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    Torino, un solo ritiro? No, Juric preferisce due località

    TORINO – Il raduno del Torino slitterà, è storia che bolle in pentola già da parecchi giorni. In un primo tempo la data del raduno al Filadelfia era stata fissata per il 1° luglio, ma poi le considerazioni sul numero di giocatori convocati dalle varie Nazionali (ampio) e la necessità per gli stessi di godere di un periodo di ferie fino a luglio inoltrato hanno obbligato Juric e la dirigenza granata a rivedere i programmi. Sarebbe infatti non solo inutile ma anche controproducente lavorare per una settimana e più senza una decina di nazionali, accogliendoli poi strada facendo a scaglioni e ritrovandosi infine con più gruppi di giocatori alle prese con stati di forma anche molto differenti.Sullo stesso argomentoToro, Cairo non molla Bremer: più soldi, così non bastaCalciomercato Torino

    Meglio cominciare a lavorare qualche giorno dopo (4 o 5, al massimo), riducendo così le differenze rispetto a chi non potrà esserci già il giorno del raduno, da fissarsi verso la fine della prima settimana di luglio. I piani originari prevedevano una partenza per l’Austria intorno al 3 o 4 di luglio, in vista di due diversi cicli di ritiro in quota: dapprima quasi ai confini con la Repubblica Ceca, a Bad Leonfelden, per un paio di settimane. A seguire, un breve ritorno a Torino con la concessione di 2 o 3 giorni di riposo. E il successivo ritorno in Austria, ma stavolta ai confini con la Germania meridionale, a Waidring.

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    Toro, avanti per Joao Pedro e Dovbyk

    TORINO – La strategia per disegnare un attacco che a meno di sorprese non conterà più sul capitano, quell’Andrea Belotti che a forza di tergiversare sta depauperando l’amore (quasi) sconfinato che la gente granata nutre (nutriva) nei suoi confronti, è chiara. Il Toro vuole un profilo giovane e promettente (Dovbyk) e un elemento in grado di ballare in sia sulla corsia che al centro e subito pronto (Joao Pedro). Questo presupponendo la partenza di Belotti (e ovviamente di Zaza), in caso contrario uno solo sarebbe il rinforzo per Juric. In rosa c’è infatti anche Sanabria, e l’idea è quella di confrontarsi con il Monaco per rilevare pure il cartellino di Pellegri.Sullo stesso argomentoTorino, botta e risposta tra la moglie di Belotti e i tifosi granataTorino

    Questo il quadro per l’attacco: bene adesso procedere con i singoli casi iniziando con Joao Pedro. Del quale ieri ha parlato sul sito Torinogranata il direttore sportivo dei sardi Stefano Capozucca: «Ho sentito il Torino a cui piace Joao Pedro, ma il mercato è appena iniziato e per le trattative c’è tempo». L’esperto dirigente ha così confermato l’interesse granata per un giocatore che, come aveva anticipato Tuttosport, il dt Davide Vagnati aveva iniziando a seguire nella tarda primavera del 2020. Come spesso capita, quanto seminato allora potrà produrre frutti adesso. Con le condizioni per il passaggio dell’italo-brasiliano al Torino che si sono fatte pressoché ideali. Innanzitutto il Cagliari, retrocesso in B, è costretto a vendere alcuni pezzi pregiati sia per le legittime ambizioni dei medesimi a giocare nella massima serie, sia per rientrare delle perdite che la discesa tra i cadetti comporta. In secondo luogo il cartellino di Joao Pedro, come vedremo, vale adesso circa la metà già solo rispetto a 12 mesi fa. Questo per la retrocessione che porta a un deprezzamento del valore dei cartellini, nonché per la situazione contrattuale dell’attaccante, in scadenza con il club di Giulini nel 2023. Non la posizione migliore, per trattare l’uscita di un giocatore.

