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    Torino-Sassuolo, Juric: “A casa ho sofferto parecchio. Loro sono fortissimi”

    TORINO – Dopo il ko nel finale contro l’Inter, il Torino ospita nel settimo turno il Sassuolo. All’Olimpico è atteso il pubblico delle grandi occasioni, con i tifosi granata pronti a spingere i propri beniamini verso la quarta vittoria stagionale. Nonostante l’ottima prestazione fornita al Meazza contro i nerazzurri, i ragazzi di Juric – nell’occasione in panchina c’era il secondo Matteo Paro – sono tornati a casa con zero punti ma consapevoli della propria forza. Di fronte domani alle 20.45 ci sarà un Sassuolo partito con il freno a mano tirato. In sei turni i neroverdi di Alessio Dionisi hanno conquistato una sola vittoria, quella in casa per 1-0 contro il Lecce. Nella conferenza stampa della vigilia il tecnico croato del Torino Ivan Juric, che ha superato la polmonite che lo ha tenuto fuori per le gare contro Lecce e Inter, ha presentato così la sfida contro gli emiliani.
    Come ha vissuto le due partite da casa?
    “È una sensazione diversa, non puoi fare le scelte di cambi o intervenire. È una sofferenza, non è semplice”.

    Domani tornerà in campo contro il Sassuolo. Nell’ultimo incrocio, una partita stregata. Che insegnamento avevate tratto?

    “Mi aspetto una partita difficilissima. Il Sassuolo ha creato di nuovo una squadra fortissima con un mercato faraonico a livello economico. Hanno preso giocatori forti con caratteristiche giuste: gambe forti, accelerazioni, talenti promettenti. Mi aspetto una partita difficile, loro hanno qualità nel palleggio e accelerazioni. Noi dovremo essere tosti, aggressivi, giocare il nostro calcio, per metterli in difficoltà”.

    La squadra è poco cattiva sottoporta. Manca una punta? Come pensate di rimediare?
    “È chiara questa situazione, i numeri sono quelli. La storia dei miei giocatori è quella. Abbiamo perso giocatori capaci di fare gol da dietro, sia su piazzati sia su inserimenti. Per migliorare questo aspetto ognuno dei miei giocatori dovrà andare oltre a quanto fatto finora, facendo la stagione migliore. Guardando i numeri del passato, è chiara la difficoltà nel fare gol. Inoltre, come ho detto, abbiamo perso giocatori che avevano la qualità dell’inserimento”.
    Capitolo fascia destra. Come sta Singo e come ha trovato Lazaro?
    “Singo ha avuto un problema che lo ha tenuto fuori, poi nelle ultime due settimane ha lavorato bene, vediamo domani. Lazaro secondo me può fare di più. Ha fatto bene, ma secondo me ha margine. Sono giocatori che giocando poco negli anni passati hanno perso qualcosa e ancora devono trovare la forma migliore, magari ti fanno alcune partite bene e poi calano. Per domani ancora devo decidere”.
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    Così il Torino blinda Vlasic: acquisto anticipato, scadenza nel 2027

