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    Il portiere che va a canestro: Milinkovic Savic, idolo del Toro

    TORINO – Metti Vanja sotto canestro e lo spettacolo è assicurato. In occasione della Final Eight di basket ospitata dal Pala Alpitour, Milinkovic Savic è tornato alle origini: da portiere a giocatore di pallacanestro. Schiacciate da fuoriclasse sotto gli occhi dell’amico connazionale Teodosic della Virtus Bologna.

    Vanja Milinkovic Savic e Torino nel futuro

    Uno scambio di ruoli in vista del match con la Cremonese in Serie A, lunedì. Vanja che sta anche discutendo il prolungamento di contratto con il Toro: idolo assoluto dei tifosi, resta un portiere “diverso” da tutti. Anche perché lui schiaccia a una mano, manco fosse Jordan… LEGGI TUTTO

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    Milinkovic: il prossimo tuffo è sul rinnovo

    TORINO – Da portiere che faceva spesso correre un brivido lungo la schiena di allenatore, compagni e tifosi, a portiere che sta acquisendo una crescente sicurezza, tra i pali come nelle uscite. Il percorso è in divenire, il margine di miglioramento resta, ma indubbia e pure certificata dai numeri è la maturazione di Milinkovic-Savic. Soprattutto dall’esperienza vissuta al Mondiale in avanti. Aveva bisogno di fiducia dopo un lungo girovagare, e l’esperienza in Qatar a difesa dei pali della propria Nazionale gliel’ha data. Sulle palle alte attorno all’area piccola deve ancora trovare i tempi giusti, ma quando si tratta di uscire d’impeto sui piedi dell’avversario ha coraggio e giusta lettura dell’azione (come ha confermato a San Siro su Leao). E pure tra i pali – anche sulle palle basse che erano un po’ il suo tallone d’Achille – è decisamente salito di livello. Si diceva dei numeri: uno, in particolare, fotografa la bontà delle sue prestazioni. Milinkovic-Savic è quarto per percentuali di parate rispetto ai tiri incassati. Guida Falcone del Lecce con il 77,7%, quindi ci sono Provedel (Lazio) con il 77,2% e Musso (Atalanta) con il 77%. Dopodiché arriva Vanja con il 76,7%. LEGGI TUTTO

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    L'agente di Miranchuk: “A Torino sta bene”

    TORINO – Miranchuk e il Toro. Il trequartista russo è stato inserito al primo posto da Juric nella sua lista delle preferenze per quanto riguarda i riscatti. E per questo Davide Vagnati si è già messo in contatto con l’Atalanta per discutere il diritto fissato a 12 milioni. Ci sono da sistemare alcune clausole che ha posto il club nerazzurro per cautelarsi, visto che il contratto del giocatore scade nel giugno del 2024. Ne abbiamo scritto sull’edizione cartacea odierna di Tuttosport e sull’argomento è intervenuto Vadim Shpinev, agente di Aleksei Miranchuk, che ha parlato ai microfoni di Championat e ha commentato la situazione del suo assistito: «La decisione sulla possibile acquisizione di Miranchuk verrà presa nella parte finale del campionato. I club possono parlare tra loro, ma noi per adesso on ci pensiamo perché Aleksei è concentrato sul gioco. Ora si sente bene, questo avvantaggia la squadra e da parte sua cerca di giocare nel miglior modo possibile». Parole e concetti importanti per i granata. Porta aperta? Spalancata. Adesso dipende dal Torino chiudere con l’Atalanta e trovare, successivamente, l’intesa col giocatore. LEGGI TUTTO

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    Schuurs, occhio al derby: rischia di saltare la Juventus

    TORINO – Attenzione massima: quella che dovrà mettere Schuurs, lunedì contro la Cremonese, per evitare il cartellino giallo. L’olandese è infatti entrato in diffida, dopo aver preso un’ammonizione nell’ultima uscita a San Siro contro il Milan. Questo sempre che, per evitare il rischio di perderlo per il derby che arriverà dopo la sfida contro i grigiorossi, Juric non decida di risparmiare il centrale per la prova contro la squadra di Ballardini. Allo stato dell’arte le alternative ci sarebbero. Al tecnico croato manca Zima, ma con l’arrivo di Gravillon a gennaio le soluzioni restano comunque quattro: Djidji, Buongiorno, Rodriguez e appunto Gravillon. LEGGI TUTTO

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    Idolo assoluto del Toro: «Il mio nome è Piero, Piero Schuurs»

    TORINO – “Fermati Piero, fermati adesso – Lascia che il Toro ti passi un po’ addosso…”. Chiediamo perdono a De André, e al Piero di “La guerra di Piero”, se ci concediamo di portare su un campo di pallone una canzone che mette sullo spartito le atrocità della guerra. Ma grazie all’intervista realizzata da Torino Channel abbiamo saputo che Schuurs, Perr quando era in Olanda, in Italia è diventato Piero. E allora viene naturale sostituire il “vento” del testo di De André con Toro, immaginando che a cantare il verso siano i tifosi granata con l’intento di indurre il difensore a prolungare la permanenza al Filadelfia. Non sarà semplice, visto che in estate è prevedibile che Cairo sarà allettato da offerte superiori ai 40 milioni, per il cartellino del gioiello dell’Ajax. Al quale è ugualmente probabile verranno rivolte offerte faraoniche, parlando di contratto. LEGGI TUTTO

