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    Torino, Berisha in tuffo tra Spezia e Reggina

    TORINO – Inutile nasconderlo, al Torino c’è il problema Etrit Berisha. Non è un caso, ci mancherebbe, visto che il numero uno albanese ha giustamente chiesto di giocare di più e il Torino gli ha fatto presente che intende puntare su Vanja Milinkovic-Savic che, tra l’altro, anche al mondiale sta confermando di essere un ottimo portiere. Chi l’avrebbe mai detto sino a pochi mesi fa?

    Berisha cerca squadra

    Detto questo, torniamo a Berisha. Davide Vagnati gli sta cercando una collocazione. In queste ore si è fatta avanti la Reggina di Pippo Inzaghi. Squadra di serie B ma seconda in classifica con l’ambizione di conquistare la Serie A. Una possibilità che il granata sta prendendo in serie considerazione anche se preferirebbe andare allo Spezia che dopo l’incidente a Dragowski. A questo punto i granata cercano un dodicesimo, oppure più semplicemente un terzo se decideranno di promuovere il giovane Gemello. Questa, infatti, è una possibilità concreta.
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    Il Toro vuole trasmettere le due amichevoli in Spagna in diretta tv

    TORINO – Agli ordini di Ivan Juric, il Toro ha ripreso la preparazione. Il secondo step sarà la tournée in Spagna. Lavori in corso per organizzare la doppia trasmissione su Torino Channel, il canale tematico del club: le partite si giocheranno vicino a Murcia (a San Pedro del Pinatar) il 10 dicembre contro l’Espanyol e il 16 contro l’Almeria. Entrambi gli incontri si disputeranno in orario pomeridiano, ancora da ufficializzare. Il Torino sarà in ritiro in Spagna dall’8 dicembre al 17. Una volta rientrata in Italia, la squadra di Juric disputerà altre due amichevoli contro la Cremonese (il 23 dicembre, in casa) e il Monza (il 28, in Brianza). Ripresa del campionato il 4 gennaio al Grande Torino contro il Verona. LEGGI TUTTO

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    Juventus, il gip di Torino: “Possibile buona fede sul caso plusvalenze”

    TORINO – La delicata situazione in casa Juventus sulla questione delle plusvalenze è stata commentata da Ludovico Morello, il gip del Tribunale di Torino che lo scorso 12 ottobre ha respinto le richieste di misure interdittive per Andrea Agnelli e gli altri indagati nell’inchiesta sui conti della società bianconera. Alla luce degli atti disponibili in quel momento, il giudice ha scritto che se la Juventus si è davvero attenuta alla prassi standard “risulterebbe difficile ipotizzare un discostamento consapevole, e quindi in definitiva doloso, dai corretti criteri di contabilizzazione delle poste”. Per Morello è comunque opportuno “un accurato approfondimento”, perchè la società potrebbe essere in buona fede. LEGGI TUTTO

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    Torino, in Spagna per la ripresa: amichevoli con l'Espanyol e l'Almeria

    TORINO – Comunicato del club ranata: «Il Torino FC sosterrà un periodo di lavoro in Spagna, a San Pedro del Pinatar, dall’8 al 17 dicembre, in preparazione alla seconda parte della stagione sportiva 2022/’23, che riprenderà mercoledì 4 gennaio con la partita di Serie A Tim contro l’Hellas Verona. Oltre agli allenamenti verranno anche disputati due test amichevoli di livello contro formazioni che militano nella Liga, il massimo campionato spagnolo: il primo, contro l’Espanyol, in programma sabato 10 dicembre. Il secondo, contro l’Almeria, venerdì 16 dicembre. Entrambe le sfide avranno luogo presso la Pinatar Arena». LEGGI TUTTO

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    Torino, Pellegri e i postumi dell'infortunio di Bologna

