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    Allarme Toro: Zapata, limiti e ko. Serve solidità, ma la società?

    TORINO – Il buco nero per il Toro ha un nome e non c’è bisogno di aver letto i libri di Stephen Hawking per comprendere che si chiama Zapata. In un secondo, quel maledetto secondo che alla fine della partita ha inghiottito in un colpo solo il suo ginocchio sinistro e il 30% della forza e delle potenzialità del Torino, un terremoto si è abbattuto sulle speranze, sulle ambizioni, sulle prospettive, sulla solidità e sui destini della squadra di Vanoli. Ceduto Buongiorno, che per i granata rappresentava un leader universale, e venduto anche Bellanova, il miglior produttore di pericoli e assist della scorsa stagione, era rimasto il colombiano a trascinare i compagni con i suoi movimenti a tutto campo, con il suo alto indice di aggressività e con i suoi gol (3 in campionato più uno in Coppa Italia, dopo la dozzina di reti della scorsa stagione), e a rappresentare un punto di riferimento fondamentale nello spogliatoio, con la sua personalità. Fine: in un istante tutto è andato in fumo, è evaporato.
    L’infortunio di Zapata
    E, in attesa delle sentenze mediche ufficiali, fin d’ora la prospettiva di dover rinunciare a Zapata per tutta la stagione assume davvero i contorni di un buco nero, all’interno del quale si è dissolto improvvisamente tutto un mondo. «Puntiamo all’Europa», avevano già detto più giocatori. Puntare all’Europa, provarci, era anche il vademecum emerso dalle discussioni di inizio stagione tra Cairo, Vagnati e Vanoli. E il brillante inizio di campionato aveva persino sfornato, una tantum, quel 1° posto in solitudine alla 5ª giornata: un viatico, ma pure un piedistallo concreto per la lievitazione delle ambizioni. Invece, adesso… Mettiamo i fattori in fila: 1) data la voragine che si è aperta in attacco (e vediamo anche se Adams continuerà così spesso a segnare, senza i movimenti scardina-difese di Duvan); 2) dato il processo di sgonfiamento del soufflé uscito dal forno a settembre (3 ko di fila, considerando anche l’eliminazione dalla Coppa Italia); 3) dati i preesistenti limiti strutturali della rosa in specie in difesa e sulle fasce; 4) e dato pure il contesto (l’esordiente Vanoli con al fianco una società scheletrica e globalmente non all’altezza), non si può escludere a priori, purtroppo, il rischio, l’incubo che questa squadra tra qualche mese si ritrovi risucchiata nelle parti mediobasse della classifica.
    Alludiamo al pericolo del dissolvimento della fiducia, della scomposizione dell’unità di gruppo e di uno scollamento rispetto alla rivoluzione tattica e di mentalità propugnata da Vanoli: non sia mai! Ma i pericoli vanno compresi e affrontati, per prevenirli: e un allenatore va coadiuvato e difeso anche aiutandolo a sbagliare il meno possibile. Mentre i giocatori non vanno soltanto motivati, ma anche rimessi dentro a un recinto quando deragliano nei comportamenti, nello spirito di sacrificio, nell’attaccamento. Tra l’altro: quel richiamo lanciato da Vanoli alla vigilia di San Siro proprio quanto ai comportamenti, agli stili di vita e all’impegno in allenamento ci aveva già fatto pensare, e parecchio.
    I prossimi impegni in campionato
    Per la tranquillità di tutti, meglio bloccare subito l’emorragia e fare punti alla ripresa del campionato sia a Cagliari, sia dopo col Como. I 3 ko di fila sono arrivati sotto una mole di reti incassate (8; e già 11 sono i gol presi in 7 giornate). Questa squadra, così indebolita in difesa (non dimentichiamo anche l’uscita di scena dell’ex capitano Rodriguez, non sostituito da un braccetto di ruolo per il centrosinistra), ha già ampiamente dimostrato di ballare troppo (nessun’altra formazione ha subito più tiri nello specchio) e di andare troppo spesso per merenda sia nelle cosiddette transizioni difensive, sia nelle marcature (a Milano il non plus ultra in negativo, sui 3 gol dell’Inter). Non abbiamo compreso appieno i ripetuti cambiamenti dell’assetto difensivo nelle scelte dei titolari e lo spostamento forzato negli ultimi tempi di Coco da centrale a braccetto: la fase difensiva appariva più solida a inizio stagione. E la mediocrità delle fasce, tra fragilità difensive e scarso apporto alla manovra offensiva, rappresentano un altro limite strutturale imputabile a Cairo e al suo organico dt.
    Vagnati, intanto, scalda, cura, protegge, accresce l’attaccamento dei giocatori (e il fegato dei tifosi) andando in tv a dire che li prende con l’idea di venderli a una squadra più importante magari anche già l’anno dopo: «Così ho convinto Adams», mentre Ricci ormai è diventato così bravo da poter giocare «con qualsiasi allenatore in qualsiasi squadra». Un vilipendio sportivo, storico, strategico, sentimentale e morale. Cairo, contestatissimo, non si vede allo stadio da maggio e non sappiamo che presa reale abbia sulla squadra. Vagnati, con le sue qualità ma anche con i suoi limiti oggettivi, è l’unico vero assistente dirigenziale di Vanoli (il vicedt Moretti sta un passo indietro), nonché l’unico preside per la scolaresca dello spogliatoio. Con Cairo, da sempre, le debolezze della squadra sono amplificate dalle debolezze societarie. Quando le cose vanno benino, gli allenatori si illudono a turno di coprire loro stessi le latitanze e le omissioni della società. Quando invece le cose vanno male per lungo tempo, o ci lasciano le penne oppure devono compiere imprese per portare la barca in salvo. E questo lo dicono i fatti, la storia, i campionati, i 19 anni di Cairo. Se anche il destino fosse arrabbiato con lui, non avrebbe potuto colpirlo meglio a ‘sto giro: ficcando Zapata in un buco nero, ha levato al presidente e al suo dt un mare di alibi, di pretese e di scudi protettivi. I nodi, e il solito pettine. LEGGI TUTTO

