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    La domenica sera propone il piatta forte, il classico Juventus-Roma: secondo Gollo il match potrebbe tendere dalla parte dei giallorossi con l’Over 2.5 e il GOAL segni da preferire. I due risultati esatti più probabili sono il 2-2 e l’1 a 2. Il consiglio della redazione è per il GOAL.
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    Brekalo a Napoli: è trequarti di Torino

    È uno tra gli acquisti più azzeccati della Serie A: mettendo assieme l’età (23 anni), il prezzo per il cartellino (un milione per il prestito oneroso più 11 milioni per esercitare il diritto di riscatto), le qualità fisiche e tecniche e pure i margini di miglioramento è indubbio che quello di Josip Brekalo sia un acquisto azzeccato, da parte del Torino. Dove è approdato anche grazie alla presenza sulla panchina granata di Ivan Juric, il quale ha avuto un ruolo affatto marginale, nell’orientare la scelta del giocatore. Che ha chiuso con il club di Cairo, ma che aveva diverse società anche più ambiziose che lo cercavano, in estate (il Milan è solo una di queste, ma rende l’idea della platea che lo seguiva con interesse).

    Brekalo arma in più

    E’ servito poco tempo, a un giocatore svelto di gamba e di testa per integrarsi nella nuova realtà. Juric lo ha portato in panchina e lì lasciato contro la Salernitana – contro cui i granata hanno vinto brillando nel punteggio molto più che nel gioco, almeno nel primo tempo – quindi gli ha riservato un posto da titolare senza più levarglielo dalla prova contro il Sassuolo in avanti. E non è un caso che proprio dalla gara del Mapei Stadium il Toro abbia impresso una svolta alla propria stagione: sotto il piano del gioco, in particolare nello sviluppo della manovra offensiva, nonché dei risultati. Il successo di Reggio Emilia non è stato replicato contro la Lazio soltanto a causa del folle intervento da rigore commesso da Djidji su Muriqi (rigore del pari firmato da Immobile), mentre a Venezia proprio una rete di Brekalo ha portato in vantaggio il Torino. Nuovamente penalizzato da un fallo – almeno più comprensibile del precedente – commesso nella propria area dal difensore francese su Okereke: pari di Aramu e altri due punti buttati. E si arriva al derby, perso dai granata al momento di cambi indubbiamente penalizzanti (Brekalo è uscito al 39’ della ripresa per Rincon, Locatelli ha segnato due minuti più tardi). E’ insomma arrivato tardi, l’attaccante croato che contro Atalanta e Fiorentina sarebbe potuto essere utilissimo (0 punti in due gare, per il Toro), in compenso ha bruciato le tappe e adesso è già un leader tecnico della squadra.

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    “Praet è stato vicino al Napoli. Ora vuole portare in alto il Torino”

    “Fino a quando non s’è fatto male, ha giocato bene mostrando le sue qualità. Io spero possa tornare il prima possibile, ma tornare in Italia rappresenta per lui anche una possibilità per ricominciare la sua carriera dopo il Leicester. Abbiamo cercato una soluzione durante l’estate, ed il campionato italiano per me è il torneo dove può esprimere tutte le sue qualità”. Intervenuto ai microfoni di CalcioNapoli24 Tv, il procuratore di Dennis Praet, Martin Riha, ha parlato del ritorno in Serie A del suo assistito che, dopo l’esperienza alla Sampdoria, la scorsa estate ha accettato l’offerta del Torino: “Se giocherà contro il Napoli? Non lo so, è top secret (ride, ndr), non ve ne posso parlare perchè decide lo staff tecnico. Sta recuperando dall’infortunio, non so se sarà già disponibile agli ordini di Ivan Juric. Non me lo aspetto dall’inizio, vedremo”.
    “Praet fu vicinissimo al Napoli”
    “Un passato al Napoli? Se ne parlò prima del suo trasferimento al Leicester, il Napoli lo cercò ed era interessato, ed io ebbi modo di discuterne con il club (la Sampdoria, ndr). Non c’erano particolari problemi, il Leicester semplicemente fu molto più deciso nel concretizzare. Giocare la Champions con il Napoli? Gli farebbe piacere giocare la Champions League, ovviamente, ma per ora è contento al Torino. Adesso è concentrato per dare il massimo per il Toro, per portarlo in alto in classifica, ed è un club ambizioso. Vedremo cosa succederà nei prossimi cinque-sei mesi. Che match sarà Napoli-Torino? Il Napoli ha iniziato molto bene, ma il Toro ha mostrato qualità nelle ultime partite e darà vita ad un bel match: tutte le volte che finisce la sosta per le nazionali, non sai mai cosa può finire. Non sarà un match solo bello, ma anche molto importante”. LEGGI TUTTO

