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    Toro, Pobega porta a Krunic del Milan: le strategie per gennaio

    TORINO – Gli obiettivi sono chiari, le vie attraverso le quali centrarli ancora no. O meglio il giro d’orizzonte di cui è protagonista il responsabile dell’area tecnica granata Davide Vagnati non ha ancora prodotto l’avvio di autentiche trattative in vista di gennaio. Diversi i sondaggi, le richieste preliminari rivolte ad agenti di giocatori o agli uomini mercato dei club, ma si è ancora nella fase esplorativa. Nella fase in cui ragionando sulla possibilità di chiudere un affare, si possono aprire le porte per concretizzarne un altro. Ad esempio il Toro ha sì provato a mettere le basi per un discorso rivolto almeno a prolungare il rapporto con Pobega, se non addirittura a trovare la formula per convincere il Milan ad aprire alla soluzione prestito con diritto di riscatto, però si è anche scontrato con la ferma volontà della società rossonera. Decisa a far tornare il centrocampista alla base, dopo il buono messo in mostra nel passato campionato con lo Spezia e le continue conferme arrivate in maglia granata. Che gli sono valse per naturale conseguenza la prima convocazione in maglia azzurra. Fisiologico che un club come il Milan, già convinto dalle qualità del giocatore al punto da concederlo soltanto in prestito secco, ora non voglia intavolare nessuna trattativa col rischio di perderlo.

    L’interesse per Krunic e la posizione di Maldini

    Nell’ambito dei confronti in ripida salita per Pobega, il Toro ha però accarezzato l’idea di tornare su un vecchio obiettivo: doppiamente utile per la capacità di giostrare sia a centrocampo che sulla trequarti. I granata da qualche sessione di mercato a questa parte gravitano su Rade Krunic. Non un inamovibile, per quanto in seno al club il bosniaco goda della stima che nei suoi confronti nutre Paolo Maldini, responsabile dell’area tecnica rossonera. Una stima che pur senza fretta potrebbe concretizzarsi in una proposta di rinnovo del contratto che attualmente scade nel 2024. Anche su questo fronte Vagnati non ha insomma la strada propriamente in discesa, tuttavia nemmeno avrebbe le porte chiuse in faccia senza possibilità di replica.

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    Toro, Cairo prova a trattenere Pobega

    Si può, perché no! Si può acquistare Tommaso Pobega, 22 anni, centrocampista del Milan sul quale il Toro non vanta alcun diritto di riscatto. Si può perché il giocatore a Torino e in maglia granata si trova bene. […]Ma c’è di più, molto di più. Il giocatore ha capito che nel Toro e con il Toro può diventare un top player come hanno dimostrato questi primi mesi. E’ al centro del sistema di Juric e ha ritrovato, a tempo di record, la maglia azzurra. Mancini non lo ha schierato nelle ultime due partite di qualificazione ma lo tiene in grandissima considerazione […]Tra gli aspetti che lo stanno sempre più avvicinando al Toro c’è anche e soprattutto Juric. Al Milan avrebbe la stessa considerazione? Tommaso Pobega a Juric, ai compagni e ai dirigenti ha fatto sapere che l’idea di continuare a giocare per il Toro anche nelle prossime stagioni lo sta “coinvolgendo” […]

    La situazione del Milan

    […]E qui molto dipende da Kessie. Il Milan ha messo gli occhi su Renato Sanches (portoghese del Lille, 24 anni) il quale ha i requisiti giusti per essere l’erede del fortissimo centrocampista ivoriano. […]Sia che arrivi Sanches sia che rinnovi Kessie il club rossonero dovrà comunque investire una quantità importante di milioni. E a questo punto potrebbe anche sacrificare Pobega in cambio di una proposta economica vantaggiosa. In questi periodi di carenze finanziarie per tutti, oltretutto il Milan difficilmente riuscirà a intascare contanti sonanti con l’eventuale superamento del turno di Champions League; una cessione importante permetterebbe di rinforzare altri reparti in cui c’è più bisogno.

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    Belotti non brilla con l'Italia, il Toro è la sua dimensione?

