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    Torino, Juric e i tifosi insieme per convincere Belotti

    Psicostasia granata. Una bella visita al Museo Egizio di Torino per riscoprire le modalità della cerimonia, e poi di corsa a San Siro per l’esame del cuore del Gallo. Martedì sera, per chi può. Dicesi psicostasia la pesatura dell’anima secondo la religione degli antichi egizi: su un piatto veniva appoggiato il cuore del defunto e sull’altro una piuma, simbolo di verità e giustizia. Soltanto un perfetto equilibro apriva all’anima le porte dell’aldilà: le divinità dei morti invocavano cuori leggeri in terra, non appesantiti dalle cattive azioni. Non stanno forse pesando tutti il cuore a Belotti, di questi tempi? Non è forse diffusa tra i tifosi del Toro questa missione un po’ da sacerdoti e un po’ da investigatori? Gallo, cosa vuoi, dove vai? Da dove vieni lo sappiamo. E che Belotti debba anche dire grazie al Torino e alla sua gente è il minimo comun denominatore di questa storia dal finale ancora aperto. Che poi Cairo possa non piacere, e ancor meno il cairismo, è un altro discorso. E che il capitano, proprio il capitano, possa non sentire più adeguate motivazioni per restare ancora a lungo nel Torino Fc, beh: è storia acclarata. «Qualche giocatore mi pare un po’ saturo», diceva Juric a luglio. «E il Gallo degli ultimi 6 mesi non mi piaceva un granché».Guarda la gallerySanabria, Pobega e Brekalo in gol: il Torino batte il Genoa e sorride

    Rivoluzione Belotti

    L’altra sera però, dopo il Genoa, la rivoluzione copernicana era servita: «Belotti mi è di nuovo sembrato quello di 3 stagioni fa». Per lo spirito, le corse, la qualità e l’aggressività dispensate in attacco, la partecipazione al gioco ma anche ai rinculi. Vittoria centrata, la prima in stagione con il Gallo in campo. E con tutto uno stadio, un ambiente, un mondo al fianco. Ha colpito il quanto. E il come. Il rosario dei cori ad personam, il tappeto degli applausi: affetto e tributi, altro che insulti e fischi come a Firenze per Vlahovic. Sentimento e compartecipazione, al di là dei distinguo che già si fanno e si faranno ancora in ogni casa granata, davanti a un Gallo che sta voltando la schiena ai 3,3 milioni netti a stagione più bonus (e un milione di premio alla firma) offerti da Cairo. La dimensione pubblica del parlamento granata che tifa resta ancorata al fianco del capitano. Nonostante tutto, fiducia. E il denaro non è tutto, per chi è già bello pieno di soldi da mantenere chissà quante generazioni: da anni Belotti porta a casa sui 2 milioni netti a stagione, la sopportazione del cairismo è stata comunque ben pagata. Altro che tutti noi comuni mortali.

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    Pagelle Toro: Ansaldi crea, Pobega domina e incide

    MILINKOVIC-SAVIC 6 Attento su una conclusione ravvicinata di Destro. Incolpevole sulla prima rete genoana, poco reattivo sull’assist di Kallon per Caicedo a due passi dalla linea (2° gol).

    DJIDJI 6.5 Un’altra partita importante. E oltre a difendere è disinvolto quando si spinge in avanti. Lo fa spesso. Juric gli concede sempre fiducia, il difensore cresce. Corresponsabile però con Buongiorno sul gol di Destro: lo tengono malamente in gioco.

    BREMER 6.5 Punto di riferimento della difesa. Per un’ora non commette errori e gioca su livelli altissimi. Nel finale, con il Genoa che si è catapultato in avanti, perde qualche pallone.

    BUONGIORNO 6 Ha dormito un po’ sul 1° gol genoano, anche lui tenendo in gioco Destro. Per poco nella ripresa non segna di testa. Juric lo rispolvera dopo molta panchina e lui non fallisce.

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    SINGO 6 Meno brillante del solito, ma comunque propositivo. Non gli riescono le sue classiche spinte perché i rossoblù lo chiudono anche in due. E allora si limita a servire il compagno più vicino o a tener palla per portare su la squadra. Gioca più con la testa che con le gambe. Vojvoda 6 (14’ st) 6 In attacco non si vede, o si vede poco. C’è da difendere il risultato e sta dietro.

    LUKIC 7 Tocca tanti palloni fin dall’inizio. Pulito nel gioco, sempre a testa alta. Quando è in giornata diventa un giocatore importante. Cerchi la continuità.

