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    Missione Toro: a San Siro con Schuurs

    TORINO – Stringere i denti per regalarsi San Siro (si gioca sabato alle 18) e sfidare Edin Dzeko e Lautaro Martinez che, al netto della variabile Correa, dovrebbero essere gli attaccanti titolari scelti da Simone Inzaghi, tecnico dell’Inter. Questo sta facendo Perr Schuurs, penultimo arrivato nella rosa del Torino (l’ultimo è Yann Karamoh) ma rapido nell’apprendimento al punto da essere già una colonna della difesa granata. Un reparto nel quale ha trovato posto una prima volta a Cremona, quindi lunedì contro il Lecce confermando di possedere tutte le qualità che si erano manifestate allo stadio Zini. Cattivo il giusto in marcatura, lineare nella circolazione di palla, veloce nelle chiusure (negli occhi resta quella sullo zambiano Lameck Banda – avversario particolarmente veloce – lanciato a rete in Toro-Lecce). Ivan Juric – e il vice Matteo Paro che lo sostituirà a Milano essendo il croato alle prese con la polmonite – spera che l’olandese riesca a rimettersi pienamente dopo la botta alla caviglia subita contro i giallorossi. In tal caso toccherebbe nuovamente all’ex dell’Ajax, tendenzialmente in un reparto completato da Koffi Djidji e Ricardo Rodriguez. David Zima è recuperato, ma la prima alternativa a Schuurs sarebbe Alessandro Buongiorno.Iscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

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    Simona Ventura: “Che Juric! Con i giocatori che ha sta già facendo tanto per il Toro”

    MILANO – Ivan Juric ha il sangue granata nelle vene. Proprio come lei, come Simona Ventura. Un allenatore vero, con il dna da Toro «che va fatto lavorare, senza fretta». Un messaggio per i tifosi, per chi come lei, ancora oggi come ai tempi dei Granata Korps, soffre per questi colori: «Rimarrò granata a vita pur soffrendo ». L’ultima sofferenza? A Bergamo. Ma nessun dramma, perché «sul Torino ho imparato, avendo una veneranda età anche se dentro mi sento sempre 25 anni, che non bisogna lasciarsi andare in giudizi affrettati. Non mi ero esaltata quando il Torino era primo in classifica, non mi agito ora dopo aver perso una partita. Sennò avrei perso dieci fegati e non uno solo…».

    Come va presa la sconfitta con l’Atalanta?

    «L’Atalanta è una grande formazione, che lotta per un obiettivo diverso dal nostro. Lasciamo lavorare Juric, capisco i tifosi avendone fatto parte, ma con i giocatori che abbiamo stiamo già facendo tanto. Cerchiamo di andare avanti, cerchiamo di fare una politica sui giovani con le nostre scuole calcio. Questo sarebbe importante per noi, per il nostro futuro».

    Questo Torino piace a Simona Ventura?

    «C’è una buona base per cominciare…».

    E poi?

    «Poi la rissa tra allenatore e direttore sportivo checatutti vogliono dimenticare credo sia stato “un piede di porco” per rivedere cosa è il Torino, rivedere il cuore Toro. Il Toro è questo: è passione. Vuole dire anche scontri tra allenatore e direttore, tra allenatore e giocatori. È una cosa che non va bene certo, ma ha creato consapevolezza di cosa significa far parte del Toro. Per me è stato tutto positivo…».

    Juric è un allenatore da Toro?

    «Juric ha il cuore Toro. Il Torino ha dato via grossi campioni ma non ha perso l’anima. Ora bisogna lasciarlo lavorare. Sono sicura che ci toglieremo delle soddisfazioni ».

    Delusa da Belotti?

    «Gli amori possono finire. E per me Belotti doveva andare via molto tempo fa. Purtroppo le bandiere fanno molto fatica oggi…»

    Intanto i tifosi continuano ad avercela con Cairo…

    «Io lo conosco dal 94’, posso dire di averlo portato io al Torino in un momento molto difficile della società. La storia del Torino bisogna conoscerla. Dietro a Cairo non c’è un fondo internazionale. Non so quale multinazionale possa prendere il Torino e fino a quando non arriverà dico che è meglio tenerselo stretto».

    Lo “scudetto” del Torino per questa stagione?

    «Pensiamo in grande, non solo alla salvezza. Magari andremo in Europa, ma vorrei che ci fosse anche un dopo. Bisogna andarci e restarci, giocarsela… Se poi vengono fuori dei campioni come ad esempio Belotti o Bremer io sono contenta lo stesso».

    Sullo stesso argomentoIl Toro che vola e il mancato bingo di CairoTorinoIscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

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    Milinkovic-Savic, il Mondiale è tuo

    TORINO – La più grande vittoria di Davide Vagnati da quando è arrivato a Torino. Era rimasto il solo o quasi a credere nelle potenzialità di Vanja Milinkovic-Savic e adesso raccoglie meritatamente i frutti della sua sana ostinazione. La convinzione del ds, la scorsa estate, è stata ferrea: il serbo viene così designato come portiere titolare della prima stagione in granata di Ivan Juric. Il tecnico croato approva la mossa: gli dà fiducia, lo butta dentro nelle amichevoli e poi in campionato, venendo ripagato da un girone d’andata superlativo. Il Covid-19, però, spezza il ritmo di Milinkovic-Savic, che da fine gennaio in poi imbocca un tunnel di negatività che gli fa perdere il posto in favore di Berisha. Sembrava che quest’ultimo avesse ribaltato le gerarchie, anche perché il Toro ha provato a piazzare il fratello del laziale Sergej sul mercato. Niente da fare, così i granata hanno abbandonato le trattative per i potenziali sostituti: da Gollini a Gabriel, passando per Dragowski e Meret. Una volta spente le sirene sul possibile addio, Milinkovic-Savic si è rimesso sotto col lavoro. E ha sorprendentemente convinto Juric a ripartire da lui sin dalla gara di Coppa Italia contro il Palermo: scelta vincente, perché c’è anche il portiere fra i protagonisti del brillantissimo avvio di stagione del Toro. Tante ottime parate, ma soprattutto la sensazione che il classe ’97 sia cresciuto in termini di personalità: esce senza troppi affanni e fra i pali ha lavorato tantissimo sui fondamentali in estate. A tal punto da conquistare anche la Serbia. Guarda la galleryVlasic stende il Lecce e lancia il Torino sopra la Juve
    Milinkovic-Savic titolare con la Serbia
    Già, perché Milinkovic-Savic è destinato ad essere il titolare della sua nazionale al Mondiale. Un’investitura importante e tutt’altro che scontata, che rende merito alla sua crescita e che inevitabilmente inorgoglisce il Toro, che dopo tanti anni vede ripagato l’investimento voluto da Gianluca Petrachi nel 2017 (lo prelevò dal Lechia Danzica per 2,6 milioni) e approvato dal presidente Cairo. La vetrina in Qatar è naturalmente molto golosa sotto diversi aspetti. Vanja difenderà la porta di una delle formazioni più intriganti della fase a gironi, che può dire la propria anche in eventuali duelli ad eliminazione diretta. Porterà il Toro in Qatar e il Toro naturalmente seguirà con attenzione il Mondiale di Milinkovic-Savic. Con la prospettiva che possa stupire anche lì: il suo cartellino, di fronte ad un torneo convincente, crescerebbe di valore in maniera esponenziale e l’estremo difensore tornerebbe sotto la Mole con un bagaglio di esperienza enorme. Si gioca il posto con Predrag Rajkovic, portiere titolare del Mallorca: l’ultima parola spetterà al ct Dragan Stojkovic, orientato a puntare con decisione su Vanja. Le prove offerte col Toro hanno fatto la differenza, così come la maturità che è riuscito ad acquisire nel corso dei mesi. A giugno 2022 aveva le valigie in mano, a giugno 2021 sembrava addirittura ai margini del progetto Toro. Prima dell’intervento di Vagnati, che contro tutto e contro tutti lo ha scelto per il nuovo ciclo targato Juric. Scommessa vinta.

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    Toro: dentro Pellegri per battere il Lecce e lanciarsi verso l'alta classifica

    TORINO – Domani (c’è Toro-Lecce, appuntamento all’Olimpico Grande Torino) potrebbe arrivare il momento di Pietro Pellegri dal primo minuto. Questione di turn over, ma anche di meritocrazia. Antonio Sanabria nell’ultima partita dei granata a Bergamo non ha brillato ed è da un po’ di tempo che non riesce ad incidere: un solo gol in questo campionato, tante sponde, ma alla fine poco decisivo. Il giovane talento, invece, quando è entrato, in quei pochi minuti che Juric gli ha concesso, ha cercato con la sua fisicità di spaccare le partite. E allora è molto probabile che domani sera il tecnico croato gli dia una possibilità dal primo minuto. Sarà una sfida importantissima per il Toro, perché se dovessero arrivare i tre punti i granata decollerebbero verso l’alta classifica e l’autostima aumenterebbe ancora di più. Anche perché dalla sconfitta di Bergamo non è uscito un Toro ridimensionato, visto che sul piano del gioco è stato superiore all’Atalanta.
    Le altre opzioni
    Sicuro il rientro di Schuurs, con Djidji a destra e Rodriguez a sinistra, Vojvoda e Lazaro esterni. In mezzo, ecco Linetty e Lukic con il “vento dell’est” (Radonjic e Vlasic) sulla trequarti e, appunto, molto probabilmente Pellegri in avanti. La squadra è carica, consapevole del fatto che la sfida con il Lecce possa dire molte cose sul tipo di campionato che disputeranno i granata. Alla luce della buona partenza (due vittorie, un pareggio e una sconfitta) allo stadio è atteso una buona risposta di pubblico. Insomma, attorno al Toro sta tornando l’entusiasmo dei giorni belli: ecco perché è vietato inciampare contro il Lecce.
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    Vagnati e il Torino: «Volevamo Praet, Brekalo si è riproposto e su Pobega… »

    TORINO – Davide Vagnati con Specchia, Moretti e Bernardelli (segretario). Praticamente tutto il suo staff. Il responsabile dell’area tecnica granata in conferenza assieme ai suoi collaboratori. Che, dopo il mercato, fa ilpunto della situazione. «Innanzitutto ringrazio Simone Zaza che ha lasciato il club per quello che ha fatto due anni fa. Stesso augurio per Izzo e Verdi che sono andati a Monza e Verona». Ultimo colpo? «Non c’è rammarico. Abbiamo provato a prendere Dennis e lui voleva il Toro. Non è stato un problema economico ma una scelta delLeicester. Ne abbiamo preso atto e va bene così. Siamo comunque soddisfatti. Poi sarà il campo a dare delle risposte. Però abbiamo provato a fare tutto per portarlo con noi».
    BREKALO Ed eccoci ad una rivelazione clamorosa. «Brekalo voleva tornare al Torino. Ha fatto di tutto per tornare al Torino ma non era giusto prenderlo. Visto che a giugno volevano riscattarlo e investire su di lui mentre il ragazzo la pensava in maniera diversa. Io voglio tenere giocatori che vogliono venire e stare al Toro. Progetto partito grazie ad un grande allenatore e andiamo su questa linea. Sui 10 giocatori che sono arrivati, compresi Ricci e Pellegri, tre sono in prestito con diritto. Direi che la strategia è cambiata. Mi sarebbe piaciuto prendere Praet. Abbiamo preso giovani interessanti e tra questi il giovane Ilkhan. Vogliamo – lo ripeto – gente motivata che cresca assieme a noi. A proposito: Radonjic praticamente è nostro ed è un giocatore che in questo primo scorcio di stagione ha fattograndi cose».
    L’OLANDESE «Schuurs? Ragazzo che viene da un calcio diverso ma ha caratteristiche fisiche giuste per diventare giocatore di livello importante. Poi spetta a lui lavorare e mettersi a disposizione. Poi voleva venire al Torino. Quelli che se ne sono andati? Mandragora voleva andare in un altro club, Pobega volevamo acquistarlo ma il Milan non ci ha sentito, di Praet e Brekalo abbiamo già parlato. Mancano dieci partite a gennaio. O prendevo un giocatore pronto come Dennis oppure aspetto». «Idea Radonjic? Abbiamo deciso di prenderlo due mesi prima di acquistarlo.Io gli ho parlato diverse volte e lui voleva il Toro a tal punto da tagliarsi lo stipendio. E alla fine abbiamo deciso di prenderlo convinti che possa dare tanto. L’addio di Belotti? Cercheremo di rimediare cercando qualche giocatore di talento che abbiamo in casa, abbiamo preso Pellegri che ha un grande margine e Sanabria che secondo me ci dà tanto nella gestione e spero faccia tanti gol».
    VANJA OK «In porta? Troppo accanimento nei confronti di Vanja Milinkovic Savic. lo scorso anno ed era il primo anno in cui giocava da titolare. E quando dai la porta ad uno che ha giocato poco ci sono dei rischi. Lui scorso anno fatto buon campionato e noi dopo aver valutato il mercato abbiamo fatto le nostre valutazioni. E ha ampio margine di miglioramento». Il colpo che ricordo di questo mercato? «Forse sistemare i ragazzi che non facevano parte del nostro progetto. Piazzarli è stata una cosa bella per me e positiva per il Toro. Sono contento e orgloglioso di stare al Toro vicino ad un grande presidente che in questi anni ha speso tanto. Ci sono società che finanziariamente hanno dei problemi finanziari e il Tiro non ne ha grazie al suo presidente. E di questo bisogna dargliene atto».
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    Torino, ciao ciao Zaza-Verdi. Ultimo sprint per Praet

    TORINO – Ultime ore di mercato e anche il Toro di Ivan Juric cerca i colpi conclusivi. Alessandro Baretti dalla redazione ci illustra tutte le mosse dei granata: «Intanto, Simone Zaza e il club si salutano: è ufficiale la rescissione del contratto. Tra l’attaccante e l’ambiente non è mai scoccata la scintilla, ma è stato un investimento notevole. Lo vogliono in Serie B Benevento e Bari, in Spagna hanno buoni ricordi di lui. Anche Simone Verdi è in partenza: destinazione Verona». E il Toro cerca di piazzare ancora il botto: «Ore caldissime per Dennis Praet. Il Leicester cerca Boga dell’Atalanta, potrebbe aprire la porta per il ritorno del belga sotto la Mole. Il tempo stringe anche per il centrocampista: in ballo Tameze e Makengo ma… costano». LEGGI TUTTO

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    Toro, Zaza rescinde il contratto: è ufficiale

    TORINO – Simone Zaza e il Torino si separano. L’ufficialità arriva dallo stesso club granata che, con una nota pubblicata sui propri canali, annuncia la risoluzione del contratto con l’attaccante classe 1991: “Il Torino Football Club comunica di aver risolto consensualmente il contratto di prestazione sportiva con il calciatore Simone Zaza. Tutto il Torino saluta Simone con un in bocca al lupo per il proseguimento della sua carriera”. Zaza, acquistato da Urbano Cairo nell’estate del 2018 dopo gli ottimi trascorsi in Liga con la maglia del Valencia, lascia Torino dopo 92 presenze e 16 gol in maglia granata. LEGGI TUTTO

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    Juventus, c'è Bremer dal barbiere: i ragazzi aspettano il loro turno

    TORINO – Metti un giocatore dal barbiere. Un cambio di look. Sì, ci dà un taglio netto. Metti i ragazzi che aspettano seduti la loro ora, tranquilli, come se lui non ci fosse. Capita con Gleison Bremer intento a tagliare la zazzera a Torino, in totale tranquillità. Diventa aerodinamico, il brasiliano… E sulle palle alte non ce n’è per nessuno, d’ora in avanti. LEGGI TUTTO