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    Toro, Vanoli: “Non guardo la classifica, abbiamo tanto da lavorare“. Su Baroni…

    Torino-Lazio, parla Paolo Vanoli
    Vanoli non ammette cali di concentrazione, e guai a sottovalutare la Lazio: “Il Toro deve essere sempre pronto. Loro sono stanno molto bene, lo hanno dimostrato in Europa League e hanno un potenziale offensivo importante”. Priorità alla prestazione: “Lo sarà sempre, per arrivare a qualcosa di importante dipende dalle prestazioni. Poi c’è la caratura dell’avversaria, devi sapere fare tutto”.
    Che sfida si aspatta con Baroni? “Speriamo non faccia lo scherzetto. Con lui ho vinto un campionato a Verona, dalla B alla A, ed era un giocatore esperto. Quell’anno segnò 5-6 gol, mi chiedevo come facesse visto che era lento…(ride, ndr). Sono felice che Baroni abbia avuto questa grande opportunità, viene da tanta gavetta e mi fa piacere. Poi quando l’arbitro fischia sarà una battaglia e io penserò al Toro, lui alla Lazio”.
    Un occhio alla classifica lo si dà…: “No, non la guardo. La faccio guardare ai miei tifosi. La parte più bella è ciò che stiamo dando: siamo umili, la strada è lunga e dopo la Lazio avremo l’Inter per vedere a che livello siamo. Sono felice quando i tifosi sono felici, io devo guardare avanti perché il campionato non finisce domani”.
    Cos’è andato storto con l’Empoli?”Domani è un motivo in più per dimostrare che non sbagliamo ancora. È stata una delusione, volevamo passare, ma serve che si trasformi in energia positiva. Queste gare danno l’opportunità di capire dove migliorare, sono convinto che faremo un passo avanti. Bisogna crescere”.
    Ha poi aggiunto: “Nel primo tempo con l’Empoli ci è mancata velocità con la palla, ci era capitato anche contro il Lecce: se vuoi fare la partita, devi migliorare l’interpretazione con il pallone. Sto battendo tanto su questa cosa, non è facile migliorare ma ci lavoriamo”, ma “Empoli e Lazio sono partite diverse. Il principio è che devi migliorare, al di là dell’avversario: non deve mai mancare qualità tecnica”.
    Ma i giocatori devono essere orgogliosi di avere questi tifosi al loro fianco durante le difficoltà: “L’ho detto ai giocatori, devono essere orgogliosi perché abbiamo dato qualcosa ai nostri tifosi, che sono la parte più importante. Ma il percorso è lungo, troveremo difficoltà e le dovremo superare insieme a questi magnifici tifosi”.
    Sul momento magico di Ricci
    Ricci si sta affermando come uno dei migliori registi al mondo: “È un messaggio per il settore giovanile, devono imparare questo che è il vero calcio: uno non apre il controllo perché vede l’avversario e va in agitazione. Tutti vorrebbero centrocampisti che sappiano gestire il pallone come Ricci, siamo fortunati ad averli”
    Su Schuurs e Sanabria
    Come procede l’inserimento di Sosa? “Questo è il calcio moderno, tutti devono fare determinati ruoli. Mi serviva un giocatore mancino perché fa giocate più veloci, il destro tende a rientrare e a chiudere il campo. E poi l’evoluzione del sistema a cinque passa attraverso i braccetti: se hanno qualità da terzini, sanno creare superiorità in fase offensiva. Il mio intento contro l’Empoli era guadagnare un braccetto che potesse inserirsi. È facile dirlo, ma bisogna lavorare. Sosa, nell’eventualità, può fare anche quello e chissà in prospettiva futura. In difesa abbiamo un reparto su cui dobbiamo lavorare”.
    Quando si riverdrà Schuurs sul rettangolo di gioco? “Ci vogliono tempo e pazienza. Non dobbiamo mettergli pressioni, capita che si voglia accelerare il recupero. Gli siamo vicini, questa gente gli dimostra affetto ed è importante per lui. Ci vuole ancora un po’. Quanto? Dare tempi vuol dire mettermi una croce addosso. Non sono io a dire quanto tempo, sta facendo un processo. Prima di Natale? Non lo so dire…Bisogna avere solo pazienza, sta andando bene e sta reagendo bene. Sarebbe un bel regalo il suo rientro. La società lo ha soffiato a squadre importanti, lo aspettiamo come Vlasic”. E proprio su quest’ultimo:
    “Sarà convocato. È un giocatore che aspettiamo, ha qualità importanti. Poteva essere pronto per la coppa, ma voglio guardare avanti e quindi gli ho fatto fare un ultimo lavoro anche se era arrabbiato. Preferisco avere giocatori arrabbiati. Quando porto qualcuno, vuol dire che è pronto a giocare. Mi piace come mezzala offensiva, può giocare tra le linee e ha tecnica e intensità, deve imparare il posizionamento. Mi permette di fare non solo 3+1 ma anche 3+2, è un giocatore moderno e duttile. Per la sua voglia di fare a volte perde il posizionamento, cerca sempre di andare nel vivo del gioco: a volte è la non pazienza che ha quelli che se non toccano palla diventa nervoso, un po’ come Ilic. Può anche fare altri ruoli, come lo ha fatto in passato”.
    Chi sfiderà Tavares e Zaccagni? “Anche a destra la Lazio ha giocatori veloci. Chiunque vada in campo lo deve sapere: ho la fortuna di avere un parco difensori che sa difendere su questi giocatori, lo abbiamo dimostrato con Leao soprattutto e Loftus-Cheek. E’ una questione di fase difensiva, non è mai un discorso individuale. Vojvoda sta bene, stanno tutti bene”.
    Sanabria è in discussione? “Siete voi ad aver messo in discussione Sanabria. Tutti stanno dimostrando di volere una maglia da titolare, tocca a me metterli in condizione di fare bene. Gli attaccanti stanno facendo bene, è una fortuna”. LEGGI TUTTO