    POBEGA 7.5 Qualità e quantità. Non solo per il gol, molto bello, con controllo di palla e diagonale angolato. Per tutto. Gioca per la squadra ed è un punto di riferimento per i compagni.

    ANSALDI 7 Un missile su Sirigu, poi mette sulla testa di Sanabria un pallone solo da spingere in rete. Quindi va ko: guaio muscolare. Aina (27’ st) 5 Si è fatto superare con facilità da Kallon in occasione del 2° gol genoano.

    LINETTY 6.5 Contributo utile. Al 29’ ci prova da fuori, conclusione alta. Poi colpisce con un tiro cross che sorprende Sirigu, perché nettamente deviato da Vasquez. Ma l’arbitro, post Var, annulla per un non chiaro fallo di Djidji. Praet (14’ st) 6.5 Entra e si vede subito la sua qualità. Come conferma l’assist per Brekalo: splendida discesa sulla destra.

    BREKALO 7 Rieccolo a segno, lesto a sfruttare una magia di Praet. Nell’uno contro uno è quasi irresistibile. Bravo anche per come origina dal nulla l’azione del 2 a 0 di Pobega: gran anticipo a centrocampo a innescare Sanabria.

    SANABRIA 7 Che gol di testa, piazzando la palla dalla parte opposta di Sirigu! E poi che assist vincente per Pobega. Una prestazione di spessore. Le sue caratteristiche si adattano al gioco di Juric: il paraguaiano fa bene da sponda per gli esterni, apre varchi e segna. Belotti (14’ st) 6.5 Lavora bene più di un pallone, prende falli, combatte, prova a incidere.

    ALL. JURIC 7 Alla fine la squadra ha rischiato, ma che bello vedere questo Toro giocare e attaccare. Vale la pena soffrire…

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    Diretta Torino-Genoa ore 18.30: come vederla in tv, in streaming e probabili formazioni

    TORINO – Reduce dai pareggi con Lazio e Venezia e dai ko con Juventus e Napoli, il Torino 12° in classifica a quota otto punti cerca una vittoria, che manca dal 17 settembre (1-0 a Reggio Emilia contro il Sassuolo), nell’anticipo della nona giornata di Serie A. Avversario di turno il Genoa di Ballardini, club con cui Ivan Juric ha giocato 125 partite e sulla cui panchina si è seduto per 56 volte, e che occupa la terz’ultima posizione nella graduatoria di Serie A. Si tratterà della 99ª sfida – tra le mura granata – nella massima divisione italiana: il bilancio recita 39 vittorie del Torino contro le 30 dei rossoblù, cui si aggiungono 29 pareggi.
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    Dove vedere in tv e streaming Torino-Genoa
    Il match tra granata e rossoblù, in programma allo stadio Olimpico Grande Torino, sarà trasmesso in diretta esclusiva da Dazn. In alternativa, sarà possibile seguire la cronaca testuale della sfida live sul nostro sito.
    Torino-Genoa, le probabili formazioni
    TORINO (3-4-2-1): V. Milinkovic-Savic; Djidji, Bremer, Rodriguez; Singo, Lukic, Pobega, Ola Aina; Brekalo, Praet; Sanabria. A disp. Berisha, Gemello, Buongiorno, Izzo, Zima, Vojvoda, Ansaldi, Rincon, Baselli, Kone, Linetty, Belotti, Zaza. All. Juric. Indisponibili: Edera, Mandragora, Pjaca, Verdi. Squalificati: –
    GENOA (4-2-3-1): Sirigu; Biraschi, Vasquez, Criscito, Cambiaso; Touré, Badelj; Sabelli, Rovella, Fares; Destro. A disp. Semper, Marchetti, Ghiglione, Masiello, Sturaro, Portanova, Behrami, Buksa, Ekuban, Kallon, Caicedo, Pandev. All. Ballardini. Indisponibili: Bani, Maksimovic, Vanheudsen, Hernani. Squalificati: –
    Arbitro: Giacomelli di Trieste.Assistenti: Lo Cicero e Di Iorio.IV uomo: Meraviglia.Var: Abisso.Avar: Giallatini. LEGGI TUTTO

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    Torino-Genoa apre la nona giornata di Serie A

