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    Torino-Samp 3-0: Juric a -1 dalla Juve, Belotti fa 100 gol in A!

    Praet, Singo e Belotti gol. Uno nel primo, gli altri due nella ripresa. E così il Toro stende la Samp per 3-0 e fa un bel salto in avanti in classifica. Si porta ad un punto dalla Juve e questo per i tifosi è la soddisfazione più bella: chi se lo sarebbe mai aspettato. La squadra di Juric, oltretutto, gioca e diverte. Sino ad oggi – per la cronaca – ha sbagliato solo la partita di Firenze. In tutte le altre ha giocato senza paura e meritava molto di più. Detto questo va sottolineato come le formazione di Juric, giornata dopo giornata, stia crescendo e continuando in questo modo può togliersi quelle soddisfazioni che da tanto, troppo tempo sono mancate. Magari anche “puntare” ad un posto in Europa, perché no?Guarda la galleryIl Torino vola, Sampdoria battuta: Belotti fa 100 in Serie A

    Velocità

    Il Toro, anche contro la Samp, gioca ai mille all’ora ma in più, rispetto alle partite precedenti, ha anche la qualità di Praet. Il belga, oltre al gol che ha sbloccato la partita, ha servito assist in quantità industriale ed è subito diventato un punto di riferimento importante per i compagni. Con la palla tra i piedi fa quello che vuole, illumina e inventa, fa il bello e il cattivo tempo. In tre parole: fa la differenza. Con lui tutto diventa più facile. L’aspetto che fa “godere” la gente è che i granata sono diventati una cooperativa del gol: dieci giocatori diversi, infatti, sono andati a segno sino ad oggi. Il che sta a significare che la grande forza di questo Toro è il collettivo. Gioca alto, corre e aggredisce. L’unica nota stonata di una sera assolutamente fantastica è che Pobega, ammonito, salterà la prossima partita di campionato in programma a La Spezia. E chissà se riuscirà a recuperare Brekalo. Il croato, infatti, si è infortunato in fase di riscaldamento. La prima diagnosi parla di problema muscolare. Vedremo.

    Riecco il Gallo

    Tante cose belle per il Toro, dicevamo. Soprattutto il recupero del gol. Il Gallo è entrato nella ripresa al posto di Sanabria e ha fatto la differenza. Ha lottato come sempre, fatto assist, colpito un palo e fatto un gol splendido, il centesimo in campionato. E’ tornato quello di prima dopo i problemi fisici del passato. E con un Belotti del genere tutto può diventare più facile per questo Toro scatenato. Lui e Sanabria, infatti, offrono garanzie di prima qualità ma è chiaro che se il Capitano sta bene il posto è suoi e il paraguaiano diventa un’alternativa. Importante, certo, ma pur sempre alternativa.

    Povera Samp

    I blucerchiati, che hanno concluso la partita in dieci per l’espulsione di Silva, escono da questa partita con le ossa rotte e il morale più a terra di una gomma bucata. Troppo Toro per questa Samp che non è mai entrata in partita. Ha subito dall’inizio alla fine. E adesso il tecnico D’Aversa è in bilico perché sino ad oggi la sua squadra ha deluso Il Toro ha iniziato una scalata, questo è sicuro. LEGGI TUTTO

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    Torino-Sampdoria, otto Over 2,5 consecutivi per Quagliarella e soci

    La decima giornata di campionato prevede la sfida tra il Torino e la Sampdoria. Entrambe le compagini navigano nella zona medio-bassa della classifica con i primi che vantano un paio di lunghezze di vantaggio sugli avversari. La formazione allenata da Juric raccoglie moltissimo in termini di consensi ma pochissimo in fatto di punti (nelle ultime sei esibizioni ha battuto soltanto il Genoa per 3-2 collezionando, per il resto, due pareggi e tre sconfitte). Per Quagliarella e compagni due sole vittorie in dieci partite (contro Empoli e Spezia) e poco altro nelle sette gare rimanenti.
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    Partenza striminzita ma poi fuochi d’artificio
    Se il Torino, guardando agli Under e Over 2,5 (tra gli esiti più gettonati nella folta platea di appassionati), presenta una situazione abbastanza equilibrata (in dieci turni ha collezionato sei dei primi e quattro dei secondi) non si può certo dire la stessa cosa della Sampdoria.
    La squadra guidata da D’Aversa, infatti, dopo un avvio di stagione che può essere definito “striminzito” in fatto di reti (0-1 contro il Milan e 0-0 contro il Sassuolo) ha fatto poi partire dei veri e propri fuochi d’artificio con risultati pirotecnici che, dal 2-2 di Sampdoria-Inter al recente 1-3 di Sampdoria Atalanta, si traducono nella bellezza di otto esiti Over 2,5 consecutivi. A completare questo particolare aspetto della formazione ligure anche il fatto che, in questi stessi ultimi otto incontri, non abbia mai chiuso in parità la prima frazione di gioco (l’ultimo segno “X” al 45’ si è visto alla seconda giornata nel già ricordato 0-0 contro il Sassuolo). LEGGI TUTTO