    TORINO – Sembra che uno voglia gufare il Gallo. Ma qui non si tratta di darsi all’ornitologia, anche perché al massimo stiamo parlando del toro, un mammifero ruminante quando gioca come a La Spezia (la squadra tutta: non solo Belotti, per carità). Con l’iniziale maiuscola, lo ricordiamo a San Siro col Milan (anche se uscì spernacchiato dal risultato) o in casa con la Samp (vittoria in un crescendo schiacciasassi). Lunedì l’Udinese: sarà un rinnovato amore o ancora un calesse? Resta il fatto che in Liguria, e senza bisogno di alluvioni (per carità numero due), annegò anche il Gallo. E in questi ultimi 7 giorni è nuovamente naufragato in Nazionale: titolare contro la Svizzera senza doti, subentrato nel finale di Belfast senza dote («che amarezza: dobbiamo fare tutti un po’ di mea culpa»).

    Anche il suo Europeo è stato insufficiente: avrebbe senso non rinnovare?

    Più o meno, come agli Europei. Riserva conclamata per tutto il torneo, tranne il contentino ricevuto contro il Galles, quando eravamo già qualificati per gli ottavi. Un solo gol su rigore contro la Spagna in semifinale, dopo i supplementari. E un errore orrorifico nel caso analogo in finale: ma fortuna volle (per Belotti e l’Italia tutta) che poi gli inglesi ne sbagliarono di più, e così anche la sua frittata finita spiaccicata a terra terminò in gloria. […] A Torino è per tutti un re anche quando gli cade la corona per un movimento sbagliato e tira fuori, ma da qualche anno lontano dal recinto granata diventa un Signor Qualsiasi, col rischio di chiamarsi come Ulisse davanti a Polifemo. Oggi come oggi in un top club farebbe tanta panchina, immaginiamo: temiamo per lui. Non firmare il rinnovo col Toro (rifiutando 3,3 milioni netti a stagione più uno di premio al momento della firma!) potrebbe anche diventare un salto nel buio.

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    Toro, infortunio Rodriguez: c'è una lesione

    TORINO – L’infermeria del Torino assume sempre più le sembianze dell’imbarcazione con una crepa nella carena: puoi provare a svuotarla con un secchiello, ma altra acqua entrerà comunque dal fondo. E così sta avvenendo anche in questa sosta dedicata alle Nazionali, dopo una prima parte di stagione in cui problemi ed acciacchi certo non sono mancati. Se Ivan Juric stava ritrovando il sorriso per i tanti rientri in vista della ripresa del campionato, lunedì prossimo al Grande Torino contro l’Udinese, ieri dalla Svizzera sono arrivate notizie ben poco confortanti.

    Infortunio Rodriguez: gli aggiornamenti

    L’infortunio patito da Ricardo Rodriguez nel corso del secondo tempo contro l’Italia, infatti, è ben più serio del previsto, tanto che il difensore ha già fatto ritorno a Torino – salterà dunque il decisivo confronto di questa sera contro la Bulgaria – per nuovi accertamenti al flessore della coscia destra che risulta lesionato. Entità e tempi di recupero sono ancora da stabilire con precisione, ma il tecnico croato dovrà fare a meno dell’ex Psv Eindhoven a lungo: probabile che a rilevarlo sul centro-sinistra della difesa a tre sia nuovamente il giovane Alessandro Buongiorno, schierato titolare in tre delle ultime quattro uscite. Ma i grattacapi internazionali di Juric non si esauriscono con Rodriguez, visto che anche Dennis Praet è alle prese con qualche problema nel ritiro del Belgio: l’ex Leicester ha saltato la gara con l’Estonia ed è in dubbio per l’incrocio di domani sera in Galles.

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    Da Djokovic a Sonego, l'orgoglio dei tifosi del Toro

    TORINO – Ha il fascino delle capitali e un’anima granata che le delusioni sportive non sono mai riuscite a cancellare. Grande, robusta e viva, la città di Torino, da qualche giorno centro di gravità del tennis mondiale. Nelle Atp Finals, al via ieri, si parla soprattutto di dritto e volé ma non manca il calcio e il Toro nelle parole dei protagonisti. Come Novak Djokovic, signore dello sport e da anni numero 1 del ranking, affascinato dal calcio italiano (è tifoso del Milan) e le sue storie. Tanto da ricordare simpaticamente al collega Stefanos Tsitsipas dell’importanza e della presenza del tifo torinista in città. Quando Tsitsipas ha detto di conoscere le peculiarità di Torino («Penso che Torino sia nota per i tartufi e per la Juventus» ha detto il greco nell’intervista al canale dell’Atp Tour), Djokovic lo ha ripreso sorridendo: «Stai attento, qui ci sono anche tantissimi tifosi del Torino…», con Hubert Hurkacz che ha aggiunto «Si, meglio stare attenti…». Nelle parole del serbo e del polacco si legge il rispetto e l’ammirazione per una squadra che ha scritto la storia del calcio italiano e non solo. Ma soprattutto sono un motivo in più, per i tifosi, per gonfiare il petto. Perché quando gli attestati di stima provengono dai protagonisti degli altri sport fanno piacere. Nei forum e nella chat di granata, le parole di Nole hanno rinfrancato l’orgoglio di chi ha il Toro nel cuore. «Djokovic mi è sempre stato simpatico per essere umile, nonostante sia il più forte del mondo, ma dopo queste parole lo stimo ancora di più» ha commentato Sergio, «Bravo Nole, che da oggi possiamo ribattezzare “Mole”» ha aggiunto Carmelo.

