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    Toro, Milinkovic-Savic è pronto a tutto

    TORINO – Scommessa finora vinta, anche in questa stagione. Vanja Milinkovic-Savic, pure nelle sconfitte, non è mai naufragato. Anzi, è risultato determinante in diverse circostanze, dando grandi segnali di miglioramento. Il portiere serbo anche sabato ha garantito l’affidabilità che il Toro pretende per un ruolo così delicato. Anche perché in estate la società è stata molto chiara: niente abbagli di mercato sul tema relativo all’estremo difensore. Così sono tramontate, giorno dopo giorno, diverse piste che hanno riguardato da vicino la porta granata: da Gabriel a Dragowski, passando per Gollini e soprattutto Meret, il portiere preferito di Davide Vagnati alla fine rimasto al Napoli da titolare (facendo, peraltro, molto bene). Tutte le ipotesi di avvicendamento fra i pali hanno dovuto fare i conti con la stima, da parte di società e allenatore, per Milinkovic-Savic: quella del numero uno è stata una decisione collegiale, che ha messo d’accordo tutti. Anche perché il parco portieri è comunque ben assortito: Vanja cresce, Berisha è pronto in qualsiasi circostanza e Gemello è un ragazzo dal sicuro avvenire. In più, si è aggiunto anche Passador, portiere della Primavera fresco di convocazione con l’Italia Under 20. Per Milinkovic-Savic finora hanno parlato le prestazioni offerte: qualche piccola sbavatura rimane sempre, ma è riuscito a scrollarsi di dosso l’insicurezza che lo ha accompagnato fedelmente negli ultimi anni. Ora il classe ’97 è un uomo maturo, non più un ragazzino. E lo sta dimostrando, soprattutto durante la settimana. Perché il suo vero segreto è il lavoro quotidiano: continuo e costante.Guarda la gallerySerie A, i dati sui tiri in porta: Juve come Cremonese e Bologna. La classifica
    Titolare al prossimo Mondiale
    Ora il gigante di Juric è con la nazionale, del quale sarà il portiere titolare al prossimo Mondiale. Un’investitura pesantissima, ma anche meritata per la crescita portata avanti senza soste soprattutto nell’ultimo biennio. Sabato sera affronterà, insieme ai compagni granata Lukic e Radonjic, la sfida di Nations League contro la Svezia: tappa che dovrà portare la Serbia ad avvicinarsi alla massima competizione internazionale con fiducia e ottimismo, elementi indispensabili per diventare una delle rivelazioni in Qatar. Ma ci sarà ancora un esame per Milinkovic-Savic, contro un’altra formazione scandinava: martedì sera gli tocca il duello micidiale con Haaland, il fenomeno del Manchester City che guiderà l’attacco della Norvegia. Non è detto che il portiere del Toro giochi entrambe le partite, ma almeno in una delle due sfide verrà chiamato in causa. Dopodiché tornerà sotto la Mole per preparare la trasferta di Napoli, forte delle proprie certezze. Anche contro il Sassuolo, infatti, ha risposto alla grandissima e non ha colpe sul gol di: Alvarez, che ha permesso ai neroverdi di prendersi tre punti pesantissimi a Torino. Milinkovic-Savic non esce indebolito dal match, bensì responsabilizzato: sa di essere uno dei più in forma nella rosa granata e studia da vero leader, per guidare una squadra chiamata a riscattarsi nelle prossime partite. I prossimi tre step non saranno semplici: Napoli, Empoli e Juventus metteranno alla prova la tenuta di Vanja, ormai pronto a tutto.
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    Toro, Venturin esclusivo: “In Europa con i giovani”