    TORINO – Avete presente Brekalo? Ecco, appunto. Anche sul Manuale delle Giovani Marmotte hanno deciso di dedicargli una pagina: lesson one, cosa fare, cosa non fare.  «Siete gentilissimi a voler acquistarmi, davvero mi levo il cappello. Ma in tutta onestà io non ho mica tanta voglia di restare. A luglio chiederei di essere ceduto. E allora forse è meglio che non mi compriate, così sarò libero di tornare al Wolfsburg. Tanto lì non mi vogliono più. E dopo la buona annata che ho disputato, mi cercheranno in tanti. Dovrò solo scegliere tra chi giocherà in Champions e chi in Europa League. Il mio contratto scadrà già nel 2023. Per cui i tedeschi dovranno vendermi per forza a chi dico io, altrimenti tra un anno mi perderanno gratis». Da marzo in poi, Brekalo (che intanto stava già operando anche per cambiare agenti) iniziò effettivamente a parlare così. Cairo, Vagnati e Juric si sentirono fin traditi, man mano. Spendere 11 milioni per mettersi in casa un elemento del genere sarebbe stato un boomerang. E alla fine, a malincuore, il club granata si tirò indietro: a questo punto, tanti saluti e addio.  Per la cronaca: oggi il Torino è felicissimo di aver ingaggiato Radonjic e Vlasic, nel ruolo. Mentre Brekalo è tornato a essere un semipanchinaro del Wolfsburg. Con il contratto sempre in scadenza nel 2023. In Bundesliga sinora ha raccolto appena 4 presenze in 6 giornate, di cui 2 solo da titolare. E ovviamente non gioca in Europa (avevano chiuso al 12° posto in campionato, i tedeschi). Tant’è.  In ogni caso, sul Manuale delle Giovani Marmotte c’è scritto proprio così, a un certo punto: occhio, Toro, pensando a Vlasic. Imparata la lezione?
    La chiave per blindare Vlasic
    Fin a memoria, l’hanno imparata. Tanto è vero che già tra dicembre e gennaio il club granata darà il via a nuove trattative con gli agenti del ragazzo e con il West Ham per evitare di correre rischi simili. Se il rendimento di Vlasic dovesse continuare sulla falsariga attuale, non ci sarebbe dubbio sulla volontà del club di ingaggiarlo a titolo definitivo. La chiave non è tanto il prezzo (il diritto di riscatto balla intorno ai 15 milioni, da tradurre in un pagamento pluriennale rateizzato), quanto le tempistiche dell’acquisto. E la volontà dello stesso Nikola. Che già ad agosto, sull’onda del corteggiamento del Torino e di Juric in particolare, generoso nelle sue telefonate preventive al connazionale, fece tuono e fulmini per lasciare il West Ham e correre da Ivan in cerca di una resurrezione sportiva. In Inghilterra era così ai margini che, al confronto, Brekalo si trovava in Paradiso, nel Wolfsburg. Il diritto di riscatto di Vlasic scadrà, formalmente, a giugno. Ma non potrà essere la fine del campionato il momento per fare la punta alla matita: e prendere una decisione. Con la conclusione del mercato di gennaio, quando comunque il Torino proverà già a comprendere se il West Ham sarà disposto a cederlo a condizioni economiche migliori in caso di un riscatto immediato, anticipato (difficile, e comunque dipenderà anche dal rendimento del giocatore ai Mondiali), le prime decisioni dovranno già essere prese nell’ottica di chiudere la partita, d’intesa con Vlasic, già alla fine dell’inverno, al più tardi. Per evitare, per l’appunto, il rischio di nuovi casi Brekalo, a posteriori.  Nikola ha anche tutto un altro carattere, rispetto a Josip: faticheremmo davvero a immaginarci con lui un replay del pandemonio dello scorso maggio. Per approdare in granata, Vlasic ha anche accettato di ridursi l’ingaggio di 500 mila euro. A sua volta il Torino, per cominciare a proiettarsi meglio sull’opzione dell’acquisto e dare maggiori garanzie a Nikola, gli ha già fatto firmare un contratto sino al 2027 (dunque più lungo rispetto a quello in Inghilterra), che entrerebbe automaticamente in vigore in caso di riscatto. Nikola, quando trattava col Torino un mese e passa fa, aveva chiesto di non arrivare a marzo in bilico tra riscatto sì, riscatto no. Così da poter arrivare lanciato sul mercato estivo, casomai il Torino non fosse dell’idea di acquistarlo. In cambio, dati anche i buoni rapporti tra il club e gli agenti del ragazzo, Vlasic si è impegnato non solo a firmare quel contratto sino al ‘27, ma anche a chiudere anzitempo ogni finestra alternativa sul mercato, di fronte alla possibilità che il club gli ufficializzi già nei primi mesi del nuovo anno la ferma intenzione di acquistarlo. Sono rapporti umani, professionali e patti che si appoggiano su contratti già firmati, non castelli di carte. Per questo meritava svelare fin d’ora questi retroscena. In attesa, quanto ai destini del croato, di un primo pit stop tra il Torino e Nikola già a dicembre.  

