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    Di Francesco: “Al Frosinone manca una cosa e con la Salernitana…”

    Testa al match casalingo con la Salernitana: “La partita con la Salernitana è delicata. Tutti pensano che la Salernitana sia spacciata, per me è una partita pericolosa. La ritengo la partita più importante della stagione. Ovviamente, siamo obbligati a vincere”.
    In sala stampa, Di Francesco ha aggiunto e concluso: “A questo Frosinone manca davvero solo l’esperienza. Questi ragazzi hanno poca esperienza, la vivono in una certa maniera, ma lo sapevamo. Stiamo crescendo e dobbiamo capire che esistono partite nelle partite. Ora serve la ciliegina che deve essere vincere e non solo giocare bene”. LEGGI TUTTO

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    Diretta Torino-Frosinone ore 15: dove vederla in tv, in streaming e probabili formazioni

    Torino-Frosinone: quote e consigli sulle puntate
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    Dove vedere Torino-Frosinone streaming e diretta tv
    Torino-Frosinone, gara valida per la 33ª giornata di campionato e in programma alle ore 15 allo stadio Olimpico di Torino sarà visibile in diretta in streaming su Dazn. In alternativa, sarà possibile seguire la cronaca testuale della sfida live sul nostro sito
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    Le probabili formazioni di Torino-Frosinone
    TORINO (3-4-2-1): Scuffet; Milinkovic-Savic; Tameze, Buongiorno, Rodriguez; Bellanova, Linetty, Ilic, Vojvoda; Vlasic, Okereke; Zapata. Allenatore: Paro.A disposizione: Gemello, Popa, Lovato, Masina, Lazaro, Ciammaglichella, Kabic, Sanabria, Pellegri. Indisponibili: Djidji, Gineitis, Savva, Sazonov, Schuurs. Squalificati: Ricci. Diffidati: Linetty, Lovato.
    FROSINONE (3-4-2-1): Turati; Lirola, Okoli, Romagnoli; Valeri, Barrenechea, Mazzitelli, Zortea; Soulé, Reiner; Cheddira. Allenatore: Di Francesco.A disposizione: Cerofolini, Frattali, Monterisi, Lusuardi, Brescianini, Seck, Gelli, Ibrahimovic, Garritano, Kvernadze, Baez, Cuni, Kaio Jorge, Ghedjemis. Indisponibili: Bonifazi, Casom Harroui, Kalaj, Marchizza, Oyono. Squalificati: nessuno. Diffidati: Barrenechea, Oyono, Soulè.
    Arbitro: Rapuano (Rimini).Assistenti: M.Rossi e Mastrodonato.IV uomo: Camplone.Var: Valeri.Avar: Marini.
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    Il Toro riflette sull’allenatore: anche Gilardino tra i pensieri

    La situazione Juric

    E cominciamo da Juric. Il croato sembra arrivato al capolinea della sua esperienza granata. «Se non porto il Toro in Europa è giusto togliere il disturbo», ha dichiarato in più di una circostanza. Ma secondo i rumors anche l’eventuale conquista della Conference porrebbe fine al legame con il club. Il suo rapporto con la dirigenza, infatti, è deteriorato e diventa difficile adesso ricucire. Molte sue affermazioni non sono state gradite a Cairo, che per il bene della squadra ha sempre fatto buon viso a cattivo gioco. Solo una volta è sbottato: «Ma il Toro può andare avanti anche senza Juric…». Poi il silenzio assoluto con la speranza che la squadra, condizionata da alti e bassi, riesca a concludere la stagione con un risultato importante. E sotto stretta osservazione c’è anche il direttore tecnico Davide Vagnati, il cui contratto scade nel giugno del 2025, che in questi anni ha messo a segno buoni colpi, ma investito anche su giocatori apparsi mediocri o comunque non all’altezza del Toro (Warming, Gojak, Seck, Popa, Bayeye, Haveri, Ilkhan, per citarne alcuni).

    Gilardino o Palladino? 

