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    Torino, primi esami per Pellegri con l'Italia: Napoli in forse

    TORINO – Pietro Pellegri ko con l’Under 21 e tifosi granata in apprensione. Ecco come sta l’attaccante: ce lo spiega dalla redazione Marco Bonetto: «La sua partita con l’Inghilterra è durata una mezzora, poi è uscito per un problema muscolare. Il ragazzo sta rientrando dal ritiro azzurro. In mattinata è stato sottoposto a primi accertamenti strumentali dai medici dell’Italia. Dall’ambiente della Nazionale filtra un cauto ottimismo, non dovrebbe essere nulla di grave, ma la sua presenza a Napoli resta in forse. Se ne saprà di più lunedì, quando il Toro gli farà fare altri esami, a bocce ferme. Allora si capirà meglio l’entità dell’infortunio». L’attaccante è importante per la squadra di Juric perché fa rifiatare Sanabria, ma gli infortuni continuano a non dargli tregua. Ormai da alcuni anni. LEGGI TUTTO

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    Torino in ansia per Pellegri: l'attaccante ko con l'Under 21

    TORINO – Una brutta notizia da Pescara per il Torino, che deve incassare l’infortunio di Pietro Pellegri. Schierato titolare nel 3-5-2 azzurro dal ct Paolo Nicolato, il centravanti granata è stato infatti costretto ad uscire nel primo tempo dell’amichevole persa 2-0 dall’Italia Under 21 contro l’Inghilterra.
    Italia U21-Inghilterra U21 0-2: statistiche e tabellino
    Problema all’adduttore
    Con il risultato già indirizzato dalla doppietta segnata in avvio da Brewster, Pellegri ha provato a guidare la reazione degli azzurrini e ha cercato anche il gol al 21′, con un sinistro parato dal portiere inglese Bursik al 21′. Sette minuti dopo però il 21enne del Toro ha dovuto alzare bandiera bianca per un problema all’adduttore e lasciare il posto a Colombo. Uno stop che tiene ora in ansia i granata, con le condizioni del giocatore che saranno valutate nelle prossime ore. LEGGI TUTTO

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    Vanja Milinkovic Savic-Vlahovic, è già derby Toro-Juve

    TORINO – Vanja Milinkovic Savic-Vlahovic, è già derby Toro-Juve. Il portiere e l’attaccante sono in ritiro con la Serbia e concentrati sulla Nazionale. Poi, penseranno alla sfida stracittadina, da nemici carissimi: con Vanja che dovrà fermare il bianconero e blindare la difesa. Ma in ritiro anche con Radonjic, Lukic e Kostic è già partito il match più lungo dell’anno, tra sfottò e promesse. LEGGI TUTTO

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    Chiambretti esclusivo: “Juric, ti incollo al Toro!”