    Serie A, il Torino ospita il Genoa. L’undici allenato da Ivan Juric in casa ha fatto registrare 1 vittoria, 1 pareggio e 2 sconfitte, stesso ruolino di marcia per i rossoblu in trasferta.
    Serie A e non solo, divertiti con i pronostici!
    La partita si preannuncia equilibrata
    Il Torino dopo aver perso di misura contro il Napoli e la Juventus (entrambe le sfide per 1-0) si prepara a ricevere un Genoa (terz’ultimo) che non ha mai vinto nelle ultime 5 giornate di Serie A. Se confrontiamo i risultati ottenuti nelle ultime settimane dalle due squadre in campo notiamo che il club granata è reduce da 5 Under 2,5 consecutivi mentre i rossoblu spesso e volentieri hanno fatto registrare la “combo” che associa il Goal all’Over 2,5 (6 volte su 8 da inizio stagione).  Nel Torino probabile il rientro in campo di Andrea Belotti dal primo minuto. Riuscirà il “Gallo” a trascinare la sua squadra al successo? Difficile sbilanciarsi in una partita così equilibrata. Può starci il Goal al novantesimo. LEGGI TUTTO

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    Toro, Juric: “Vincere e basta. Col bel gioco”

    TORINO – Si parte con una certezza. “Sì, la rosa è competitiva. Quando ci siamo tutti ci sono cambi, opzioni, variazioni e qualità. Emozione col Genoa? A Marassi, forse. Qui invece un po’ meno”. Ivan Juric è chiaro come al solito. “Difesa di ferro ma gol presi negli ultimi minuti? Ci sono costati tanti punti e c’è rammarico. Non è una questione psicologica del passato perché la squadra non si è mai chiusa. Però dobbiamo fare attenzione. Più attenzione. Abbiamo raccolto poco rispetto a quello che abbiamo fatto ma la colpa è nostra: ci sono cose che bisogna migliorare”. E chiede di più. Anche agli esterni che stanno andando forte: “Singo sta andando bene, Aina deve ancora migliorare molto. Dagli esterni, che sfrutto molto, mi aspetto quattro o cinque gol a testa”. Su Praet e Singo “Stanno bene, sono a disposizione. Pjaca e Verdi, invece, devono ancora migliorare >, non sono pronti”. Su Belotti: “In campo dall’inizio? Non so, ci sto pensando. Sta migliorando ma ovviamente è ancora al top. Vedremo. Noi col Genoa dobbiamo fare una grande partita. Dobbiamo vincere e basta. Perché se non vinci dimentichi le belle prestazioni del passato. Quindi ci vogliono i tre punti per chiudere il cerchio”. E su Kone: “Il ragazzo mi piace. Se lo vedevi due mesi fa e lo vedi adesso capisci quanto è cresciuto. A Napoli, a parte la sciocchezza del rigore, mi è piaciuto. Per questo a me basterebbero 16-17 giocatori e quattro o cinque giovani di qualità come Kone. Se continuerà a lavorare così spera di dargli altre opportunità”. LEGGI TUTTO

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    Toro, Bremer va blindato: un rinnovo che vale il futuro

    TORINO – Ha contenuto Osimhen con la solita attenzione, per quanto sia stato proprio il nigeriano a decidere la sfida contro i granata in favore del Napoli: al Maradona il brasiliano Bremer ha messo in campo l’usuale prestazione più che positiva. Evidenziando una crescita a tutto tondo che porta a due conseguenze: il Toro vuole allungargli di una stagione il contratto ora in scadenza nel 2023, ma attorno al sudamericano si registra un crescente movimento di club interessati al suo cartellino. Lo stesso Napoli lo segue da vicino, dopo gli apprezzamenti manifestati anche da Milan e Inter. Solo per citare la concorrenza più nobile, sul difensore centrale granata. 

    Toro, si cerca solidità in difesa con Bremer, Djidji e Rodriguez

    Bremer che in poco più di tre stagioni nel Torino ha saputo imporsi senza tentennamenti. E che ora della difesa orfana di Nkoulou è il riferimento certificato. Una difesa che per gol incassati viaggia a velocità Champions: 8 gol subiti, meglio solo Napoli con 3 e Milan con 7. Suona come un paradosso ma tale non è: la tenuta in fase difensiva del Torino non è casuale, ma frutto di un lavoro specifico ultimamente non premiato dalla finalizzazione. Trova un precario equilibrio tra opposti, questo Toro: per numero di reti segnate, 9, è al penultimo posto della classifica (pari al Sassuolo, davanti a Salernitana e Venezia con 6), mentre per quelle incassate, appena 8, sale sul terzo gradino del podio. L’ago va ora spostato verso i gol realizzati – altra specialità della casa di Bremer – anche in virtù del ritorno di Belotti il quale venerdì contro il Genoa potrebbe rigiocare dal primo minuto. Contestualmente va però mantenuta la solidità davanti a Milinkovic, affidandosi a Bremer ma non soltanto. Se il brasiliano aveva già convinto appieno un anno fa, Djidji e Rodriguez sono all’opposto ripartiti in grande stile solo grazie all’allenatore croato.

