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    Torino, ufficiale l'acquisto di Weidmann: il 19enne arriva dal Psg

    TORINO – Daouda Weidmann è un nuovo calciatore del Torino: è lo stesso club granata a comunicare l’acquisto del centrocampista 19enne dal Psg con un comunicato sul sito ufficiale: “Il Torino Football Club è lieto di annunciare di aver acquisito dal Paris Saint-Germain Football Club, a titolo definitivo, il diritto alle prestazioni sportive del calciatore Daouda Weidmann. Weidmann è nato a Parigi il 4 maggio 2003. Cresciuto calcisticamente nel Paris FC, il centrocampista è entrato nel 2016 nel settore giovanile del Paris Saint-Germain. Con i parigini ha disputato i campionati Under 17 e Under 19 e, nell’ultima stagione, vanta anche 8 presenze in UEFA Youth League”. Il francese classe 2003 si aggregherà inizialmente alla Primavera granata del neo-allenatore Giuseppe Scurto.  LEGGI TUTTO

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    Casini presidente della Lega Serie A ospite del Torino

    TORINO – Il presidente della Lega Serie A, Lorenzo Casini, è stato  graditissimo ospite del Torino Football Club. Accolto dal direttore operativo, Alberto Barile, il presidente Casini ha visitato lo stadio Olimpico Grande Torino, lo stadio Filadelfia, Superga e la sede sociale del club, dove ha incontrato il direttore dell’area tecnica Davide Vagnati, il collaboratore dell’area tecnica Emiliano Moretti e il segretario generale Andrea Bernardelli. LEGGI TUTTO

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    Atalanta, Miranchuk-Torino in standby: si attende prima Lookman

    BERGAMO – Promesso al Torino, in prestito con diritto di riscatto fissato a 12 milioni di euro, Aleksey Miranchuk è ancora a disposizione dell’Atalanta. Il trasferimento si farà, ma solo all’arrivo di un sostituto, che salvo sorprese dovrebbe essere Ademola Lookman del Lipsia (dove è tornato da poco dopo la stagione in prestito al Leicester), in arrivo a Bergamo a titolo definitivo per 15 milioni di euro. Il club nerazzurro sta stringendo anche con l’Inter per Andrea Pinamonti: l’intesa con l’attaccante reduce da una buona stagione con l’Empoli c’è, la trattativa riguarda il prezzo, 16 milioni contro i 20 chiesti dall’Inter. In partenza Josip Ilicic, che interessa al Bologna, anche se al momento non esistono offerte concrete.Guarda la galleryLe formazioni della nuova Serie A: ecco come giocheranno LEGGI TUTTO

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    L'Atalanta al Toro: su Miranchuk prendiamo tempo. Che guaio!

    TORINO – Un guaio che non ci voleva, a pochi giorni dal debutto in Coppa Italia previsto sabato sera al Grande Torino contro il Palermo. Aleksej Miranchuk è stato bloccato dall’Atalanta e in questo momento non si muove. Il club bergamasco ha preso tempo e lo ha comunicato al Toro. Non è più convinta di darlo via ai granata come da intese prese qualche giorno fa. E così Ivan Juric resta con gli uomini contati, anche là davanti. LEGGI TUTTO

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    Mercato Toro, per la difesa Schuurs, ma risale Solet. Per la trequarti caldi Praet e Orsolini

    Problemi improvvisi per Miranchuk sul far del pomeriggio, con la situazione diventata persino più complicata a sera inoltrata: la doccia fredda è diventata gelata. Vagnati non molla la pista, ovviamente: è convinto di portare a casa il jolly offensivo russo, a breve. Ma deve attendere un nuovo via libera da Bergamo. Là dove si continua a dare l’assalto all’interista Pinamonti, su cui però adesso è scattato in pressing anche il Sassuolo. A cascata, Miranchuk deve attendere, pur se non è un centravanti classico, bensì un trequartista di ruolo (ma la sua partenza aprirebbe comunque un buco di troppo in questo momento sul fronte offensivo dei bergamaschi). Da vedersi se già oggi potrà sbloccarsi l’operazione Miranchuk, per il quale Vagnati ha già un accordo con l’Atalanta (prestito con diritto di riscatto a 12 milioni). Le complicanze sorte ieri hanno finito per influenzare anche altre trattative e la libertà di azione del dt granata.Guarda la galleryTorino, è il giorno di Lazaro: visite e presentazione