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    Toro, la qualità di Praet per battere la Sampdoria e scalare la classifica

    Eppure il Toro ha perso, nonostante i numeri porterebbero a dire il contrario. Contro il Milan, la squadra capolista che su 10 partite ne ha vinte 9 e pareggiata una, e per di più a San Siro, i granata hanno comandato il gioco: 56% contro il 44% come possesso palla. E non solo: 12 a 10 i tiri totali, 8 a 1 gli assist, 5 a 2 i calci d’angolo, 382 a 294 i passaggi riusciti ma, soprattutto, 133 a 65 i passaggi riusciti nella trequarti avversaria. Un predominio netto che non è servito a evitare la sconfitta, anche questa immeritata come quelle contro Atalanta, Juventus e Napoli. E contro Lazio e Venezia la squadra di Juric era stata raggiunta solo nel finale su calcio di rigore, entrambi procurati da sciagurati ed evitabili falli di Djidji.

    Toro, calendario favorevole

    Tenendo conto che in queste 2 partite sono stati buttati via 4 punti e che nelle altre 4 sfide contro le big ci poteva stare il pari, a questo Toro mancano 8 punti (o poco meno). Che, sommati agli 11 attuali, diventerebbero 19, con la squadra in piena zona Champions. C’è da dire che sino a oggi, a parte Inter e Roma, sono state affrontate tutte le grandi del campionato: Atalanta, Lazio, Juventus, Napoli e Milan. E adesso arriveranno incontri sulla carta più morbidi. I prossimi tre, per esempio, saranno contro Sampdoria e Udinese a Torino, con in mezzo la trasferta a La Spezia. C’è quindi la possibilità di risalire in maniera vertiginosa.

    Praet, l’uomo-qualità di Juric

    Già, c’è la possibilità di recuperare diverse posizioni, se il Toro continuerà ad esprimersi su questi livelli di gioco, alzando la qualità della manovra offensiva e la concretezza sotto porta. Fondamentale, in tal senso, il rientro futuro dal primo minuto del suo giocatore di maggior talento, là davanti: stiamo parlando di Dennis Praet, prelevato in estate dal Leicester, ex Samp, giocatore che nelle poche volte in cui ha indossato la maglia granata ha fatto la differenza. Sino a oggi è sceso in campo contro la Salernitana per 16 minuti, con il Sassuolo per 64’ (poi il ko muscolare), con il Genoa per 31’ e con il Milan per 36’, per un totale di 147 minuti. Alla luce di quello che ha fatto vedere e delle sue caratteristiche, è l’elemento di Juric con le maggiori qualità tecniche sulla trequarti. E sabato arriverà la Samp: gara da vincere, ovviamente. Proprio la Samp, la squadra che aveva valorizzato Praet, per poi cederlo al Leicester per 20 milioni. In Inghilterra, dove è stato per 2 stagioni, non è riuscito ad emergere anche per una serie di infortuni. Il ko muscolare accusato a Reggio Emilia col Sassuolo è stato ormai assorbito: è entrato senza problemi contro Genoa e Milan, lasciando un segno e non solo per l’assist a Brekalo coi rossoblù o per la traversa colpita a San Siro. Juric sta valutando di schierarlo da titolare, sabato, come nella vittoria col Sassuolo al fianco di Brekalo. Per inventare nuove occasioni, nuovi gol. Nuove magie per punti meritati, ma anche conquistati. Juric martedì notte preannunciava: «Con la Samp sarà una battaglia da vincere a ogni costo». E Buongiorno e Djidji poi dicevano: «Siamo sulla strada giusta».

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    Pagelle Toro: che Pobega! San Siro stregato. Praet, qualità sulla… traversa

    MILINKOVIC-SAVIC 6

    Nei primi tre minuti due lanci impeccabili con i piedi. In seguito, oltre al gol nel quale non ha colpe, non ha effettuato neppure una parata degna di racconto. Sempre attento, comunque.

