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    Torino, protesta dei tifosi contro Cairo: “Ridacci il Fila”

    TORINO – I genitori con i bambini per mano, le bandiere a sventolare, il sole persino un po’ caldo a dicembre. Sono le immagini della manifestazione pacifica andata in scena ieri davanti al Filadelfia. Merito del Comitato Difesa Toro – sodalizio da oltre un anno pianifica questo tipo di azioni e recentemente si è dato anche un assetto legale – che è riuscito a intercettare il forte sentimento trasversale di dissenso verso Cairo e le sue politiche. […] Chi ha partecipato ieri – circa un migliaio le presenze complessive tra le 15 e le 16.30, quando alcuni dei partecipanti hanno incrociato il pullman con Bremer e compagni, partito dal Grande Torino in direzione aeroporto – lo ha fatto per uno scopo che è diventato lo slogan dei tifosi: «Il Toro non deve morire!». […]Guarda la galleryCagliari-Torino: la probabile formazione di Juric

    L’appello dei tifosi

    […] All’indirizzo di Cairo la folla non ha urlato praticamente nessun insulto e non ha utilizzato alcun tipo di violenza: segno di una consapevolezza ulteriore nella contestazione, non più solo lotta contro il patron ma anche riconquista degli spazi granata. A cominciare dallo storico stadio, il cui cortile è stato interdetto all’ingresso dei tifosi che avrebbero voluto festeggiarvi – come sarebbe logico, anzi sacrosanto – i 115 anni del Torino. «Ridateci il vecchio Toro e riaprite il Fila» è stato il pensiero unanime dei torinisti arrivati da tutta Italia per vivere (finalmente) una giornata granata: da Sanremo a Jesi, da Reggio Emilia a Pesaro, Genova e La Spezia. Circa 60 i Toro Club che hanno aderito al Comitato – compresa l’Unione Club Granata – e centinaia gli appassionati. «Il mondo granata non pretende scudetti ma dignità – ha detto Marengo -. Siamo un popolo che ha saputo reagire alle tragedie ed è sempre rimasto vivo. Perché il Toro non è di nessuno, e se qualcuno è convinto che il Filadelfia gli appartenga, si sbaglia». Agli insulti e ai veleni sono state preferite le parole. E l’invito alla gente del Toro a riprendersi quello che gli spetta.

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    Cagliari-Torino, granata abbonati all'Under in trasferta

    Il secondo posticipo del 16° turno di Serie A va in scena alla Unipol Domus, tana del Cagliari. I sardi ospitano il Torino di Juric, reduce dal 2-2 con l’Empoli. Ecco le curiosità di un match aperto a qualsiasi risultato.
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    Cagliari-Torino, pronostico in bilico
    Le statistiche parlano chiaro. In casa il Cagliari ha giocato 8 volte, collezionando sempre l’Over 1,5 e in 7 occasioni il Goal. Numeri che non si specchiano affatto in quelli del Torino versione trasferta. I granata nelle ultime 6 “esterne” hanno abbracciato l’Under 2,5 e 5 di questi sono stati addirittura Under 1,5 (un gol al massimo in partita). Una situazione di “disaccordo” all’interno di un match dall’esito piuttosto incerto. Il Multigol 1-2 primo tempo potrebbe rappresentare una valida via di fuga dal labirinto. LEGGI TUTTO

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    Toro, Sanabria ora fuori i gol per svoltare

    TORINO – Gioca bene, ma segna poco: questa è un po’ la sintesi di quanto offerto fino a questo momento da Tonny Sanabria. La bilancia pesa sempre dalla parte positiva, anzi dell’attaccante si apprezzano movimenti più ampi di quelli ai quali aveva abituato nei primi sei mesi al Toro. Sotto il profilo della partecipazione alla manovra, come della difesa e distribuzione del pallone il paraguaiano convince, mentre qualcosa in più è chiamato a dare sul piano della realizzazione. Non a caso uno dei limiti fin qui emersi tra i granata è la forbice, troppo ampia, tra gioco proposto, occasioni create e gol messi a segno. Pochi quelli realizzati fin qui da Sanabria: 2 in 14 presenze. Una media bassa, decisamente non in linea con quanto messo sul piatto nel primo semestre in maglia granata. Con Nicola, che lo aveva voluto a gennaio assieme al rinforzo per il centrocampo Mandragora, il sudamericano ha ugualmente disputato 14 partite in totale, ma mettendo a segno 5 reti (gol a Crotone e Inter, doppietta alla Juve e altra marcatura contro la Roma). In questo campionato si è inceve sbloccato contro la Salernitana, si è ripetuto con il Genoa ma lì si è però anche fermato.

    Toro, tocca a Sanabria

    Ora è il momento di imprimere una svolta alla stagione, visto quanto c’è in palio sia in tema di squadra che di futuro personale. Saranno quelle contro Cagliari, Bologna, Verona e Inter le gare dopo le quali si capirà dove posizionare l’asticella delle ambizioni granata. Se attorno a una salvezza tranquilla, o se nella parte sinistra della classifica con possibilità di sognare. E in queste quattro, fondamentali prove il peso dell’attacco cadrà su Sanabria, vista l’indisponibilità del Gallo: una responsabilità, per l’ex Betis, il quale però sa pure che non dovrà temere concorrenza, da qui all’Inter. A meno che non stecchi di brutto contro Cagliari e Bologna, inducendo Juric a scommettere dall’inizio su Zaza, sarà Sanabria il centravanti del Toro, a dicembre.

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    Toro, Juric richiama subito Brekalo per portare più imprevedibilità

    TORINO – Contro il Cagliari, lunedì sera, tornerà Brekalo dal primo minuto. Il trequartista croato contro l’Empoli non è entrato per ragioni tattiche e la sua assenza si è fatta sentire. Il giocatore è diventato importante per il Toro di Juric grazie alla sua imprevedibilità. Le sue giocate, infatti, sono sempre diverse e il più delle volte velenose. E così contro la formazione di Mazzarri riprenderà il suo posto dal primo minuto. Resta da stabilire chi sarà il suo compagno dietro all’unica punta. Il ballottaggio è tra Pjaca e Praet. […]Sullo stesso argomentoRincon: “Torino, ci toglieremo delle soddisfazioni”Torino

    […] Nessun problema, per fortuna del Toro, a centrocampo. Pobega e Lukic anche contro l’Empoli sono stati tra i migliori e di conseguenza verranno riconfermati. La mediana granata offre garanzie assolute e per questo non si tocca. […] Da segnalare, per concludere, che Aina è entrato in diffida per un’ammonizione presa ad inizio secondo tempo nella partita contro l’Empoli. […] Al tecnico Ivan Juric, è toccata invece la prima ammonizione in panchina granata.

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    Torino verso il mercato: basta scommesse, servono certezze

    TORINO – Basta scommesse, ora ci vogliono certezze. Perché in questi ultimi due anni gli “azzardi” del direttore sportivo Davide Vagnati si sono rivelati un flop mentre l’usato sicuro, dove non c’è bisogno del lavoro degli osservatori, sta portando risultati. […] Basta scommesse e più certezze, dicevamo. Perché sui giovani Cairo ha investito senza ottenere risultati confortanti. Si è cominciato lo scorso anno con Amer Gojak, ricordate? Il centrocampista bosniaco in questo momento non è titolare neppure nella Dinamo Zagabria: per sua fortuna il Toro non aveva l’obbligo di riscatto. Ma ce ne sono altri, stavolta costosi. Mergim Vojvoda, per esempio, terzino kosovaro acquistato dallo Standard Liegi e pagato 5 milioni e mezzo: non si può dire (vedi anche la partita con l’Empoli) che sia il valore aggiunto del Toro. Lo stesso David Zima, 5 milioni di spesa, dopo un inizio promettente fatica a progredire: qui, comunque, val la pena insistere. […]Sullo stesso argomentoToro, è emergenza totale: Singo squalificato e sei infortunatiTorino

    La necessità di certezze

    […] Ecco perché da adesso in poi ci vogliono giocatori subito pronti. E gli esempi sono sotto gli occhi di tutti. Lo scorso anno a gennaio furono presi Mandragora e Sanabria e i due, protagonisti ancora oggi, avevano contribuito in maniera determinante alla salvezza dei granata che avevano già un piede in serie B. Si tratta di elementi con i quali costruire un futuro importante. E anche i vari Praet, Brekalo e Pjaca fanno parte di quei giocatori che ti permettono di affrontare gli avversari a testa alta. Tutti e tre costano, e neppure poco, ma se stanno bene fisicamente hanno i numeri per fare la differenza e andranno riscattati. […] Per i granata è arrivato il momento di accelerare.