    TORINO – Non c’è mai pace fino in fondo per Pietro Pellegri. Incredibile come la sfortuna continui a perseguitare un ragazzo schiavo dei suoi tantissimi infortuni. L’ultimo in ordine di tempo è l’emblema della malasorte: si fa male immediatamente dopo il calcio d’inizio contro il Bologna, scivolando malamente sulla propria caviglia. Una caduta che gli costa l’uscita dal campo, ma anche i seguenti forfait contro Sampdoria e Roma (sebbene si sia seduto in panchina all’Olimpico, ma solo per onor di firma). Un vero peccato, perché Pellegri stava vivendo un momento magico. Poteva diventare il bivio decisivo della sua stagione: il gol pesantissimo contro l’Udinese, ma anche la grande prestazione contro il Milan lo avevano rilanciato. Pietro sembrava avesse imboccato il sentiero della continuità, ma ancora una volta il suo corpo ha avuto idee diverse. E la caviglia, quella uscita malconcia dalla sfida contro il Bologna, non è del tutto sistemata. Ieri al Filadelfia, infatti, l’attaccante granata ha svolto una seduta personalizzata. Non ha lavorato coi compagni a puro scopo precauzionale: meglio prepararsi nella maniera migliore possibile alla partenza per il ritiro a Murcia piuttosto che forzare la mano a 36 giorni di distanza dalla prima gara ufficiale del 2023 contro il Verona. Sullo stesso argomentoTorino: Pellegri vuole bruciare i tempiTorinoGuarda la galleryBologna-Torino, Pellegri che sfortuna: si fa male dopo 2 secondi

    Il recupero di Pellegri

    Pellegri adesso pensa solo a stare bene. Anche durante la sosta ha lavorato tantissimo: tanta palestra, tanti dettagli curati alla perfezione per rispondere presente alla ripresa. Per farsi trovare in perfetta forma da Ivan Juric, il suo primo grande estimatore. Il tecnico non si è mai tirato indietro sulle qualità del giocatore: «Pietro ha la potenza giusta e i movimenti idonei per poter diventare un centravanti moderno. Senza dubbio, ha molte cose ancora da imparare perché è giovane e ha ancora poca esperienza di campo nella sua carriera, però ha il merito di essere un ragazzo che vuole imparare tanto. Mi auguro che, ora, trovi la continuità fisica per acquisire anche una giusta sicurezza mentale». Tutto passa dalla testa, ma se c’è un ambiente in cui Pellegri può esplodere è proprio quello granata. Intorno a lui si respira tantissima stima: aspetto indispensabile per un ragazzo molto sensibile, per un attaccante che si nutre della fiducia di società e compagni. Juric ci ha creduto per primo a Genova e adesso l’attaccante classe 2001 vuole ripagarlo: con i gol e con grandi prestazioni. Con poche parole e tanti fatti, il modo giusto per coltivare il rapporto con un allenatore che fa decidere soltanto il campo. Si giocherà un posto con Sanabria, ma è chiaro che l’attaccante del futuro del Toro non possa che essere Pietro. Quando sta bene le potenzialità di Pellegri non hanno limiti.  

    Sullo stesso argomentoPellegri è ancora koTorinoIscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

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    Schuurs: Dubai, Filadelfia e una convalescenza che prosegue bene

    TORINO – La sua voglia di Toro è irrefrenabile. Non era scontato che Perr Schuurs si ambientasse così bene nei suoi primi mesi in Italia: il centrale difensivo olandese, arrivato in estate dall’Ajax per colmare il vuoto lasciato dalla cessione di Gleison Bremer alla Juventus, finora è stato sorprendente sotto ogni punto di vista. Era lecito aspettarsi che, sul terreno di gioco, avrebbe impiegato un po’ di tempo per assimilare i tatticismi del calcio italiano. In particolare, si pensava che trovasse maggiori difficoltà nell’impostazione difensiva di Juric: non tanto per i movimenti, molto simili a quelli della scuola olandese, quanto per lo schieramento a tre. Mai sperimentato, dunque motivo di curiosità e di apprendimento immediato. Schuurs ha subito capito il Toro, integrandosi alla perfezione nei meccanismi granata.

    Poi, durante la sfida contro la Sampdoria, il contatto con Amione al limite dell’area e la conseguente caduta dopo il fallo hanno portato al brutto infortunio alla spalla. La lussazione gleno-omerale alla spalla destra fortunatamente non ha avuto bisogno di un intervento chirurgico: spauracchio scongiurato con l’ultimo controllo effettuato il giorno dopo il pareggio di Roma. Ma la terapia conservativa comporta un lungo lavoro di fisioterapia, che Schuurs adesso svolgerà a Torino. Si è presentato ieri al Filadelfia: non era scontato, visto che avrebbe potuto proseguire la prima parte della riabilitazione in Olanda, ma ha voluto a tutti i costi esserci. Per stare coi compagni, per vivere l’atmosfera dello spogliatoio, per sposare in maniera ancor più avvolgente il Toro. E soprattutto perché sta meglio: non poteva esserci notizia migliore per Juric.

