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    “Sì, Toro su Schuurs”.  E c'è l'offerta per Orsolini: 8,5 milioni

    Confermata la nostra anticipazione. Perr Schuurs, centrale difensivo olandese dell’Ajax, è in trattativa con il Toro per sostituire Bremer. Il direttore tecnico Vagnati sta facendo il massimo per portarlo a Torino e giovedì si è concesso un blitz ad Amsterdam per iniziare il discorso. La notizia è stata rafforzata dallo stesso procuratore del giocatore, Wessel Weezenberg, su De Telegraf, il principale quotidiano dei Paesi Bassi: «Il Torino è un candidato importante, ma ci sono diversi club. Sarà chiaro nei prossimi giorni se Perr partirà o resterà». Toro candidato importante, dunque. Ed è questa la notizia che più conforta i tifosi. I granata, per l’occasione, hanno subito scoperto le carte offrendo all’Ajax una decina di milioni più due di bonus contro la richiesta iniziale di 15. Non siamo lontani dalla possibilità di trovare un accordo ma – come ha sottolineato il suo procuratore – ci sono altre società interessate, una italiana che è la Fiorentina (sondaggi pure del Bologna).Guarda la galleryIn attesa dei rinforzi Juric modella il nuovo Toro in Austria

    Pista Denayer

    Se nei prossimi giorni l’operazione non dovesse andare a buon fine Vagnati tornerebbe a dirottare le sue premure su Jason Denayer, 27 anni, titolare della Nazionale belga, ex Lione. In un primo tempo il giocatore ha “sparato” 3 milioni a stagione come richiesta d’ingaggio, visto che è svincolato, ma pare disponibile ad abbassare le pretese. Denayer, dunque, rimane la prima alternativa a Schuurs. Il mercato del Toro, ovviamente, non si ferma al difensore visto che vanno coperti anche altri settori.

    Sullo stesso argomentoMercato Toro, Laurienté si ribella: ha disertato l’allenamento!Calciomercato Torino

    Oltre il centrocampo

    E per questo è stata recapitata al Bologna un’offerta ufficiale per Riccardo Orsolini, 25 anni, jolly offensivo del Bologna. La proposta di Vagnati è stata di 8,5 milioni più bonus per un prestito con obbligo di riscatto senza condizioni. Il Bologna sta prendendo tempo con la speranza, giustificata, di un rilancio più sostanzioso. La trattativa, comunque, potrebbe andare avanti per le lunghe, anche se sono state gettate le basi. Sempre per rimanere nel reparto offensivo segnaliamo contatti con la Roma per l’uzbeko Eldor Shomurodov, 27 anni, e il russo Aleksey Miranchuk, 26 anni, jolly offensivo dell’Atalanta: quest’ultimo, a differenza di Shomurodov che è una prima punta, può ricoprire più ruoli della zona avanzata: esterno, trequartista e attaccante. Per l’uzbeko potrebbero esserci meno difficoltà se i giallorossi prendessero un attaccante (Belotti o chi per lui), perché a quel punto Mourinho si troverebbe con un esubero. Sostanziale stallo sulla trequarti. Nessuna novità sostanziale, infatti, per Laurienté e Praet. L’ala del Lorient è tornato ad allenarsi dopo essersi fermato per un giorno, infastidito dal fatto che il suo club non lo abbia ancora ceduto, nonostante le offerte di Torino e Sassuolo, mentre sul belga del Leicester, forse, si muoverà qualcosa più avanti se il Toro si presenterà con i contanti. Gli inglesi, infatti, si sono detti disposti a cederlo solo a titolo definitivo. E per concludere una buona notizia per la Primavera. Scurto sta aspettando l’arrivo di un talento francese: Daouda Weidmann, classe 2003, centrocampista del Psg. I granata stanno perfezionando l’acquisto a titolo definitivo e all’inizio della prossima settimana il ragazzo potrebbe essere già a Torino per cominciare la nuova avventura. In Primavera con vista sulla prima squadra. LEGGI TUTTO

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    Toro, domani c'è il Nizza: con il presidente Cairo in tribuna?

    TORINO – Domani, ore 19, a Nizza ultima amichevole del Torino prima dell’inizio delle sfide ufficiali. Un test importante, visto che la formazione francese è arrivata quinta in campionato ottenendo la qualificazione alla Conference League e ha vinto, proprio ai danni del Paris Saint-Germain, la Coppa di Francia. Un test di valore, dunque, anche perché arriva dopo la rissa verbale tra Juric e Vagnati. Per l’occasione potrebbe anche arrivare il presidente Cairo, considerando che nel corso del ritiro austriaco non ha mai visitato la squadra neppure per un veloce saluto. E la sua presenza, dopo tutto quello che è successo in questi giorni, potrebbe servire a riportare la normalità più assoluta all’interno del gruppo. Sarebbe una mossa societaria molto gradita da tutti, anche dal tecnico Juric. Al momento non c’è nessuna certezza sulla sua presenza, ma si tratta di una semplice speranza da parte del tecnico e dei giocatori. Sfida molto attesa, con particolare attenzione su Sanabria che nell’ultima amichevole contro l’Apollon Limassol è andato a bersaglio difendendo il posto da titolare da eventuali acquisti. Intanto domani mattina il neo acquisto Lazaro sosterrà le visite mediche e aspetterà la squadra di rientro da Nizza. Un giocatore in più per Juric, che ne aspetta altri.Guarda la galleryTorino, Sanabria decide la sfida contro l’Apollon LEGGI TUTTO

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    Il Toro si rialza: Lazaro dall'Inter!

    TORINO – Dopo il duro confronto con Ivan Juric in Austria, il dt del Torino, Davide Vagnati, si è rimesso subito al lavoro per rafforzare la rosa granata. Dall’Inter arriva Valentino Lazaro, esterno austriaco di 26 anni. I nerazzurri lo avevano mandato in prestito al Benfica dove ha collezionato 29 presenze stagionali. Arriva in prestito con diritto di riscatto LEGGI TUTTO

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    Toro: il gol di Sanabria, i messaggi di Juric

    SEEKIRCHEN – Un bel gol di Sanabria di testa (palla all’incrocio su punizione-cross liftata di Rodriguez) e il Toro batte anche l’Apollon Limassol, campione di Cipro, dopo i cechi del Mlada Boleslav e i campioni turchi del Trabzonspor. Ma la notizia vera è un’altra: la formazione titolare schierata da Juric, tutte riserve in blocco a parte il portiere (Berisha), con in campo due Primavera, Antolini e N’Guessan, e diversi giocatori fuori ruolo per forza, per arrivare a 11 (Verdi in mediana, Adopo in difesa…). Il turnover poteva essere logico, pensando alle fatiche del ritiro e all’imminenza della difficile partita di sabato, in Francia, contro il Nizza. Ma una scelta così… clamorosa, senza vie di mezzo, cioè non mescolando riserve e titolari come si fa solitamente, appare chiaramente anche come un messaggio stentoreo alla società: quando arrivano i rinforzi promessi da maggio? In tribuna, qui in Austria a Seekirchen, Vagnati. I summit con Juric continuano anche così, dunque. Non solo nell’hotel che ospita il Toro a Waidring, ma anche a distanza… LEGGI TUTTO

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    Chiesa, la Juve nel menu aspettando di tornare in campo: fine agosto nel mirino

    TORINO – Se la ride, e fa bene, perché bisogna essere coraggiosi e ottimisti dopo uno schiaffo così forte come quello che il destino gli ha rifilato sette mesi fa. Federico Chiesa, calendario alla mano, non vede l’ora di tornare a calpestare sul serio l’erba, tornando ad allenarsi con i compagni attualmente impegnati nella tournée statunitense. Lo farà, a meno di cambi di programma, in coda al mese di agosto senza necessità di forzare, tanto è noto che solo da gennaio – come ammesso anche dal tecnico Massimiliano Allegri – sarà possibile rivedere l’esterno della Juventus nel pieno della forma dopo la lesione del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro, rimediata il 9 gennaio all’Olimpico romano contro i giallorossi. Ma Federico scalpita, si è ridotto le vacanze estive pur di concentrarsi immediatamente sul recupero da un infortunio così grave e non smette di seguire un accurato programma di lavoro personalizzato che gli consentirà di rientrare in tempo per il clou della prossima stagione. Nell’attesa, l’ex Fiorentina fa l’ennesimo pieno di torinesità recandosi a cena nel noto luogo di culto frequentato da tutti i giocatori bianconeri: la Trattoria dei Fratelli Bravo. «Dai che manca poco», è il messaggio social dedicato dai proprietari del locale a Chiesa, il tutto corredato da un sorriso grande così da parte dei protagonisti, calciatore e ristoratore. C’è luce in fondo al tunnel, Fede comincia a intravederla. LEGGI TUTTO

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    Torino, adesso il jolly Seck non va più via

    WAIDRING – Non va più via. Per meriti e per forza. Demba Seck, 21 anni, e un destino che sta cambiando di settimana in settimana. Ma non poteva essere altrimenti, d’altra parte. C’era una volta un mercato (ipotetico, tarato a cavallo tra la fine della primavera e l’inizio dell’estate) che portava alla luce la possibilità che il giovane jolly offensivo senegalese venisse ceduto in prestito per farsi meglio le ossa e giocare con continuità. Ma ormai la situazione sta ribaltandosi, in primo luogo perché (Radonjic a parte) il reparto offensivo del Torino ha conosciuto solo partenze. Brekalo, Pjaca, Praet, Belotti. E Zaza ai margini della rosa. È stato riscattato Pellegri, resta Sanabria, c’è il serbo e poi fine. Voi fareste andare via un giovane in rampa di lancio come Seck, a questo punto? Ovviamente no. Anche perché il ragazzo qui in Austria sta dimostrando di essere sintonizzato bene sui dettami di Juric. Persino meglio, rispetto ai primi mesi nel Torino.Sullo stesso argomentoSeck: “Toro, voglio fare grandi cose. Juric mi dice: dribbla, dribbla e segni”Torino

    Preso dalla Spal, a gennaio. Con ridotte chance, di lì a maggio. Sei presenze, 142 minuti giocati in tutto, quasi esclusivamente confinati nei 2 mesi finali del campionato. Un carattere forte, una mentalità da professionista da affinare, qualche esuberanza giovanile di troppo. Era il suo ritratto. Che ora sta cambiando: decisamente in meglio. Tatticamente, Juric lo sta utilizzando in un doppio ruolo: nel canonico 3-4-2-1 da trequartista, nel 3-5-2 come una delle due punte leggere là davanti. Sta dimostrando le sue qualità, col Trabzonspor l’ha anche buttata dentro: prima volta.

    Guarda la galleryJuric osserva il suo Torino: Lukic si gode il momento

    Dopo il gran lavoro dei mesi scorsi, Ivan lo sta seguendo con spirito positivo e fiducioso sin dal primo giorno di ritiro. E Seck, non a caso, lo sottolinea: «Per me è come un padre, mi vuole bene, mi aiuta tanto, sono contento, sento la sua fiducia e quella della società. Nei mesi scorsi non ho giocato molto, per cui ora sono ancor più carico. Voglio fare tante belle cose. Il mister e Lukic mi ripetono che ho talento, ma anche che devo lavorare e ancora lavorare. E rinforzarmi fisicamente. Ora sono salito a 80 chili, devo arrivare a 83. Juric mi dice di attaccare sempre l’avversario, di provare l’uno contro uno in dribbling senza preoccuparmi se non riesco ad andar via, di provarci e riprovarci. Però mi dice anche: quando ti aggrediscono sei troppo leggero. Un paio di settimane fa mi prese da parte: gioca tranquillo, il gol arriverà, l’importante è andare di continuo in pressione sugli avversari. E così è stato, aveva ragione». I suoi idoli sono Mbappé e Haaland. Adora il basket, da quel mondo ha “rubato” il balletto curioso che inscena quando segna. Aveva un futuro disegnato in un modo, ora con merito sta ridipingendo il quadro.

    Guarda la galleryIl Toro cala il tris! Doppio Radonjic e Seck per i granata LEGGI TUTTO

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    Toro, Policano: “Investire i soldi di Bremer. Finora nessun mercato”

    Un fisico imponente, grinta a badilate e qualche intervento oltre il limite del consentito gli erano valsi il soprannome di “Rambo”, peraltro coniato proprio durante l’esperienza al Torino. E a quell’appellativo, trent’anni più tardi, Roberto Policano è rimasto fedele anche lontano dal campo: «Il Torino sta dando via tutti i migliori, la piazza è a un punto di rottura definitivo: i tifosi sono stufi del presidente Cairo e dei suoi comportamenti», la sua panoramica sul mondo granata, un paio di giorni fa, a Tmw Radio. Anche perché, a una manciata di giorni dall’inizio della sta gione, le operazioni in entrata languono. «Difficile dare un giudizio sul mercato, perché finora praticamente non c’è stato – il pensiero del tornante sinistro al Torino dal 1989 al 1992, oggi osservatore dell’Udinese -. Ritardo sulla tabella di marcia? Dipende dai piani della società: se sono in programma almeno dieci acquisti, come chiedeva Juric a inizio estate, allora direi proprio di sì. Ma magari ci si fermerà senza arrivare alla doppia cifra».