    MILANO – È il mattatore della presentazione dell’evento in cui viene presentato il nuovo progetto editoriale Sisal Tipster. Ma persino dal palco della nuovissima sede milanese della società Piero Chiambretti non può fare a meno di parlare di Toro. Sarà che il cuore granata batte forte anche in questi momenti, in cui, dopo la sconfitta con il Sassuolo, non è che ci sia proprio da essere contenti. Chiambretti era allo stadio sabato. Il riassunto della sua esperienza da tifoso, nelle sue parole. «Ultimamente mi è capitato di vedere una partita brutta. Sono tornato allo stadio dopo due anni e mi è capitato di vedere Torino-Sassuolo. Una partita orribile, al di là del risultato. Proprio una partita di una noia mortale. Anzi, visto che ci sono qui dei telecronisti, se devo fare una piccola critica è che a volte anche quando c’è una partita orribile come quella, si riesce a dire che ci sono numeri eccezionali da parte dei giocatori. Quando forse sarebbe meglio dire: è una partita bruttissima, cambiate canale!».  Chiambretti, ma al di là del Toro, cosa pensa di quanto sta accadendo in campionato dopo le prime giornate?  «È una Serie A nella quale fino a questo momento le squadre piccole sembrano giocare come le grandi e le grandi sono in difficoltà con le piccole. Si è ribaltato tutto, finalmente. Che poi era il sogno di tutti noi che siamo tifosi di squadre piccole. Anche se alcune grandi, vedi il Napoli, non hanno tradito le attese, che peraltro erano fredde da parte della propria tifoseria».   Secondo lei sarà un campionato che potrà riservare altre sorprese?  «Certamente, soprattutto perché c’è di mezzo un Mondiale in Qatar che in particolare modo alle squadre più forti riporterà in Italia tanti giocatori stanchi e molto abbronzati. Alcune squadre, poi, non facendo le coppe, vedi l’Atalanta, avranno qualche vantaggio in più rispetto alle squadre che oltre che a dover mandare i giocatori in Qatar dovranno pure giocare le Coppe».  Ha detto che non è stata un’esperienza piacevole tornare allo stadio dopo due anni e vedere un match come Torino-Sassuolo. Ci tornerà comunque al Grande Torino, magari dopo la sosta?  «La fede non si tradisce, quindi allo stadio tornerò sicuramente. Sperando però di vedere uno spettacolo migliore e forse una panchina un po’ più ricca».   Cosa manca in questo momento alla squadra?  «Oggi si vince più in panchina che in campo, perché il fatto di poter cambiare cinque uomini è quasi la metà della squadra e visto che la maggior parte delle squadre ne cambiano cinque nella seconda parte della partita, quelle che hanno più giocatori buoni in panchina solitamente vincono. Chi ha la panchina molto corta deve far giocare purtroppo undici giocatori per tutta la partita. Questo nel calcio di oggi veloce di pressing è un problema per chi non ha i cambi».  Le dispiace che manchi un po’ un’anima italiana a questo Toro? Forse avrebbe fatto comodo per compattare lo spogliatoio in un momento di difficoltà.  «That’s life, come si dice. Questo è il calcio di oggi, un calcio che ha troppi interessi, che vanno al di là della maglia e della bandiera. Si vende un giocatore anche per salvare il bilancio. Si vede perché i giocatori che sono padroni di se stessi preferiscono andarsene. Quindi su questo argomento diventa difficile avere un’opinione. Dopodiché, è chiaro che io ero affezionato a Belotti, ma se Belotti non vuole più stare al Torino, se ne vada».  Su quale panchina è più scomodo stare seduti in questo momento, sulla quella di Allegri o su quella di Inzaghi? 

    «Direi che tutti e due stanno in piedi, perché entrambe le panchine scottano».   Quella di Juric, invece? 

    «Io credo che quella di Juric sia una panchina solida. Anzi, nottetempo porterò del Bostik perché così ce lo incollo proprio il nostro tecnico alla panchina del Toro, per evitare che si stufi e scappi».  Chi si risolleverà più in fretta tra Allegri e Inzaghi?  «Secondo me, si devono dare una svegliata entrambi, perché probabilmente vivono di sicurezze che hanno avuto in periodi diversi delle loro stagioni, all’Inter, alla Lazio, alla Juve dei tanti scudetti. Ma tutto è relativo, oggi. Tutto è precario, quindi anche un modulo e anche una panchina».  La manda una letterina al presidente Cairo per Natale, con le richieste per il mercato invernale?  «Caro Cairo, diventa Babbo Natale!».
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    Toro, Milinkovic-Savic è pronto a tutto