    Dunque, Schuurs è in Italia. Probabilmente – ma tutto dipenderà dalla velocità di ripresa dell’olandese – il 7 dicembre non partirà con la squadra alla volta di Murcia. Il Toro preferisce farlo restare al Filadelfia, per permettergli di recuperare con tutta la calma del mondo. Non perché non rappresenti una colonna della difesa granata, ma perché un’eventuale ricaduta costerebbe sicuramente l’operazione. Prospettiva da evitare a tutti i costi, visto e considerato che i tempi di lontananza dal campo si allungherebbero notevolmente. Schuurs ha riabbracciato i propri compagni di squadra, i quali nei giorni scorsi lo avevano festeggiato sui social in occasione del compleanno: l’olandese il 26 novembre ha infatti compiuto 23 anni. Nei giorni scorsi Perr si è goduto qualche giorno di relax a Dubai in compagnia della fidanzata, dedicandosi individualmente al recupero dall’infortunio alla spalla: aveva un programma fra palestra e piscina che ha svolto con estremo scrupolo. Schuurs, che avrebbe sognato di essere ai Mondiali ma si è dovuto accontentare di tifare a distanza i suoi connazionali in Qatar, è un professionista serissimo. Ma è soprattutto un giocatore forte: tecnicamente, fisicamente e mentalmente. Juric ha descritto così il suo primo approccio al calcio italiano: «Ha una mentalità pazzesca. Ci sono cose che fa veramente bene e altre in cui deve migliorare tanto. Sono convinto che abbia una grande visione di gioco e una velocità incredibile, ma per diventare un difensore importante deve crescere. Lavorare con lui è un piacere». Il tecnico non vede l’ora di ritrovarlo. Schuurs è una risorsa indispensabile: il suo arrivo a Torino lo deve alla caparbietà di Vagnati, il primo ad aver messo nel mirino uno dei talenti più brillanti in circolazione.
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    Torino, per Rossi servono 10 milioni

    In questi giorni Davide Vagnati sta letteralmente allargando gli orizzonti: il direttore tecnico granata, fresco di rinnovo sottoposto da Cairo e controfirmato dall’ex dirigente della Spal è in Qatar per seguire il Mondiale. Così da verificare dal vivo la possibilità di reperire un portiere di riserva – Berisha è in partenza – o magari un laterale di centrocampo, un interno che ripercorra le orme di Pobega, un trequartista se non un attaccante centrale. Per quest’ultimo ruolo un giocatore è piuttosto vicino, ma per giugno e non per l’immediato: il Toro ha posato gli occhi e quindi avviato la trattativa per Nzola, centravanti anche dell’Angola in scadenza con lo Spezia nel 2023. Per gennaio una soluzione può essere rappresentata da Shomurodov, detto che anche Joao Pedro può essere una soluzione utile per infoltire la trequarti come il reparto offensivo strettamente connesso agli attaccanti centrali.Sullo stesso argomentoJoao Pedro: voglia di Juric. Torino, operazione rinforziTorino

    Diego Rossi: l’ultimo nome per la trequarti

    Proprio per la trequarti l’ultimo nome emerso è quello di Diego Rossi, minuta ma rapida e incisiva ala da modulo a tre in avanti che, come Joao Pedro, gioca nel Fenerbahce. Là dove è approdato nel 2021 e dopo aver deliziato con il Los Angeles. La serie continua di reti messe a segno nella Mls (43 in 101 gare della stagione regolare) gli hanno spalancato le porte della Nazionale uruguaiana: 4 presenze e un gol, ma niente Qatar per un problema fisico. Un peccato, per un giocatore che da marzo scorso era entrato in pianta stabile nel giro della Celeste. Della quale, al netto dell’infortunio patito, sta diventando un protagonista grazie a numeri che confermano, anzi migliorano il trend avuto al primo anno in un campionato europeo. Nella passata stagione Rossi aveva collezionato 31 partite in Super Lig, con 6 reti e la bellezza di 9 assist, mentre nella Coppa nazionale e in Europa League i gettoni di presenza erano stati rispettivamente 2 e 6. Prima dello stop, nel massimo torneo turco in corso era invece sceso in campo in 12 occasioni realizzando 3 reti. Due gli assist: stesso servizio nelle 4 gare europee, mentre in 4 partite di Coppa turca ha sfornato già 3 passaggi vincenti.

    Sullo stesso argomentoPraet pronto a tagliarsi l’ingaggio per tornare al TorinoCalciomercato Torino

    I costi di Rossi e la pista Praet

    Numeri frutto di buone prestazioni che, oltre ad attirargli sempre più strette le attenzioni di Diego Alonso, ct dell’Uruguay, gli hanno fatto mantenere un certo appeal con conseguenti prezzi legati all’operazione non certo da saldo. L’entourage del giocatore fa sapere che per il cartellino servono non meno di 10 milioni di euro. Tuttavia il Fenerbahce, con cui ha il contratto fino al 2025, non vuole privarsene, e visto pure che una tal cifra a gennaio ha un peso specifico notevole, la trattativa potrà procedere lungo i binari di un prestito. Con diritto di riscatto in favore della società di Istanbul. Rossi è indubbiamente una possibilità importante, da vagliare anche sfruttando il fatto che il tecnico portoghese dei turchi, Jorge Jesus, propone uno schieramento a due punte non esattamente congeniale a Rossi. Il quale, soprattutto negli Stati Uniti, ha anche agito da attaccante centrale, come da trequartista dietro le punte, ma che sa in particolare esaltare le sue qualità partendo dalla corsia. Da dove ha naturale predisposizione nel saltare l’uomo e creare superiorità numerica. Una dote che, sposata alla cattiveria sotto porta evidenziata dai numeri sopra snocciolati, rendono Rossi un elemento che potrebbe rivelarsi molto prezioso, per il Toro. Che intanto si ritrova quest’oggi evidenziando proprio una certa carenza sugli esterni offensivi: Vlasic è al Mondiale con la Croazia, Radonjic sta rappresentando la Serbia. Buon per il tecnico granata che, al Filadelfia, ci sarà un Miranchuk che ha voglia di diventare un autentico valore aggiunto nella seconda parte del campionato (dopo la rete al Monza e quella molto importante segnata al Milan). Con Karamoh e Seck che anche potranno essere impiegati per costruire il tridente alle spalle di Pellegri e Sanabria. Scrivendo di trequartisti è poi obbligatorio tornare su Praet, ribadendo che il primo obiettivo resta il ritorno del belga. Con il giocatore la strada è in discesa, visto che il jolly del Leicester si è reso disponibile ad abbassarsi lo stipendio di un milione, per oliare un’operazione che terrà banco anche nel mese di gennaio. Più in salita è invece la via che porta al sì del club inglese. La distanza tra l’ipotesi di offerta e la richiesta più o meno ufficiale è ampia. Il Toro gira tra i 4 e i 5 milioni, il Leicester non deroga dalla richiesta di 9. Da corrispondere magari attraverso la stipula di un diritto con obbligo di riscatto. Aumentando da una parte, abbassandosi dall’altra, si può pensare a una via intermedia, ma pure a un Cairo obbligato a spendere almeno 7 milioni, per il cartellino di Praet
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    Praet pronto a tagliarsi l’ingaggio per tornare al Torino

    TORINO – Per Ivan Juric questo e altro. Che poi, detta così, è fin riduttivo, per quanto la presenza del tecnico sia fondamentale per il dipanarsi delle nuove trattative per Dennis Praet, sulla cresta dell’onda delle sue volontà. Per cui è meglio scrivere: per il Toro questo e altro. Perché Praet si è trovato a suo agio nella scorsa stagione a 360 gradi: protagonista in campo sulla spinta di una stima tanto conclamata quanto ripetutamente declinata dal tecnico croato, ottimi legami con i compagni, un buon rapporto con i vertici societari e una sintonia crescente anche con il mondo della tifoseria, ripensando a quanti applausi ha ricevuto Dennis nelle sue 23 partite di campionato. Non sempre e non tutte brillanti, d’accordo. Ma la qualità delle sue giocate, il suo estro e il suo senso tattico lo hanno portato più volte ad accendere la luce alle (e sulle) manovre della squadra: ben oltre le 2 reti e gli altrettanti assist-gol firmati. «Per me è insostituibile, tecnicamente è il giocatore di maggior qualità che ho e nessuno è bravo come lui a mantenere i raccordi tra il centrocampo e l’attacco»: copyright Juric 2021-’22.