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    Toro, Pjaca è mezza felicità

    TORINO – Se non sono gli infortuni, a escluderlo dal terreno di gioco, ci si mettono le ragioni tattiche. Ieri Pjaca è stato incontenibile fino al momento in cui l’espulsione di Singo ha indotto Juric a sostituire il connazionale per far entrare Vojovoda. Ma se il Toro così ha doverosamente mantenuto la linea a quattro in mediana, dall’altra ha perso quasi ogni soluzione offensiva. Anche perché Praet, che non ha scatto e progressione per ripartire, però avrebbe l’assist nelle corde, si è un po’ perso senza un compagno con cui duettare, mentre Sanabria che a differenza di Belotti non svaria, o almeno non sempre, è stato facilmente chiuso da Luperto e Romagnoli. Più che le caratteristiche dei singoli è però stato l’atteggiamento generale dei granata, a lasciare perplessi. Giusto pensare a limitare i danni, per come si sono messe le cose, ma resta il dubbio che facendo valere una certa superiorità tecnica, e non abbassando eccessivamente il baricentro, i granata magari l’aVrebbero anche potuta vincere, contro l’Empoli. E invece ancora una volta resta un senso di incompiutezza: questa squadra è indubbiamente cresciuta e sta globalmente migliorando, però il lavoro da fare, come sottolineato alla vigilia della gara dallo stesso Juric, è ancora tanto e a 360°. Alle porte c’è ad esempio il mercato di gennaio, che resta di riparazione – ovviamente meglio, per un tecnico, poter allenare i giocatori fin dal ritiro -, ma nel quale si possono comunque reperire buone occasioni.

    Le due squadre del Toro

    Come quelle che il Toro ha colto in estate: un aspetto è lampante, in queste prime 15 giornate di campionato. C’è una squadra con Pjaca, Praet e Brekalo, ce n’è un’altra più prevedibile senza uno o più degli attaccanti esterni arrivati qualche mese fa. Ieri ad esempio la capacità di giocare tra le linee di Brekalo, contro un’Empoli che lascia spazi, sarebbe potuta essere decisiva, a gara in corso. E invece al posto di Praet, alla mezzora della ripresa, è entrato Rincon. Cambio che la dice lunga, sulla paura del Toro di prenderle. Superiore a quel po’ di spavalderia che sarebbe invece servita per provare a vincerla. Certo rischiando pure di perderla. Ciò che va chiedendo Juric alla buona sorte è la possibilità, per qualche partita consecutiva, di poter disporre degli attaccanti esterni: scegliendo i titolari e non dovendo rinunciare ai rispettivi cambi. Ieri Pjaca, al terzo gol del suo campionato, ha ribadito di essere una risorsa centrale, per lo sviluppo delle trame offensive granata.

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    Il Toro non va oltre il 2-2 con l'Empoli. E anche Juric… stecca

    TORINO – I granata di Juric pareggiano 2-2 contro l’Empoli, ma restano tanti interrogativi. Il Toro domina e va sul 2-0 con Pobega e Pjaca. Poi, un’ingenuità di Singo rovina tutto: il laterale si fa espellere e da lì comincia un altro match. Il Toro decide di difendersi in inferiorità numerica ma così lascia strada ai toscani che prima accorciano con Romagnoli e poi nella ripresa fanno 2-2 con La Mantia. Punto guadagnato per il Toro? Per certi versi sì, ha rischiato anche di farsi ribaltare dal gruppo di Andreazzoli. Ma sono anche due punti persi, perché davvero non sono piaciuti i cambi e l’atteggiamento rinunciatario. Il tecnico granata ha tolto subito Pjaca, e non Praet: un azzardo. E alla fine era chiaro che il Toro mirasse soltanto a non soccombere. Questo nonostante un eroico Pobega ci abbia provato anche dopo il novantesimo: lui sì è cuore Toro, fino alla fine.

