TORINO – L’ultimo giocatore di fama internazionale uscito dalle giovanili della Nuova Tor Tre Teste, compagine dilettante di Roma, è Luca Pellegrini. Proprietà Juventus, oggi in prestito all’Eintracht Francoforte. Ma anche Kevin Bonifazi, centrale difensivo del Bologna, è cresciuto calcisticamente nel club rossoblù. Il vivaio è florido e fra i tantissimi talenti spuntati fuori c’è anche Francesco Dell’Aquila, nome del momento del campionato Primavera. Il Toro, a gennaio dello scorso anno, si è assicurato un gioiellino che sta già attirando l’attenzione di diverse big del calcio italiano. E soprattutto ha catturato l’occhio di Ivan Juric, che lo segue passo dopo passo: lo monitora in allenamento, con l’auspicio di portarlo nel gruppo della prima squadra in pianta stabile nel più breve tempo possibile. L’intuizione di prelevarlo dalla Spal (che lo comprò dalla Nuova Tor Tre Teste nell’estate del 2018) è nata da Ruggero Ludergnani, capo del vivaio granata. Ha suggerito a Davide Vagnati di inserire lui e il centrocampista Gvidas Gineitis (il lituano rinforzò subito la rosa di Federico Coppitelli nella scorsa annata, mentre Dell’Aquila è arrivato a Torino solo a luglio) nella trattativa con gli emiliani per Demba Seck, pagato quasi 5 milioni di euro: mossa azzeccata, che ha permesso al Toro di prelevare un ragazzo di grande valore, che l’anno scorso ha trascinato l’Under 18 della Spal allo Scudetto di categoria. Il suo procuratore è Stefano Antonelli. Già, proprio lui, che conosce molto bene il mondo granata. Nel 2007 divenne amministratore delegato del Toro per volontà del presidente Cairo: il mandato durò appena dodici mesi, prima che le strade si dividessero. C’è di mezzo il suo zampino – e quello del figlio Lorenzo, che sta muovendo i primi passi in questo ruolo – nel trasferimento di Dell’Aquila sotto la Mole. E ne parla con grande orgoglio, dopo le prime prestazioni superlative offerte dall’attaccante classe 2004 nella Primavera guidata da Giuseppe Scurto. Stupito anche lei da questo avvio di stagione di Dell’Aquila? Se lo sarebbe aspettato così decisivo già a questo punto del campionato? «No, non sono stupito. L’unica cosa che mi sorprende è la capacità di Francesco di andare oltre ad una condizione fisica non ancora ottimale, per via di una pubalgia che lo ha tartassato nel finale della passata stagione. Ma Dell’Aquila lo conoscono tutti: è uno dei 2004 più forti d’Italia, è stato bravissimo il Toro a metterci le mani prima degli altri».Com’è nato l’interesse del Toro? «L’intuizione determinante è stata di Ruggero Ludergnani, che lo aveva portato anche alla Spal dalla Nuova Tor Tre Teste. Cairo ha posto come condizione della chiusura dell’affare Seck per quasi 5 milioni di euro l’inserimento di Dell’Aquila nell’affare, cosa che ha creato non pochi problemi con la Spal, che però economicamente parlando non ha potuto dire di no a quella proposta. Il presidente è stato scaltro e si è fidato di Ludergnani, segno di un’unità d’intenti unica». Quali sono le altre squadre che hanno provato a prendere Francesco? «Il ragazzo era promesso sposo da tempo del Toro, che da fine gennaio lo ha seguito a distanza per quanto riguarda la parte fisica e alimentare. Mai nessun’altra squadra si è avvicinata concretamente al ragazzo: tutti sapevano che, prima o dopo, avrebbe vestito la maglia granata».Dell’Aquila ha già respirato un po’ di prima squadra. Fra quanto potrà essere pronto per Juric? «Dopo il gol da centrocampo contro il Cesena ho avuto modo di parlare con Cairo del ragazzo: non vogliamo bruciare le tappe, ogni cosa avrà il proprio tempo. Lui in questi giorni ha lavorato tantissimo con Juric ed è una grandissima fortuna: il bagaglio di competenze che il mister mette a disposizione è unico, per cui bisogna approfittarne. E come se Francesco stesse frequentando l’università del calcio».Quanto è stato rilevante il ruolo di Ludergnani in questa trattativa? «Ludergnani è stato indispensabile, perché è una persona che capisce di calcio e che sa perfettamente che oggi i giocatori offensivi, soprattutto gli esterni d’attacco che giocano a piede invertito, fanno gola a tutto il mondo. Francesco ricorda giocatori come Politano e Brekalo, ma la sua fortuna è anche quella di avere il gol nel sangue. In ogni caso, ci sarà tempo per crescere e per ambire a grandissimi palcoscenici».Infine, domanda da un milione di dollari: dove immagina Francesco fra 12 mesi? «In una prima squadra, sono sicuro che il Toro ci voglia puntare: è già un nome che frulla nella testa di Cairo. Mentalmente Dell’Aquila è molto avanti: ha voglia di fare sacrifici, di costruire il proprio futuro passo dopo passo e appena sarà al top dal punto di vista fisico farà ulteriori passi avanti. Non gli manca nulla per sfondare, deve solo continuare a credere in se stesso e nelle sue enormi capacità». LEGGI TUTTO