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    Toro, Primavera da urlo: spunta il premio scudetto

    TORINO – Nel Toro si torna a parlare di scudetto dopo tanti anni e per stimolare ancora di più la corsa la società ha deciso di stanziare un premio. Non è per la prima squadra, che nonostante i miglioramenti di queste ultime due stagioni non è ancora in grado di puntare al tricolore, ma riguarda i giovani della Primavera, che guidano la classifica del loro campionato con 13 punti in 5 partite (4 vittorie e un pareggio) con 2 lunghezze di vantaggio su Juventus e Fiorentina.  Nel mondo del calcio giovanile il Toro di Ludergnani è tornato ad essere preso come esempio. E questo è già un successo importante, considerando che nelle ultime stagioni la squadra si è salvata per un soffio. Quest’anno sono arrivati giocatori di spessore e qualità. Tanti i volti nuovi della Primavera del Toro. In primis l’attaccante Francesco Dell’Aquila, classe 2004 proveniente dalla Spal nell’ambito dell’operazione che ha portato Seck a Torino: già tre reti realizzate in campionato, per un giocatore che nella passata stagione ha trascinato gli emiliani alla vittoria dello scudetto Under 18. Ma il mercato di Ludergnani è stato ricco: si è assicurato il portiere Pietro Passador dal Pordenone, il terzino destro Ali Dembelé dal Troyes, il centrocampista centrale Joan Ruiz dal Villarreal, l’interno di centrocampo Marcel Ruszel dal Cincinnati, il trequartista ex Psg Daouda Weidmann e altri due attaccanti, ovvero Oliver Jurgens e Giacomo Corona: il primo dall’Inter, il secondo (figlio dell’ex attaccante Giorgio Corona) dal Palermo, inserito nella cessione di Jacopo Segre ai rosanero. E alcuni di questi, credete, sono già stati “adocchiati” da Juric. Martedì scorso, per esempio, l’intera squadra di Scurto, con una partitella, è stata al Filadelfia ad allenarsi con i grandi.

    Il premio scudetto

    Detto questo, arriviamo al premio scudetto, apprezzatissimo da tutti i ragazzi e dall’intero gruppo. Non è uno stimolo in più, ci mancherebbe, perché il vero riconoscimento per questi giovani è quello di mettersi in evidenza, continuare a vincere, arrivare primi per conquistare un posto in prima squadra. Questo è l’obiettivo primario, ma il premio va letto come incentivo in più. La società, infatti, ha deciso di stanziare 200.000 euro per l’intero staff, compresi tecnici, preparatori e medici. Circa 6.000 euro a testa di rimborsi. E così in casa Toro torna a esserci un premio scudetto. La speranza dei tifosi è che prima o poi arrivi per la prima squadra. Il settore giovanile granata, sia pure tra mille difficoltà logistiche, sta gettando delle basi importanti. Le squadre nazionali, infatti, sono costrette a girare per i campi torinesi con punto di riferimento al Cit Turin, dove lavora la Primavera (e altre formazioni nazionali) che, tra l’altro, disputa le sue partite a Vercelli in attesa di avvicinarsi a Torino (andando a Chieri). Viene da chiedersi che cosa diventerebbe il Toro dei giovani nel momento in cui avrà un centro sportivo tutto suo. E qui si guarda al Robaldo, dove i lavori sono cominciati e dove si spera di poter sfruttare qualche campo prima che i lavori generali siano completati. I ragazzi del Toro lo meriterebbero. Intanto bisogna applaudire il lavoro di Ludergnani che, come conferma la classifica, ha costruito una squadra che vince, gioca e diverte ma soprattutto che presenta alcuni ragazzi che sono a un passo dalla prima squadra. Giusto poi esaltare Scurto, un tecnico che è arrivato in punta di piedi, senza grandi pretese. Un allenatore che ha subito compreso le carenze strutturali e si è immediatamente calato nella parte. Senza lamentarsi, ma pensando solo a lavorare.

