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    Brekalo, la nuova sfida. Il trequartista è chiamato a dare segnali forti: già da Bergamo

    TORINO – Obiettivo per il nuovo anno: riprendersi il Toro. Josip Brekalo – arrivato a un soffio dalla fine del mercato estivo da Wolfsburg in prestito oneroso a un milione con diritto di riscatto fissato a 11 – ha iniziato alla grande la sua esperienza in granata, ma ha rallentato alla distanza.Sullo stesso argomentoToro, la strada per Miranchuk: Vagnati può stringereCalciomercato Torino

    Dopo la panchina nella sfida contro la Salernitana alla terza di campionato, il trequartista è sceso in campo da titolare nelle 7 partite successive, togliendosi per due volte la soddisfazione del gol: a Venezia, nel pari contro i lagunari, il classe 1998 ha trovato la prima gioia con la maglia del Torino. Il bis contro il Genoa, invece, è risultato decisivo ai fini della vittoria per 3-2 dei granata. A fine ottobre, un infortunio al polpaccio gli ha impedito di affrontare Sampdoria e Spezia, ma al rientro dalla pausa per le Nazionali – in cui è stato protagonista nel finale della sfida decisiva contro la Russia che ha consegnato alla Croazia il pass per il Mondiale in Qatar del prossimo anno – Brekalo ha trovato il terzo gol stagionale, aprendo le marcature nella sfida contro l’Udinese su assist di Belotti.

    Titolare anche nell’impegno successivo in trasferta contro la Roma, si è accomodato in panchina contro l’Empoli a inizio dicembre e, da lì in poi, ha messo insieme soltanto 236 minuti diluiti in 5 presenze – media di 47 minuti a gara – tra campionato (contro Cagliari, Bologna, Verona e Inter) e Coppa Italia (nell’ottavo di finale contro la Sampdoria). Pochi, considerando che nelle precedenti 9 partite era rimasto in campo per 755 minuti, con una media di 84 minuti a partita. Numeri incontrovertibili che raccontano un’involuzione per il fantasista che, già nella sfida contro l’Atalanta del 6 gennaio, sarà chiamato a battere un colpo. Negli ultimi tempi Juric gli ha spesso preferito Pjaca, ma contro i nerazzurri Brekalo potrebbe avere la chance di tornare titolare: del resto, la sua abilità nello stretto e la capacità di imbucare per i compagni potrebbe creare più di un problema al terzetto difensivo di Gasperini. Una seconda parte di stagione sui livelli iniziali al Toro, inoltre, potrebbe convincere la società a riscattarlo e permetterebbe al giocatore di avere la continuità che spesso gli è mancata in carriera.

    Il 2022 è ancora una pagina bianca: a Brekalo il compito di scrivere, in granata, il suo futuro.

    Sullo stesso argomentoDopo Rincon, Baselli. L’addio è più vicinoCalciomercato Torino LEGGI TUTTO

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    Per il Toro c'è l'ipotesi bolla prima dell'Atalanta

    TORINO – Le ultime fatiche del 2021 per prepararsi a un inizio di nuovo anno impegnativo, concentrato nella tre giorni di campionato in cui il Torino affronterà prima l’Atalanta (il 6 gennaio) e a seguire la Fiorentina (il 9). Due partite da preparare con la massima cura dei dettagli, anche se l’ombra del Covid-19 torna a far paura. La positività accertata di Simone Verdi – fuori dai radar di Juric da tempo, infortunato e adesso a Bologna per curarsi al bicipite femorale della coscia destra – è stata solo l’antipasto rispetto alle due comunicate ieri l’altro dalla società con un comunicato sul proprio sito. Massimo riserbo sui nomi, ma si tratta di un calciatore e di un membro dello staff tecnico, entrambi vaccinati e in isolamento. Per precauzione, la società ha già predisposto per oggi un altro giro di tamponi molecolari a cui sarà sottoposto tutto il gruppo: l’obiettivo è scongiurare nuove positività e continuare a preparare la sfida dell’Epifania contro l’Atalanta senza ulteriori intoppi legati ai contagi.Sullo stesso argomentoTorino, un calciatore e un membro dello staff positivi al CovidTorino

    Toro in bollla prima dell’Atalanta

    Possibile che, con l’avvinarsi della sfida del Gewiss Stadium, il gruppo squadra entri in “bolla” per evitare contatti con l’esterno, intensificando i controlli e i tamponi. Nel frattempo, si spera che il calciatore positivo possa negativizzarsi. Al Filadelfia, intanto, ieri la squadra ha continuato ad allenarsi agli ordini del tecnico croato e dei suoi collaboratori. I granata hanno svolto una seduta prevalentemente improntata sulla tecnica e sul possesso palla. Juric ha scrutato ogni momento dell’allenamento, anche per farsi un’idea rispetto alle scelte a cui sarà chiamato nei prossimi giorni per disegnare l’undici da opporre al suo maestro Gian Piero Gasperini.

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    Daniele Fortunato esclusivo: “Gasperini-Juric show. Mondonico godrebbe”

    La sua dimora ora è Vicenza, ma il suo passato ha un legame particolare sia con Bergamo che con Torino. Atalanta-Toro non lascia mai indifferente Daniele Fortunato: cinque stagioni da giocatore con la Dea, due coi granata. Avventure nel segno di Emiliano Mondonico, suo padre calcistico. Andavano persino in vacanza insieme, pur di non perdersi di vista per troppo tempo. Insieme hanno condiviso tutto: gioie e dolori del campo, passioni e sofferenze fuori dal rettangolo verde.

    Atalanta-Toro è la partita di Daniele Fortunato, per i suoi trascorsi da calciatore. A distanza di così tanti anni che sensazioni avverte a pochi giorni dal match?

    «Credo che siano le due società nelle quali sono riuscito a dimostrare meglio il mio valore: ho vissuto anni splendidi da calciatore all’Atalanta, per la quale ho anche fatto il team manager una volta appese le scarpe al chiodo. Al Toro ho il ricordo di due stagioni fantastiche, in cui ho giocato con grande continuità vincendo una Coppa Italia. Un torneo che conquistai anche con la Juve, ma in granata ci sono riuscito da protagonista, in una piazza unica in termini di storia, tradizione e calore. Sono stati anni indimenticabili. E se penso ad Atalanta-Toro mi vengono anche in mente i gol che feci da ex: uno all’Atalanta quando ero al Toro, uno al Toro quando vestivo la maglia della Dea. Esultai, pur con educazione: in quel momento ero solo felice per la mia squadra, io non riesco a capire chi non esulta. È una cosa che va contro la natura di un professionista».

    La sua vita calcistica e non solo è legata alla figura di Emiliano Mondonico. Per lei è stato prima un allenatore, poi un collega e infine un carissimo amico. Cosa direbbe Mondo di Gasperini e Juric?

    «Se Mondonico fosse ancora fra noi, direbbe sicuramente che i due allenatori che più incontrano il suo stile calcistico e personale sono proprio loro. Sono due tecnici top: si avvicinano al modo di essere del Mondo, che li apprezzerebbe molto. Sono due persone vere, veraci, che non si tengono il cecio in bocca quando serve richiamare tutti all’ordine. E che fanno giocare un grande calcio alle formazioni che guidano».

    Le piace Juric? Cosa la colpisce della prima parte di stagione in granata?

    «Mi ha impressionato in positivo dopo il pareggio di Cagliari: il Toro aveva avuto più occasioni da gol per vincere la partita, ma lui ammise candidamente che non avrebbe meritato il successo. Anche a Verona e ai tempi di Mantova diceva tantissime cose vere, non è certo la persona che si nasconde dietro ad un dito o che si arrocca dietro agli alibi. Racconta sempre la verità, per questo è un allenatore che va seguito. Oggi il Toro è bello da vedere: è una squadra quadrata e lui ha grandi meriti, perché pur senza grandi individualità sta riuscendo a creare un collettivo straordinario, con ampi margini di miglioramento».

    Chi dovrà tenere d’occhio il Toro a Bergamo?

    «In questa fase della stagione, in cui l’Atalanta è ancora in corsa per lo scudetto, è giusto che Gasperini punti sui suoi attaccanti: sono loro che in questo momento possono completare il salto di qualità. Zapata e Muriel sono indispensabili, ma io sono innamorato di Ilicic: è un campione, può accendere le partite da un momento all’altro con lampi di genio esaltanti».

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    Toro, Rincon vicino al ritorno al Genoa

    TORINO – In queste ultime ore il Genoa sta cercando di accelerare l’operazione Rincon, giocatore ritenuto importante da Sheva per dare compattezza ed equilibrio al centrocampo rossoblù. Il venezuelano avrebbe già dato il suo consenso all’operazione. Per lui sarebbe un ritorno. LEGGI TUTTO

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    Toro, Izzo in uscita: Vagnati vuole soldi

    TORINO – A pochi giorni dall’apertura ufficiale della finestra invernale di mercato, gli obiettivi in entrata fanno il paio con gli esuberi da piazzare. Fare cassa – non solo incassando denaro, ma anche risparmiando sugli ingaggi – è il diktat che caratterizzerà anche questa campagna di trasferimenti. Per questo, Davide Vagnati avrà il compito di trovare squadra a chi è fuori dai radar di Juric e pesa ancora sul bilancio. Partendo dai difensori, il nome di Armando Izzo è il più gettonato: il centrale napoletano, in campo per soli 203 minuti nei 6 spezzoni tra campionato e Coppa Italia, è nel mirino di Genoa e Cagliari.Guarda la galleryCalciomercato Torino: Rincon, Baselli e Kone con la valigia. Obiettivo Amrabat

    Mazzarri lo stima molto

    In Sardegna, Izzo trova nel suo ex tecnico Walter Mazzarri il maggiore sponsor, mentre a Genova sarebbe quasi un ritorno a casa dopo aver indossato la casacca rossoblù dal 2014 al 2018. Nelle testa di Juric, nel terzetto difensivo granata Izzo è la sesta scelta dopo Bremer, Djidji,Rodriguez, Zima e Buongiorno. Il contratto del difensore scadrà nel 2024 e da lui potrebbe arrivare anche qualche milione da reinvestire.

    Sullo stesso argomentoTorino, alla ripresa assenti Aina e Verdi. Terapie per Belotti e BerishaTorino LEGGI TUTTO

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    Toro, in Coppa d'Africa Ola Aina deve fare il salto di qualità

    TORINO – Ivan Juric si è messo il cuore in pace da tempo. Già sapeva che a gennaio avrebbe perso Ola Aina: lo immaginava sin dai mesi estivi. Perché l’esterno sinistro cresciuto nelle giovanili del Chelsea è un punto fermo della Nigeria: elemento molto importante per il ct Augustine Eguavoen, che lo ha chiamato per disputare la Coppa d’Africa in Camerun. Con credenziali notevoli: anche grazie al ritorno di Victor Osimhen le Super Aquile puntano al bersaglio grosso in una manifestazione il cui l’ultimo successo risale al 2013 (finalissima vinta 1-0 contro il Burkina Faso). Ola Aina sarà dunque uno dei protagonisti della Coppa d’Africa che inizierà il 9 gennaio, con buona pace del Toro, che sta valutando anche la possibilità di intervenire sul mercato per assicurarsi un esterno sinistro che faccia al caso di Juric.Sullo stesso argomentoToro, è ufficiale: la Nigeria convoca Ola Aina per la Coppa d’AfricaCalcio

    Solo in tre occasioni non è sceso in campo

    Già, perché la stagione di Aina non è stata esaltante fino a questo momento: anche nel nuovo corso del tecnico croato le prestazioni sono caratterizzate da una profonda discontinuità. I passi in avanti, dopo il positivo prestito al Fulham, non sono così evidenti come avrebbero sperato in casa granata. Eppure il minutaggio non gli è mancato: 16 presenze in campionato non sono poche. Solo in tre partite il nigeriano classe ’96 non ha avuto la possibilità di dare il proprio contributo: contro Venezia (per via di un permesso speciale per motivi familiari accordato dalla società), Roma e Bologna. Per il resto Aina è stato uno dei più utilizzati, anche per via delle tante assenze di Cristian Ansaldi, indispensabile quando è al top della condizione ma troppo spesso vittima di infortuni muscolari che ne diminuiscono l’impiego […]

    Sullo stesso argomentoToro, è ufficiale: la Nigeria convoca Ola Aina per la Coppa d’AfricaCalcio LEGGI TUTTO

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    Torino, Verdi positivo al Covid: nessun contatto con la squadra

    BOLOGNA – Simone Verdi è positivo al Covid. Come annunciato in una storia Instagram dalla compagna del giocatore, Laura Della Villa, l’attaccante del Torino, immortalato a letto con la febbre mentre legge un libro, ha cominciato il suo isolamento. Non ha avuto alcun contatto con i compagni, anche perché già da diversi giorni era a Bologna dopo un infortunio. LEGGI TUTTO

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    Torino, Ansaldi: “Starò qui fino a 40 anni, ho tanti stimoli”