    DJIDJI 6.5

    Stavolta gioca con la testa. Una partita tattica. Un paio di volte ha provato ad andare avanti ma è stato bravo soprattutto in fase difensiva. Diciamo che non ha voluto rischiare e ha fatto anche pochi falli.

    BREMER 6.5

    Ha segnato la punta centrale del Milan, ma lui nell’occasione si perde Krunic che fornisce l’assist. Per il resto è andato bene visto che i rossoneri non hanno creato neppure un pericolo.

    BUONGIORNO 6

    Ammonito dopo soli cinque minuti gioca con la testa pesante. Sicuramente condizionata da quel cartellino. E per evitare guai peggiori Juric nell’intervallo lo tiene nello spogliatoio. Rodriguez (1’ st) 6 Nell’ultimo minuto di recupero non entra deciso su un pallone a due metri dalla porta. Occasionissima. Prima di questo, benino.

    SINGO 5.5

    E’ vicino a Giroud in occasione del vantaggio rossonero. E poi non gira. Dodici palloni persi nel primo tempo ed è tutto dire. Fatica a carburare e si perde: sbaglia diversi passaggi, anche i più semplici, e non affonda mai. Ci prova un paio di volte ma viene facilmente intercettato dai rossoneri. Una serata difficile sotto tutti i punti di vista. Può succedere, comunque. Vojvoda (30’ st) ng

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    LUKIC 6

    Bruciato da Giroud nel gol rossonero. Per il resto niente di particolarmente brillante. Giocate sempre semplici, fin troppo. Quindi prevedibili. E nei minuti di recupero potrebbe tirare da buona posizione ma i suoi movimenti sono al rallentatore. Solito gioco elementare, comunque. Da questa caratteristica non si schioda.

    POBEGA 7

    Ha fatto meglio, molto meglio, di Kessie. Davanti alla squadra che ne detiene il cartellino il ragazzo ha dimostrato di essere molto più avanti di tanti giocatori di Pioli. Ha sempre cercato di costruire e il piede ce lo mette senza remore. Bravo sia in fase di intercettazione del pallone sia in quella di costruzione.

    AINA 5

    Anche lui, come il suo collega di destra Singo, non ha brillato tant’è che dalla sua zona di competenza non è partita nessuna azione pericolosa. E anche in fase difen- siva non è stato impeccabile. Nessun errore grave, ma quanti palloni persi in maniera inspiegabile. E dalla tribuna ci è parso anche un po’ appe- santito. Zaza (35’ st) ng

    LINETTY 6

    Prima di lasciare il posto a Praet trova il tempo di dare una palla d’oro a Belotti. Tutto sommato non gioca male visto che è sempre nel vivo dell’azione. Il problema è che non è un trequartista quindi ricopre il ruolo con le caratteristiche della mezzala. E i piedi non sono certo quelli di un giocatore che deve inventare. Praet (9’ st) 7 Che assist, per Sanabria: speriamo riesca ad avere presto i novanta minuti nella gambe perché può fare la differenza. Poi colpisce la traversa. Il suo tiro viene deviato da Tomori. Le cose più belle della partita le fa lui.

    BREKALO 6

    Ci prova sempre a saltare l’avversario e spesso ci riesce. Non era una patita facile eppure è stato uno dei più pericolosi tra i granata, visto pure che spesso i rossoneri andavano a raddoppiare la marcatura, sul croato. Ad un certo punto Juric gli ha chiesto di svariare di più e di essere maggiormente intra- prendente, soprattutto dopo l’ingresso di Praet.

    BELOTTI 5

    Non è ancora lui, nemmeno l’ombra del Gallo che tutti abbiamo imparato ad ammirare e apprezzare. Nel secondo tempo, poi, stecca una palla da buona posizione che ai tempi belli avrebbe trasformato in gol. Sanabria (9’ st) 6 Riesce a sbagliare, tutto solo davanti a Tatarusanu, un’occasione incredibile su assist di Praet. Però si muove e fa sponda.

    ALL. JURIC 6.5

    Con le grandi non riesce proprio a far punti. Solita storia. Tanto gioco e pochi gol. E zero punti contro una big. Continuando così il vento cambierà, forse, ma il pallone bisogna buttarlo dentro. LEGGI TUTTO

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    Beccaria: “Filadelfia, da un anno Cairo non paga l'affitto”

    TORINO- Ohibò: il Torino Fc non paga gli affitti dovuti per allenarsi, per vivere al Filadelfia. «Sì, è esattamente così. E ora questa cosa è emersa in tutta la sua gravità. Ma non è l’unico fatto grave e sconcertante», rivela Domenico Beccaria, rappresentante dei tifosi nel CdA della Fondazione Filadelfia. L’altro rappresentante è l’ex calciatore Angelo Cereser, anche ieri al fianco di Beccaria nel sostenere accuse e censura finale: la riunione è stata lunga e infuocata. La Fondazione, come si sa, è l’associazione che ha gestito la ricostruzione del Fila e ne controlla i destini. Ne fanno parte, oltre ad associazioni di tifosi, il Comune, la Regione e il Torino, affittuario del centro sportivo. Ed è nelle casse della Fondazione che risulta l’ammanco.

    Toro, due rate non pagate

    Beccaria: «Le rate semestrali di affitto non pagate dal Torino Fc alla Fondazione sono 2, gennaio e luglio, per un totale di 205 mila euro. In pratica, Cairo non paga da un anno. Ho chiesto il motivo a Giuseppe Ferrauto, rappresentante del Torino nel CdA: però si è detto non in grado di fornire spiegazioni. L’altro fatto grave riguarda il presidente del CdA, Luca Asvisio. Inizialmente ha dichiarato che non era a conoscenza dell’ammanco. Ma il revisore dei conti presente alla riunione lo ha sconfessato, rivelando che a settembre lo aveva avvisato, invitandolo a inviare un sollecito al club granata. Sollecito mai spedito.

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    Milan-Torino 1-0: decide Giroud, Pioli in vetta a +3 sul Napoli

    Il Milan è primo in testa alla classifica e stacca il Napoli di 3 punti (domani gli azzurri riceveranno il Bologna), il Toro rimane a quota 11 e aumenta la già capiente valigia dei rimpianti.Guarda la galleryGiroud trascina il Milan, Torino ko: Juric scatenato in panchina

    Giroud colpisce nel primo tempo

    L’unica sorpresa nel Toro, rispetto a quanto raccolto alla vigilia in tema di formazione, è la conferma di Buongiorno quale centrale di sinistra, con Rodriguez inizialmente in panchina. Belotti, che però evidenzierà un netto ritardo di condizione, è al centro dell’attacco, con Linetty e Brekalo alle sue spalle. I granata giocano bene, tengono il Milan quasi sempre lontano dalla propria area, ma al dunque, cioè sulla trequarti rossonera, faticano a trovare le giuste linee e i tempi adatti per concludere verso Tatarusanu. Brekalo porta un po’ troppo palla, Linetty resta più mezzala che trequartista, e questa volta dalla destra non arriva la consueta spinta da parte di Singo, confusionario e pure ben controllato da Kalulu. A sinistra la prestazione di Ola Aina fa rimpiangere e non poco l’infortunio di cui è vittima Ansaldi. Le difficoltà dei granata sono comunque anche figlie dell’eccellente protezione alla difesa fornita sia da Tonali – in ottima forma – che da Kessie. Il gol del vantaggio rossonero premia la traiettoria disegnata su calcio d’angolo dallo stesso Tonali, la spizzata di testa di Krunic e il fiuto del gol di di Giroud, ma mette pure in evidenza gli errori commessi dai difensori granata: Bremer perde il bosniaco, Singo e soprattutto Lukic smarriscono il francese a due metri da Milinkovic-Savic. L’unico altro pericolo nei primi 45’ nasce ancora da palla da fermo: a pochi secondi dall’intervallo Tonali su punizione trova la testa di Krunic che indirizza appena a lato.

    Belotti sfiora il pari nella ripresa

    Nella ripresa Juric decide di non rischiare, e sostituisce l’ammonito Buongiorno (giallo eccessivo, nei tempi e per gravità dell’intervento, quello sventolato dall’arbitro Aureliano nei primi minuti della gara all’indirizzo del difensore) per far entrare Rodriguez. Nella seconda parte di gioco a uno sviluppo interessante della manovra i granata aggiungono anche seri pericoli portati alla porta di Tatarusanu. Al 4’ Pobega devia di poco alto di testa su angolo dello svizzero, quindi l’occasionissima per il pareggio capita a Belotti, imbeccato da Linetty, ma svuotato della cattiveria sotto porta che fu e autore di una deviazione debole. E’ la prima è ultima chance che capita al Gallo, al 9’ sostituito da un Sanabria sicuramente più in palla. Al 36’ proprio il paraguaiano si libera nell’area rossonera su invito di Praet, ma il suo tiro è in qualche modo neutralizzato da Tatarusanu (parata tra gomito e schiena). Il Toro non riesce a trovare il pari ma carica a testa bassa: al 40’ conclude Praet, il pallone schizza sulla schiena di Bakayoko e finisce per appoggiarsi sulla traversa (e poi in angolo). Simbolo dei rimpianti granata, ancora una volta sconfitti di misura pur disputando una buonissima prova. Anche tenuto conto del fatto che ancora al 48’ Pobega di testa impegna il portiere rumeno del Milan, mentre al 49’ Sanabria non riesce a risolvere una mischia a un passo da Tatarusanu. I granata avrebbero meritato almeno un punto, i rossoneri, che a fine gara festeggiano come si fosse trattato di mezza impresa, ne guadagnano tre.