    E allora, in attesa di valutare il lavoro di Vagnati, il presidente sta già pensando al nuovo allenatore. Qui torna alla ribalta (come alternativa a Palladino) Gilardino, che con il Genoa non ha ancora prolungato e difficilmente lo farà. Il tecnico piaceva tantissimo al direttore generale della Fiorentina, Joe Barone. La sua scomparsa ha complicato un po’ il quadro e nel frattempo i viola stanno riflettendo anche su Palladino. E qui si apre un duello di mercato tra il Torino e la Fiorentina, considerando che i loro attuali allenatori, per motivi diversi, prenderanno strade diverse. Di Juric abbiamo già parlato, mentre Italiano piace tanto al presidente Aurelio De Laurentiis.

    Dionisi e Vanoli da tener d’occhio

    Naturalmente in orbita Toro, anche se con meno forza, girano anche altri nomi. Alessio Dionisi, per esempio: quest’anno ha fatto male nel Sassuolo tant’è che è stato esonerato ma in passato ha ottenuto buoni risultati. Due anni fa, per la cronaca, era considerato uno dei tecnici emergenti del calcio italiano. Ha grande voglia di riscatto e potrebbe essere l’uomo giusto per una squadra come il Toro. Resta, comunque, un profilo interessante da tenere d’occhio. Così come quello di Paolo Vanoli, che sta cercando di portare il Venezia in Serie A. E, anche se poche in questo momento, non vanno trascurate neppure le possibilità di Rino Gattuso, anche se l’ultima esperienza a Marsiglia, conclusasi con l’esonero, ha ridimensionato di molto le sue ambizioni. 

    Toro, sfida al Frosinone

    Detto questo, si torna al campo, alla prossima sfida di campionato in programma domenica al Grande Torino contro il Frosinone, nella quale i granata si giocheranno le residue possibilità di restare aggrappati alle squadre che puntano ad un posto in Europa. Dopo il confortante pareggio nel derby contro la Juventus servono i tre punti per mantenere la speranza di significato forte alla stagione.  LEGGI TUTTO

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    Diretta Torino-Juventus ore 18: dove vederla in tv, in streaming e probabili formazioni

    Entrambi i club sono dunque chiamati a fare punteggio pieno, con la previsione tutt’altro che improbabile che possa trattarsi dell’ultimo derby per entrambi i tecnici. Il contratto di Juric, che di derby ne ha disputati 6, è in scadenza a giugno e per lui l’Europa è più un crocevia che una qualunque voce di bilancio da valutare nel complesso della stagione. Per Allegri, che ha la possibilità di superare Trappattoni e raggiungere il primato delle 14 vittorie contro il Torino, al momento non c’è altra via che allungare quanto più possibile la striscia di vittorie in Serie A e raggiungere la finale di Coppa.

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    Dove vedere Torino-Juventus: streaming e diretta tv

    Il match tra le formazioni di Juric e Allegri è in programma sabato 13 aprile alle ore 18 allo stadio Olimpico Grande Torino. L’incontro sarà trasmesso in streaming sulla piattaforma DAZN e sul canale 214 del satellite.

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    Torino-Juventus, le probabili formazioni

    TORINO (3-4-1-2): Milinkovic-Savic; Buongiorno, Masina, Vojvoda; Rodriguez, Bellanova, Linetty, Ricci; Vlasic, Zapata, Sanabria. Allenatore: Juric.

    A disposizione: Gemello, Popa, Lovato, Sazonov, Tameze, Ilic, Lazaro, Savva, Kabic, Okereke

    Indisponibili: Djidji, Gineitis, Pellegri, SchuursSqualificati: nessunoDiffidati: Lovato, Ricci

    JUVENTUS (3-5-2): Szczesny; Gatti, Bremer, Danilo; Cambiaso, McKennie, Locatelli, Rabiot, Kostic; Vlahovic, Chiesa. Allenatore: Allegri.

    A disposizione: Perin, Pinsoglio, Rugani, Djalò, Alex Sandro, De Sciglio, Miretti, Alcaraz, Nicolussi Caviglia, Weah, Iling Jr, Yildiz, Kean.

