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    Torino, quanto costano i pupilli: servono 27 milioni

    TORINO – Tanti trequartisti, al Toro. E alcuni di questi dalla grande qualità. Ci riferiamo a Vlasic, Radonjic e Miranchuk. Ma non bisogna neppure dimenticare Demba Seck e Karamoh. Di questi, al momento, solo due sono di proprietà, tutti gli altri in prestito ma con diritto di riscatto. Del Toro sono già Demba Seck (pagato 4,5 milioni) e Karamok (1 milione). Si tratta di due ragazzi che in futuro possono fare il salto di qualità e per questo Ivan Juric ci sta lavorando con grande determinazione. E poi c’è Radonjic. In una conferenza stampa, fatta poco dopo la chiusura del mercato, Davide Vagnati ha annunciato (senza spiegare i motivi) che il serbo è già un giocatore del Toro. Probabilmente nel diritto di riscatto c’era una clausola che lo portava in granata dopo la prima partita ufficiale. Fatto sta che il diritto era di 2 milioni e che per il ds il giocatore è a tutti gli effetti granata.

    I riscatti di Vlasic e Miranchuk

    Diverso, invece, il discorso per gli altri due. A fine stagione, per riscattare definitivamente Vlasic, Cairo dovrà far partire un bonifico (destinazione West Ham) di 15 milioni. Una cifra consistente, certo, ma il nazionale croato in granata sta facendo molto bene. Sino ad oggi, infatti, in campionato ha già realizzato 3 gol ed è quasi sempre uno dei migliori. Elemento che tecnicamente è superiore alla media. Stesso discorso per Miranchuk anche se su di lui la cifra per il diritto di riscatto è leggermente inferiore a quella di Vlasic. Il russo può diventare tutto granata per 12 milioni. Insomma, per riscattare i due ci vorranno 27 milioni. Su questi tre giocatori (compreso Radonjic) il Toro punta molto visto che Juric li alterna con continuità e chiede loro di far compiere alla squadra il salto di qualità.
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    Torino, Schuurs verso l'esame Beto. Così l'olandese si prepara al duello

    TORINO – Perr Schuurs non è mai stato un difensore-goleador: di reti ne ha messa a segno qualcuna, ma prima di confrontarsi ad alti livelli con l’Ajax. Con il Fortuna Sittard nel 2017-18 aveva realizzato 8 gol, ma la categoria era la B olandese. Con l’Ajax ha invece infilato due reti in campionato (59 gare) e una in Coppa d’Olanda (13 presenze). In Italia il suo primo acuto è arrivato contro il Cittadella, a firmare il tris di una prova che Zima avrebbe chiuso sul 4-0. Se il ceco contro l’Udinese dovrebbe tornare in panchina – favoriti per giocare dall’inizio ai lati sono Djidji e Rodriguez – l’olandese in Friuli avrà nuovamente una maglia da titolare. Avversario di alto livello: Schuurs se la vedrà con Beto – del quale al Fila sta studiando ogni mossa -: con 5 reti è il vicecapocannoniere del campionato (come lui Dybala e Kvaratskhelia, a quota 6 ci sono Arnautovic, Vlahovic e Immobile).

    Ora è lui il titolare

    Per Schhurs, ormai caposaldo della difesa granata, si tratterà della settima partita in campionato: in sei è stato titolare, subentrando soltanto con il Napoli. Dopo avergli preferito Buongiorno potendo anche contare sulla crescente affidabilità del prodotto del settore giovanile granata, ora Juric ha dato la maglia da riferimento della retroguardia a Schuurs. E l’olandese lo sta ripagando con prestazioni per lo più convincenti.
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    Finalmente Torino, quei gol al Cittadella come una liberazione

    TORINO – Quattro gol alla crisi. La Coppa Italia fa bene al Torino che torna a segnare e a vincere. Certo, dover affrontare il Cittadella (13° in Serie B) è tutta un’altra musica rispetto alla Juventus e a compagnia precedente. Ma resta il fatto che, dopo un punto solo conquistato nelle ultime 5 partite di campionato e l’ennesima mesta caduta nel derby, questa vittoria nei sedicesimi di Coppa rappresenta una liberazione per la mente e i cuori: in campo e sugli spalti, con tutte le debite proporzioni del caso.

    Radonjic, che tiro da applausi

    Radonjic ha spaccato il risultato nel primo tempo con una splendida azione personale (fuga in dribbling e siluro quasi all’incrocio), poi nella ripresa Pellegri, Schuurs (un gioiello quello del difensore olandese) e Zima hanno chiuso il conto, nel corso di un secondo tempo finito in gloria senza ansie (sullo 0 a 0, invece, Milinkovic aveva dovuto compiere un intervento decisivo).

    Quei cori per Juric e contro Cairo

    Da segnalare, a mo’ di commento, anche la “partita” disputata dalla Maratona: un continuo, incessante sostegno a Juric e alla squadra, ma anche una quantità industriale di cori di contestazione al presidente Urbano Cairo, in tribuna. E anche questo dato è indicativo, pur se non rappresenta certo una novità. Adesso, archiviata la Coppa Italia (i granata se la vedranno a gennaio col Milan campione d’Italia), il Torino dovrà cercare di dare un seguito a questa provvisoria rinascita a Udine, domenica, contro la squadra-rivelazione della parte sinistra della classifica.
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    Determinazione e Vlahovic: passo avanti Juve

    TORINO – Non si può definirla una Juventus guarita, quella che dopo il ko con il Milan e il tracollo con il Maccabi Haifa è tornata alla vittoria conquistando il derby, ma è stata se non altro una Juventus assolutamente attenta e determinata nel seguire tutte le precauzioni necessarie a non aggravare la propria malattia e a imboccare la strada che può portarla a guarire davvero. E se dovrebbero essere doti basilari di qualsiasi squadra, dopo Haifa aver ritrovato attenzione e determinazione è un passo avanti enorme, anche perché entrambe costituiscono segni di quella compattezza su cui l’ultima prova di Champions aveva fatto sorgere dubbi.Guarda la galleryTorino-Juventus, decide Vlahovic: il gol

    La Juve ritrova Vlahovic

    Nel derby però la squadra di Massimiliano Allegri ha ritrovato qualcos’altro, oltre ad attenzione e compattezza. Anzi, qualcun altro. Ha ritrovato quello che è mancato al Torino, ossia un centravanti, e per giunta non un centravanti qualunque ma un grande centravanti. Ha ritrovato Dusan Vlahovic, la Juventus, e lo aveva ritrovato già prima che il serbo firmasse con un guizzo da serpente dell’area di rigore il suo primo gol in trasferta e la prima vittoria bianconera lontano dallo Stadium. DV9, al netto di due conclusioni non perfette, una nel primo tempo in cui era stato bravo anche Milinkovic Savic a chiudergli lo specchio, e una ciccata nel secondo, è stato un costante punto di riferimento, bravo svariare per trovare spazi, a ricevere palla e girarla sulle fasce da regista offensivo. Sempre concentrato e mai nervoso: e in questo il derby potrebbe aver rappresentato uno scalino fondamentale per lui e per la Juventus.

    Toro, senza Belotti è dura

    Avesse avuto un Vlahovic, il Torino avrebbe forse potuto approfittare dei timori e della preoccupazione che avevano irrigidito la squadra bianconera nella prima mezzora. O avrebbe potuto essere più incisivo nell’assalto finale. L’indisponibilità di Sanabria, gli acciacchi di Pellegri (impalpabile nel finale), ma soprattutto la lacuna non colmata in quel ruolo dopo la partenza di Belotti, hanno invece reso sostanzialmente sterile la squadra di Ivan Juric. Il resto lo ha fatto la già citata attenzione della squadra di Allegri, che si è via via scrollata di dosso un po’ di preoccupazione e dalla mezzora del primo tempo ha cominciato a impegnare Milinkovic Savic, fino al gol che le ha permesso di ritrovare i tre punti. Ora deve ritrovare un’altra dote fondamentale: la continuità nell’esprimere quell’attenzione e quella determinazione. E magari potrà guarire davvero. E di guarire ha bisogno anche il Torino, dopo quattro sconfitte e un pareggio: dovrà inventarsi qualcosa Juric, in attesa che a gennaio possa arrivare la medicina giusta.
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    Prima il Toro, poi la Juve: che festa per i tifosi in strada, aspettando il derby