    Oltre Laurienté

    Dobbiamo scrivere che, intanto, proprio il Sassuolo ha messo la freccia su Laurienté, altro “storico” obiettivo di mercato dei granata. L’ala francese era stata sostanzialmente abbandonata da Vagnati una volta decollata la trattativa per Miranchuk, oltretutto ingaggiabile senza spesa immediata (il Lorient invece pretende almeno una decina di milioni). Anche dando per scontato l’arrivo di Miranchuk, se non già oggi comunque a breve, non potrà comunque bastare il russo per colmare le lacune offensive del Torino. Di qui le trattative aperte pure con il Bologna per Orsolini. Il club granata ha messo sul piatto 8,5 milioni più bonus, poi ha palesato un rilancio non di molto superiore. Cifre che comunque non accontentano i rossoblù, che valutano Orsolini non meno di 12 milioni. E 15 la punta Barrow, altro giocatore di stanza in Emilia oggetto di ripetuti sondaggi da parte di Vagnati. L’altra pista per la trequarti porta a Praet, pallino indiscutibile di Juric. Il Torino deve però decider si a investire almeno 9 milioni, presumibilmente. O poco meno più bonus, nella migliore delle ipotesi. Il Leicester ha ribadito da tempo di non avere alcuna intenzione di cederlo in prestito con diritto. Morale: Orsolini e il belga appartengono per ora alla sfera delle trattative lunghe, non facili da chiudere. Con l’aggiunta di un intreccio: Bologna e Torino sono in azione anche dietro al profilo dell’attaccante uzbeko Shomurodov, che la Roma è sì disposta a cedere (pronta successivamente a chiudere con Belotti, tra l’altro), però soltanto in caso di acquisto immediato o di prestito con riscatto obbligatorio al maturare di condizioni non difficili da raggiungere.

    Sullo stesso argomentoTorino, per la difesa testa a testa tra Denayer e SchuursCalciomercato Torino

    In difesa

    Soluzioni che non ammaliano i granata e i rossoblù, come è facile da immaginare. Vagnati sta poi portando avanti anche l’assalto a Schuurs (ma qui si salta in difesa), pur se sia il giocatore sia l’Ajax per ora chiedono più di quanto offerto dal Torino (arrivato a 9 milioni abbondanti più bonus; gli olandesi puntano a 12 milioni cash più bonus facili). E così, oltre allo svincolato (ex Lione) Denayer, ritorna in auge la pista Solet del Salisburgo. Un obiettivo primario, sino a qualche settimana fa LEGGI TUTTO

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    Ilkhan al Toro è gia derby: un mese fa sfidava Vlahovic

    Per prima cosa dobbiamo metterci d’accordo sul nome. In Turchia lo chiamano Emirhan e basta. I turchi utilizzano il nome di battesimo per identificare i giocatori, sul retro delle loro maglie quello compare. Da noi, ovviamente, la faccenda si ribalta: in prima fila il cognome, e ci mancherebbe. Per cui a Istanbul è per tutti Emirhan, ma a Torino lo conosceremo come Ilkhan. Diciottenne: dal primo giugno. Uno dei talenti turchi più fulgidi nel suo Paese, in quella fascia di età. Abita nel recinto del centrocampo. Però Ilkhan ha ricevuto anche un dono in più da madre natura. Non solo la visione di gioco, la personalità, i piedi buoni e la capacità di agire in mezzo al prato. Pure l’eclettismo tattico. Durante il suo percorso che dal vivaio lo ha portato a brillare in prima squadra ben prima del tempo (11 presenze e un gol in campionato, a 17 anni), è stato utilizzato anche da mezzala destra o sulla trequarti. Ilkhan è una pietra preziosa per il Besiktas. O meglio: lo era. Al più tardi domani dovrebbe già sbarcare a Torino. Questi i piani granata. Nei giorni scorsi il Torino aveva comunicato ufficialmente alla società di Istanbul di voler attivare la clausola rescissoria da 4,5 milioni, con annessa percentuale in caso di rivendita a un terzo club (20%): a seguire, i passaggi formali necessari. Ilkhan costa un po’ meno del 24enne Maggiore, ma non è per questo che arriva lui e non l’altro, adesso. Chiariamo. L’accordo trovato un paio di settimane fa da Vagnati con lo Spezia ballava intorno ai 5,5 milioni. Ma poi il dt non spinse mai il pulsante rosso sulla tastiera: l’invio di una Pec al club ligure per ratificare l’operazione in quattro e quattr’otto. Juric era stato chiaro, con lui. Il succo: si può prendere di meglio. Vagnati quasi si spaventò. Per la serie: io spendo quasi 6 milioni per dargli un rinforzo a centrocampo e poi magari lui me lo lascia fisso in panca. L’operazione Maggiore finì così in stand by. Gli spezzini vennero tenuti in caldo per un po’ con ciclici aggiornamenti, prima che il dt si eclissasse definitivamente. E ora, quando non è ancora passata una settimana dalla rissa, viene a galla l’ingaggio (in attesa solo dell’ufficialità ormai) del turco. Tutto un altro profilo. Un giovane talento che peraltro dovrà essere fatto crescere e maturare con i giusti tempi, all’ombra di Lukic e Ricci. Pro memoria: per ora Linetty rimane. Sul mercato a centrocampo è Segre destinato a partire, prossimamente (Cagliari in pole).Sullo stesso argomentoToro, frenata Atalanta: stallo MiranchukCalciomercato Torino

    La rabbia dei tifosi del Besiktas

    I tifosi turchi del Besiktas sono furenti con la loro società. Si erano affezionati al loro Emirhan. Il 17 giusto avevano persino esultato alla firma apposta dal centrocampista sul primo contratto vero da prof (sino a quando era minorenne non avrebbe potuto siglarlo in Turchia: sono i regolamenti). Si erano illusi, i tifosi. Da qualche giorno contestano i vertici del Besiktas. Da quando hanno scoperto che per Emirhan Ilkhan il Torino si stava facendo avanti senza ostacoli, grazie a quella clausola rescissoria. Merito anche dell’agente di Ilkhan: che ha un nome, in Turchia, anche per la sua capacità nel far fruttare le clausole rescissorie o nel portare in scadenza i giocatori sotto controllo, sino a dirottarli altrove tra ingaggi e commissioni ben più alte. Un agente (ex jugoslavo, poi naturalizzato turco), che si staglia nell’orbita di uno dei procuratori slavi più famosi e potenti su scala internazionale, in ottimi rapporti da anni con Cairo. Tutto torna. Un po’ come anche per il prestito dell’esubero interista di Lazaro, portato a casa al volo, in tutta fretta, il giorno dopo la rissa di Waidring. L’amicizia di Cairo con Marotta è nota.