    Che, e arriviamo al lato tecnico-tattico della vicenda, piace a Juric per la capacità di agire in fascia come da riferimento centrale. Se Belotti dovesse rimanere al Toro per Joao Pedro si aprirebbe un ruolo da trequartista/attaccante esterno, mentre con la partenza del Gallo l’azzurro potrebbe giocare da centravanti. In questo secondo caso – cioè con l’addio al capitano – Cairo e Vagnati andrebbero a realizzare un doppio colpo, per il reparto offensivo. L’altro grande obiettivo oltre al cagliaritano è Artem Dobyk. Giovane (ma nemmeno più tanto) di 24 anni che in questa stagione ha radicato la presenza nella Nazionale ucraina – ieri la settima presenza, con annesso il terzo gol nel 3-1 alla Scozia – grazie a ben 14 reti in 17 partite segnate con il Dnipro nel campionato passato. Indubbie, le qualità di una punta che però avrà bisogno di un fisiologico tempo di ambientamento, prima di potersi accollare la responsabilità dell’attacco granata. Che nel frattempo potrà così ricadere su Joao Pedro. Con Sanabria – utile nel gioco di squadra ma finalizzatore tradizionalmente un po’ spuntato – e Pellegri quali alternative (la posizione del giovane attaccante va discussa con il Monaco: Cairo lo acquisterebbe, ma per una cifra tra i 4 e i 5 milioni e non ai 6 fissati dall’accordo ereditato dal Milan e sottoscritto dai rossoneri con i monegaschi).

    Intanto il patron granata ha stanziato il tesoretto che dovrà servire a rilevare i cartellini del rossoblù e dell’ucraino. Cifre simili, leggermente più alte guardando a Dovbyk, per il quale il Dnipro parte da 12 milioni, ma che potrà essere chiuso attorno agli 8. Joao Pedro dai 15 milioni di due anni fa era già passato ai 12 nella scorsa estate, mentre adesso ha un valore assestato attorno ai 7 milioni di euro. Possono valere la pena di essere spesi, se il cagliaritano avrà ancora il gusto di mettersi a disposizione di Juric con motivazioni rinfrescate, dopo il colpo subito a Cagliari. Guardando solo ai numeri il suo acquisto ha un senso preciso: 47 i gol segnati dall’attaccante negli ultimi tre campionati di Serie A in 110 partite. Già, non è sicuramente la continuità ad aver fatto difetto a un calciatore che nelle annate in esame ha saltato appena 4 partite. Due per squalifica, una per scelta tecnica, e una sola per un leggero fastidio muscolare. Dopo i tanti infortuni subiti dal suo Toro anche per situazioni pregresse, a Juric anche la tenuta fisica recente di Joao Pedro è motivo per chiederne l’acquisto. Che può essere concretizzato a 7 milioni: con Dovbyk si arriva a 15 e aggiungendovi il riscatto di Pellegri si sfiorano i 20. Questo il tetto di spesa, per l’attacco del presumibile dopo Belotti.

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    Toro, Vagnati prepara l'affondo per Dovbyk dopo la Nazionale

    In attesa della decisione di Andrea Belotti, il Toro tiene sotto stretto controllo Artem Dovbyk, 24 anni, bomber del Dnipro e della Nazionale ucraina. I dirigenti granata aspetteranno ancora qualche giorno prima di prendere la decisione definitiva, ma nel frattempo non perdono di vista l’attaccante del Dnipro tant’è che stasera, in occasione della semfinale playoff per il Mondiale tra Scozia e Ucraina a Glasgow, un uomo di fiducia del club granata seguirà il giocatore. E in caso di successo dell’Ucraina lo farà anche domenica quando ci sarà la finale contro il Galles. In questi cinque giorni Vagnati spera ancora di avere il sì del Gallo, in caso contrario affonderà il colpo Dovbyk: il giocatore, ospite a Torino e del Torino, portato a visitare le strutture sportivo e successivamente ad assistere a Milan-Torino, ha già dato il proprio assenso al trasferimento, entusiasta di intraprendere l’avventura italiana. La strategia granata, dunque, è delineata e il comportamento di Belotti comincia a infastidire non poco il presidente Cairo che solo poco tempo fa, tramite Vagnati, gli ha fatto pervenire una proposta di rinnovo economicamente molto importante.Sullo stesso argomentoDovbyk, primo sì al TorinoCalciomercato Torino