    Un profilo di nuovo attuale

    Il belga, e questo si sa, si è scritto, si è ripetuto in queste ultime due settimane, è pronto a battere di nuovo i pugni sul tavolo del Leicester per riuscire una buona volta a liberarsi. A fine agosto la sua lotta finì nel nulla, si concluse con un pugno di mosche per l’intreccio “colposo” di due club distanti nel fatturato, ma anche nel balletto delle offerte e delle richieste. Troppo poco offrì il Toro, troppo continuarono a chiedere gli inglesi. Adesso ci risiamo: dopo mesi senza storia (Leicester nelle parti basse della classifica, Praet quasi sempre in panca con appena 2 presenze da titolare e 5 comparsate nei secondi tempi) e a fronte dei nuovi contatti tra Juric, Vagnati e il trequartista belga, il profilo di Dennis torna d’attualità per gennaio. E gli inglesi hanno già limato la cifra richiesta: ora sono scesi a 9 milioni di euro (8 più bonus come minimo, si può immaginare al momento), continuando a non prendere in considerazione un prestito con diritto di riscatto (nel caso, sì a un obbligo di acquisto non condizionato, invece).  

    Le cifre dell’accordo

    Ordunque, 9 milioni: questa è la cifra dispensata a quei procuratori e intermediari che hanno bussato per capire (in azione anche il Bologna, il Sassuolo e la Samp, che però non può andare oltre a un prestito con diritto, dati i guai societari e la crisi economica che attraversa). Emerge, ora, una disponibilità di Praet a favorire la ricerca di un accordo pure mettendoci del suo. E non poco. Anche perché il Torino non è disposto a raggiungere le cifre a oggi fatte baluginare dagli inglesi, valuta assai meno il belga proprio in considerazione della sua condizione ai margini. E tanto più avendo Dennis il contratto in scadenza già nel 2024, senza alcuna ipotesi di rinnovo. Nelle chiacchierate telefoniche più recenti con Vagnati, prima che il dt partisse per il Qatar, Praet ha dato la disponibilità ad abbassarsi decisamente l’ingaggio a costo di rimetterci parecchi soldi, così da venire incontro alle esigenze del Torino: che a gennaio cercherà un’intesa non solo con gli inglesi, ma anche col giocatore per sostituire il suo attuale contratto con uno tutto nuovo, vergato con l’inchiostro di Cairo.  

    La telenovela continua

    La durata al momento pianificata è di 3 anni e mezzo: dunque sino al giugno del 2026. In Inghilterra, “traducendo” la sterlina, Praet guadagna grossomodo 2,5 milioni netti di euro a stagione. Il Torino, però, vuole stare ben sotto quota 2. Più vicino a 1,5. Il belga ha compreso le problematiche che limitano il raggio d’azione di Vagnati. E si è detto disposto a scendere sotto i 2, anche se a tutto c’è un limite: uno sconto sino a 1,9 milioni netti a stagione, fors’anche 1,8 è nelle sue corde. Significa, da gennaio a giugno (6 mesi) una riduzione di circa 300 mila euro netti. A cui aggiungere altri 700 mila euro o giù di lì per la stagione 2023-’24, attualmente “coperta” dal contratto in essere col Leicester. Pur di tornare da Juric, insomma, Praet è pronto a rinunciare a una milionata di euro di qui a un anno e mezzo, rispetto a quanto guadagnerebbe se restasse in Inghilterra. Tant’è: andava detto, scritto, per sottolineare non solo le mire di Juric e il raggio d’azione di Vagnati, ma anche l’attivismo, l’impegno propositivo del belga. E così la telenovela Praet continua. 
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