    Roberto Policano, è preoccupato per le difficoltà del Torino?«Alla luce dei nomi che si leggono in questi giorni come possibili innesti, credo che Vagnati si stia muovendo bene. Lo conosco e mi fido di lui, perché è uno che annusa i talenti. Il problema è che non dipende solo da lui…»

    In che senso?«Le ambizioni del Torino, in questo momento, passano dalla volontà di Cairo di portare avanti investimenti. Se il mercato si rivelerà al risparmio, allora sarà inevitabile pensare alla solita stagione in cui puntare a una salvezza tranquilla».Altrimenti?«Altrimenti, alla luce della buona ossatura ereditata dallo scorso anno, si potrà pensare anche all’Europa. Ma serve almeno reinvestire il “tesoretto” accumulato con la cessione di Bremer».

    Come ha vissuto l’addio del brasiliano?«Da un punto di vista economico, l’operazione è stata corretta: al giorno d’oggi tutti quei milioni sono difficili da reperire e, di conseguenza, da rifiutare. Diciamo che sarebbe stata persino ineccepibile, se solo non fosse stato ceduto proprio là…»

    Sul caso Belotti, invece, che idea si è fatto?«La colpa sta probabilmente nel mezzo, perché si è aspettato troppo per iniziare a trattare il rinnovo di contratto. Ma sono dell’idea che il Gallo sia stato consigliato male: pensava di ritrovarsi tra le mani chissà quale proposta, invece a fine luglio è ancora svincolato. E ormai lontano da una piazza che lo ha amato come pochi altri dove, al posto suo, sarei rimasto senza alcun tentennamento».

    E ora quali sono le priorità sul mercato?«Rimpiazzare questi due punti di riferimento che sono stati persi, innanzitutto: serve un centrale che attutisca la partenza di Bremer, che a tratti nelle ultime stagioni ha alzato un muro invalicabile quasi da solo, e un attaccante che garantisca almeno la doppia cifra per apporto di reti».

    Chi è il nuovo punto di riferimento del Torino?«Sicuramente Lukic, la sua crescita mi ha impressionato: con Juric ha acquisito intensità ed è migliorato anche nel recupero del pallone. Ora è un centrocampista tra i più completi della Serie A, indispensabile in entrambe le fasi di gioco».

    Lukic l’ultima rivelazione, quale sarà la prossima?«Confido in Pellegri, che era considerato un giovane di enorme prospettiva: se riuscirà a mettere da parte gli acciacchi e tornare nei binari che aveva imboccato, allora potrà essere la sorpresa del prossimo campionato».

    Juric è stata una sorpresa?«No, per il semplice fatto che non lo scopriamo oggi. Il tecnico è un grande valore aggiunto: ha dato un’impronta importante e ha convinto il gruppo a seguirlo nell’idea di un calcio molto dispendioso. E poi ha assicurato uno spirito molto da Toro: la sua figura calza a pennello in questa realtà».

    Il tecnico croato ha costruito qualcosa che le ricorda il gruppo dei suoi tempi?«Difficile fare paragoni, perché quello era un calcio profondamente diverso. Ma la mentalità che ha inculcato è quella giusta, lo dimostra l’impegno in campo della squadra lo scorso anno nelle vittorie come anche nelle sconfitte». LEGGI TUTTO

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    Seck: “Toro, voglio fare grandi cose. Juric mi dice: dribbla, dribbla e segni”

    WAIDRING – Demba Seck, 21 anni, preso a gennaio dalla Spal: ecco chi è (per forza, oltreché per meriti) il nuovo rinforzo del Torino per la trequarti, dopo Radonjic, in attesa che Cairo riesca a dare altri jolly offensivi a Juric. Che aspetta Laurienté e invoca il ritorno di Praet. Dopo il gran lavoro dei mesi scorsi, Ivan sta seguendo Seck con spirito positivo e fiducioso sin dal primo giorno di ritiro. E il senegalese, non a caso, lo sottolinea: «Per me è come un padre, mi vuole bene, mi aiuta tanto, sono contento, sento la sua fiducia e quella della società. Nei mesi scorsi non ho giocato molto, per cui ora sono ancor più carico. Voglio fare tante belle cose. Il mister e Lukic mi ripetono che ho talento, ma anche che devo lavorare e ancora lavorare. E rinforzarmi fisicamente. Ora sono salito a 80 chili, devo arrivare a 83. Juric mi dice di attaccare sempre l’avversario, di provare l’uno contro uno in dribbling senza preoccuparmi se non riesco ad andar via, di provarci e riprovarci. Però mi dice anche: quando ti aggrediscono sei troppo leggero. Un paio di settimane fa mi prese da parte: gioca tranquillo, il gol arriverà, l’importante è andare di continuo in pressione sugli avversari. E così è stato, aveva ragione». Vedi la rete al Trabzonspor, sabato scorso. La sua prima in partita con la maglia granata addosso.Guarda la galleryIl Toro cala il tris! Doppio Radonjic e Seck per i granata LEGGI TUTTO