    Guarda la galleryJuric osserva il suo Torino: Lukic si gode il momento

    Il viaggio di Ilkhan a Belgrado

    Però non vi abbiamo ancora detto della foto fatta con Vlahovic. Quando il mese di giugno stava cominciando ad avvicinarsi all’abbraccio com luglio, Ilkhan, grazie anche (però non solo) alle “influenze” slave di cui sopra, volò da Istanbul a Belgrado per affrontare un lavoro atletico mirato con un superpreparatore. Che i giornalisti serbi sono soliti soprannominare il Messi dei preparatori, Andreja Milutinovic. Come si sa, è anche il preparatore atletico personale dello juventino Vlahovic (che peraltro, e lo diciamo subito a scanso di equivoci, non è assistito dal medesimo agente di Ilkhan). Ma è un punto di riferimento pure per l’altro connazionale Lukic, neocapitano granata, in queste settimane attivo anche come ambasciatore, in più di un caso (non solo nel promuovere le qualità di Milutinovic: vedi per esempio pure i contatti propedeutici per l’arrivo di Radonjic e per il corteggiamento di Djuricic, peraltro poi abbandonato da Vagnati e da poco tornato alla Samp). Da Milutinovic vanno a lavorare parecchi giocatori serbi di primo livello. E pure diversi stranieri. Come ora anche Ilkhan. A suo tempo, consigliarono al giovane turco di svolgere in anticipo un lavoro ad hoc per favorire l’approdo e l’inserimento in una squadra dell’Europa occidentale, quanto ai metodi e alle intensità degli allenamenti: e già al suo cospetto tra i candidati acquirenti c’era anche il Toro. Quella foto scattata nella capitale serba con Vlahovic può essere simbolicamente letta, oggi, come la stretta di mano in campo prima di un derby: profeticamente funzionale, plasticamente efficace. Il fresco diciottenne Ilkhan ha lavorato per giorni in modo particolarmente intenso a Belgrado, per riprendere a irrobustirsi fisicamente (avrà bisogno di farlo anche a Torino nei prossimi mesi) e lucidare nel contempo la condizione fisica, sul finire delle ferie. Ciò che fece anche Lukic, non a caso, prima di tornare da Juric. Ordunque, la storia è questa. LEGGI TUTTO

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    Torino, il report medico sulle condizioni di Zima e Izzo

    TORINO – “Gli accertamenti strumentali cui è stato sottoposto David Zima hanno evidenziato una lussazione acromion claveare destra. Il calciatore dovrà osservare un periodo di riposo e poi potrà iniziare la fase di riabilitazione. Per quanto concerne invece Armando Izzo previsti per domani gli accertamenti strumentali”. Questo il report medico pubblicato sul sito ufficiale del Torino. I due difensori sono usciti malconci dal ritiro e dall’amichevole giocata contro il Nizza.  LEGGI TUTTO

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    “Juric resta l’unica garanzia. Che tristezza per il mio Toro”

    Cosa pensa del Torino un sessantenne ex giocatore, allenatore e ancora oggi tifoso?«Dico sempre di essere stato il bambino più fortunato di Torino. Ho giocato nel settore giovanile, debuttando in prima squadra e giocando in Serie A con la maglia granata. Il Torino ha perso la sua identità in cui noi nostalgici ci riconoscevamo. Aveva dei valori unici, che anche gli avversari riconoscevano: dal settore giovanile a Superga, dal Filadelfia a tante altre cose che hanno permesso di lottare con i cugini ma sempre mantenendo le radici».

    Che idea si è fatto della lite molto accesa tra Juric e Vagnati?«Sono cose che nel calcio succedono, anche se dentro lo spogliatoio. È stato imbarazzante il fatto che sia venuto fuori. A livello professionale, nel calcio oramai ci sono compromessi tali da mantenere equilibri, anche precari, nonostante non ci sia stima reciproca. Non mi stupisco, invece, della possibile mancanza di feeling caratteriale tra due persone. Anche se arrivare a quel punto credo ci sia qualcosa di profondo che non va bene».

    Le immagini hanno fatto il giro del web. Che sensazione ha provato quando le ha viste?«Di dispiacere. È stata resa pubblica una cosa che può succedere in tutti gli ambienti, anche in famiglie. Scene di questo tipo ai miei tempi non sarebbero successe così alla luce del sole. Poi magari in un ambiente in cui ci sono caratteri forti si riescono a ottenere risultati migliori. Lo spogliatoio resta il posto più sano».

    L’allenatore ha fatto capire di essere arrivato al limite di sopportazione.

    «È tosto e terrà duro finché potrà. Ha un contratto lungo, che pesa da una parte e dall’altra. Sui tarallucci e vino dopo la querelle ha inciso l’aspetto economico. Mandare via Juric e Vagnati per Cairo significherebbe perdere tanti soldi».

    Ci sono litigi che fortificano o sono solo l’anticamera del fallimento?«Non sono uno che pontifica, perché a volte faccio fatica a capire le dinamiche del mio spogliatoio, figurarsi quello degli altri. È chiaro che i tifosi auspicano un chiarimento e che si faccia quello che è meglio per la squadra».