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    Torino, che peccato: svetta a San Siro ma il Milan ha Giroud

    TORINO – A San Siro, il giovane Toro gioca, spreca e perde. Perde perché il Milan ha Giroud, attaccante che fa la differenza, mentre gli uomini di Juric non hanno un bomber vero ma un attaccante camuffato da punta. Sanabria, infatti, si è divorato un gol nel primo tempo tutto solo davanti al portiere: questa la differenza che ha permesso ai rossoneri di dare una piccola pedata alla crisi e ricaricare il morale in vista del match di mercoledì a San Siro contro il Tottenham di Antonio Conte, dove sarà battaglia. LEGGI TUTTO

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    Milan-Torino, Dossena: “Granata più squadra”

     
    Beppe Dossena: una testimonianza di quella partita? 
     

    «Ricordo poche immagini, al di là del gol di Walter. Però le emozioni affiorano: fu una grandissima soddisfazione, vincere a Milano. A maggior ragione per me che ero nato e cresciuto a due passi da San Siro». 
     

    Quella vittoria vi diede lo slancio per vivere un campionato da protagonisti, chiuso al secondo posto alle spalle del Verona. 
     

    «Senza dubbio. E in proporzione lo stesso può succedere al Toro». 
     

    Ci spieghi? 
     

    «Innanzitutto l’occasione è ghiotta: il Milan ha valori tecnici superiori, ma i granata in questa fase sono più squadra, sono più compatti dei rossoneri. Il Milan è entrato in un loop pericoloso, mentre il Toro è più libero di testa. Vincere a Milano dopo i tre punti in casa e il successo in Coppa Italia avrebbe conseguenze pratiche legate alla classifica, e darebbe una carica potenzialmente decisiva, nell’ottica di puntare al settimo posto». 
     

    I rossoneri come possono uscire da questa complessa situazione? 
     

    «La fortuna del Milan si chiama Paolo Maldini. È il leader attorno al quale stringersi per ripartire. In questa fase è palese la difficoltà della squadra a ricevere ogni input, che sia tattico o motivazionale. Maldini ne ha vissute parecchie, ha esperienza nel gestire i rapporti, è la base sulla quale riedificare il Milan. Pioli sta incontrando evidenti difficoltà, ma ciò non toglie che gli vada riconosciuto il lavoro straordinario compiuto nella passata stagione. Lo scudetto è stato un capolavoro sportivo, e i meriti di Pioli nella sua conquista sono stati ampi. Di sicuro non aveva la squadra più forte, ma con la giusta alchimia e un prezioso lavoro tattico è arrivato davanti a tutti».Guarda la galleryTorino, porte aperte al Filadelfia: l’entusiasmo dei tifosi LEGGI TUTTO

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    Il Milan è da svegliare: (ri)scocca l’ora di Leao

    TORINO – Per tornare a volare, Stefano Pioli prova a affidarsi nuovamente a Rafael Leao. Dopo le due panchine consecutive con Sassuolo e Inter, l’attaccante portoghese ritroverà la maglia da titolare nella partita di questa sera contro il Torino, in un match estremamente delicato per la classifica e il momento del Milan. Lo farà andando a supportare, insieme a Brahim Diaz, Olivier Giroud nel tridente offensivo chiamato a ridare gol e fiducia a una squadra che non solo ha perso solidità difensiva, ma ha anche smarrito la fase realizzativa. Contro una squadra tosta e solida come il Toro, ritrovare lo spunto di Leao sarà fondamentale per cercare di invertire la tendenza. Nel corso della conferenza stampa pre gara, Pioli è stato interrogato sul tema Leao e ha risposto così: «Leao è importante per me e per la squadra. È tornato dal Mondiale, ha dovuto giocare subito molto bene a Salerno per poi perdere un po’ di brillantezza. Sta bene, è molto più felice quando gioca; lo vedo molto motivato e molto concentrato». Negli ultimi allenamenti, forse annusando il ritorno dall’inizio, Rafa è tornato a spingere con più determinazione negli occhi ed è quello che vuole vedere tutto il mondo rossonero da parte sua. Perché è nei momenti difficili che i grandi giocatori devono emergere e lui deve dimostrare di essere arrivato allo step successivo. D’altronde anche il suo primo mentore, Zlatan Ibrahimovic, nelle interviste concesse l’altro giorno a Sportmediaset e MilanTv ha voluto sottolineare come «ha fatto un anno fantastico, ha vinto il premio come migliore giocatore del campionato. Poi il contratto, altri club che ti cercano, il Mondiale e tutto il resto. Ma lui deve restare concentrato e pensare solo a giocare a calcio. Tutto il resto si risolve. È diventato più forte rispetto a un anno fa, solo che quest’anno tutti sanno chi è Leao, l’anno scorso invece erano meno concentrati su di lui. Ora invece sanno che è il più forte di tutti e stanno più attenti su di lui». LEGGI TUTTO