    TORINO – Scommessa finora vinta, anche in questa stagione. Vanja Milinkovic-Savic, pure nelle sconfitte, non è mai naufragato. Anzi, è risultato determinante in diverse circostanze, dando grandi segnali di miglioramento. Il portiere serbo anche sabato ha garantito l’affidabilità che il Toro pretende per un ruolo così delicato. Anche perché in estate la società è stata molto chiara: niente abbagli di mercato sul tema relativo all’estremo difensore. Così sono tramontate, giorno dopo giorno, diverse piste che hanno riguardato da vicino la porta granata: da Gabriel a Dragowski, passando per Gollini e soprattutto Meret, il portiere preferito di Davide Vagnati alla fine rimasto al Napoli da titolare (facendo, peraltro, molto bene). Tutte le ipotesi di avvicendamento fra i pali hanno dovuto fare i conti con la stima, da parte di società e allenatore, per Milinkovic-Savic: quella del numero uno è stata una decisione collegiale, che ha messo d’accordo tutti. Anche perché il parco portieri è comunque ben assortito: Vanja cresce, Berisha è pronto in qualsiasi circostanza e Gemello è un ragazzo dal sicuro avvenire. In più, si è aggiunto anche Passador, portiere della Primavera fresco di convocazione con l’Italia Under 20. Per Milinkovic-Savic finora hanno parlato le prestazioni offerte: qualche piccola sbavatura rimane sempre, ma è riuscito a scrollarsi di dosso l’insicurezza che lo ha accompagnato fedelmente negli ultimi anni. Ora il classe ’97 è un uomo maturo, non più un ragazzino. E lo sta dimostrando, soprattutto durante la settimana. Perché il suo vero segreto è il lavoro quotidiano: continuo e costante.Guarda la gallerySerie A, i dati sui tiri in porta: Juve come Cremonese e Bologna. La classifica
    Titolare al prossimo Mondiale
    Ora il gigante di Juric è con la nazionale, del quale sarà il portiere titolare al prossimo Mondiale. Un’investitura pesantissima, ma anche meritata per la crescita portata avanti senza soste soprattutto nell’ultimo biennio. Sabato sera affronterà, insieme ai compagni granata Lukic e Radonjic, la sfida di Nations League contro la Svezia: tappa che dovrà portare la Serbia ad avvicinarsi alla massima competizione internazionale con fiducia e ottimismo, elementi indispensabili per diventare una delle rivelazioni in Qatar. Ma ci sarà ancora un esame per Milinkovic-Savic, contro un’altra formazione scandinava: martedì sera gli tocca il duello micidiale con Haaland, il fenomeno del Manchester City che guiderà l’attacco della Norvegia. Non è detto che il portiere del Toro giochi entrambe le partite, ma almeno in una delle due sfide verrà chiamato in causa. Dopodiché tornerà sotto la Mole per preparare la trasferta di Napoli, forte delle proprie certezze. Anche contro il Sassuolo, infatti, ha risposto alla grandissima e non ha colpe sul gol di: Alvarez, che ha permesso ai neroverdi di prendersi tre punti pesantissimi a Torino. Milinkovic-Savic non esce indebolito dal match, bensì responsabilizzato: sa di essere uno dei più in forma nella rosa granata e studia da vero leader, per guidare una squadra chiamata a riscattarsi nelle prossime partite. I prossimi tre step non saranno semplici: Napoli, Empoli e Juventus metteranno alla prova la tenuta di Vanja, ormai pronto a tutto.
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    Toro, Venturin esclusivo: “In Europa con i giovani”

    TORINO – Dal buio delle stagioni in Serie B alla luce dell’ultimo trionfo granata, la Coppa Italia di Mondonico nel 1992/1993, Giorgio Venturin con la maglia del Torino ha vissuto un caleidoscopio di situazioni e di emozioni. E oggi, con il cuore dell’ex e l’occhio dell’osservatore federale, guarda con interesse alla creatura che Juric sta forgiando da oltre un anno. «La mano del tecnico è evidente, la sua impronta è chiara: il Torino ha un’idea di gioco ben precisa, come ce l’aveva avuta anche il Verona in precedenza – l’analisi dell’ex centrocampista, sbocciato proprio nel vivaio granata negli anni Ottanta – Juric porta avanti da anni un calcio molto riconoscibile, in cui ogni pedina sa cosa l’allenatore voglia da lui. Poi riuscire a rispettare ogni consegna nel dettaglio è un altro paio di maniche, come si suol dire, ma mi sembra che il gruppo abbia anche la giusta personalità per farlo».Giorgio Venturin, a proposito di personalità: chi ha raccolto la pesante eredità lasciata in estate dai vari Belotti e Bremer?«Tutti e nessuno, nel senso che non mi pare ci sia un singolo dominante in questo contesto. Ma è il collettivo, come sempre con Juric, a fare la differenza. Numeri e schemi sono importanti, certo, ma oltre un certo segno non arrivano: a quel punto, contano gli uomini e la loro interpretazione dei concetti cari all’allenatore».E come sta il Torino, in questo senso?«Bene, perché ha elementi di livello che possono far sperare in un campionato che vada oltre l’ambizione più basilare di una tranquilla salvezza. Tra tutti, quello che mi ha impressionato di più finora è stato sicuramente Vlasic: è un giocatore di qualità, che può consentire alla squadra di fare un bel balzo in avanti».Fino a che punto, pensando alla classifica al termine della stagione?«Questo Torino ha tutte le carte in regola per disputare un campionato da primi dieci posti e restare agganciato al treno Europa. Poi, in primavera, si vedrà: quest’anno è un grande mistero, in sostanza si disputeranno due differenti annate in una. Può davvero succedere di tutto».