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    Le tre mosse di Juric

    TORINO – Singo, Pellegri e Ilkhan: sono queste le possibile tre sorprese per sabato sera quando il Toro, allo Stadio Grande Torino, affronterà il Sassuolo. L’esterno ivoriano prenderà il posto di Lazaro con Vojvoda confermato a sinistra. Il Toro, sulle corsie esterne, ha bisogna di spinta, molta più spinta di quanto non ne abbia avuto sino ad oggi. Singo a San Siro è entrato a partita in corsa dimostrando di essere a posto. Se in condizione, il giocatore può dare un contributo importante. E in avanti, in una partita come quella contro gli emiliani, c’è bisogno di una prima punta vera, non “camuffata” come Sanabria che predilige duettare e aprire varchi piuttosto che puntare a rete. Il ragazzo potrebbe dunque avere l’occasione per partire dal primo minuto davanti al pubblico amico. E anche il giovane turco ha possibilità di cominciare dall’inizio dopo la disavventura di Milano: il ragazzo deve essere recuperato a livello psicologico e schierarlo dall’inizio contro il Sassuolo potrebbe essere la mossa giusta. Oltretutto ha le caratteristiche per interpretare bene, a livello tattico, una partita del genere. Dovrebbero essere queste le tre mosse a sorpresa di Juric tenendo conto che Schuurs non è una sorpresa e dovrebbe scendere in campo dall’inizio al posto di Buongiorno. Nonostante la sconfitta immeritata di San Siro contro l’Inter il morale della squadra è alto. L’obiettivo è quello dei tre punti per tornare subito ad occupare le zone alte della classifica.
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    Beretta esclusivo: “Toro giovane, da Juric”

    Beretta, anche considerata la sua esperienza nel Toro ritiene essere stata penalizzante o responsabilizzante l’assenza di Juric per due gare?

    «Il fatto che ci sia l’allenatore in panchina è importante, però contestualmente in tal modo Paro e i giocatori si sono responsabilizzati. E in campo, mi riferisco alla trasferta contro l’Inter, la maturità del gruppo si è vista. Il Toro avrebbe meritato almeno il pari, se non la vittoria».

    In estate è andata in scena un’autentica rivoluzione, sul mercato, eppure questa squadra continua a funzionare.

    «Quando ti vendono tanti giocatori un po’ ti incazzi… A parte la battuta spontanea non è facile riassemblare un gruppo, ma Juric è un valore aggiunto nel valorizzare il materiale che gli viene messo a disposizione».

    Anche lei ritiene che gli arrivi siano di qualità, ma che l’opera non sia stata completata?

    «Juric aveva formulato richieste che non sono state assecondate, ad esempio in riferimento al centrocampista di sostanza che avrebbe voluto ricevere una volta persi Mandragora e Pobega. Non entro nelle pieghe del perché ciò sia avvenuto, però il dato è oggettivo».

    Il valore della rosa è comunque tale da consentire a Juric di tentare l’ingresso nelle coppe?

    «Il Toro ha giocatori interessanti, quindi la possibilità esiste. Questa è una stagione particolare, molto dipenderà dal Mondiale, da quanti granata andranno in Qatar e da quanti resteranno ad allenarsi al Filadelfia».

    Manca un autentico bomber, in attacco? Lo stesso Paro ha detto che Sanabria fa giocare bene la squadra, ma si muove più da trequartista che non da centravanti.

    «Sì, tornando alla prova contro l’Inter verticalità e profondità non sembrano prerogative di questo Toro. Che comunque ha saputo creare tantissime occasioni da gol». Soprattutto con Vlasic, detto che pure Radonjic si è reso pericoloso, quando è entrato in campo».

    Si sarebbe atteso un impatto così positivo, da parte dei due attaccanti esterni?

    «Il fatto che Vlasic sia croato come Juric, e che Radonjic venga dallo stesso territorio, ha sicuramente aiutato l’integrazione dei due. Molto bravi a calarsi in una realtà particolare come il campionato italiano, che non è il più bello, ma che resta il più difficile al mondo: tatticamente non c’è palestra migliore».

    Schuurs è l’uomo giusto per il dopo Bremer?

    «L’avevo visto nell’Ajax e mi era piaciuto, ma soprattutto la proposta di Juric è vicina alla scuola olandese, è fatta di quegli uno contro uno che sono caratteristica del suo gioco. Sì, acquisto azzeccato».

    La coperta del Toro è corta se non cortissima, ma Juric ha la possibilità di far crescere diversi giovani: da Ilkhan a Zima per arrivare a Pellegri, Singo, Adopo e Ricci. Giusto dire che il materiale sia poco, ma di qualità?

