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    Juric, ora riscattati! Devi essere migliore di Cairo

    TORINO – Tu quoque, Juric. Sarà che la cairite è contagiosa, una sorta di variante alessandrina che da troppi anni rende la pandemia granata non debellabile. Sarà che abbiamo sopravvalutato la capacità del tecnico croato di cogliere del tutto la criticità ormai cronica di questa fase storica per un club un tempo glorioso. Sarà che in questi giorni, dopo le ultime tensioni interne, il presidente può aver trovato i sistemi per convincere l’allenatore a darsi una regolata e rispettare come tutti l’allineamento societario alla filosofia del patron (vedi le parole sul mercato di gennaio – “faremo poco o niente, tanto non serve, quello che volevo fare io ce l’avevo in testa ad agosto” – rimarcate dai media presidenziali come sintomi di realismo e concretezza).Guarda la galleryTorino, addio Coppa Italia: Sampdoria avanti con Quagliarella e Verre

    Cosa pensa di fare Juric?

    O sarà magari che il tecnico, costretto a fare buon viso a cattivo gioco, pensi davvero di inviare dei messaggi più o meno subliminali al suo datore di lavoro, schierando cioè: giocatori impresentabili, o comunque inadeguati tecnicamente o fisicamente, o comunque da tempo ai margini al punto da aver proprio staccato la spina che li collegava al contesto Toro, o comunque in un ruolo improbabile (vedi Rincon difensore centrale, quando avevi almeno Zima, in assenza dell’infortunato Bremer). Forse così conta davvero di convincere Cairo a fare quello che mai ha fatto in 16 anni di reggenza; reggenza impreziosita da ben due settimi posti in campionato, un ottavo di finale (perso) in Europa League, due o tre quarti in Coppa Italia e un paio di trofei con la Primavera il cui artefice (l’ex ds Bava) ha mandato via imputandogli di tenere rapporti troppo empatici e cordiali con l’ambiente granata. Ammazza oh, che palmares, per uno che si era insediato parlando di Pulici e di Champions […]

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    Toro, riserve poche o inutili: Cairo lo capirà mai?

    TORINO – Tra le varie, palesi note dolenti emerse a Marassi nel sedicesimo di finale che ha visto la qualificazione della Samp ai danni dei granata una si staglia sopra le altre: non esiste un Toro2, anzi Juric tanto ha da lavorare per strutturare il Toro. Il lusso di una seconda squadra non è per questo club, e non potrebbe essere altrimenti, considerato il lavoro impostato, ma non concluso, sul mercato in estate. Periodo nel quale, pur in ritardo e con le inevitabili complicazioni di natura tattica e fisica che ne sono scaturite, qualcosa di positivo pure è stato fatto. L’arrivo di Brekalo, Praet e Pjaca che potranno restare in granata anche dopo questa stagione è valido dal punto di vista tecnico e strategico, quello di Pobega che rientrerà al Milan ha invece unicamente riverberi – fin qui abbaglianti riverberi – sul lato tecnico.Guarda la galleryTorino, addio Coppa Italia: Sampdoria avanti con Quagliarella e Verre

    Izzo va al Cagliari?

    Il problema, emerso lampante nella notte di Genova, è che la lunga fila di giocatori scontenti, semi scontenti, non mentalizzati con l’ambiente, a fine corsa eccetera eccetera più o meno tale è rimasta. Scontato, stando così le cose, che al momento di affidarsi a chi gioca meno, cioè a chi non è più ferocemente dedito alla causa, si abbiano risultati come quello maturato giovedì sera. In difesa si è ad esempio rivisto Izzo – meno di dieci mitembre alla prova di Coppa -: ebbene il centrale non ha avuto colpe specifiche legate ai gol subiti, però è normale fosse appannato, senza le giuste distanze dai compagni. A gennaio dovrebbe lasciare la compagnia e l’augurio, perché il giocatore nei primi tempi in granata ha dimostrato sia dedizione alla maglia che notevoli qualità, è che possa ritrovare lo smalto perso nelle ultime annate (dovrebbe essere Cagliari, la piazza nella quale cercherà di riproporsi ad alti livelli) […]

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    Ai piedi di capitan Lukic: che salto di qualità con Juric!

    TORINO – I tifosi del Toro, fino all’arrivo di Juric, lo hanno sempre considerato un mezzo giocatore. Un eterno vorrei, ma non posso. Perché Sasa Lukic, pur mostrando a più riprese le proprie qualità, non si è mai veramente imposto. Anche per colpa di una collocazione tattica non sempre chiara: è approdato a Torino nel 2016 come progetto di regista, poi con Mazzarri ha fatto l’interno di centrocampo, con Giampaolo il trequartista puro e adesso con Juric il centrale di centrocampo.Guarda la gallerySanabria e un autogol: festa Torino col Bologna

    L’assist per Sanabria è un gioiello

    Forse è questa la sua collocazione: lo dimostrano le prestazioni scintillanti di questa stagione, che hanno toccato il punto più alto contro il Bologna. L’assist per Sanabria è un gioiello, così come la prova offerta al cospetto di Mihajlovic, il suo primo allenatore sotto la Mole.