    Quindi non si sbilancia neanche nella lotta per lo scudetto?«Il pronostico, quest’anno, è più difficile dello scorso, quando comunque l’Inter sembrava lanciata verso il successo. Di sicuro ci sarà equilibrio fino alla fine, con almeno tre o quattro squadre in corsa: un bene per il prodotto Serie A, dopo troppi anni dall’esito scontato. Nel novero delle pretendenti vedo sicuramente le due milanesi e quel Napoli che, anche cambiando, ormai ha trovato il suo posto stabilmente ai vertici. Poi, dietro, dipenderà da tanti fattori: la Roma avrebbe bisogno di più continuità, la Juventus è già attardata ma ha una rosa molto importante. E anche l’Atalanta mi ha destato un’ottima impressione, però nei momenti cruciali ha sempre finito per dimostrare di aver qualcosa in meno rispetto alle altre».Il Torino può infilarsi subito dietro le grandi, dunque?«Perché no, anche se in questo momento forse al gruppo manca ancora un po’ di convinzione per crederci sempre fino all’ultimo. Prendo come esempio la gara di San Siro con l’Inter: l’ha addirittura persa allo scadere, ma persino con un pareggio sarebbe dovuto uscire dal campo con dei rimpianti».Cosa la induce a pensare positivo, al contrario?«La condizione atletica della squadra, che mi pare eccellente anche al di là delle difficoltà causate dagli infortuni. La forma del collettivo, in un calendario congestionato come quello di quest’anno, farà sicuramente la differenza. E la sta già facendo».Il principale problema di questo avvio di stagione risiede probabilmente nella difficoltà a trovare il gol: si tratta di una lacuna a livello di organico?«Non credo, personalmente ritengo Sanabria e Pellegri degli ottimi elementi. Certo: il paraguaiano non ha il gol che scorre nel sangue, ma ha una capacità di far reparto, di muoversi senza palla e di far salire la squadra che riscontro in pochi altri attaccanti».E Pellegri?«È stato condizionato un po’ dalla sfortuna per i tanti infortuni e forse anche un po’ da scelte sbagliate che gli hanno fatto perdere del tempo, ma si tratta pur sempre di un ragazzo del 2001: i presupposti restano molto importanti. Ha anche il gol nelle corde più di Sanabria, il suo fiuto è evidente fin dai tempi del Genoa: con il modulo di Juric sarà raro vederli in campo insieme, ma credo che assicurino dei buoni propositi per il proseguo della stagione».Quanto pesa la defezione estiva di Belotti, in questo discorso?«Il Gallo farebbe comodo a qualunque squadra, come farà molto comodo alla Roma quest’anno anche se è arrivato all’ultimo e a corto di preparazione. Fa specie vederlo in campo con una maglia diversa da quella granata, ma le bandiere nel calcio moderno vengono ammainate sempre più spesso. E poi le carriere, rispetto ai miei tempi, oggi sono più lunghe: prima o poi capita l’occasione per cambiare aria. E, nel suo caso, è stata anche una scelta lecita, visto che oggi il livello della Roma è superiore a quello del Torino. Resta il rammarico per un addio condito da troppi silenzi».Chi sarà il prossimo uomo di riferimento per questa squadra?«A me piace molto Buongiorno. Perché è cresciuto nel vivaio e perché è uno dei pochissimi italiani in rosa, ma anche per le qualità che sta effettivamente mostrando in campo. C’è un velo di tristezza nel constatare che sia l’unico prodotto del settore giovanile arrivato in prima squadra negli ultimi anni, quando anche i grandi club stanno invertendo la rotta e proprio il Milan con l’ex granata Pobega lo dimostra. Ma è un problema generale, come ribadito da Mancini in questi giorni».Da centrocampista a centrocampista: chi la stuzzica di più nella mediana granata?«Credo molto in Ricci, che è giovane e ha ancora grandi margini di miglioramento: ha la regia dentro, anche se all’occorrenza può agire da mezzala. Il salto dall’Empoli al Torino non è banale, quindi è normale sia servito un periodo di assestamento. Ma quest’anno potrà prendere sempre più le redini della squadra».E il non più capitan Lukic?«Quanto successo in estate è stato chiaramente un errore, una forzatura probabilmente nata da un consiglio sbagliato. Se la situazione è stata ricomposta dalla società senza drammi, però, immagino che le colpe non si sommassero tutte da una sola parte. L’epilogo è stato comunque positivo per il Torino, perché il ragazzo è di prospettiva e ha i tempi di gioco per agire davanti alla difesa. Anche se, per caratteristiche e movenze, lo vedo come una pedina un po’ più offensiva». LEGGI TUTTO