    TORINO – Dal buio delle stagioni in Serie B alla luce dell’ultimo trionfo granata, la Coppa Italia di Mondonico nel 1992/1993, Giorgio Venturin con la maglia del Torino ha vissuto un caleidoscopio di situazioni e di emozioni. E oggi, con il cuore dell’ex e l’occhio dell’osservatore federale, guarda con interesse alla creatura che Juric sta forgiando da oltre un anno. «La mano del tecnico è evidente, la sua impronta è chiara: il Torino ha un’idea di gioco ben precisa, come ce l’aveva avuta anche il Verona in precedenza – l’analisi dell’ex centrocampista, sbocciato proprio nel vivaio granata negli anni Ottanta – Juric porta avanti da anni un calcio molto riconoscibile, in cui ogni pedina sa cosa l’allenatore voglia da lui. Poi riuscire a rispettare ogni consegna nel dettaglio è un altro paio di maniche, come si suol dire, ma mi sembra che il gruppo abbia anche la giusta personalità per farlo».Giorgio Venturin, a proposito di personalità: chi ha raccolto la pesante eredità lasciata in estate dai vari Belotti e Bremer?«Tutti e nessuno, nel senso che non mi pare ci sia un singolo dominante in questo contesto. Ma è il collettivo, come sempre con Juric, a fare la differenza. Numeri e schemi sono importanti, certo, ma oltre un certo segno non arrivano: a quel punto, contano gli uomini e la loro interpretazione dei concetti cari all’allenatore».E come sta il Torino, in questo senso?«Bene, perché ha elementi di livello che possono far sperare in un campionato che vada oltre l’ambizione più basilare di una tranquilla salvezza. Tra tutti, quello che mi ha impressionato di più finora è stato sicuramente Vlasic: è un giocatore di qualità, che può consentire alla squadra di fare un bel balzo in avanti».Fino a che punto, pensando alla classifica al termine della stagione?«Questo Torino ha tutte le carte in regola per disputare un campionato da primi dieci posti e restare agganciato al treno Europa. Poi, in primavera, si vedrà: quest’anno è un grande mistero, in sostanza si disputeranno due differenti annate in una. Può davvero succedere di tutto».

    Quindi non si sbilancia neanche nella lotta per lo scudetto?«Il pronostico, quest’anno, è più difficile dello scorso, quando comunque l’Inter sembrava lanciata verso il successo. Di sicuro ci sarà equilibrio fino alla fine, con almeno tre o quattro squadre in corsa: un bene per il prodotto Serie A, dopo troppi anni dall’esito scontato. Nel novero delle pretendenti vedo sicuramente le due milanesi e quel Napoli che, anche cambiando, ormai ha trovato il suo posto stabilmente ai vertici. Poi, dietro, dipenderà da tanti fattori: la Roma avrebbe bisogno di più continuità, la Juventus è già attardata ma ha una rosa molto importante. E anche l’Atalanta mi ha destato un’ottima impressione, però nei momenti cruciali ha sempre finito per dimostrare di aver qualcosa in meno rispetto alle altre».Il Torino può infilarsi subito dietro le grandi, dunque?«Perché no, anche se in questo momento forse al gruppo manca ancora un po’ di convinzione per crederci sempre fino all’ultimo. Prendo come esempio la gara di San Siro con l’Inter: l’ha addirittura persa allo scadere, ma persino con un pareggio sarebbe dovuto uscire dal campo con dei rimpianti».Cosa la induce a pensare positivo, al contrario?«La condizione atletica della squadra, che mi pare eccellente anche al di là delle difficoltà causate dagli infortuni. La forma del collettivo, in un calendario congestionato come quello di quest’anno, farà sicuramente la differenza. E la sta già facendo».Il principale problema di questo avvio di stagione risiede probabilmente nella difficoltà a trovare il gol: si tratta di una lacuna a livello di organico?«Non credo, personalmente ritengo Sanabria e Pellegri degli ottimi elementi. Certo: il paraguaiano non ha il gol che scorre nel sangue, ma ha una capacità di far reparto, di muoversi senza palla e di far salire la squadra che riscontro in pochi altri attaccanti».E Pellegri?«È stato condizionato un po’ dalla sfortuna per i tanti infortuni e forse anche un po’ da scelte sbagliate che gli hanno fatto perdere del tempo, ma si tratta pur sempre di un ragazzo del 2001: i presupposti restano molto importanti. Ha anche il gol nelle corde più di Sanabria, il suo fiuto è evidente fin dai tempi del Genoa: con il modulo di Juric sarà raro vederli in campo insieme, ma credo che assicurino dei buoni propositi per il proseguo della stagione».Quanto pesa la defezione estiva di Belotti, in questo discorso?«Il Gallo farebbe comodo a qualunque squadra, come farà molto comodo alla Roma quest’anno anche se è arrivato all’ultimo e a corto di preparazione. Fa specie vederlo in campo con una maglia diversa da quella granata, ma le bandiere nel calcio moderno vengono ammainate sempre più spesso. E poi le carriere, rispetto ai miei tempi, oggi sono più lunghe: prima o poi capita l’occasione per cambiare aria. E, nel suo caso, è stata anche una scelta lecita, visto che oggi il livello della Roma è superiore a quello del Torino. Resta il rammarico per un addio condito da troppi silenzi».Chi sarà il prossimo uomo di riferimento per questa squadra?«A me piace molto Buongiorno. Perché è cresciuto nel vivaio e perché è uno dei pochissimi italiani in rosa, ma anche per le qualità che sta effettivamente mostrando in campo. C’è un velo di tristezza nel constatare che sia l’unico prodotto del settore giovanile arrivato in prima squadra negli ultimi anni, quando anche i grandi club stanno invertendo la rotta e proprio il Milan con l’ex granata Pobega lo dimostra. Ma è un problema generale, come ribadito da Mancini in questi giorni».Da centrocampista a centrocampista: chi la stuzzica di più nella mediana granata?«Credo molto in Ricci, che è giovane e ha ancora grandi margini di miglioramento: ha la regia dentro, anche se all’occorrenza può agire da mezzala. Il salto dall’Empoli al Torino non è banale, quindi è normale sia servito un periodo di assestamento. Ma quest’anno potrà prendere sempre più le redini della squadra».E il non più capitan Lukic?«Quanto successo in estate è stato chiaramente un errore, una forzatura probabilmente nata da un consiglio sbagliato. Se la situazione è stata ricomposta dalla società senza drammi, però, immagino che le colpe non si sommassero tutte da una sola parte. L’epilogo è stato comunque positivo per il Torino, perché il ragazzo è di prospettiva e ha i tempi di gioco per agire davanti alla difesa. Anche se, per caratteristiche e movenze, lo vedo come una pedina un po’ più offensiva». LEGGI TUTTO