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    Toro, i problemi da superare: gioco, coperta corta e gol finali

    Vanoli e le scelte di formazione
    «Ci è dispiaciuto molto, moltissimo», ha detto un Vanoli realmente sincero e abbacchiato. Nessun dubbio. Purtroppo il tecnico si deve essere illuso che la squadra avrebbe saputo reggere anche un turnover così ampio tra centrocampo, attacco e fasce laterali in diversi ruoli chiave, poi diventati subito troppi: un boomerang, appunto. Col senno di poi, sarebbe stato decisamente meglio partire con almeno uno a centrocampo tra Ricci e Ilic, così da mantenere un minimo sindacale di qualità nella costruzione, nell’inventiva. E, in attacco, con Zapata (o Sanabria) subito titolare, al fianco di Adams. Prefigurando, cioè, un turnover al contrario, a posteriori nella ripresa, riducendo al minimo gli azzardi iniziali, almeno sulla carta. In cuor suo, in ovvia buona fede, Vanoli era evidentemente convinto che contro un Empoli lui sì “super-turnoverizzato” potessero andar bene anche i Pedersen, i Linetty, i Tameze e i Karamoh schierati tutti insieme in un colpo solo. Invece si è ritrovato sotto di un gol fino al 75’ in coda a un grigiore nella manovra senza cambi di ritmo e squilli fino all’ingresso di Ricci e del sorprendente baby Njie, oltre a quello di Zapata. In generale, dopo la partita, Vanoli ha ammesso «i problemi da risolvere», «i tanti miglioramenti sotto vari aspetti da compiere».
    Vanoli: “Cosa ci è mancato nel primo tempo”
    Ha detto per esempio: «Nel primo tempo è mancato il ritmo di gioco, che è determinante se vuoi diventare padrone della partita (un problema strutturale già con Juric, ndr). Sono mancate le giocate semplici e veloci, ma anche la pazienza. È prima di tutto un fatto di mentalità, di crescita. Con i centrocampisti abbiamo avuto poca personalità nel guardare avanti». E poi, quando in conferenza gli hanno sottolineato la modesta cifra tecnica di troppe riserve in rosa, a cominciare da Karamoh e Pedersen: «Non sono d’accordo, ma voglio di più perché ci sono giocatori che possono dare di più. La stagione sarà lunghissima: servono 22 giocatori, non solo 11. Ho anche bisogno di vedere lo spirito giusto, quello che ha mostrato Njie quando è entrato»: l’ex Primavera 19enne, che ha davvero sorpreso tutti per doti tecniche offensive, atletismo, dribbling, fame e grinta nei recuperi. E l’ennesimo flop di Karamoh? «Deve migliorare nei dialoghi in attacco, è vero. Ma è anche giusto sfruttare tutti e motivarli, dando loro le stesse opportunità. È stato tutto il contesto del primo tempo che ci ha visto andare troppo lenti. Nel secondo anche Pedersen è migliorato. Però è vero che quando dobbiamo fare la partita, come si è visto anche con il Lecce (0 a 0 senza un tiro nello specchio, ndr), non siamo bravi a trovare il buco giusto».
    I problemi in difesa
    E nella fase difensiva? «Dobbiamo aiutarci di più se un compagno viene saltato, bisogna prevederlo nei movimenti sul campo, non siamo ancora bravi in questo». E sul gol di Haas al 90’ da angolo, con Linetty e Dembelé spettatori: «Sulle palle inattive è già il 2° gol che prendiamo, era successo anche a Verona. Bisogna essere più cattivi, sono tutti dettagli e meccanismi da migliorare. Come le reti incassate a fine partita», un altro buco nero che tante volte inghiottì Juric: già 4, considerando le 2 pere ingurgitate a San Siro, il 2° gol del Verona e appunto quello dell’Empoli. Pedersen non sarà mai Bellanova, e bisogna dire grazie a Cairo: mai dimenticarlo. A centrocampo, rinunciare a Ricci ci pare esiziale (meglio se con dentro anche Ilic).
    Sulle fasce, al momento non si può sperare di meglio se non dalla coppia Lazaro-Sosa, augurandoci però che il croato cresca negli affondi. E in attacco soltanto Sanabria (ma se è in vena e non capita sempre, anzi) ci pare all’altezza di sostituire temporaneamente Adams (Zapata, invece, è intoccabile per capacità e potere trascinante: però ha 33 anni e va gestito per i ben noti affaticamenti muscolari). Il Torino ha 2 o 3 giocatori di qualità superiore, 12 o 13 più o meno catalogabili in una medesima categoria, e poi fine: la cifra tecnica crolla e la personalità lascia a desiderare. Cairo è solito pretendere l’Europa, dai suoi allenatori. Pretendesse anche tutti i rinforzi necessari da se stesso, una buona volta! P.s.: se lo ricorda di aver venduto anche un leader per il Toro quasi universale come Buongiorno, vero? LEGGI TUTTO