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    Torino: Pellegri-Sanabria, due mesi per non fallire

    TORINO – Sanabria e Pellegri hanno due mesi di tempo per segnare qualche gol e tenersi aperte le porte del Torino. Perché il problema  si sta ingigantendo. Senza reti la squadra non può andare da nessuna parte e questo lo hanno capito tutti. Per il giovane Pellegri sono stati investiti 5 milioni e Juric solo una volta lo ha fatto partire dall’inizio, addirittura contro il Sassuolo ha preferito Seck (un trequartista) alle punte. Una mossa che a livello psicologico avrà addirittura sgonfiato come una gomma bucata il morale dei due giocatori. Il Toro ha dato loro ancora un po’ di tempo anche perché gennaio è lontano. Prima ci sarà la lunga pausa dei mondiali e, quindi, con il campionato fermo ci sarà la possibilità di valutare la situazione con estrema calma. Vagnati, nel frattempo, si sta guardando attorno, soprattutto in Italia, per individuare un’eventuale prima punta da prendere nel mercato invernale. La partenza di Belotti, che tra l’altro a Roma non ha il posto da titolare e sta incontrando diverse difficoltà, ha ingigantito il problema. Probabilmente il Gallo ha capito l’errore, visto che è stato scartato da Mancini mentre al Toro giocava sempre ed era preso in considerazione dal ct. Insomma, in questa situazione hanno sbagliato un po’ tutti. Il Toro a non cercare il sostituto di Belotti e il Gallo ad andarsene da Torino.Iscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

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    Da Vlasic a Radonjic, un Torino mondiale in cerca di gol. Dilemma Seck

    TORINO – (e.e.) C’è un Toro mondiale che in Italia ha perso la via del gol. E allora ben vengano le Nazionali se restituiranno un po’ di verve ai granata. La Serbia punta su Vanja Milinkovic Savic, Sasa Lukic e Namanja Radonjic. E se  il portiere sta facendo il suo, ecco che l’aria di casa potrebbe ringalluzzire l’ex capitano e l’esterno. Nella Croazia c’è Nikola Vlasic che nel Torino si sta rilanciando, dopo la panchina al West Ham. Un valore aggiunto in cerca di conitnuità.Guarda la galleryTorino-Sassuolo, le pagelle granata: Schuurs dominatore, Buongiorno flop
    FORZA DEMBA E cerca un posto per il Qatar anche Demba Seck: incredibile ma vero, il Senegal lo vuole testare. Il ct Aliou Cissé lo ha chiamato in Francia per le due amichevoli programmate il 24 settembre contro la Bolivia e 27 contro l’Iran. L’attaccante-trequartista ha mostrato fin qui grandi doti di scattista, ma con la palla tra i piedi tanta approssimazione, per non dire dei tiri… Insomma, il materiale è grezzo e c’è da lavorare. Juric ci sta provando. La soluzione per ritrovare la via del gol passa anche da lui, ma se per davvero “impazzissero” Pellegri (ora va con l’Under 21 azzurra) e Sanabria sarebbe il top.
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