    Indisponibili: MilikSqualificati: nessunoDiffidati: nessuno

    ARBITRO: Maresca di Napoli. ASSISTENTI: Costanzo-Passeri. QUARTO UFFICIALE: Piccinini. VAR: Irrati. ASS. VAR: Di Paolo.

    Torino-Juventus: scopri tutte le quote LEGGI TUTTO

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    Torino-Monza, Milinkovic Savic e Di Gregorio: la porta per l’Europa

    Milinkovic-Savic e Di Gregorio i jolly di Juric e Palladino
    Serve la gara perfetta, a Toro e Monza, per conquistare tre punti che a questo punto del campionato hanno il peso specifico del piombo. Juric e Palladino la stanno preparando nei minimi dettagli, cucendo distanze, sviluppando azioni pericolose su calcio da fermo, trovando nuove soluzioni per arrivare alla conclusione. Che potrà essere vincente o meno in base all’incisività del tiro stesso, ma anche in virtù della reattività in porta di Milinkovic-Savic e Di Gregorio, rispettivamente a guardia della porta granata e biancorossa.
    Indubbiamente due portieri fin qui protagonisti di una stagione positiva. Il numero 32 del Torino non ha ancora cancellato tutti i difetti evidenziati prima di questo campionato, tuttavia ha inequivocabilmente migliorato il proprio rendimento, mentre Di Gregorio ha confermato, e anzi rinforzato l’ottima impressione che di lui si aveva avuta già nel 2022-23, annata del debutto in Serie A per il ventiseienne di Milano.
    Il quale in questo torneo è al secondo posto per numero totale di parate: sono 94, tre in meno di Falcone del Lecce che ne ha collezionate 97, e 7 in più di Montipò del Verona che è a quota 87. Chi occupa la quarta piazza? Milinkovic, autore di 84 interventi. Una statistica che premia i portieri che saranno avversari sabato: se è consequenziale che chi lotta per le ultime posizioni riceva tanti tiri in porta, e possa essere al vertice di questa speciale classifica, è invece più difficile occupare le prime posizioni se si gioca in squadre di media, alta classifica che tendenzialmente ricevono meno conclusioni.
    Pericolo trequartisti per il portiere del Toro
    Ma se per numero di parate totali è il serbo a inseguire il collega che lotta per entrare nel gruppo azzurro, per quanto riguarda i clean sheet, cioè le partite chiuse senza incassare gol, i fattori si invertono. La distanza è comunque minima: Milinkovic ha chiuso la porta per tutta la partita in 14 occasioni, a fronte delle 13 gare senza incassare reti terminate da Di Gregorio.
    Che appunto spera nell’attenzione nei suoi confronti da parte di Spalletti, a differenza di Vanja che invece è solitamente titolare del ruolo nella Serbia. O meglio, è risparmiato da Stojkovic quando la nazionale è impegnata in amichevole, mentre è regolarmente titolare quando i serbi sono impegnati in qualche competizione (nei due test appena disputati contro Russia e Cipro è rimasto in panchina).
    Diciotto, fino a qui, le presenze con la selezione del proprio paese da parte di Milinkovic, e 22 i gol subiti (5 le sfide chiuse senza subire alcun gol). I pericoli maggiori per il portiere del Torino – guardando al percorso del Monza – arriveranno dai trequartisti. Il miglior marcatore della squadra di Palladino è Colpani con 7 reti, ma dietro al centravanti unico che con larga probabilità sarà Djuric – ancora alla ricerca del primo gol nel Monza – ci sono anche Mota Carvalho con 4 gol e Maldini con 3. E Colpani, Mota e Maldini dovrebbero essere proprio i titolari alle spalle di Djuric.
    Decisamente prolifica, però, anche la stagione di Pessina, capitano dei brianzoli che in questo campionato ha segnato 5 volte. Il grande pericolo per Di Gregorio, invece, è ovviamente rappresentato da Zapata (10 reti, 9 nel Toro e una con l’Atalanta). Detto che Vlasic, tornato al gol a Udine, ha la ferma intenzione di aumentare sensibilmente il proprio apporto in fase realizzativa, da qui alla fine (con quella ai bianconeri il croato è salito a 3 reti). LEGGI TUTTO