    Quanto ha inciso il mercato a rilento in questa situazione?«È stato determinante. Nessuno, tra Juric e Vagnati, può fare ciò che vorrebbe: uno perché non ha i giocatori che vorrebbe, l’altro perché non può acquistarli. Se due persone sono insoddisfatte aumenta il nervosismo e magari esplodono in situazioni come quella tra Vagnati e Juric dei giorni scorsi. Il Torino è Cairo, e nessun altro. Altrove non funziona così, ma il Toro è a conduzione familiare. In altre società ci sono tantissime persone in dirigenza e faccio fatica a capire realmente a cosa servano. Sono estremi diversi».

    Quindi non è solo un problema di mercato?«I problemi sono tanti. Penso alla mancanza di un centro sportivo, perché il Filadelfia non è del Torino e non è stato costruito dalla società. A livello di visione un club non può non pensare di avere strutture all’avanguardia. E poi, sempre per la nostalgia di un ragazzo del Filadelfia, c’è un settore giovanile allo sbando. L’altro giorno ho regalato a un mio amico la foto della vittoria del campionato nazionale Allievi con il Torino, nel 1980. È stato l’ultima vittoria in ordine di tempo, e questo dice tutto».

    A proposito, la Primavera è reduce da un anno in trasferta, con la sola ultima partita giocata al Filadelfia.«Mi sembra veramente assurdo che i ragazzi non possano giocare al Fila. Mi rendo conto che Juric tenga al terreno di gioco del campo principale, ma si tratterebbe di una partita ogni 15 giorni. Per quello che sta facendo la società sul settore del giovanile vuol dire che non vuole investire. Anche la situazione del Robaldo è imbarazzante».

    Quanto incidono sul rapporto con i tifosi le problematiche che ha elencato?«Tanto. Oggi tanti sono molto meno innamorati del Toro, me compreso. Lo scorso anno non sono mai andato allo stadio, nonostante mi piacesse il gioco di Juric. Vivo a Torino respiro l’aria del Toro ma vedo che non c’è nemmeno più rabbia tra i tifosi: solo apatia, assuefazione alla situazione odierna. È brutto sentire dire a qualcuno di loro “Se si vince o si perde non cambia niente”».

    Così com’è questa rosa riuscirebbe a salvarsi?«Secondo me sì, ma solo perché c’è Juric che è una sicurezza. È l’unico che sembra aver voglia di reagire, e si arrabbia perché ci crede. Questa è la sua forza, e per i tifosi che credono ancora nel Toro è importante. Ti dà speranza. Anche contro il Nizza, nonostante le poche alternative, il Toro ha dimostrato di avere qualità».

    Torniamo all’attualità, Lukic è l’uomo giusto per indossare la fascia da capitano?«Sì, anche perché conosce da più anni il Torino dall’interno e ha respirato un po’ d’aria granata. Ad oggi non vedo altri papabili in questa squadra».

    Ragionando anche in base all’ultima sfida contro il Nizza, in quale reparto il Torino ha più bisogno di rinforzi?«Direi dappertutto. In difesa serve un giocatore e in avanti un paio di trequartisti. Il campionato inizia tra poco ed è un rischio, di solito, inserire giocatori negli ultimi giorni. Poi magari può essere il contrario, ma io da allenatore vorrei i giocatori già in ritiro».

    La cessione di Bremer alla Juventus l’ha sorpresa?«Ho sempre detto di diffidare dai calciatori che baciano le maglie. La perdita più grande dal punto di vista identificativo è stata Belotti: condivido la sua scelta e il suo comportamento, perché ha dimostrato in campo quanto volesse bene alla maglia granata. Non è un ruffiano e per me è stato un calciatore e un uomo vero. Incarnava il classico spirito Toro ed era diventato un simbolo».

    Cosa si aspetta sul mercato da qui al 1º settembre?«Che il 31 agosto arrivino 3 o 4 giocatori, come succede da anni. Speriamo di essere smentito».

    E dal Toro nella prossima stagione?«Vedremo, anche se Juric è una garanzia. Sono fiducioso perché c’è lui, comunque vada il mercato. Il Torino dovrebbe sempre lottare almeno per il settimo posto, provando a conquistare un posto in Europa League o Conference». LEGGI TUTTO