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    Torino: Pellegri-Sanabria, due mesi per non fallire

    TORINO – Sanabria e Pellegri hanno due mesi di tempo per segnare qualche gol e tenersi aperte le porte del Torino. Perché il problema  si sta ingigantendo. Senza reti la squadra non può andare da nessuna parte e questo lo hanno capito tutti. Per il giovane Pellegri sono stati investiti 5 milioni e Juric solo una volta lo ha fatto partire dall’inizio, addirittura contro il Sassuolo ha preferito Seck (un trequartista) alle punte. Una mossa che a livello psicologico avrà addirittura sgonfiato come una gomma bucata il morale dei due giocatori. Il Toro ha dato loro ancora un po’ di tempo anche perché gennaio è lontano. Prima ci sarà la lunga pausa dei mondiali e, quindi, con il campionato fermo ci sarà la possibilità di valutare la situazione con estrema calma. Vagnati, nel frattempo, si sta guardando attorno, soprattutto in Italia, per individuare un’eventuale prima punta da prendere nel mercato invernale. La partenza di Belotti, che tra l’altro a Roma non ha il posto da titolare e sta incontrando diverse difficoltà, ha ingigantito il problema. Probabilmente il Gallo ha capito l’errore, visto che è stato scartato da Mancini mentre al Toro giocava sempre ed era preso in considerazione dal ct. Insomma, in questa situazione hanno sbagliato un po’ tutti. Il Toro a non cercare il sostituto di Belotti e il Gallo ad andarsene da Torino.Iscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

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    Da Vlasic a Radonjic, un Torino mondiale in cerca di gol. Dilemma Seck