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    Diretta Torino-Lecce ore 15: dove vederla in tv, in streaming e probabili formazioni

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    Dove vedere Torino-Lecce: streaming e diretta tv
    L’incontro tra le formazioni di Vanoli e Gotti è in programma domenica 15 settembre alle ore 15 presso lo Stadio Olimpico Grande Torino. L’evento sarà trasmesso in diretta streaming sulla piattaforma Dazn e in tv sul canale Sky Zona Dazn 2 (215).
    Segui la diretta di Torino-Lecce su Tuttosport.com
    Torino-Lecce: le probabili formazioni
    TORINO (3-5-2): Milinkovic-Savic; Masina, Coco, Vojvoda; Lazaro, Ilic, Linetty, Ricci, Pedersen; Zapata, Adams. Allenatore: Vanoli.
    A disposizione: Paleari, Donnarumma, Walukiewicz, Maripan, Bianay Balcot, Sosa, Dembelé, Tameze, Gineitis, Ciammaglichella, Karamoh, Sanabria, Njie. 
    Indisponibili: Schuurs, Vlasic.
    Squalificati: nessuno.
    Diffidati: nessuno.
    LECCE (4-2-3-1): Falcone; Gallo, Baschirotto, Gaspar, Guilbert; Pierret, Ramadani; Morente, Oudin, Pierotti, Krstovic. Allenatore: Gotti.
    A disposizione: Fruchtl, Samooja, Borbei, Pelmard, Jean, Bonifazi, Berisha, Rafia, Coulibaly, Marchwinski, Helgason, McJannet, Rebic.
    Indisponibili: Banda, Kaba, Sansone.
    Squalificati: Dorgu.
    Diffidati: nessuno.
    Arbitro: Colombo (Como). Assistenti: Mastrodonato-Di Giacinto. Quarto Ufficiale: Rutella. Var: Guida. Ass.Var: Paganessi. LEGGI TUTTO

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    “Il Toro può lottare per l’Europa. Coco, la sua valutazione tra due anni…”