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    Vigna, il tifoso granata che restaurerà il Filadelfia: “Amo il Torino, non spio”

    I tifosi granata per il Torino. O meglio: il Toro – inteso come quell’insieme di valori e ideali – ancora una volta al centro dei pensieri e delle azioni dei torinisti di fede. Come Gian Luca Vigna, co-titolare dell’azienda Fiammengo Federico Srl e granatissimo, che si è offerto di mettere in sicurezza una delle vecchie gradinate Anni 20 del Filadelfia (il cosiddetto “moncone” che si affaccia sull’omonima via e che sta cadendo a pezzi). A Tuttosport, l’imprenditore ha raccontato come è nata l’idea, ma non solo.

    Vigna, lei è un privato che ha scelto di dare il suo apporto per il Filadelfia. Com’è nata l’idea? «Avevamo proposto anni fa di mettere a posto uno dei due monconi, ma poi è andato tutto scemando per varie vicissitudini interne alla Fondazione Filadelfia. La presenza di Luca Asvisio in Fondazione, unita alla mia entrata nel Circolo Soci Torino Fc, ci ha spinti a riproporre l’idea, nonostante l’altra metà della Fiammengo sia di fede bianconera». Ride.

    In che modo interverrete sul moncone e quanto tempo ci vorrà per ultimare i lavori? «L’intervento ha un costo abbastanza elevato, anche perché c’è il vincolo della Soprintendenza. Prima metteremo in sicurezza la struttura, poi a metà febbraio continueremo con gli altri interventi per i quali servono prodotti che non riescono ad agire con le basse temperature. Tutto, ovviamente, dopo il nulla osta della Fondazione. Tengo a precisare che non cerco assolutamente pubblicità: lo faccio perché la fede granata è più forte di tutto e mi spiace vedere un pezzo di storia ridotto in queste condizioni. Iniziamo con un moncone e poi vediamo».

    Il suo è il gesto di un tifoso appassionato. Ci racconta del suo passato granata? «Qualche giorno fa ho ritrovato la vecchia bandiera con cui andavo allo stadio con mio padre. Erano i tempi di Leo Junior, che a 14 anni era il mio idolo insieme con Zaccarelli. Quando puoi dare una mano, cerchi di farlo. In questo caso è proprio un afflato sentimentale. Provo ancora una grande emozione nel vedere lo stemma del Toro, anche se in campo non dà spesso soddisfazioni. Fino allo scoppio della pandemia siamo stati sponsor, ma dopo abbiamo mollato. Non è detto che non torneremo, anche se in sostanza ero diventato accompagnatore dei clienti, e non era nemmeno facile riempire il palco visti i risultati».

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    Torino, occhio: c'è il Napoli su Bremer

    Una volta se ne va Koulibaly, un’altra Manolas. Anche se per adesso sono ancora tutti e due lì a Napoli. Ma ormai da un anno, a seconda dei periodi, del rendimento, delle impennate di De Laurentiis e dei rumors in specie dall’estero, si odono regolarmente voci di qui, indiscrezioni di là, allarmi di sopra, cessioni di sotto. Pure ad agosto: pareva che il greco fosse a un passo dall’andar via. Il Napoli consumò il suo giro d’orizzonte obbligatorio. Facendo di conto, tra milioni in entrata e in uscita. Pesando nel ventaglio anche la figurina di Bremer. Il brasiliano era già diventato una colonna per Juric, al quale bastarono gli allenamenti e le prime amichevoli per consegnargli seduta stante il ruolo lasciato libero dalla scadenza contrattuale di Nkoulou. Il caposaldo della difesa a 3. Il centrale per eccellenza, con ai lati le possibili alternanze (Djidji, Rodriguez, Zima, Buongiorno, Izzo). Bremer, cioè il marcatore che difende per contratto, ma pure quello che segna come nessun altro in Italia: almeno di testa, 6 inzuccate vincenti in campionato dalla stagione 2019-’20 in poi. Brilla lui nella specialità, tra i difensori puri.