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    Il Torino torna su Saldanha: idee mercato tra Sanabria, Zapata e Bonny

    Attacco granata: chi va e chi resta
    In tal senso e guardando alla prova di Udine è in questo momento Okereke la miglior spalla del sudamericano. Ma va riscattato e i 4 milioni stabiliti a gennaio con la Cremonese sono ritenuti troppi. Pellegri nel Toro non ha trovato la vena realizzativa, e a questo punto è bene vada a giocarsela altrove e possibilmente da titolare. Resta Sanabria: ha rinnovato e a inizio stagione era un inamovibile, ma ha segnato soltanto 4 gol e tatticamente non è il miglior compagno di Zapata. Tutt’altro che da escludere, quindi, la possibilità che dal Fila finiscano per andarsene ben tre attaccanti, a fine stagione. 
    Bonny e Saldanha sul taccuino di Vagnati
    Anche alla luce di questa prospettiva si legge l’attivismo di Vagnati, attento a più soluzioni per provvedere a quella che si annuncia come una probabile rivoluzione. Su Tuttosport di ieri si è dato conto dell’interesse per Bonny (21 anni da compiere), promessa del Parma con il talento per gli assist che ha una valutazione di poco inferiore ai 10 milioni. Un investimento importante, ma che il Toro potrà decidere di mettere a bilancio per dotarsi di un prospetto dal presente brillante e dal futuro potenzialmente dorato.
    Nell’immediato servirebbe però anche il giocatore più esperto: per questo il dt granata è tornato a sondare il terreno per Saldanha, centravanti brasiliano che nel Partizan sta segnando gol a raffica, ben 16 in 22 partite del campionato serbo. Costa come Bonny, qualcosa in più visto che il club di Belgrado chiede 10 milioni e non è intenzionato a effettuare sconti. Alto, ma all’interno dei parametri della società granata lo stipendio, fissato in un milione e mezzo netto l’anno. Il conto totale per i due cartellini, prevedendo cioè di prendere sia Saldanha che Bonny, fa 20 milioni.
    Sanabria e l’ipotesi cessione
    Metà dei quali potranno entrare dalla cessione di Sanabria. Elemento fin qui venuto un po’ a mancare, in quella che invece sarebbe dovuta essere l’annata della sua conferma, dopo le 12 reti della scorsa Serie A. Mentre se i granata faticano a entrare nelle prime otto posizioni della classifica, è anche e soprattutto a causa dei pochi gol messi a disposizione dal paraguaiano e da Vlasic (parzialmente riscattatosi con la rete di Udine).
    Chiaro che i gol di Saldanha – comunque realizzati in un campionato più modesto di quello italiano – ingolosiscano la dirigenza granata, alla feroce ricerca di un bomber da doppia cifra da schierare assieme a Zapata. Il Torino ha già provato a dare corpo alla coppia di attaccanti a gennaio, ma l’offerta formulata da Vagnati, e vincolata al tetto di spesa al tempo imposto da Cairo, non fu ritenuta sufficiente: 5, i milioni che erano stati messi sul piatto per arrivare a Saldanha.
    Ne servono il doppio, per accettare una ponderata scommessa: mantenendo il livello di reti attuali il brasiliano vedrebbe in breve tempo andare alle stelle la valutazione del proprio cartellino, ma l’altra faccia della medaglia è rappresentata dal balzo tra il torneo serbo e quello italiano. Sapesse adattarsi in fretta, i 10 milioni chiesti dal Partizan andrebbero stanziati e anche in tempi brevi. Una cifra analoga serve pure per arrivare a Laurienté, attaccante esterno del Sassuolo già seguito dal Torino. LEGGI TUTTO

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    Gineitis-Torino, è ufficiale il rinnovo di contratto: comunicato e dettagli