    «Parliamo di profili interessanti, e al gruppo voglio aggiungere Buongiorno: contro Dzeko, non l’ultimo arrivato, se l’è cavata alla grande. Con Juric possono maturare al meglio».

    Milinkovic-Savic resta un azzardo o è una scommessa ben ponderata?

    «È un giocatore da diverso tempo nel Toro, quindi non è un azzardo, ma un portiere sul quale evidentemente Juric fa affidamento».

    Il Sassuolo fin qui ha pagato le partenze di Scamacca e Raspadori e l’infortunio di Berardi?

    «Le cessioni sono eccellenti, e Berardi manca. Però, sul lungo periodo, il Sassuolo potrà ripetere la stagione scorsa che è stata positiva. La rosa ha tante risorse, e Dionisi è un allenatore di valore. Sabato mi aspetto una partita intrigante: potrà anche finire 0-0, ma gli spunti interessanti non mancheranno».

    Cosa deve avere un allenatore da Toro?

    «La consapevolezza di arrivare in una piazza ambiziosa anche in virtù di un passato glorioso. E poi ovunque c’è passione, ma quella che anima il tifoso granata è particolare e va rispettata. Serve una “garra” speciale, per fare bene nel Torino: Juric la esprime, e per questo ha conquistato velocemente la piazza». LEGGI TUTTO

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    Torino, Miranchuk sabato spera nella panchina

    TORINO – Per rivedere Samuele Ricci bisognerà aspettare ancora un po’: il centrocampista ex Empoli tornerà a disposizione di Ivan Juric dopo la sosta per le nazionali. Per Aleksey Miranchuk, invece, si respira un pizzico di ottimismo in più. Già, perché lunedì il trequartista russo ha iniziato ad allenarsi a parte, accelerando il processo che potrebbe portarlo ad essere convocato già per la sfida di sabato contro il Sassuolo. Il pallone, adesso, è tornato protagonista dei suoi allenamenti e la speranza di Juric è quella di farlo sedere in panchina coi neroverdi: fisicamente Miranchuk sta meglio e ormai la lesione tra primo e secondo grado del bicipite femorale della coscia destra è alle spalle. LEGGI TUTTO

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    Inter-Torino, i convocati granata: Singo torna a disposizione

    TORINO – Sono 24 i convocati di Ivan Juric per la trasferta di San Siro dove il tecnico del Torino, ancora convalescente dopo la polmonite, nel match contro l’Inter (in programma oggi, sabato 10 settembre alle ore 18) sarà nuovamente sostituito in panchina da Matteo Paro. Il vice allenatore granata dovrà fare a meno di Miranchuk e Ricci, mentre torna in lista Singo per la sfida del ‘Meazza’ in cui il Toro cercherà altri punti preziosi per continuare a sognare nel suo sorprendente avvio di stagione.
    Diretta Inter-Torino ore 18: dove vederla in tv, in streaming e probabili formazioni
    I 24 convocati
    Questi i convocati granata: Bayeye, Schuurs, Buongiorno, Zima, Karamoh, Sanabria, Lukic, Pellegri, Rodriguez, Ilkhan, Vlasic, Singo, Lazaro, Adopo, Seck, Djidji, Vojvoda, Vanja, Aina, Garbett, Radonjic, Fiorenza, Linetty, Gemello.
    Inter-Torino: seguila in diretta sul nostro sito
    Guarda la galleryInter-Torino: la formazione ufficiale di ParoIscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

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    Claudio Sala: “Un Toro vincente perché è ricco di poeti del gol”

    Il Toro ha già collezionato 10 punti in 5 partite: c’è da essere soddisfatti per quanto la squadra ha fatto vedere finora.

    «La classifica è sicuramente molto buona: il Toro ha iniziato bene, con prestazioni importanti e dando sempre la sensazione di essere sul pezzo. L’inizio è buono, ma meglio restare coi piedi per terra: ora arrivano avversari che sulla carta costringeranno i granata a compiere un salto di qualità importante, vedremo la risposta che darà il gruppo».

    Già a partire dalla gara contro l’Inter. La considera una sfida proibitiva?

    «Contro l’Inter sarà molto dura: il Toro affronta una squadra forte e arrabbiata, che anche contro il Bayern Monaco ha mostrato troppi difetti. Però parliamo di una rosa di campioni, con una panchina molto lunga: anche i subentrati possono spaccare la partita, mentre il Toro fa più fatica da questo punto di vista. Chi sta fuori non è all’altezza dei titolari».

    La domanda più frequente fra i tifosi è questa: il Toro quest’anno è più forte della scorsa stagione?

    «Sembra un Toro più forte della passata stagione, ma è presto per dirlo: col collettivo sta sopperendo alle partenze di tanti giocatori fondamentali e questo è sicuramente un buon segnale. Vediamo nel corso del tempo, forse paradossalmente il vantaggio è il fatto che Juric stia continuando ad investire tempo e fatica sui giocatori che aveva già lo scorso anno. Questo rappresenta un bel vantaggio, perché conosce bene il gruppo».

    Quali protagonisti finora l’hanno colpita?

    «Mi hanno colpito ovviamente Radonjic e Vlasic. Di più il primo: non lo conoscevo, ma ha avuto un impatto incredibile sul campionato italiano. Oggi con esterni d’attacco molto forti puoi fare grandi campionati: se hai chi salta l’uomo in rosa, esattamente come Radonjic, fai molta strada. E chissà che magari il Toro non possa lottare per l’Europa: non ci sono squadre imbattibili in Italia, nessuna gara è ingiocabile».

    Il Toro è partito benissimo, nonostante un’estate travagliata. Che idea si è fatto della lite Vagnati-Juric?

    «Mi sembra che le turbolenze estive siano state superate agevolmente, è una storia ormai alle spalle. Non avevo mai assistito ad una scenata del genere fra direttore sportivo e allenatore, perché dovrebbero vivere e pensare calcio in sinergia. Ma successe una cosa simile a Roma, nella stagione 1976-1977 in cui facemmo 50 punti: perdemmo solo contro i giallorossi, Radice sbottò perché Castellini non era uscito in occasione del gol che subì da Musiello. Così tutto il gruppo dovette intervenire per dividerli, fu una vera e propria rissa. Poi fortunatamente chiarirono, ma queste cose possono capitare: meglio se in privato, ovviamente».

    Fra i protagonisti della passata stagione, c’è un giocatore in particolare che secondo lei i tifosi rimpiangeranno?

    «L’uomo che manca di più è Belotti, anche più di Bremer. Il Toro dovrà ricercare le reti che mancano: mi immagino più facilmente una cooperativa del gol coi trequartisti anziché un’esplosione improvvisa di Sanabria e Pellegri, che però hanno l’enorme pregio di legare bene il gioco e di essere in grado di aprire spazi golosi per gli esterni».

    Al posto di Bremer c’è Schuurs. È un degno erede del brasiliano?

    «Schuurs mi ha impressionato, ma quando un giocatore arriva dall’Ajax è difficile nutrire tanti dubbi. Lui è giovane, forte e ha una grande personalità. Non mi stupisce che sia già diventato un idolo indiscusso per i tifosi: è un progetto di campione, se continuerà a seguire Juric avrà un grandissimo futuro».

    E sta crescendo anche Buongiorno.

    «Come prodotto del vivaio non può che inorgoglire i tifosi: ha tutte le carte in regole, tecniche e morali, per prendersi la fascia di capitano col tempo. Prima o poi succederà».

    Intanto la Primavera di Scurto è prima in classifica. Che effetto le fa?

    «Che bella sensazione! Anche la Primavera sta tornando ai livelli degni della storia del Toro, una squadra che a livello giovanile non può vivacchiare, anzi ha l’obbligo di puntare sempre al vertice. Lo dice la storia di questo club».

    Sulla riapertura del cortile del Filadelfia, tema che agita i tifosi, se la sente di fare un appello?

    «Spero che il Toro lo riapra al più presto e che la società riesca a completare questa struttura. Fino a quando non sarà allestito il museo lì l’opera non si potrà definire conclusa, ma sono sicuro che il presidente Cairo porterà l’operazione a termine». LEGGI TUTTO