    SCELTE OBBLIGATE – Tra infortuni e turnover, Juric ha scelte forzate. Così, davanti ecco Sanabria per Belotti e dietro Zima per Djidji. Pjaca e Ola Aina dall’inizio. Andreazzoli confida nella buona forma di Zurkowski e Pinamonti.

    TOMMY-GOL – Due squadre votate al gioco ed è subito buon calcio. All’8’ bella azione di Pjaca, Sanabria di testa sbaglia un gol fatto. Al 10’ segna comunque Pobega: Vicario costruisce dal basso, gran casino Empoli, Sanabria viene deviato e Tommaso la butta dentro. Terzo sigillo in A per lui, uomo immagine dei granata. Al 15’ raddoppia Pjaca, dopo dai e vai con Buongiorno: gol di destro a giro e grande esultanza del croato dalla carriera sfortunata. Ha fisico e tecnica da top, purtroppo i legamenti del ginocchio hanno condizionato gli ultimi anni. Comunque, Marko e Ola a sinistra hanno una marcia in più. Al 24’ tiro empolese di un certa pericolosità: angolo e nulla di fatto. La squadra di Andreazzoli è comunque viva e costringe il Toro indietro. Giallo per Singo al 29’: ferma Di Francesco lanciato in malo modo. Al var il cartellino diventa rosso e i granata restano in dieci dal 33’. E sull’angolo Romagnoli di testa fa 1-2. Adesso la gara è decisamente riaperta. Juric corre ai ripari e mette dentro Voivoda per Pjaca, non certo felice per la scelta. Il Toro è in difficoltà, l’Empoli cerca il pari. Reattivo Vanja su Pinamonti e su Luperto subito dopo. Dopo due minuti di recupero, si va negli spogliatoi con la squadra di Juric avanti 2-1.

    CHE BOTTI – Si ricomincia e l’Empoli prende subito la traversa con Di Francesco. Per i granata è dura, devono cercare di non stare troppo indietro. Sale il nervosismo e anche Juric prende il giallo. I toscani attaccano, il Toro si difende. Anche troppo, tanto che Vanja Milinkovic-Savic urla ai compagni di salire. Incredibile al 65’: Bremer parte da solo e arriva da Vicario, tiro a lato. Al 69’ fuorigioco di La Mantia che segna. E’ una partita da batticuore per i tifosi sugli spalti, con un palleggio asfissiante degli ospiti. Che al 72’ pareggiano: sempre La Mantia a colpire di testa su cross di Luperto. E ora per Juric è tutto da rifare. Dentro Rincon per Praet e Zaza per Sanabria. Il copione è chiaro: Empoli avanti, Toro in trincea con Vanja in palla. Solo che l’atteggiamento dei granata è sbagliato, non si può fare una gara tutta così. I toscani la vogliono vincere e ci provano sino in fondo, contro avversari troppo rinunciatari. Entra anche Izzo per Aina. Grande Pobega in uscita allo scadere: guadagna un punizione. E il match finisce lì. Un pari sudato per il Toro ma chissà quanto soddisfacente. E anche Juric questa volta non ha… incantato. LEGGI TUTTO

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    Toro, quanti dubbi sui tempi di recupero di Mandragora e Ansaldi

    TORINO – Juric per la sfida all’Empoli è ancora costretto a fare i conti con un’infermeria piuttosto affollata. La trasferta di Roma, oltre a Belotti, ha messo infatti al tappeto anche Djidji, alle prese con una lesione di primo grado all’adduttore lungo destro come da esito degli accertamenti ad inizio settimana: l’assenza del franco-ivoriano costringerà dunque il tecnico a mutare la linea a tre cui si era affidato per la sfida ai capitolini.Sullo stesso argomentoTorino, Juric: “Belotti? Spero di riaverlo a febbraio”Torino

    Juric: “Mandragora proveremo a reinserirlo in gruppo settimana prossima”

    Se Rodriguez ha cominciato la fase di riatletizzazione dopo l’infortunio accusato con la Svizzera, non è ancora tempo per vedere tra i convocati nemmeno i lungodegenti Ansaldi e Mandragora: «Quest’ultimo prosegue nel suo percorso di recupero e settimana prossima proveremo a reinserirlo in gruppo: normale ci vada del tempo, quando si interviene su un ginocchio già operato. Come sta Ansaldi? Non lo so». il sibillino commento di Juric.

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