    Gvidas Gineitis ha conquistato tutti con le sue recenti prestazioni. E il Torino ha deciso di rinnovargli il contratto. Contro il Napoli, nella gara pareggiata al Maradona, ha giocato in modo convincente, catturando palloni e giocandoli con precisione. Juric l’ha sempre utilizzato con il contagocce – anche se nell’ultimo periodo ha invertito questo trend – però ne ha sempre apprezzato le capacità tecniche e di apprendimento. Un percorso di crescita importante quello che ha fatto il centrocampista lituano, arrivato a Torino nel gennaio del 2022. Già nelle sue prime presenze con la Primavera ha dimostrato qualità importanti tanto da convincere il tecnico a chiamarlo e tenerlo in pianta stabile con i grandi. Per lui è arrivato anche il meritato rinnovo, un segnale della fiducia che il club nutre nei suoi confronti. 
    Rinnovo Gineitis, il comunicato del Torino
    Il centrocampista lituano ha dunque messo la firma sul prolungamento di contratto con il club granata. L’ha meritato per le prestazioni sul campo e la costanza negli allenamenti oltre a rappresentare il futuro della società. Il Torino a gennaio ne ha bloccato la partenza – direzione Ternana – per concedergli più spazio in Serie A. Di seguito la nota pubblicato sul sito ufficiale: “Il Torino Football Club è lieto di annunciare di aver rinnovato il contratto per le prestazioni sportive del calciatore Gvidas Gineitis fino al 30 giugno 2028. Classe 2004, è giunto al Torino nel gennaio 2022 andando a rinforzare la rosa della formazione Primavera. Le sue qualità tecniche, la serietà e la costanza negli allenamenti lo hanno portato ben presto in orbita Prima Squadra. Ha esordito in Serie A il 10 febbraio 2023, a San Siro contro il Milan. Per lui in totale 17 presenze con la maglia granata e 12 con quella della nazionale lituana. Avanti insieme: buon lavoro e Sempre Forza Toro!”. LEGGI TUTTO

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    Buongiorno: “Orgoglio incredibile, 100 col mio Toro”. La strategia per tenerlo

    Nel volgere di pochi giorni a Napoli sono comparsi due nuovi monumenti: la “Venere degli stracci” di Michelangelo Pistoletto, opera d’arte nuovamente elevata in piazza del Municipio dopo l’incendio che la ridusse in cenere la scorsa estate, e Alessandro Buongiorno sul prato dello stadio Maradona. Al di là di tutto, la prestazione del difensore è stata letteralmente monumentale.
    Buongiorno vs Osimhen
    E tanto più perché al cospetto di Victor Osimhen, non esattamente l’ultimo arrivato, che arrivava difatti da 5 gol segnati in una settimana (Barcellona, Cagliari e Sassuolo; e sarebbero stati 6 in una dozzina di giorni, se avesse trasformato il rigore contro la Juventus). Alessandro gli si è appiccicato addosso come un’etichetta, lasciando al nigeriano il minimo sindacale in 90 minuti (due colpi di testa a lato e, da posizione defilata, un tiro addosso a Milinkovic-Savic).

    In carriera, in campionati diversi, gli era sì capitato di trovarsi in campo per una manciata di minuti o poco più in contemporanea con il bomber del Napoli (in 3 circostanze), ma mai se n’era dovuto occupare lui in prima battuta, in marcatura (toccò ai titolari Bremer o Schuurs, in quelle occasioni). Per la prima volta la materia è stata tutta sua fin dall’inizio. E il Mostro (inteso come straordinario centravanti, sicuramente fuori dal comune) manco a dirlo è rimasto a secco, dopo 4 reti segnate in altrettanti incontri contro il Torino.  
    L’orgoglio delle 100 presenze in granata
    Osimhen tagliava venerdì sera le 100 presenze in campionato con il Napoli. Il traguardo migliore lo ha però festeggiato il granata: 100 gare in granata tra Serie A e Coppa Italia. Su Instagram, Buongiorno ha scritto parole calde: “Con le unghie e con i denti, lottando su ogni pallone. Ottimo punto al Maradona dopo una grande prova di squadra. Un orgoglio incredibile aver raggiunto le 100 presenze con la maglia granata”. Orgoglio incredibile: senza alcun dubbio, conoscendolo.

