perso oggi da Cairo. Il presidente del Torino si trova nei guai perché Rcs era talmente convinta di vincere la disputa legale che, l’anno scorso, aveva sostenuto che non sussistevano “i presupposti per l’iscrizione di fondi rischi” a bilancio. Adesso però il gruppo editoriale di Cairo deve fronteggiare una causa giudiziaria a New York che potrebbe costargli fino a 600 milioni di euro: il procedimento, promosso da Blackstone negli Stati Uniti, era stato fermato in attesa del lodo arbitrale chiuso oggi a Milano e quindi potrà ripartire. LEGGI TUTTO