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    Onofri: “Incognita Genoa. Torino sulla buona strada, Brekalo è fortissimo”

    TORINO – Il rossoblù del Genoa l’ha onorato da giocatore, poi da allenatore e quindi da osservatore. Ma anche il granata ha fatto capolino a più riprese nella carriera di Claudio Onofri. Che nel vivaio del Torino è cresciuto, prima di un fugace ritorno una decina di anni più tardi. «Parlare del settore giovanile granata allora significava menzionare una realtà pari a quello che oggi può essere il Barcellona o il Real Madrid: indimenticabile lo scudetto con la Primavera nel 1970, oltre la metà di quell’organico avrebbe poi esordito in Serie A», ricorda il difensore che aveva mosso i primi passi in città con la maglia del Vanchiglia. E che proprio nel capoluogo sabaudo aveva iniziato a tessere la trama di una carriera che l’avrebbe poi condotto al Grifone. «Facevo Ragioneria al Sommelier e di stenografia avevo una professoressa che era tifosa sfegatata del Toro: dato che della materia non capivo granché, quando mi chiamava alla cattedra iniziava a sfogliare Tuttosport e mi chiedeva se all’indomani Agroppi sarebbe stato titolare. Un giorno andammo con lei in gita a Genova, solo che anziché alla Lanterna ci portò al Ferraris: “Qui gioca il Genoa”, disse senza menzionare la Sampdoria. Un segno del destino, con il senno di poi».

    Onofri, a tal proposito: come stanno Torino e Genoa oggi?

    «Hanno una classifica simile e un ambiente intorno alla squadra un po’ in subbuglio. Ma ci sono anche grandi differenze».

    E cioè?

    «Il Genoa al momento è ancora un’incognita: è appena arrivata una nuova proprietà, Ballardini sta ruotando moduli ed interpreti. Il Torino non ha ancora appreso tutto quello che Juric può dare alla squadra, ma è evidente come sia avviato sulla giusta strada»

    […]

    Dopo le prime giornate, cosa la convince e cosa meno della rosa granata?

    «Mi stanno facendo un’ottima impressione soprattutto Bremer in difesa e Brekalo in avanti. Anche se forse mancano due ingranaggi strategici nella fluidità del gioco come per Juric erano Barak e Zaccagni ai tempi del Verona. E poi finora si è sentita l’assenza di Belotti, che però ora mi aspetto nuovamente protagonista».

    Come interpreta il mancato rinnovo del Gallo?

    «Come qualcosa figlio di un calcio che è cambiato rispetto a quello dei miei tempi, quando il coinvolgimento emotivo di un giocatore aveva un ruolo fondamentale».

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    Torino, infortunio Mandragora: oggi l'intervento al menisco

    TORINO – Ben Kone è tornato ad allenarsi in gruppo. Questa è la buona notizia. Ma ce n’è un’altra meno buona: Wilfried Singo ha interrotto prima del previsto l’allenamento (di ieri) a causa di un affaticamento muscolare. Le sue condizioni non sembrano destare preoccupazioni e Ivan Juric spera di poterlo recuperare per la partita di venerdì contro il Genoa. Il problema è che mancano pochissimi giorni al match tanto atteso. Oggi il giocatore riposerà e farà terapie, solo domani si unirà al gruppo per forzare un po’. In questo momento l’esterno ivoriano è uno dei più in forma della squadra e non averlo sarebbe un guaio. Se non ce la dovesse fare al suo posto giocherà il kosovaro Vojvoda. Per quanto riguarda Marko Pjaca e Simone Verdi, entrambi hanno continuato a lavorare a parte e sicuramente non ce la faranno per il Genoa. […]

    Mandragora si opera: stop di 40 giorni

    […] Contro il Genoa, comunque, Juric potrà contare su Praet, il trequartista che può portare quella tecnica che nelle ultime partite è mancata un po’. Giocherà assieme a Brekalo, con Belotti o Sanabria in avanti. Il Gallo, dopo essere tornato a Napoli per uno spezzone di partita, potrebbe tornare dal primo minuto. Usiamo il condizionale perché non è ancora al top della condizione. Lo sarà solo dopo la prossima sosta azzurra. Intanto lo staff medico granata ha deciso di far operare al menisco del ginocchio destro Rolando Mandragora che già questa mattina sarà sottoposto all’intervento. Non si vuole perdere tempo. Per lui uno stop di 40 giorni.

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