    E rammentando il suo ingresso nel vivaio a 7 anni (mai abbastanza elogiato sarà Silvano Benedetti, fino a un anno fa responsabile della scuola calcio: lui lo scoprì). Non sono parole di prammatica quelle di Alessandro. Prima della trasferta a Napoli, dopo il rientro post infortunio con la Fiorentina (quando fece naufragare Belotti), rivelò a un amico tifoso di essersi persino stupito a sentire dentro di sé un legame per il senso del Toro ancor più radicato e profondo, se possibile: illuminante la sofferenza in tribuna a guardare i compagni perdere in modo beffardo contro Lazio e Roma.
    Verso Euro 2024
    Stiamo parlando di un giocatore, simbolo vivente, che a fine agosto aveva rinunciato anche a un sostanzioso aumento di stipendio e alla possibilità di giocare in Europa League con l’Atalanta pur di rimanere in granata. Del Toro è un leader nello spogliatoio e un trascinatore in campo, ben oltre il compito di direttore d’orchestra difensivo. Annulla i centravanti, crea ripartenze a getto ripetuto, segna non per caso: 3 gol in questo campionato. Dopo la trasferta di Udine volerà con Spalletti negli Usa per la doppia amichevole americana e per giugno ha già un posto garantito tra i convocati per gli Europei.

    Sarà sufficiente che continui così: non sono le presenze in azzurro (solo 2, finora) a fare la differenza, bensì la progressione geometrica che ha illuminato il suo decollo negli ultimi 18 mesi. Questo Buongiorno non ha prezzo per il Torino, nel senso che un monumento così lo trovi in casa raramente, in un quarto di secolo. Un rendimento coerente con quanto sin qui mostrato e un Europeo di buon livello potranno condurlo verso valori di mercato persino più alti di quelli attribuiti a suo tempo a Bremer (ben oltre i 40 milioni).
    Buongiorno e le voci di mercato
    Che sempre più squadre in Europa lo stiano seguendo è acclarato: una fenomenologia destinata ad allargarsi, per forza di cose. Sappiamo che Cairo e Vagnati ne hanno già discusso per gestire i sondaggi primaverili dopo l’assalto del Milan stoppato a gennaio, partorendo un’indicazione di partenza.

    In parole povere: dopo l’Europeo dovrà venire a galla una plusvalenza di ampio valore, tanto più in considerazione del mercato chiuso in passivo nella scorsa estate, ma l’importanza di Buongiorno è oggettivamente imparagonabile per l’incidenza che ha in campo, per i compagni nella vita di tutti i giorni e per i tifosi, in costante fibrillazione davanti alla gestione cairota.
    Obiettivo rinnovo
    Se possibile, il Torino eviterà di sacrificare proprio Alessandro. Piuttosto altri giocatori, meno determinanti per le fortune, l’immagine e la costruzione del domani. E una permanenza di Buongiorno sarà (sarebbe) anche gratificata da un adeguamento contrattuale: non tanto o non solo pensando alla scadenza del 2028, ancora sufficientemente lontana, quanto soprattutto al monte degli emolumenti. Che oggi ballano intorno ai 900 mila euro netti a stagione. Una cifra quasi risibile (ovviamente nel mondo dei “non” comuni mortali) di fronte all’impennata del suo valore nel calcio di oggi.

    Se davvero si vuole fare di tutto per trattenerlo, non contando solo sul suo amore per il Torino e la sua professionalità, bisogna anche voler aprire il portafoglio, alzare il suo stipendio a livelli da top player granata e costruire attorno ad Alessandro una rosa più forte e competitiva. Tutto il resto sarebbero soltanto chiacchiere (peraltro già conosciute a memoria e fastidiosamente ripetitive). LEGGI TUTTO