    «Ho ancora addosso l’adrenalina del mercato. È stata un’estate molto complicata e faticosa. Ci siamo salvati solo a fine stagione, poi subito dopo ho dovuto lavorare per la conferma di Gotti. Quindi le trattative per dargli la rosa giusta. Si è alzata molto l’asticella della lotta per evitare la retrocessione. È stato un mercato duro, estenuante, complesso». Ma a 74 anni lei continua a vivere una primavera dopo l’altra: è ammirevole per come mescola competenza e passione. «Da leccese quale sono, di Vernole, lavorare per la mia terra, per il Salento e i salentini mi dà una carica pazzesca e mi fa stare bene. Il Salento ha un milione di persone legate visceralmente al Lecce. La squadra coincide con l’identità del territorio e di un popolo. Per me, per il presidente, per tutti noi non deludere le aspettative dei tifosi è un’esigenza quasi sacra. Il senso di appartenenza è condiviso. Per noi significa responsabilità maggiori. Ma anche gli stimoli sono più grandi». Sua moglie le chiede ancora quando smetterà? «No, si è arresa. Tutte le mattine mi alzo con una voglia pazzesca. E lei sa cosa desidero». Ovvero? «Il mio sogno è morire in pista come i cavalli di razza». Parliamo di vita, Pantaleo! «Mia moglie me lo ripete sempre: credevo di aver sposato un sottufficiale, ma appena due giorni dopo il matrimonio lasciavi l’Aeronautica Militare e diventavi il ds della squadra del tuo paese in Terza categoria. Ed è vero, eh! A febbraio festeggeremo i 50 anni di matrimonio, ma anche di carriera. Dal Vernole alla Champions. Oltre mille partite da ds dalla Terza categoria alla B. E nel corso di questo campionato arriverò a 700 gare in A, di cui 300 nel Lecce tra il mio primo e il secondo ciclo, dopo Bologna e Fiorentina. In testa ho una cosa sola: la terza salvezza di fila. Sarebbe un record nella storia del Lecce». E le ambizioni di Sticchi Damiani? È facile lavorare con lui? «La domanda deve essere posta così: come mi trovo a lavorare con lui? Bene, benissimo. Mi supporta e mi sopporta. Portiamo la stessa bandiera, per noi il Salento è bellezza. Anche gli altri soci del club sono tutti figli di territorio come noi due. Siamo un laboratorio di idee condivise. Saverio è molto ambizioso, ma la realtà ci obbliga anche a stare coi piedi per terra. Ancor oggi lo ringrazio per l’opportunità che mi ha dato di tornare a Lecce, 4 anni fa. Il presidente ha un senso di appartenenza fin viscerale per il territorio. Ogni volta raddoppia gli impegni e i sacrifici per far crescere il Lecce, per migliorare le strutture e dare continuità. E lo facciamo con una sana gestione attraverso un modello di calcio sostenibile, grazie al mercato. Restando tra le squadre più giovani del campionato. Il presidente ha molto a cuore anche la realizzazione del nuovo centro sportivo per la prima squadra e il vivaio: tra poco inizieranno i lavori, sarà un gioiellino. Anche i miglioramenti dello stadio appartengono a questa prospettiva progettuale del presidente». Ma poi arriva un giorno, dopo il flop agli Europei, in cui Gravina vi accusa indirettamente per i troppi stranieri in Primavera… «Sembrava che il male del calcio fossimo noi! Assurdo! La nostra sana programmazione sia per il vivaio che per la prima squadra ci ha portato dalla B alla A e a rivincere lo scudetto Primavera, come nel mio primo ciclo. Mi ribolle ancora il sangue davanti a certe critiche ingiuste e irrispettose». Anche il Torino è stracolmo di stranieri. Idem altri club, ovviamente. Costano di meno, si sa, se non li vai a prendere nei campionati europei più importanti. «In base alle disponibilità che hai, devi cercare la qualità anche lontano nei mercati meno cari. Rischi di più nelle scelte, ma a costi inferiori. Quanti club italiani possono andare a fare acquisti in Premier, oggi? Non c’è altra scelta, in specie per i club mediopiccoli. E chi trova giovani talenti in campionati poco conosciuti deve essere applaudito per la bravura, non scambiato per il male del calcio italiano». Fiuto, conoscenze, scoperte e colpi sul mercato, garantendo quel calcio sostenibile di cui sopra: il suo marchio di fabbrica. Per dire: 1,6 milioni spesi per acquistare Pongracic, Gendrey e Blin, poi venduti per 26,5 milioni, quest’estate. «E io vi domando: con un milione e mezzo quanti talenti già formati avrei potuto acquistare in Italia? Esco da un’estate di fuoco con 12 operazioni in entrata e 19 in uscita. E con l’avvio di un ciclo tutto nuovo in Primavera: come sapete, sono il responsabile anche di quel mercato». Contratto biennale per Gotti. «La dimostrazione di quanto il presidente e io crediamo nelle sue qualità: moltissimo! E la sua mano si è di nuovo vista nell’ultima vittoria sul Cagliari: una prova fin eroica, in 10 per tutto il secondo tempo. Si è vista una squadra ben plasmata e che anche quest’anno ha una voglia enorme di sorprendere. E col Toro vogliamo rivederla, quella voglia: un’altra bella prestazione, insomma». Da quali giocatori si attende nuovi salti in alto? E poi c’è Rebic… «Falcone, Baschirotto, Dorgu, Berisha, Ramadani, Gallo e via dicendo sono già seguiti anche da grandi club. E come vedete ci sono anche degli italiani… Rebic, a 30 anni, ha scelto il Lecce per ritrovare motivazioni forti e tornare il giocatore che si laureò vicecampione del mondo e vinse lo scudetto col Milan. Confidiamo di aver trovato un giocatore importante che può darci una grande mano». A Gotti ha detto: «Dimmi con che modulo vuoi giocare e io ti trovo i giocatori adatti». Detto, fatto. Come nel Toro, promesse a parte… «Colgo sarcasmo». Coglie bene. «Scusate, ma io guardo al mio Lecce e per rispetto non commento mai il lavoro degli altri. E poi Cairo ha la mia stima, lo sapete». Gli ha parlato di recente? «Di recente no, ma tempo fa mi telefonò per farmi i complimenti per come facciamo calcio a Lecce. Un bel gesto, affettuoso». È di nuovo contestato, Cairo. «Io posso solo dire che mi dispiace per lui, conoscendolo. Ma, ripeto, guardo in casa mia, non altrove. So che la contestazione è scoppiata perché ha venduto giocatori importanti, ma a volte le società sono obbligate a fare così per il bene della squadra e dei bilanci, di fronte a giocatori che aspirano ad altri stipendi e ad altre ambizioni. È un problema, un dato di fatto che condiziona un po’ tutti i club, a livelli diversi. Nessuno vorrebbe vendere i propri giocatori migliori, dai… Ma ormai con la sperequazione economica che c’è, alcune cessioni sono quasi inevitabili. Quando Cairo tenne a forza certi giocatori, poi l’ha pagata. Parliamo delle belle operazioni fatte dal Toro in entrata? Innanzi tutto Vanoli: ha una tale esperienza internazionale che gli ha permesso di non far notare a nessuno il fatto che fosse all’esordio in A. Visto da fuori, sta lavorando benissimo. Esattamente come Gotti, ha conoscenze, carisma, cultura del lavoro, eclettismo tattico ed è anche una persona schietta e perbene. Il Toro ha cominciato benissimo il campionato per merito del nuovo tecnico, ma anche grazie alle belle operazioni realizzate dalla società. Difatti può anche lottare per l’Europa, con Vanoli e la rosa ben congegnata e completa che ha. Vendere bene, trovare ogni volta nuovi talenti a basso prezzo e fare anche risultato sul prato è la mia vita, ma direi che questo modello di calcio sostenibile è anche il metodo che sta seguendo il Torino di Cairo, ovviamente a un livello ben più alto. Uno come Coco, per esempio, subito partito alla grande, dopo due buoni anni in A potrebbe valere anche 25 o 30 milioni, cioè il triplo o il quadruplo di quanto è costato. O Adams, preso gratis: se si mette a segnare un po’ di gol pure in Italia, può valere anche 20 milioni, tra un po’». LEGGI TUTTO

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    Bellanova all’Atalanta, è ufficiale: “Bentornato Raoul”. Il comunicato del Toro

    Ora è davvero ufficiale: Raoul Bellanova lascia ufficialmente il Torino e si trasferisce all’Atalanta. Arriva a Bergamo a titolo definitivo in un’operazione che porta nelle casse torinesi circa 20 milioni di euro. Si conclude dopo una sola stagione l’avventura del difensore in maglia granata. Per il giocatore, cresciuto tra le giovanili del Milan, si tratta di un ritorno alla Dea dopo la breve esperienza nel 2020 durata poco più di sei mesi, che portò alla cessione al Bordeaux. Per lui, una lunga serie di prestiti, tra gli altri quello all’Inter, che lo hanno consacrato ad alti livelli, consentendogli di essere convocato anche dalla Nazionale Italiana.

    Tutto pronto quindi per la nuova avventura nerazzurra, con il Torino che ha salutato così il giocatore: “Il Torino Football Club comunica di aver ceduto all’Atalanta Bergamasca Calcio, a titolo definitivo, il diritto alle prestazioni sportive del calciatore Raoul Bellanova. Tutto il Torino ringrazia Raoul per il contributo offerto nella sua esperienza in granata e lo saluta augurandogli il meglio per il proseguimento della sua carriera”.

    Bellanova all’Atalanta, il comunicato

    Di seguito il comunicato con il quale l’Atalanta ha ufficializzato l’acquisto di Bellanova:

    “Atalanta BC è lieta di comunicare di aver acquisito a titolo definitivo da Torino FC il diritto alle prestazioni sportive del calciatore Raoul Bellanova, 24enne laterale milanese.

    Nato il 17 maggio 2000 a Rho, in provincia di Milano, ha fatto tutta la trafila nel settore giovanile del Milan fino ad essere più volte convocato in prima squadra. Nel gennaio 2019 viene acquistato dal Bordeaux che lo lascia in prestito in rossonero fino al termine della stagione, per poi portarlo in Francia in estate. Col Bordeaux esordisce all’età di 19 anni da titolare nella prima giornata contro l’Angers.

    Nel gennaio del 2020 torna in Italia per la sua prima esperienza all’Atalanta, in prestito. In maglia nerazzurra fa il suo esordio in Serie A nel match vinto per 6-2 contro il Brescia. A seguire una stagione al Pescara in Serie B e il ritorno nella massima serie a Cagliari dove – con 31 presenze, 1 gol e 2 assist – si guadagna la chiamata dell’Inter per la stagione 2022/23 che chiude con un bottino di 22 presenze complessive, fra cui la finale di Champions League contro il Manchester City, vincendo una Coppa Italia e una Supercoppa italiana.

    Lo scorso anno si trasferisce al Torino che lo acquista a titolo definitivo. In granata disputa una stagione da grande protagonista (36 volte titolare nelle 37 partite giocate in campionato), con all’attivo un rete e ben 7 assist-gol. Ha vestito tutte le maglie azzurre, dall’U15 alla Nazionale maggiore, disputando gli Europei due volte con l’U17, una con l’U19 (chiudendo al secondo posto) e altre due con l’U21. Al suo attivo anche un Mondiale con l’U20.