    TORINO – (e.e.) C’è un Toro mondiale che in Italia ha perso la via del gol. E allora ben vengano le Nazionali se restituiranno un po’ di verve ai granata. La Serbia punta su Vanja Milinkovic Savic, Sasa Lukic e Namanja Radonjic. E se  il portiere sta facendo il suo, ecco che l’aria di casa potrebbe ringalluzzire l’ex capitano e l’esterno. Nella Croazia c’è Nikola Vlasic che nel Torino si sta rilanciando, dopo la panchina al West Ham. Un valore aggiunto in cerca di conitnuità.Guarda la galleryTorino-Sassuolo, le pagelle granata: Schuurs dominatore, Buongiorno flop
    FORZA DEMBA E cerca un posto per il Qatar anche Demba Seck: incredibile ma vero, il Senegal lo vuole testare. Il ct Aliou Cissé lo ha chiamato in Francia per le due amichevoli programmate il 24 settembre contro la Bolivia e 27 contro l’Iran. L’attaccante-trequartista ha mostrato fin qui grandi doti di scattista, ma con la palla tra i piedi tanta approssimazione, per non dire dei tiri… Insomma, il materiale è grezzo e c’è da lavorare. Juric ci sta provando. La soluzione per ritrovare la via del gol passa anche da lui, ma se per davvero “impazzissero” Pellegri (ora va con l’Under 21 azzurra) e Sanabria sarebbe il top.
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    Toro, c’è da sciogliere subito il nodo relativo a Lukic: a tutti conviene l’accordo

    TORINO – R come recupero, R come rinnovo. Due operazioni non semplici, ma sulle quali il Torino sta lavorando con grande intensità perché le conseguenze sono più che importanti: diciamo necessarie. Sasa Lukic ha ripreso il posto da titolare tre settimane fa nella sfortunata trasferta di Bergamo ed è stato confermato da Juric nelle partite successive – Lecce, Inter, Sassuolo – sanando in modo definitivo la ferita aperta dall’ammutinamento che l’ha portato a rinunciare al debutto in campionato con il Monza (e che gli è costato la fascia di capitano). All’origine della decisione, c’era proprio la questione del rinnovo, che Vagnati e gli agenti del giocatore stanno trattando: con una tempestica blanda e su basi economiche non all’altezza dei desideri di Lukic, all’epoca. Nel frattempo, i discorsi sono ricominciati e soprattutto sono diventati decisamente più concreti, dal momento che è interesse di tutti arrivare a una soluzione positiva. Il centrocampista, partito per la Serbia con la quale giocherà due fondamentali partite di Nations League sabato a Belgrado contro la Svezia e martedì prossimo a Oslo con la Norvegia, ha il contratto in scadenza nel 2024 e guadagna 750.000 euro, una cifra ritenuta giustamente inadeguata alla crescita avuta nelle ultime stagioni. E infatti le parti stanno trattando ben altri emolumenti: Lukic chiede un milione e ottocentomila euro l’anno, il Torino per adesso è arrivato a proporne un milione e cinquecentomila. C’è ancora differenza, tuttavia la volontà comune induce a ipotizzare che la fumata bianca non sia così lontana.È chiaro che raggiungere in fretta l’accordo sarebbe prezioso anche per la serenità del giocatore, evidentemente scosso da quanto accaduto per arrivare a un gesto così clamoroso e censurabile alla metà di agosto. Le incomprensioni sono state chiarite, grazie anche alla mediazione di Juric che a Lukic proprio non vorrebbe rinunciare, come ha dimostrato rilanciandolo dopo le due gare in cui lo aveva spedito in panchina, contro la Lazio e a Cremona, per dare un segnale al mondo. Ma l’episodio non ha intaccato la stima né la fiducia dell’allenatore nei suoi confronti.Di più. Juric sta lavorando duramente anche per riavere il miglior Lukic, perché le prestazioni di questo inizio di stagione, pur non essendo state mai negative, non sono all’altezza di ciò che il serbo aveva mostrato in precedenza, come se non si fosse ancora calato completamente nel nuovo campionato a causa delle distrazioni contrattuali. Lukic con la società e con Juric è stato chiarissimo: il suo desiderio è sempre stato quello di restare al Toro, anche quando ha saputo di avere offerte da squadre di un certo livello, come per esempio la Roma. E dunque naturale conseguenza di queste riflessioni è un rinnovo che lo trasformi definitivamente in uno dei punti di riferimento imprescindibili della squadra che verrà e che lo liberi mentalmente per ritrovare i livelli della passata stagione: il Toro ne ha maledettamente bisogno. Anche per questa ragione l’operazione Rinnovo è segnata in rosso sulla metaforica agenda di Vagnati.Iscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