    Il valore di mercato di Bremer

    Ma, su tutto, i progressi compiuti a 360 gradi negli ultimi 2 anni: nell’attenzione tattica, nella personalità (la capacità di guidare il reparto), nel numero di francobolli appiccicati sulla fronte degli attaccanti, nei tackle, negli anticipi, nella grinta, nella stesura delle diagonali, nella gestione delle ripartenze palla al piede. Insomma, Bremer: con un valore di mercato di 25, 30 milioni? Il Napoli continua a monitorarlo, lo segue anche l’Inter (a parte la variabile Izzo), dalla Premier almeno 3 o 4 squadre hanno preso ripetutamente informazioni… Sì, però, ma, forse, vediamo. Ha il contratto in scadenza “già” nel 2023, questa è la vera chiave. «Sono ambizioso, vorrei giocare la Champions un giorno».

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    Juric, Napoli rovente: che polemiche lo scorso maggio!

    Che fregatura. Che partita, il Verona. Che incubo, questo Ivan. E che rabbia, alla fine. Un bruciore di quelli che non passano. Anche se adesso, con Spalletti, pare tutto una meraviglia: 7 vittorie in 7 partite, 18 gol segnati e solo 3 quelli subiti. Un carrarmato con la faccia di Osimhen, un metro e 86 di proiettile vivente. Però, l’ultima volta: che fregatura, contro Juric. C’era ovviamente Gattuso: ma non la perse solo lui, la Champions. Finì 1 a 1, era il 23 maggio. Il secondo tempo del Napoli prese la forma di Willy il Coyote quando salta da una parte all’altra di un canyon: una gran rincorsa, un balzo stratosferico, ma poi la discesa giusto pochi centimetri prima del bordo opposto. Giù nello strapiombo: che male. Come i napoletani, all’ultima giornata di campionato. Gol di Rrahmani, però poi il pareggio di Faraoni a metà ripresa. Verona gagliardo come sempre o quasi. E azzurri impallati, sul più bello. Gambe pesanti, gol mangiati, ansia da prestazione e ammosciamento al dunque nel gioco e in difesa. E così, con le vittorie contestuali di Milan e Juventus, il Napoli (favorito dalla posizione in classifica, alla vigilia) si ritrovò fuori dalla Champions: come Willy nei canyon. Ci tornerà domenica, Juric: stavolta col Toro, appena scartavetrato nel morale dal milionesimo derby perduto nel finale, tra miliardesimi rimpianti. Ivan ha bisogno di non uscire sconfitto per tener su l’ambiente senza ulteriori patimenti. La vittoria più gettata che non colta a Venezia e il pareggio più non colto che gettato con la Juve hanno annacquato le bollicine di Sassuolo e Lazio (peraltro anche in quest’ultimo caso con buccia di banana alla fine). Chissà come lo accoglierà uno stadio ribollente di Spalletti vendicaci tu! Certo non gli applausi tributati nel secolo scorso a Sacchi.Guarda la galleryToro-Juve, Allegri re delle ironie social

    Bordate di fischi? Sarebbe brutto, ingiusto. La buttò via il Napoli, la Champions: stile braccino al tennis. Non gliela rubò il Verona. Ma ne conseguì ugualmente un prolungato battibecco televisivo a fine partita tra Juric e un giornalista che aveva visto un Verona inaspettatamente ed esageratamente aggressivo. Ivan, furente, difese a modo suo (il personaggio lo si conosce, quando gli salta il nervo) l’onestà della sua squadra. Lo ha di nuovo spiegato prima del derby: «Ancor oggi sono molto orgoglioso di quella bella prova della mia squadra. Io pensavo solo al Verona e a fare bene col Verona, ovunque e contro chiunque. Alla prima come all’ultima giornata. Invece in Italia si pensa spesso male… Ma io non sono fatto così, non ragiono così. Per me la cultura sportiva è sacra, me l’ha insegnato Gasperini. E per me l’unico modo per essere uomini è dare il massimo in ogni partita, in ogni allenamento». Ma ci fu chi vide del male comunque, all’epoca. Tanto più perché il Verona dell’ultima parte di stagione non è che le vincesse o le pareggiasse tutte, eh. Spuntò anche il classico retroscena, su qualche media. Per la serie: Juric ha schierato apposta un Verona così gagliardo perché De Laurentiis tempo prima gli aveva fatto capire che sarebbe stato il candidato preferito per il dopo Gattuso, ma poi si era defilato senza comunicargli alcunché. E Ivan l’avrebbe presa come un’onta da lavare. Ma per piacere.
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    Torino, pure Rodriguez è diventato importante