    Nel marzo del 2024 è arrivata la prima chiamata nella Nazionale Maggiore con cui ha esordito nel match amichevole contro l’Ecuador, prima di essere convocato agli Europei 2024 in Germania. La famiglia Percassi, quella Pagliuca e tutto il Club rivolgono un caloroso bentornato a Raoul, augurandogli le migliori soddisfazioni – personali e di squadra – in maglia nerazzurra”.

    Il messaggio di Bellanova sui social

    “È difficile scrivere qualcosa dopo aver provato delle emozioni così forti”: comincia così il saluto social di Raoul Bellanova al Toro dopo l’approdo all’Atalanta. “Dopo un anno si conclude un percorso che mi ha visto crescere come uomo e come professionista – spiega sul proprio profilo Instagram – ed è per questo che voglio ringraziare tutti: i tifosi, i miei compagni di squadra, mister Juric e mister Vanoli, la società, tutto lo staff medico e i magazzinieri. Quando ci si sente a casa non c’è bisogno di molte parole, ci si capisce al volo.. Vi voglio bene, grazie di tutto. Torino, sei stata casa”. LEGGI TUTTO

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    Pagelle Torino: Milinkovic-Savic, il volo giusto. Personalità da Ricci

    Milinkovic Savic 7: La parata che sfodera su Fumagalli è il biglietto da visita col quale si presenta ai tifosi per la nuova stagione. Gesto tecnico importante, perché consente al Toro di vivere una notte serena: pesa come un gol.
    Vojvoda 6: Il nuovo ruolo sembra un abito più adatto alle sue caratteristiche. Si è presentato con un piglio diverso, più di altri aveva bisogno di un cambio in panchina: in questa versione sarà una risorsa, soprattutto se riuscirà a limare qualche piccola sbavatura ancora persistente nelle sue prestazioni.
    Coco 6.5: Gli vengono chieste cose diverse rispetto a Buongiorno: tiene la posizione, imposta e non si appiccica sull’uomo. Esordio brillante.
    Masina 6.5:  Il livello di attenzione è molto alto. Non ha ancora la statura tecnica di Rodriguez, ma il Toro non sembra aver bisogno di un titolare nella sua posizione, semmai di una valida alternativa.-Dellavalle (42′ st) ng
    Bellanova 6: Ricordate l’avvio con Juric? Un incubo. Evidentemente le prime uscite non sono la sua materia: sbaglia qualche scelta, arriva col fiato corto sul fondo ed è impreciso. Meglio nella ripresa, quando coglie anche un palo.-Dembelé (20′ st) 6: Impatto positivo sul match: la corsia di destra è coperta.
    Linetty 6.5: Solito lavoro intelligente, con alcune mansioni più vicine al suo percorso pre-Toro: qualche inserimento interessante, qualche incursione più offensiva, abitudine consolidata negli anni alla Sampdoria. Anche Vanoli si affezionerà al polacco.- Tameze (21′ st) 6 Garantisce ordine.
    Ricci 7: Testa alta, visione dell’azione sempre nitida. Samuele ha tanto da conquistare: la cabina di regia del Toro, la nazionale da protagonista e un futuro radioso. Responsabilizzato rende ancora di più: non è più un giovane, ma una colonna granata. Il suo piglio lo dimostra.
    Ilic 6.5: Il mercato non esiste più. E lui si comporta da professionista serissimo, calato perfettamente nel contesto. La partecipazione nell’azione dell’autogol è la sua medaglia di serata: peccato per qualche fischio ricevuto al momento del cambio.-Karamoh (37′ st) ng
    Lazaro 6: Gli viene chiesto di stare di più dentro al campo. Ci prova, ma pare ancora un po’ frastornato. Non è facile convivere con le voci di mercato, ma è evidente che il Toro abbia bisogno di altro sulla sua fascia.
    Sanabria 5.5: La difesa del Cosenza gli legge ogni singola giocata. Così sparisce inesorabilmente dal campo.-Adams (20′ st) 7 Si gode un assaggino di calcio italiano: sono sempre in due su di lui. Eppure prende e porta a casa un assist, quello per Zapata: se non altro aumenterà la pressione su Sanabria.
    Zapata 7: Ingessato dai carichi di lavoro, il capitano si vede poco. Ma in area comanda sempre lui: il 2-0 è figlio di un innato senso del gol, che non sparisce nemmeno quando la condizione non è la migliore.
    All. Vanoli 6.5: Il Toro è ancora una materia oscura, una massa informe. Qualche idea del suo calcio si vede già, soprattutto nella valorizzazione di Ricci. Però bisogna tirare di più: il Cosenza ha corso pochi pericoli. LEGGI TUTTO

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    L’estate delle grandi sfide continua su Dazn, con Juventus, Inter, Milan, Roma, Lazio, Atalanta, Fiorentina e Torino

    TORINO – Su Dazn il calcio non va in vacanza e continua a offrire in app a tutti i tifosi di Juventus, Inter, Milan, Roma, Lazio, Atalanta, Fiorentina e Torino il meglio delle amichevoli estive della loro squadra del cuore, commentate dalle inconfondibili voci di Ricky Buscaglia, Edoardo Testoni, Riccardo Mancini, Dario Mastroianni, Gabriele Giustiniani, Alessandro Iori e Alberto Santi. Test stimolanti e affascinanti, che permetteranno ai calciatori di arrivare nella migliore condizione ai nastri di partenza della nuova stagione di Serie A 2024/2025 al via il 17 agosto, tutta solo su DAZN. Alle 17:00 di oggi la nuova Juventus di Thiago Motta scenderà in campo contro i tedeschi del Norimberga, in una sfida che promette scintille. Grande attesa, inoltre, per il 6 agosto alle 18:30, quando all’Allianz Stadium si sfideranno la prima squadra contro la Juventus Next Gen. Appuntamenti in programma per i bianconeri anche per il 3 agosto contro i francesi del Brest e l’11 agosto a Göteborg contro l’Atletico Madrid di Simeone.
    Inter e Milan, ecco i match su Dazn
    I Campioni d’Italia dell’Inter hanno all’orizzonte una serie di match amichevoli, per prepararsi al meglio alla nuova stagione. Il 27 luglio, dalle 19:30, i nerazzurri sfideranno gli spagnoli del Las Palmas per la prima volta in campo con la nuova maglia con le due stelle. Gli impegni continuano il 2 agosto, alle ore 19:30, contro il Pisa e il 7 agosto alle ore 20:30 contro la formazione saudita dell’Al-Ittih?d. Il cerchio si chiuderà l’11 di agosto, in quella che si annuncia essere la sfida più difficile e prestigiosa: dall’iconico Stamford Bridge, che ancora oggi evoca bellissimi ricordi ai tifosi nerazzurri, legati alla stagione del triplete, l’Inter farà visita al Chelsea del nostro Enzo Maresca. Calcio d’inizio alle 17:00.
    Il nuovo Milan di Paulo Fonseca sarà protagonista nell’edizione 2024 del Soccer Champions Tour 2024, la competizione su suolo statunitense che vedrà i rossoneri, il Real Madrid, il Manchester City, il Barcellona e il Chelsea sfidarsi in sei imperdibili match. Si comincia il 28 luglio alle 00:30 quando, allo Yankee Stadium di New York, il Milan affronterà il Manchester City di Guardiola. Spazio poi al “Derby d’Europa” contro il Real Madrid, in programma mercoledì 1° agosto alle 02:30. L’ultimo appuntamento del torneo per i rossoneri sarà il 7 agosto all’01:30, dove se la vedranno contro il Barcellona del neo Campione d’Europa Lamine Yamal.
    Roma e Lazio e non solo, sempre su Dazn
    Su Dazn c’è spazio anche per le due squadre della capitale, che dopo i primi test di inizio luglio alzeranno l’asticella, con incontri più impegnativi. La Roma di Daniele De Rossi se la vedrà il 3 agosto, a partire dalle 17:00, contro i vincitori della Conference League dell’Olympiacos. I giallorossi affronteranno anche il Coventry City alle 19:00 del 6 agosto e, infine, il 10 agosto andrà in scena l’amichevole contro l’Everton, alle 19:00.
    Da lì a poche ore la Lazio, invece, sfiderà il Frosinone che, dopo la retrocessione avvenuta nei minuti finali dell’ultima giornata contro l’Udinese, è determinato a tornare subito nel massimo campionato italiano. Calcio d’inizio alle 20:45.
    L’Atalanta di Gasperini quest’anno vuole continuare a stupire, dopo l’indimenticabile cavalcata che l’ha vista trionfare in Europa League. Sabato 27 luglio alle 15:00 la Dea potrà subito capire a che punto è con la preparazione estiva sfidando l’AZ Alkmaar in terra olandese. Martedì 30 luglio, alle 20:45, sarà tempo di Hull City vs Fiorentina, una partita che vedrà scontrarsi due squadre decise a lasciare il segno. Il 4 agosto alle 19:00, al Viola Park, arriva l’impegno con il Montpellier, mentre il 10 agosto alle 15:30 i ragazzi di Palladino concluderanno il precampionato con un’altra amichevole internazionale che si disputerà contro il Friburgo.
    Amichevole di prestigio anche per il Torino di Vanoli, che mercoledì 31 luglio sfiderà i francesi del Lione a partire dalle 20:00, in un confronto franco-italiano da grandi emozioni.
    Amichevoli e Soccer Champions Tour completano un’offerta estiva di grande sport che non si ferma al calcio: tutti i fan, infatti, potranno seguire in app, grazie ai canali Eurosport HD1 e HD2 e ai sei nuovi canali tematici di Eurosport disponibili su DAZN, i Giochi Olimpici di Parigi 2024. L’offerta di DAZN comprende anche tutte le partite di Serie A fino al 2029, il calcio internazionale con in esclusiva LaLiga EA Sports e le partite di Porto, Benfica e Sporting Lisbona della Liga Portugal Betclic, il basket con la Serie A, l’EuroLega e l’Eurocup, la Basketball Champions League, la nuova ricca offerta dedicata alla pallavolo che vede anche la SuperLega maschile e Serie A1 femminile dalla prossima stagione 2024/2025 e le edizioni del Campionato Mondiale 2025 e 2027, il grande fighting, selezionate partite di NFL e molto altro ancora. LEGGI TUTTO