    Sullo stesso argomentoTorino, Juric: “Partita stradominata. Sono più aziendalista del presidente”Torino LEGGI TUTTO

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    Toro, sospiro di sollievo per Juric: nulla di grave per Bremer

    TORINO – A quattro mesi di distanza dal balbettante passaggio del turno contro la Cremonese, superata soltanto ai calci di rigore a Ferragosto, il Torino giovedì sera tornerà in campo per il secondo turno di Coppa Italia in casa della Sampdoria. Non ci sarà Bremer, ma l’esito degli accertamenti dopo la sostituzione di domenica con il Bologna ha permesso di tirare un sospiro di sollievo: il sovraccarico al gemello mediale sinistro lo estrometterà dalla sfida con i blucerchiati, ma il difensore brasiliano può provare a mettere nel mirino la gara con il Verona di domenica o, alla peggio, la gara di San Siro con l’Inter del mercoledì successivo […]Sullo stesso argomentoTorino, Sanabria: “Sotto con la Coppa! Siamo in condizione, si vede”Torino LEGGI TUTTO

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    Toro, tra Juric e Cairo confronto a cena: è in gioco il futuro

    TORINO – L’incontro di Natale. Subito la notizia: senza alcun contratto con gli italiani da far firmare a Juric. Ivan, sempre tutto d’un pezzo davanti a Cairo. Il faccia a faccia si è però dipanato all’insegna della cordialità. Nessun confronto antipatico. Ma ovviamente nemmeno un clima da caserma tra storielle sconce, pur se nel Torino le “barzellette” sono d’attualità di questi tempi, dopo lo sfogo di sabato di Ivan sul mercato di agosto che non fu una roba esattamente normale, “un lavoro serio”. Nessun contratto con gli italiani stendibile da Cairo, giacché Juric tira dritto, sempre: è il suo modo di fare. “Io sono fatto così”: lo diceva già 6 anni fa, questa sua frase era anche finita in un libro-intervista.Guarda la gallerySanabria e un autogol: festa Torino col Bologna

    Juric: “L’Atalanta è il modello”

    Domenica, non appena schiantato il Bologna, quindi non 6 anni fa, diceva: «Sì, a volte vado un po’ oltre nelle parole e sbaglio. Ma soltanto perché vivo tutto a mille. La mia intenzione è solo il bene del Torino. Mi auguro che il presidente creda al fatto che io non penso a me stesso, ma alla società. Perché io sono il più grande aziendalista che ci sia. Basti vedere a Verona quello che abbiamo fatto in 2 anni, chi abbiamo preso e chi abbiamo venduto e a quanto, così da costruire una squadra importante senza investimenti. A me piace lavorare con giovani di qualità, di prospettiva. Per squadre come il Torino di oggi è l’unico modo giusto di fare le cose, con l’aggiunta di un bel vivaio. L’Atalanta è il modello, una crescita di squadra e di società anno dopo anno. Io non pretendo giocatori da 20 milioni. Io chiedo un concetto diverso, miglioramenti globali. Serve costruire per rendere questa società sempre più forte, perché ha tutto: la piazza e una proprietà solida». Ditecelo voi: ha torto o ha ragione?

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    Torino, Sanabria: “Sotto con la Coppa! Siamo in condizione, si vede”

    TORINO – Dopo tanto provarci Antonio Sanabria è tornato al gol, ancora una volta realizzato al Grande Torino, come già contro Salernitana e Genoa. Una rete importante perché ha rotto l’equilibrio contro il Bologna, nonché bella nella preparazione, vista la protezione di palla, e nell’esecuzione: un sinistro preciso sul quale l’ottimo Skorupski nulla ha potuto. Ha poi sbagliato qualcosa, il paraguaiano che al 9’ della ripresa si è incartato facendosi fermare dal portiere rossoblù, ma oltre all’eccellente finalizzazione in occasione dell’1-0 ha offerto una nuova prova di qualità e sacrificio: ha svariato, difeso palla, aperto spazi, preso falli. In definitiva si è comportato come in diverse altre partite, questa volta aggiungendo al quadro una variabile fondamentale, per un centravanti, cioè il gol.

    “Le sensazioni sono positive – commenta soddisfatto a fine gara Sanabria -: abbiamo disputato una gara importante e senza pause, riuscendo a dominare contro una squadra forte. Quando i successi arrivano in questo modo vincere è ancora più bello”. Non nasconde poi quello che resta un aspetto decisamente migliorabile, di questo Toro che spesso gioca bene, ma con altrettanta frequenza spreca sotto porta. “Al termine del primo tempo avremmo dovuto avere un vantaggio più ampio, e questo è un peccato. Juric ce lo ripete spesso, in area dobbiamo essere più cattivi”.

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    Domenica arriva il Verona

    Un mantra che dopo la prestazione contro il Bologna è presumibile sarà riproposto, dal tecnico croato: i granata hanno nuovamente raccolto meno di quanto abbiano seminato, considerato che pure nel secondo tempo gli sprechi non sono stati pochi. Buon per il Torino che questa volta sia bastata la rete di Sanabria, con allegato l’autogol di Soumaoro, per tenere a distanza un Bologna che si è rifatto sotto con Orsolini (su rigore, generosamente concesso, e che adottando lo stesso metro di giudizio avrebbe comunque dovuto portare a identica punizione per il Toro, quando Viola ha steso Pjaca).

    “Per quanto mi riguarda sono stato bravo a sfruttare l’assist di Lukic, ho calciato rapidamente e ho segnato: sono molto contento, sì – prosegue il sudamericano – E la soddisfazione riguarda tutti, si vede che stiamo bene fisicamente: durante la settimana lavoriamo intensamente, e i risultati in partita si vedono. L’obiettivo? Resta uno solo: crescere fin dalla prossima gara in Coppa Italia”. Prima di ricevere il Verona (domenica alle 18 al Grande Torino), giovedì i granata saranno di scena a Marassi contro la Samp per il turno di Coppa. “Ecco – conclude Sanabria – la nostra testa è già lì”: a una sfida dalla quale uscirà l’avversaria della Juve agli ottavi di finale.

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    Pobega e Bremer, intrigo Toro-Milan

    TORINO – Qualcosa si muove, eccome se si muove. Sull’asse Torino-Milan si sta dialogando. Si tratta di discorsi preliminari, chiaro, e l’impressione è che Toro e Milan si stiano studiando. La scorsa settimana, per esempio, c’è stato un contatto (molti dicono incontro) tra i due direttori sportivi. Davide Vagnati e Frederic Massara hanno discusso di diverse situazioni. A uscire allo scoperto è stato il Milan che ha chiesto informazioni (diciamo il prezzo) su Gleison Bremer, 24 anni, difensore brasiliano che in questo momento è uno dei più forti centrali del campionato italiano, se non il più forte, e conseguentemente uno dei più quotati in Europa. Con il passare del tempo è migliorato sotto tutti i punti di vista e Mazzarri, che ha contribuito in maniera determinante a farlo crescere nei suoi primi mesi granata, dopo la sfida di Cagliari si è sbilanciato: “Bremer è diventato un campione”. Non ha tutti i torti. Se non lo è ancora, poco ci manca.Guarda la galleryTorino, la probabile formazione contro il Bologna

    Venticinque milioni per Bremer

    Dunque, il Milan è partito all’attacco. I rossoneri lo hanno messo nel mirino per giugno; pur avendo bisogno di un difensore a gennaio, sanno che è impensabile toglierlo a Juric a stagione in corso. Il Torino ha fissato il prezzo: 25 milioni non trattabili. Con una puntualizzazione importante: il giocatore per ora non è in vendita, è considerato fondamentale per il presente e per il futuro ma il problema è la sua volontà visto che in un paio di incontri (attraverso il suo entourage, naturalmente) ha detto di no a un prolungamento di contratto per un milione e mezzo a stagione, lo stesso ingaggio che percepiscono i big della rosa.

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    Toro, Pobega pronto per la mischia

    Il paradosso del centrocampo del Torino è nelle parole di Ivan Juric a margine del pareggio di lunedì sera a Cagliari: “A livello di gioco, un po’ di stanchezza si è fatta sentire”, ha commentato il tecnico croato nell’analisi a caldo della sfida all’ex granata Walter Mazzarri. E, dunque, un po’ di stanchezza ha appesantito i muscoli soprattutto dei giocatori nella zona nevralgica, dove le trame di gioco si cuciono e si disfano. La mediana, appunto, in cui l’assetto della squadra non muta da oltre un mese: Sasa Lukic e Tommaso Pobega, in contumacia del lungo infortunio in cui è incappato Rolando Mandragora, sono i titolari inamovibili di questa squadra. E qui risiede il piccolo, grande, paradosso. In una rosa funestata dai problemi fisici, infatti, il reparto dei centrali di centrocampo sarebbe uno dei pochi a vantare numeri tali da consentire di scegliere tra l’abbondanza di soluzioni a disposizione. Già, sarebbe.Sullo stesso argomentoTorino, Mandragora in gruppo. A parte Linetty e PobegaTorino

    Rincon e Baselli sono ormai fuori dal progetto

    Perché mister Juric, in realtà, ha già scelto da tempo: i tre sopracitati ruotano – quando a disposizione, s’intende… – per due maglie da titolari, mentre i restanti sono scivolati in fondo nelle gerarchie. Tomas Rincon e Daniele Baselli ci sono, ma – dopo anni da perni della mediana granata – quasi non si vedono: il venezuelano in campionato ha disputato finora 158′, il bresciano si è fermato a quota 138. Ai margini a livello tecnico e non soltanto, dato che per entrambi il contratto scadrà nel 2022 e non è escluso che il mercato possa bussare alla porta già a gennaio. Di concerto con la società stessa, a maggior ragione se un movimento in uscita ne favorisse uno in entrata.

    Guarda la gallerySingo tradisce il Torino: l’Empoli rimonta le reti di Pjaca e Pobega LEGGI TUTTO