    TORINO – Tre minuti. Appena tre minuti di differenza per entrare allo stadio tra il pullman del Torino e quello della Juventus. I primi a varcare i cancelli sono stati i giocatori granata, accolti all’ingresso tra corso Agnelli e via Filadelfia da una folla festante che ha iniziato a suonare trombette e i clacson delle auto vicine. Centottanta secondi dopo, è toccato al bus bianconero compiere la stessa svolta a sinistra per entrare allo stadio Olimpico Grande Torino e naturalmente la scena è stata l’opposto, con urla e cori contro la squadra di Massimiliano Allegri, nascosta dai vetri oscurati. Nessun incidente, tutto è filato liscio. Goliardia e sfottò, nient’ altro che quelli. Ottime premesse, il derby della Mole può cominciare. LEGGI TUTTO

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    Torino-Juventus, derby senza scampo: anche con Sonego e Tortu

    TORINO – Tutto pronto o quasi per il derby dei brividi. Tra Torino e Juventus (tre sconfitte nelle ultime 4 partite per i granata, due ko di fila per i bianconeri) la stracittadina può essere l’occasione del rilancio ma anche la partita in cui finire dentro un tunnel ancora più buio. Juric e Allegri hanno cercato di spronare i propri giocatori e non si devono escludere colpi di fantasia nelle due formazioni.
    Sonego contro Tortu: chi vince?
    Il derby si potrebbe provare a vincere a tavolino anche se per come nasce, questa sfida si dovrà conquistare soprattutto con il cuore. Allo stadio Grande Torino alle 18 si potrebbe registrare l’esaurito visto che ci sono pochissimi tagliandi ancora in vendita. Il derby lo abbiamo fatto giocare da un tennista che più granata non si può e da un velocista col sangue bianconero. Lorenzo Sonego contro Filippo Tortu per un match di parole che vi invitiamo a leggere su Tuttosport. LEGGI TUTTO

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    Riecco Wallace, il passionario in maglia Toro

    TORINO – Riecco Mick Wallace il passionario. Irlandese, 66 anni, eletto al Parlamento europeo, è solito fare i suoi discorsi indossando la maglia granata del Toro. Ed è successo anche un paio di giorni fa: dal palco, parla di crisi climatica, di guerra, di profughi, di emissioni, di sostenibilità, con quei capelli bianchi a incorniciare la divisa. Quasi uno spot per il club. E su Instagram sono infatti i tifosi del Toro a commentare: cuore granata Wallace, uno di noi, uno da derby. LEGGI TUTTO

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    Torino, niente riposo: c'è il derby

    TORINO – C’è voglia di derby: per il riscatto e per l’onore. Lo si è capito à gidomenica pomeriggio quando la curva Maratona ha “perdonato” il pareggio interno contro l’Empoli convocando la squadra sotto la curva per caricarla in vista della sfida di sabato pomeriggio nella quale il Toro deve dare un significato al suo campionato. E giocatori e staff hanno immediatamente recepito. Dalle parole si è passati subito ai fatti: i giocatori hanno chiesto e ottenuto da Juric di saltare il giorno di riposo per riprendere subito gli allenamenti. Così il Toro al Filadelfia non ha perso tempo e ha subito messo la Juventus nel suo mirino. Rodriguez e compagni vogliono regalare (finalmente) ai propri tifosi una soddisfazioni dopo che li avevano illusi con un inizio da primato (due successi e un pari nelle prime tre giornate) per poi calare in maniera preoccupante non tanto sul piano del gioco ma su quello dei risultati. LEGGI TUTTO