    TORINO – “Incredibile, sono già cinque anni in granata”. Esordisce così Cristian Ansaldi, esterno argentino del Torino nell’intervista rilasciata a Torino Channel. Il 36enne ha spaziato parlando del suo passato, del suo futuro e della sua sfera privata da marito e papà. “La mia carriera? Il sogno di un ragazzo che diventa realtà, tutto parte dall’amore per il pallone. Ho iniziato con papà e mio fratello, papà è un grande appassionato di calcio come tutti noi argentini. E’ una passione diversa quella argentina, non come quella tedesca o inglese: siamo più “pazzi”. 
    Torino, Singo non parte ma si cerca un terzino
    “Io calciatore? Volevo fare il veterinario. Sul futuro..”
    “Io ho iniziato in una squadra piccola, del quartiere della mia città, poi a 9 anni sono andato al Newell’s. Obiettivo professionismo? Non da sempre, volevo fare il veterinario, amo gli animali: a casa ho serpenti, draghi barbuti, tre cani, pappagalli…Tanti mi chiedono che voglio fare dopo il calcio: penso sempre alla famiglia, a dedicarmi maggiormente a loro. E’ bello essere calciatori ma soprattutto per noi che lavoriamo fuori dal nostro paese natìo c’è bisogno di recuperare tempo per stare con i figli, con i fratelli e con tutti i parenti. Anche gli amici sono importanti, io ormai li vedo solo poche volte l’anno. Voglio tornare a Madrid dopo la fine della mia carriera, e andrò spesso anche in Argentina.
    Gli anni in Russia e in Spagna e la famiglia
    “Anni all’Atletico stupendi: di Madrid amo tutto, la lingua, l’ambiente. La Russia? Paese differente in tutto, mia moglie e io però siamo stati molto bene in quei sei anni a S.Pietroburgo. Con mia miglie ci conosciamo da bambini ed eravamo amici, poi a 15 anni ci siamo fidanzati e a 21 ci siamo sposati. Io papà? Ho tre bimbi, due gemelli. Abbiamo iniziato a migliorare come persone anche attraverso loro, un figlio ti cambia la vita. Il loro rapporto col calcio? Da quando hanno 6-7 anni sono più tristi quando parto per i ritiri, per le trasferte. Però mi seguono, mi incoraggiano e vengono allo stadio. Vogliono fare gli influencer (ride). In famiglia anche qualche momento buio: la separazione dei suoi genitori ha ferito profondamente Cristian: “Separazione dei miei genitori molto difficile, ero lontano dall’Argentina. Avevo rabbia, perchè ero cresciuto coi principi della famiglia e mi è caduto tutto. Ero già grande, ero già sposato, ma è stato comunque davvero duro. Una parte di me non è ancora guarita bene. Consiglio a tutta la gente: tutti i matrimoni avranno momenti difficili, cercate di superarli stando vicini”. 
    Torino, Aina convocato dalla Nigeria per la Coppa d’Africa
    “Starò a Torino fino a 40 anni”
    “Torino: si sente l’amore della gente, come a Rosario, a differenza dei grandi club qui ci si sente più in famiglia. Anche mia moglie e i miei figli stanno bene qui, mi dà tanta serenità. Starò qui fino ai 40 anni.  Carriera: tanti momenti belli, ho conosciuto grandi squadre e giocatori di grande livello. Anche la Nazionale mi ha dato tanto, ti identifica con la tua gente, col tuo paese. Stimoli a 36 anni? Certo, si deve cercare sempre lo stimolo, altrimenti si perde allegria, felicità. Io ho sempre detto: voglio giocare fino a 40 anni”. Tanti infortuni in carriera, bisogna stare attenti a cosa mangio, quanto dormo. Ora so gestirmi meglio, sento addirittura meno fatica di quando ero giovane”.
    La fede, i valori, le canzoni
    “Fede? Fondamentale. La gente pensa che noi calciatori non abbiamo problemi: non è vero, abbiamo gli stessi problemi di tutti, i soldi non tolgono i problemi. A che servono i soldi ad esempio se sei solo o se sei triste? I soldi ti danno tranquillità economica, la felicità è una cosa diversa. Trasmettere ai giovani questi valori? Si, bisogna fargli vedere queste cose più coi fatti che con le parole, quindi tendo sempre a dimostrarmi disponibile visto che sono fra i più esperti in squadra. Divertirsi negli spogliatoi è importante: bisogna sempre essere positivi, rialzare la testa dopo una sconfitta. Ricordiamoci che è un gioco, si cresce anche con la disciplina e con la mentalità vincente. Non ci si deve abituare a perdere.Mi piace cantare: oggi siamo vivi, domani non sappiamo. Amo la musica romantica, i lenti…”, conclude Ansaldi. LEGGI TUTTO