    TORINO-  Protagonista nella Svizzera e – un po’ a sorpresa visto il deludente rendimento dello scorso anno in granata – anche nel Toro di Juric. Ieri con la sua Svizzera, dove da sempre è titolarissimo, Rodriguez ha battuto l’Irlanda del Nord e ora incalza l’Italia nel girone di qualificazione dei prossimi mondiali. La speranza di superare gli azzurri ce l’ha, tutto dipenderà dalla sfida di Roma del 12 novembre. Di sicuro la sua Svizzera è l’unica antagonista credibile per la formazione di Mancini. Detto questo veniamo al dunque: in queste prime sette partite di campionato l’ex milanista è sempre sceso in campo da titolare e su di lui Juric è stato chiaro. Emblematico quello che ha dichiarato subito dopo la partita contro la Lazio: «Tutti mi dicevano che Rodriguez è scarso, invece bisogna valutare bene le cose e a me il giocatore è piaciuto molto».

    Rodriguez, da esubero a indispensabile per Juric

    Da esubero indiscusso è diventato giocatore indispensabile. Bravo nelle proiezioni offensive, è migliorato anche in fase difensiva nella retroguardia a tre. Gioca con Djidji e Bremer e sino ad oggi ha dato un contributo significativo. E adesso anche per lui c’è la trasferta di Napoli, una partita sulla carta proibitiva ma che i granata affronteranno con il solito piglio offensivo. E in questo sistema il movimento di Rodriguez diventa importante. Domani, sempre con la sua Nazionale, sarà impegnato in Lituania e solo mercoledì raggiungerà Torino. Avrà tutto il tempo per recuperare le energie e preparare la sfida del “Diego Maradona”.
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    Torino, Milinkovic-Savic studia Osimhen

    TORINO – In queste prime giornate  di campionato ci sono comunque degli aspetti importanti e nello stesso tempo confortanti. Partiamo da Juric: il tecnico croato ha portato qualcosa di nuovo riaccendendo l’entusiasmo  dei tifosi anche se si è spento un po’ dopo il derby. Ma a parte la trasferta di Firenze la squadra ha sempre giocato bene. Non meritava di perdere con l’Atalanta, poteva e doveva vincere  con la Lazio: in vantaggio è stato raggiunto nei minuti  di recupero solo su calcio  di rigore per un intervento inutile di Djidji. […]

    Milinkovic atteso dall’esame Napoli

    […] L’altro aspetto positivo riguarda Milinkovic-Savic, il  portierone (per altezza e fisicità) che ha cominciato la stagione tra mille perplessità. Il serbo,  utto sommato, alla faccia dei trascorsi tutt’altro che esaltanti in altri club, sino ad oggi non ha demeritato. Anzi: il alcune occasioni ha anche sfoderato iNterventi d’un certo spessore confermando la pAdronanza che ha quando  gioca il pallone con i piedi. I  suoi lanci sono sempre lungi e precisi e a volte è proprio lui, dalla sua area di rigore, a dare il via alle azioni offensive della squadra. Con il passare del tempo si sta confermando un portiere all’altezza della situazione. Alla ripresa del campionato, però, ci sarà un altro esame di una certa consistenza, forse quello più difficile da superare visto che il Toro andrà a Napoli con tanti giocatori in grado di colpire. Uno su tutti: Victor Osimhen, autentco protagonista di questa  prima fase del campionato con la squadra di Spalletti che guida la classifica  ed ha sempre vinto. I suoi gol sono stati spesso decisivi. Ecco perché contro il Napoli il granata può con Milinkovic-Savic, 24 anni, in campionato ha subito 7 gol fermare i suoi progressi che lasciano ben sperare per il futuro.

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