    MILAN-TORINO 1-0: STATISTICHE E TABELLINO LEGGI TUTTO

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    Milan-Torino, ecco una curiosità statistica sul Diavolo

    Il Milan dopo aver battuto il Bologna (4-2) si prepara a ricevere un Torino rigenerato dopo il 3-2 inflitto al Genoa. La sfida promette spettacolo e non si può escludere il Goal al triplice fischio.
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    Re per una notte, anzi due
    Il Milan vincendo in casa contro il Torino proverebbe l’adrenalina del sentirsi “Re per una notte”, o meglio due visto che il Napoli giocherà 48 ore dopo. Il “Diavolo” nelle prime 9 giornate di campionato ha fatto registrare 8 vittorie e un pareggio. Nelle ultime 6 gare i rossoneri sono stati capaci di andare a segno nei minuti che vanno dal 75’ a fine match, conquistando punti davvero pesanti. Il Torino dal canto suo ha allungato a 5 la striscia di partite con almeno un gol subìto in “zona Cesarini”. Sarà importante per gli uomini di Juric fare massima attenzione sotto questo aspetto, anche viste le motivazioni dei rossoneri. Il Toro ha perso contro Napoli e Juve ma ciascuna di loro ha faticato non poco. Tra le opzioni che meritano considerazione ecco la combo 1X+Multigol 2-4, con uno “zero” da evidenziare: in Serie A il Milan è rimasta l’unica squadra a non aver ancora mai collezionato la somma gol finale 4. LEGGI TUTTO

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    Torino, il metodo Juric: i cinque accordi

    L’aveva quasi invocato alla vigilia come una formula magica, il risultato positivo da centrare per allineare alla bontà del lavoro svolto il conto numerico. Ivan Juric prima di affrontare il Genoa voleva una cosa soltanto: superare i rossoblù per tornare a vincere dopo quattro partite e salire in classifica a quota 11. Eccolo, il dato in grado di appoggiare con forza la tesi, anzi le tesi che sostengono la discussione di laurea del tecnico croato. Vicino dopo appena una manciata di mesi in granata a guadagnare galloni da professore. L’età, per un tecnico, è da dottorando – 46 anni – ma Juric la attraversa con l’esperienza maturata in fretta tra Mantova e Crotone, Genoa e Verona.

    Toro rivoltato come un guanto da Juric

    Ora c’è il Toro, rivoltato come un guanto come tutto l’ambiente sperava, dopo la cancrena che si stava mangiando i granata nelle precedenti due stagioni. Una guarigione in atto anche grazie all’appeal esercitato su Cairo e Vagnati: un appeal che, all’occorrenza, si trasforma in acceso confronto (si torni ai pugni battuti sul tavolo in sede di mercato). A funzionare non è un aspetto a dispetto un altro, magari il gioco a scapito dei rapporti, le capacità motivazionali a detrimento della proposta tattica. Il metodo Juric, perché tale è dopo una serie di controprove, inizia a germogliare a 360°, nel Toro. Si parta proprio dalle motivazioni. Stimolate in virtù di relazioni chiare dalle quali non ha più derogato. Ha punto chi ha ritenuto necessitasse del bastone, ha integrato chi aveva bisogno della carota.

    La strategia

    Una strategia precisa, capace di conferire autostima a chi ha aderito al progetto, scremando chi invece s’è messo a guardare altrove. E così da una parte ha recuperato Rodriguez e Djidji e dato fiducia a Milinkovic e Lukic, dall’altra ha messo di fronte alle proprie responsabilità i vari Izzo e Baselli, Verdi e Zaza. Qui si innesta l’altra colonna del metodo Juric: i confronti individuali anche stimolati pubblicamente (si pensi a Belotti). Il tecnico ha preso uno per uno i granata per indagarne la voglia di mettersi in discussione, con il Toro. Non gli ci è voluto molto, per battezzare i singoli dopo aver posto una semplice domanda: «Ci credi? Perché io qui voglio solo gente motivata».

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