    Sonego sul Torino

    Torino città a forti tinte granata, come aveva sottolineato Ivan Juric alla vigilia del derby contro la Juventus: «A Torino mi pare che l’unica squadra sia il Torino. Qui è l’unica squadra che percepisco». Dal granata a un granata come Lorenzo Sonego, tifosissimo che spesso si è presentato sui campi con la mascherina del Toro. Il tennista torinese, assente alle Finals, non ha perso l’occasione per manifestare la propria fede e il gradimento per il lavoro di Juric. «Ho visto una buonissima squadra, che sta crescendo. E quindi se non è questo l’anno buono per l’Europa League penso sarà il prossimo anno» le parole di Sonego a Grp, apprezzatissime dai tifosi suoi e del Torino: «Grande Sonny! Speriamo di vedere in alto te e il Toro» ha commentato il giovanissimo Alessandro.

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    Il sindaco di Torino Lo Russo a Superga al fianco del granata Chiamparino

    TORINO – Lo aveva promesso nel corso della campagna elettorale: «Se vinco, vado a piedi fino a Superga». E, a meno di un mese dal successo al ballottaggio, il neo sindaco Stefano Lo Russo ha tenuto fede al “fioretto”. Il primo cittadino di Torino, infatti, nella mattinata di ieri è salito a piedi sul celebre colle, partendo da San Mauro con una nutrita compagnia al seguito: diversi cittadini che hanno risposto al suo appello, ma anche l’ex sindaco Sergio Chiamparino. Che, da vero cuore granata, una volta in cima ha accompagnato Lo Russo davanti alla lapide commemorativa dedicata al Grande Torino. Lì i due si sono fatti immortalare con in mano una sciarpa granata e la scritta “Sempre forza Toro”, anche se il docente di Geologia al Politecnico non ha mai nascosto la propria fede juventina. Una passione che non gli ha impedito negli anni di stringere un forte legame con il compianto Don Aldo Rabino, storico padre spirituale del Torino che lo aveva fatto avvicinare al mondo del volontariato e della politica. «In un paio d’ore scarse abbiamo percorso la salita alla Basilica di Superga, un sentiero bellissimo in mezzo al bosco. Ma la vera meraviglia è stata la compagnia: bella, allegra e simpatica. È stato un grande piacere condividere l’escursione con tante persone!», il messaggio diffuso sui propri social dal sindaco del PD. Che nei mesi scorsi non aveva lesinato riferimenti all’universo granata volgendo lo sguardo all’orizzonte e alle opere su cui intervenire: dal Grande Torino al Filadelfia, passando per la barzelletta del Robaldo. LEGGI TUTTO

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    Mercato Toro: Rincon per il Genoa e Baselli per Mihajlovic?

    TORINO – Juric ha sempre detto che per lui la rosa ideale è quella con 16 massimo 18 giocatori, considerati titolari, più una manciata di giovani di qualità da crescere. E lui, in questo momento, si trova con 29 elementi in rosa, molti in esubero che non rientrano nelle sue preferenze. Con tanti scontenti che si presentano al Filadelfia con un pessimo umore. Elementi che sino a pochi mesi fa erano considerati dei big, quasi tutti dall’ingaggio milionario. E il tecnico questa situazione l’ha confermata in più di una circostanza. «Ci sono diversi musi lunghi ma io non posso farci niente». Lui no, ma la società sì, sfoltendogli questa rosa poco “organica” nel prossimo mercato di gennaio. Non è facile, di questo bisogna dare atto a Vagnati: perché alcuni di questi elementi non sono appetibili per qualità e ingaggio. Ma il direttore sportivo ci sta provando e qualche cosa sta lievitando.