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    Toro, allenamenti speciali per Miranchuk e Ricci. Obiettivo Napoli già nel mirino

    TORINO – Per fortuna c’è la pausa. Anche perché così Juric potrà recuperare in pieno due giocatori importanti: Miranchuk e Ricci. Il russo, che al suo debutto in maglia granata a Monza era andato subito a bersaglio, rinforzerà la trequarti, considerato che soprattutto Radonjic sta incontrando difficoltà. E Ricci andrà a colmare il vuoto a centrocampo, visto che uno tra Linetty e Lukic avrà la possibilità di tirare il fiato. Il tecnico del Torino punta molto sui due giocatori per superare il momento complicato in seguito alle ultime due sconfitte consecutive: abbastanza indolore quella di Milano contro l’Inter, perché il Toro a San Siro ha giocato un calcio di livello, molto doloroso sotto l’aspetto psicologico e della classifica il ko di sabato sera contro il Sassuolo. Miranchuk e Ricci, quindi, in questi giorni al Filadelfia lavoreranno sulla parte atletica (a livello fisico sono guariti) per raggiungere la condizione migliore e scendere in campo dall’inizio nella trasferta, difficilissima, di Napoli alla ripresa dopo la sosta riservata alle Nazionali. Per loro, naturalmente, un lavoro personalizzato e molto intenso. Il Torino ha bisogno di quei due.Iscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

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    Torino, troppi finali fatali

    TORINO – La seconda sconfitta consecutiva materializzatasi nei minuti finali fa suonare il campanello di allarme al Torino e evidenzia difficoltà che risalgono alla passata stagione e che, evidentemente, non sono state risolte da Juric. Mancanza di concentrazione, disattenzioni inammissibili (sia la rete di Brozovic a un minuto dalla fine del tempo regolamentare la settimana passata contro l’Inter, sia quella di Alvarez al terzo minuto di recupero ieri contro il Sassuolo erano chiaramente evitabili) e tenuta atletica non all’altezza sono costate ai granata punti pesanti. In precedenza, le reti incassate nei finali di Monza, Cremona e Bergamo erano risultate ininfluenti. Ma il trend è lo stesso della passata stagione, quando il Toro nei dieci minuti conclusivi aveva subito dodici reti per un totale di quattordici punti buttati via. C’è molto da lavorare per il tecnico anche sotto questi aspetti.Iscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

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    Toro-Sassuolo, Juric prepara la sorpresa Seck

    Torino. Odor di sorpresa in attacco, questa sera per il Torino. Juric nella rifinitura ha infatti riprovato Seck da centravanti, come già in alcune fasi degli ultimi allenamenti dei giorni scorsi. Se giocherà lui, Seck, formalmente un jolly offensivo sin qui impiegato da ala o da trequartista nel 3-4-2-1, avrà alle spalle Radonjic, destinato a tornare dal primo minuto dopo la panchina iniziale di San Siro (stavolta è atleticamente a posto), e Vlasic, alla ricerca del quarto gol in granata. Se effettivamente sarà questa la soluzione nella gara di stasera contro il Sassuolo, a rimanere seduti tra le riserve saranno Sanabria e Pellegri. Una doppia bocciatura in un colpo solo? Soprattutto stupirebbe, nel caso, il confinamento del più giovane attaccante italiano, l’unico vero centravanti a disposizione di Juric, finora schierato titolare in campionato solo una volta, nella vittoria con il Lecce. Nella conferenza della vigilia, Ivan aveva ammesso il problema del gol che in più di una partita ha già attanagliato il Torino. Iscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO