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    Sirigu dopo la salvezza: “Il Torino aveva paura. Eravamo malati”

    ROMA – A salvezza raggiunta grazie al pareggio in casa della Lazio, il portiere del Torino Salvatore Sirigu analizza la complicata stagione dei granata, attanagliati, evidentemente, da insicurezze talvolta fatali: “Forse ci ha tradito la parte mentale ed è subentrata la paura – racconta a Sky Sport dopo lo 0-0 di Roma – ci sono varie componenti e dovremo analizzare, metabolizzare e ripartire, cosa che non è successa l’anno scorso per vari motivi. E’ innegabile che quando il Torino si deve salvare a una giornata dalla fine devi capire cosa è andato storto e capire come migliorare”.
    Sirigu: “Non eravamo pronti per Giampaolo”
    “Credo che, dall’anno scorso, abbiamo avuto delle difficoltà – prosegue Sirigu – dopo il 7-0 incassato con l’Atalanta (era il 25 gennaio 2020, n.d.r.) non reagivamo ed è quello che ha portato all’esonero di Mazzari. Da lì è iniziato tutto. Prima entravamo in campo con un atteggiamento diverso, è arrivata la pandemia e, quando il campionato è ripreso, abbiamo capito che dovevamo salvarci. Non eravamo una squadra pronta per Giampaolo, che pure è un allenatore che stimo, ma eravamo una squadra malata che andava curata. Siamo sempre stati aggressivi, abbiamo cercato di cambiare gioco, ma serviva cambiare la testa. La prima parte di stagione è stata difficile, ci siamo guardati e abbiamo iniziato a pensare da piccola soprattutto quando hai giocatori di qualità, ma abituati a un’altra dimensione”.
    Guarda la galleryFesta Torino all’Olimpico: 0-0 con la Lazio LEGGI TUTTO

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    Lazio-Torino 0-0: i granata fanno festa e restano in Serie A

    Immobile salva il Toro, squadra che di suo ottiene il punto decisivo con ben poco merito. Certo nel deserto è emersa l’oasi del palo colpito da Sanabria (26’ st), ma nel mezzo di una sfida controllata dalla Lazio, e che i biancocelesti hanno spinto per vincere soprattutto nella ripresa: al 38’ della quale il centravanti compagno di Belotti in Nazionale spedisce sul palo dagli undici metri. E un legno è pure centrato da Lazzari, all’ultimo secondo della partita. Segno del fatto che i padroni di casa avrebbero voluto vincerla, anche per dare a Filippo Inzaghi, allenatore del Benevento e fratello del Simone tecnico della Lazio, la possibilità di giocarsi la permanenza in A all’ultima giornata. Che invece adesso non ha più valore: il Toro è salvo, per quanto in vista dell’estate sia da ribaltare come un calzino, dalla società alla rosa.Guarda la galleryFesta Torino all’Olimpico: 0-0 con la Lazio

    Nicola sceglie Sanabria in coppia con Belotti, mentre a centrocampo insiste con Lukic e Rincon che sono ancora una volta in evidente difficoltà nello sviluppo del gioco, a maggior ragione in quelle due o tre occasioni nelle quali una miglior rifinitura avrebbe potuto produrre un’azione da gol. In difesa ben presto Nkoulou smarrisce sicurezza, per quanto la pressione biancoceleste non sia da gara della vita. Ridottissime le autentiche chance da gol, nel primo tempo: il pallonetto di Belotti al 21’ è del tutto velleitario, mentre più pericolosa, ma comunque a lato, è la conclusione di Muriqi al 26’. Dopo una mezza minaccia portata da Radu (38’), con Izzo ben piazzato – a differenza dei compagni di reparto – e in grado di anticipare Immobile, si arriva agli istanti finali della prima frazione, al fallo commesso dallo stesso centravanti su Nkoulou che ne vanifica la successiva stoccata del potenziale vantaggio.

    Ripresa con la Lazio che aumenta il ritmo e già al 3’ va al tiro con Luis Alberto (Sirigu in angolo), mentre tra i granata a sfruttare in un paio di circostanze le ripartenze è Sanabria: al 16’ calcia addosso a Strakosha, al 26’ sfrutta un assist di Belotti, e una precedente interdizione di Singo su Lulic, e coglie il palo. In precedenza (20’) si registrano le legittime proteste della Lazio per un fallo di Ansaldi ai danni di Muriqi: niente di plateale, ma la spinta con il braccio sinistro c’è. Al 28’ è invece Lazzari, che da dentro l’area calcia sull’esterno della rete. Il finale è un assedio biancoceleste, con Sirigu al 36’ decisivo con una difficile parata su Escalante. Al 38’ la Lazio ha l’occasione migliore, per passare, ma Immobile indirizza sul palo dal dischetto del rigore. Punizione concessa questa volta molto generosamente per un leggero contatto tra Nkoulou e lo stesso Immobile. Non è finita qui, anzi: nei minuti di recupero prima arriva un tiro centrale di Luis Alberto, poi soprattutto, nel secondo finale dell’incontro, il palo di Lazzari. Ultimissima emozione di una gara che finisce 0-0, e che consegna ai granata quel punto vitale che serve per ottenere la salvezza.

    LAZIO-TORINO, TABELLINO E STATISTICHE LEGGI TUTTO

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    Imparate da Sonego

    Un punto. Un solo, benedetto punto stasera contro la Lazio e il Toro sarà salvo. E se, sciaguratamente, questo punto non dovesse arrivare dall’Olimpico, rimarrebbe l’ultima chance, da giocarsi domenica contro il Benevento. Tutto il resto verrà dopo, a obiettivo raggiunto s’intende, poiché se lo fallissero, i granata meriterebbero la B, alla luce di una delle peggiori stagioni della loro storia. Tutto il resto significherà un’analisi lucida, spassionata, impietosa degli errori e delle omissioni che hanno scandito questi ultimi diciassette mesi di una squadra tecnicamente, calcisticamente, granatescamente indegna di chiamarsi Toro. Perché qui sta il punto e Tuttosport non smetterà mai di ripeterlo, a costo di spaccare i timpani a chi fa finta di non sentire. Da quanto tempo i tifosi del Toro non hanno una squadra all’altezza della loro passione, via via mutata in disincanto e poi in desolazione e poi in rassegnazione, stati dell’anima lacerati da una rabbia ora a stento repressa? Eppure, a questa società, a questa squadra che è l’espressione della sua società, nessuno ha mai chiesto la luna e nemmeno di puntare allo scudetto, alla Champions League, all’Europa League, persino alla Conference League prossima ventura.

    A questa squadra che, nonostante tutto, ancora sostengono, i tifosi chiedono di imparare da Lorenzo Sonego. Sì, proprio lui, il ragazzo di Torino che in aprile a Cagliari vince l’Atp 250 Sardegna Open e si presenta alla premiazione con la mascherina granata sul volto e in maggio, a Roma, arriva sino alla semifinale degli Internazionali d’Italia, facendo impazzire il Foro Italico. Sonego, paradigma dei verbi lottare, sudare, battersi, sacrificarsi, allenarsi, faticare. Sonego, in questo momento il miglior ambasciatore granata di Torino, ché la squadra che porta il nome della città è riuscita a rotolare sull’orlo della B inanellando negli ultimi due tornei un’impressionante serie di primati negativi. Nel 2019, a questo punto del campionato, il Toro era al settimo posto con 60 punti e in lotta per l’Europa League; nel 2020 i punti erano 39, oggi sono 35. Le sole sette vittorie ottenute sinora, al pari del 2008, sono il minimo della gestione Cairo nei suoi 12 campionati in Serie A. Delle ultime 74 partite, il Toro ne ha perse 35 (cioè il 47%) e ne ha vinte solo 10, se ci si riferisce alle ultime 55 gare di campionato. I numeri del calvario non finiscono mai. Stasera, almeno per una sera, il Toro a Roma si batta come si è battuto Sonego. I conti li faremo poi, quando questo strazio, finalmente, sarà finito. LEGGI TUTTO

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    Cairo nei guai: Rcs perde il lodo arbitrale con Blackstone

    MILANO – Brutte notizie per il presidente del Torino Urbano Cairo, in qualità di azionista di maggioranza di Rcs Media Group. Il lodo arbitrale in corso a Milano ha rigettato tutte le richieste di Rcs nei confronti del fondo statunitense Blackstone, che non dovrà versare alcun indennizzo (stimato in circa 80 milioni) al gruppo editoriale in relazione alla vendita nel 2013 dell’immobile di via Solferino, sede storica del Corriere della Sera. Cairo, una volta acquisito il controllo di Rcs, aveva infatti contestato il prezzo di vendita dell’immobile fissato a 120 milioni, chiedendo l’annullamento dell’atto.
    Rcs rischia per una causa a New York
    Nel frattempo, però, il fondo statunitense aveva stipulato un accordo nel 2018 con Allianz per vendergli a sua volta l’immobile a 250 milioni di euro, operazione bloccata dal contenzioso perso oggi da Cairo. Il presidente del Torino si trova nei guai perché Rcs era talmente convinta di vincere la disputa legale che, l’anno scorso, aveva sostenuto che non sussistevano “i presupposti per l’iscrizione di fondi rischi” a bilancio. Adesso però il gruppo editoriale di Cairo deve fronteggiare una causa giudiziaria a New York che potrebbe costargli fino a 600 milioni di euro: il procedimento, promosso da Blackstone negli Stati Uniti, era stato fermato in attesa del lodo arbitrale chiuso oggi a Milano e quindi potrà ripartire. LEGGI TUTTO

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    Lazio-Torino si gioca, è ufficiale: respinto l'ultimo ricorso

    ROMA – La partita di campionato tra Lazio e Torino si recupererà martedì prossimo con fischio d’inizio alle ore 20.30. Il Collegio di garanzia dello sport, presieduto da Franco Frattini, ha infatti respinto in modo definitivo il ricorso del club biancoceleste, che chiedeva la vittoria a tavolino del match valido per la 25ª giornata di Serie A, non disputato lo scorso 2 marzo per l’assenza del club granata, bloccato dalla Asl piemontese per via dei casi di Covid rilevati nel gruppo squadra. È finita pertanto, presso il Salone d’Onore del Coni, l’udienza del collegio di Garanzia a sezioni riunite, presieduta da Franco Frattini, per il ricorso della Lazio. Il club biancoceleste, rappresentato dall’avvocato Gian Michele Gentile, lo aveva presentato all’organo di garanzia dello sport per chiedere il 3-0 a tavolino, dopo quello respinto dalla Corte d’appello sportiva della Figc. Il Torino, invece, rappresentato dall’avvocato Eduardo Chiacchio, chiedeva di giocare il match il 18 maggio, come stabilito dalla Lega di Serie A. Il tribunale federale e corte d’appello avevano già rigettato il reclamo della Lazio.
    Lazio-Torino, il comunicato del Coni
    “Il Collegio di Garanzia dello Sport, a Sezioni Unite, all’esito della sessione di udienze tenutasi in data odierna e presieduta dal Presidente Franco Frattini, HA RESPINTO il ricorso iscritto al R.G. ricorsi n. 47/2021, presentato, in data 14 aprile 2021, dalla S.S. Lazio S.p.a. contro il Torino F.C. S.p.a. per la riforma della sentenza n. 132/CSA/2020-2021, emessa dalla Corte Sportiva di Appello della FIGC, Sezione Prima, in data 30 marzo 2021, con la quale è stato respinto il reclamo proposto dalla società ricorrente avverso il provvedimento del Giudice Sportivo di Serie A, assunto in data 12 marzo 2021, pubblicato con il Comunicato Ufficiale n. 218, con il quale, a scioglimento della riserva di cui al Comunicato del 4 marzo 2021, si è deliberato di “non applicare alla soc. Torino le sanzioni previsti dell’art. 53 NOIF per la mancata disputa della gara con la società Lazio, rimettendo alla Lega Serie A i provvedimenti organizzativi necessari relativi alla disputa della gara”; HA, ALTRESI’, DIHIARATO INAMMISSIBILE IL RICORSO INCIDENTALE CONTENUTO NELLA MEMORIA DEL TORINO F.C.; HA, INFINE, DISPOSTO LA COMPENSAZIONE DELLE SPESE DEL GIUDIZIO”. LEGGI TUTTO

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    Torino-Milan 0-7: disastro granata, la sconfitta è umiliante

    TORINO – Dalle scelte di Nicola all’atteggiamento, dalla prestazione al risultato tutto è stato un disastro, per il Toro che ha incassato un umiliante 0-7 dal Milan. E adesso, a meno di vincere a La Spezia, o di ottenere comunque un successo contro i liguri o con la Lazio (se con i biancocelesti sarà decisa la disputa della partita), i granata si giocheranno il tutto per tutto nell’ultima giornata contro il Benevento (in questo caso, e sempre che nella penultima i campani riescano a superare il Crotone, in caso di successo al Grande Torino a salvarsi sarebbe la squadra di Filippo Inzaghi). Un ko contro il Milan ci poteva stare, ma la portata di tale sconfitta rischia oltretutto di avere pesanti ripercussioni, all’interno dello spogliatoio granata. I rossoneri, da parte loro, salgono al secondo posto dietro ai Campioni d’Italia dell’Inter, a quota 75 assieme all’Atalanta (a 73 c’è il Napoli, a 72 la Juve).Guarda la galleryTorino, che disfatta con il Milan: Nicola impassibile in panchina

    I cambi di Nicola sono stati fatali

    Nicola, ed è questa una decisione scellerata considerato l’esito dell’incontro, anche in vista della prova di sabato a La Spezia cambia sette giocatori, rispetto al pareggio di Verona: a partire da Belotti – risparmiato pure perché diffidato – in sostituzione del quale c’è Zaza. Il teorico compagno di reparto dell’attaccante lucano è Bonazzoli, mentre al posto di Verdi ecco rientrare dall’inizio Linetty, che in precedenza con Nocola aveva giocato da titolare soltanto contro Benevento e Fiorentina (le prime due gare del tecnico piemontese sulla panchina granata). Doppio cambio pure sulle corsie, con Vojvoda e Ansaldi inizialmente fuori in luogo di Singo a destra e di un Rodriguez assolutamente impalpabile a sinistra. Fuori anche Nkolou (infortunato) per Lyanco e Rincon per Baselli.

    Torino, la cronaca della disfatta

    Una rivoluzione nella formazione che il Toro paga a caro prezzo: dopo una bella giocata di Baselli vanificata al momento del tiro da Zaza che colpisce Kjaer (12’), sale in cattedra senza più scenderci il Milan. Al 19’ Brahim Diaz trova Theo Hernandez che, con una bellissima conclusione mancina, fulmina Sirigu per il vantaggio rossonero. Un minuto più tardi ancora l’esterno francese centra per Kessie, che di testa impegna il portiere sardo; la respinta va sui piedi di Castillejo che la mette sul palo. Poco male, in ottica Milan, visto che già al 24’ Lyanco stende Castillejo nella propria area provocando un evidente rigore realizzato dallo specialista Kessie (11° centro in campionato). La reazione dei granata è decisamente timida, tanto che dopo un tiro alto di Bonazzoli (30’), è Calabria che si vede annullato il tris per un fuorigioco millimetrico. L’occasione migliore dei granata arriva in virtù di un clamoroso errore di Calhanoglu, che nella propria area consegna palla a Zaza: il centravanti serve Bremer che da ottima posizione si fa parare il piatto destro da Donnarumma (il pallone arriva poi a Bonazzoli, il quale non ha la giusta lucidità per stopparlo e, di prima intenzione, lo spedisce nei pressi della bandierina del calcio d’angolo).La ripresa inizia peggio del primo tempo: al 5’ Bremer tocca corto per Linetty, che di suo nulla fa per proteggere palla sull’attacco di Kessie: l’ivoriano ha gioco facile nell’anticipare il polacco e serve a Brahim Diaz l’assist per la rete dello 0-3. Nicola prova a correre ai ripari togliendo Rodriguez, Baselli e Linetty per inserire Ansaldi, Rincon e Verdi (11’). Cambia poco o nulla, tanto che un minuto più tardi arriva la traversa di Brahim Diaz, e al 16’ lo 0-4 firmato da Theo Hernandez che realizza così un doppietta (l’ex Real Madrid sale a quota 7 gol, in questo campionato). E’ una mattanza senza fine: al 23’ tocca a Rebic, infilzare il Toro e aumentare il già larghissimo divario. Non è finita qui: l’imbarazzo prosegue al 27’ e al 34’ quando ancora l’attaccante croato porta sul 6 e poi sul 7 il vantaggio per il Milan (eguagliato il vergognoso 0-7 incassato in casa dal Toro di Mazzarri contro l’Atalanta). La prossima giornata il Milan riceve il Cagliari (domenica alle 20.45), mentre il Toro sabato alle 15 sarà a La Spezia per la gara più importante della stagione.

    TORINO-MILAN, TABELLINO E STATISTICHE LEGGI TUTTO