    L’impressione è che, alla luce del piano Dovbyk, i granata aspetteranno il Gallo ancora una settimana, dopodiché si muoveranno verso Dnipro per trovare un accordo con la società che detiene il cartellino del giocatore. Un primo contatto con gli ucraini è già avvenuto. Più che altro un incontro esplorativo nel quale il Dnipro ha chiesto 12 milioni per il suo gioiello. Il Toro ne ha preso atto senza entrare nei particolari anche se per il giocatore è disposto ad investire una cifra vicino ai dieci milioni, più meno che più. Considerando la volontà dell’attaccante la trattativa non sembra impossibile, anzi, anche perché i granata corteggiano il giocatore da più di un anno. Dovbyk è un centravanti di buona struttura (189 centimetri d’altezza per 76 chilogrammi di peso) che nell’ultima stagione ha confermato tutte le buone impressioni che si erano da subito avute sul suo conto. Dopo un 2020-2021 con dieci reti in 27 partite tra campionato e Coppa, in questa ha cominciato ad andare a bersaglio in maniera eccezionale.

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    Che fosse la stagione della sua definitiva consacrazione lo si era capito da subito: alla prima giornata è Dovbyk con una doppietta a consentire al Dnipro di pareggiare in trasferta contro la Vorskla Poltava e dopo 11 partite da titolare su 12 è arrivato a quota 6. Praticamente un gol ogni due match. Ma è nei mesi di novembre e dicembre – prima dello stop imposto dalla guerra – che il suo nome comincia a circolare con una certa insistenza tra i direttori sportivi d’Europa: tra il primo novembre e il 10 dicembre il Dnipro disputa sei partite vincendole tutte e Dovbyk è il grande trascinatore con 8 gol. E per impreziosire la sua quotazione internazionale a novembre va anche a bersaglio con la sua Nazionale nel successo per 2-0 contro la Bosnia. In totale, con l’Ucraina, 6 presenze e 2 reti. Questa sera, nella partita più attesa contro la Scozia, partirà dalla panchina ma non è escluso che – anzi è molto probabile – venga buttato nella mischia nel secondo tempo, soprattutto se l’Ucraina dovesse aver necessità di recuperare il risultato.

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    L’attaccante ucraino, comunque, non è l’unico per l’eventuale (probabile) dopo Belotti. Continuano, infatti, i contatti con il Cagliari per Joao Pedro. La formazione sarda retrocessa in serie B non può trattenere uno dei suoi giocatori più rappresentativi e il Toro si è rifatto sotto. Per lui i granata, considerando anche l’età del giocatore (30 anni) non sono disposti a spende[1]re più di 7 milioni contro i 15 che i sardi avevano chiesto la scorsa estate. Comunque sia anche questa trattativa potrà decollare solo nel momento in cui il Toro conoscerà la decisione del Gallo, perché se il capitano decidesse di restare sul capitolo attaccanti Vagnati metterebbe sopra una bella croce per poi concentrarsi su altri obiettivi. Di sicuro la prossima settimana il mercato del Toro potrebbe svoltare, o meglio cominciare a delinearsi. Perché oltre al discorso Belotti sempre aperto e sempre più difficile da digerire per i tifosi c’è il discorso sui prestiti da riscattare che vanno presi di petto. I granata, dopo un periodo d’attesa-tattica, cercheranno di chiudere il discorso Praet, giocatore che Juric considera indispensabile per poter presentarsi al via del prossimo campionato con un Toro competitivo.

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    Toro-Solomon, tifosi scatenati sul web: “Vieni da noi”

    Cori e tori: nel calcio digitale del ventunesimo secolo il mercato dei tifosi si fa sui social. Commenti e dichiarazioni d’amore per gli obiettivi delle società, al fine di sensibilizzare i diretti interessati e influenzarne le scelte. E chissà quanto effettivamente ai calciatori facciano piacere detti complimenti, o quanto realmente incidano sulla buona riuscita degli affari. Nell’ambiente granata si parla con insistenza di Manor Solomon, esterno offensivo dello Shakhtar Donetsk. Un interesse vero, quello del Torino per il classe 1999 che piace anche e soprattutto in Inghilterra, su cui i tifosi stanno cercando di dare il proprio contributo. Improvvisamente, per chi ha il Toro nel cuore, il profilo Instagram di Solomon – fino a pochi giorni fa ricco di commenti in ucraino o in lingua ebraica – è diventato un santuario in cui le preghiere (laiche, s’intende) e le speranze crescono alla velocità della Rete. «Vieni al Toro» ha commentato un tifoso allegando un cuore e un torello; «Ti aspettiamo» ha scritto un altro torinista di fede.Sullo stesso argomentoToro, idea Salomon per la trequarti di Juric: il profilo del nuovo BrekaloTorino