    I giocatori del Toro sul mercato

    Il Genoa, per esempio, prima dell’insediamento di Andriy Shevchenko aveva chiesto informazioni su Tomas Rincon, 33 anni, che quest’anno viene impiegato solo in casi di necessità estrema, con sempre apprezzabile applicazione ma risultati modesti, almeno se rapportati alle esigenze e alle attitudini di Juric. Il centrocampista venezuelano ha il contratto in scadenza (giugno 2022) con un’opzione della società per la stagione successiva che difficilmente a questo punto verrà esercitata. […] L’altro centrocampista che Juric non vede è Daniele Baselli e il giocatore, a dire il vero, quando impiegato ha fatto poco o niente per far ricredere il tecnico. È sempre entrato in maniera “molle”, senza grinta e con poca personalità. Quasi svogliato, per rendere l’idea. Rivedere, er credere, i gol di Locatelli nel derby e quello di Sala a La Spezia. E qui c’è la grossa novità. Sinisa Mihajlovic, che ai tempi del Toro lo spronò con una frase molto sferzante («Daniele è l’unico bergamasco che non tira fuori gli attributi»; anche se il giocatore è bresciano, essendo nato a Manerbio, il concetto di Sinisa era comunque chiaro con riferimento ai suoi trascorsi nell’Atalanta), lo vorrebbe nel suo Bologna per dare ordine al centrocampo. Il tecnico serbo è convinto di riportarlo su livelli perlomeno accettabili. Anche Baselli come Rincon ha il contratto in scadenza nel giugno del 2022.

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    Toro, Vagnati è in Argentina: l'obiettivo è Ortega

    TORINO – Il Toro è sempre in Argentina. C’è Davide Vagnati, da alcuni giorni, più un paio di suoi collaboratori che stanno seguendo alcune partite del campionato sudamericano. Si dividono, confrontano e poi – individuato l’obiettivo – lo seguono assieme. E così domenica sera i granata – come riporta il sito argentino Velez360, molto vicino alla società della capitale argentina – i dirigenti del Torino erano in tribuna allo stadio José Amalfitani che si trova a Buenos Aires nel sobborgo di Liniers per assistere al match tra il Velez e il San Lorenzo. L’obiettivo, stando ai circostanziati rumors da Baires – sarebbe Francisco Ortega, classe 1999, terzino sinistro del Velez. Un giocatore che può anche giocare alto in un centrocampo a 4 o a 5. La partita è stata vinta 2-1 dal Velez che con questo successo è salito al 4° posto. L’osservato speciale è stato sfortunato. Un suo balordo autogol ha portato temporaneamente sul pari la malmessa squadra di Papa Francesco: un tocco nella propria porta col petto dove gli era rimbalzato il pallone dopo l’intervento bucato da un compagno e un avversario su un cross dalla sinistra. Alla fine però ha disputato una buona partita, lasciando una discreta impressione. La valutazione attribuita a Ortega dal sito Transfermarkt è di 4,2 milioni ma è chiaro che i granata chiederebbero nel caso un prestito con diritto di riscatto per valutare dal vivo le sue qualità nel calcio italiano. Vagnati è arrivato a lui grazie alle relazioni giuntte nei mesi scorsi dai suoi osservatori. Nelle prossime ore, dunque, potrebbe esserci un primo contatto. C’è ancora tempo, ovvio, ma intanto su spinta di Juric il direttore sportivo dei granata sta cercando quel terzino (meglio sinistro ma andrà bene anche un destro) che serve.

    Toro, emergenza terzini

    Singo e Ola Aina, infatti, rischiano di essere entrambi impegnati con le rispettive Nazionali nella Coppa d’Africa dal 9 gennaio al 6 febbraio in Camerun. E considerato che Costa d’Avorio e Nigeria hanno tutte le qualità per fare parecchia strada c’è la possibilità di perderli a lungo nella fase più importante del campionato. E si sa quanto siano determinanti gli esterni di spinta nel calcio che predilige Juric e che ha insegnato subito al Toro. Oltretutto, di solito, i giocatori di rientro dalla Coppa d’Africa, spremuti come limoni, ci mettono un bel po’ di tempo prima di ritrovare la condizione migliore. Al croato – se pure Singo partisse, cosa che ancora sperano non accada – resterebbero solo Vojvoda a destra e Ansaldi a sinistra.

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