    E c’è chi ne ha approfittato per fare un po’ di pubblicità alla città («Vieni al Torino: Juric e Museo Egizio») o ha ricordato la gloriosa storia granata: «Torino sette volte campione d’Italia». In Italiano ma anche in inglese, per cercare di farsi comprendere dal giocatore, i tifosi hanno invaso di commenti l’ultimo post datato 19 aprile – in cui Solomon appare all’ingresso del campo prima dell’amichevole in Turchia tra lo Shakhtar e il Fenerbahce, tenendo per mano una bambina e con la bandiera dell’Ucraina legata al collo – nel tentativo di fare breccia nel cuore dell’israeliano. «Partiamo col dire che Torino sarebbe una bellissima città» si legge in commento immediatamente seguito da «Ma poi hai presente cosa significherebbe allenarsi con il capo Juric?». Già, Juric. In ragione dell’addio di Brekalo e della trattativa non semplice per il rinnovo del prestito di Praet dal Leicester (a cui si aggiunge la situazione di Verdi, rientrato dai sei mesi alla Salernitana ma già con la voglia di ripartire), il tecnico si aspetta almeno un rinforzo sulla trequarti.

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    Toro, Belotti si prende altro tempo? Juric non implora nessuno

    Sarà il 15 giugno la data giusta per Belotti per dare una risposta al Toro? Oppure stupirà tutti con un effetto speciale e comunicherà la decisione a breve, se non addirittura a strettissimo giro di posta? […] Belotti non dice no, in senso stretto: rinvia, continua a rinviare, gioca a nascondino. Si prende altro tempo, a costo di scontentare quella che ormai vede come una controparte. I segnali non sono positivi, è del tutto evidente. Continua a risultare che nessun club abbia già in tasca la sua firma. E che lui non abbia già in tasca un nuovo contratto, anch’esso firmato. Non si può ovviamente escludere categoricamente, lo stesso Cairo in un paio di circostanze non ancora troppo lontane nel tempo aveva avanzato il sospetto, ma le indiscrezioni che si possono raccogliere su Belotti e sui club a lui interessati a questo stanno portando, con una qual certa coerenza. […]Sullo stesso argomentoBelotti-Toro, partita nel gelo: la Fiorentina osservaCalciomercato Torino

    E Juric? Lui, dopo un approfondito colloquio col Gallo pre-Roma (ultima di campionato), si aspettava una risposta entro lunedì scorso: niente da fare, Belotti si è poi preso altro tempo. Juric era ancora al fianco del Gallo, idealmente. Ora, invece, una distanza si è materializzata. E Ivan non è certo persona che si mette a implorare o anche solo pregare qualcuno. Non l’ha mai fatto con nessuno, non lo farà neanche stavolta. Pretende giocatori motivati ed era convinto che Belotti avesse cominciato a comprendere la bontà, l’utilità e l’importanza per lui di accettare l’ultima offerta del Torino: un rinnovo contrattuale da 3 milioni a stagione. Non è stato così. Juric tira dritto, adesso. Non nel senso che ci ha anche tirato una riga sopra (la permanenza del Gallo era considerata una buona notizia per il tecnico), ma di sicuro non si metterà a inseguire al telefono un centravanti diventato bravissimo nei dribbling, però un po’ meno a tirare un rigore nei tempi giusti senza cercare tra l’erba margherite da sfogliare.

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    Sullo stesso argomentoTorino appeso a Belotti: si studiano le alternativeCalciomercato Torino LEGGI TUTTO

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    Toro, Solomon: “La mia fuga disperata dall'Ucraina”

    «Io, dalle bombe in Ucraina al Toro». Ecco la storia della fuga drammatica, tra ricordi strazianti, del trequartista israeliano Manor Solomon, fino a febbraio stellina dello Shakhtar Donetsk tra gol e assist, adesso al centro di una serrata trattativa portava avanti dal Torino, che lo vede come sostituto di Brekalo. «Vi racconto la mia odissea, dribblando per strada le esplosioni dei missili russi in mezzo a decine di migliaia di profughi». […]Sullo stesso argomentoToro, idea Salomon per la trequarti di Juric: il profilo del nuovo BrekaloTorino

    «Giovedì mattina mi sono svegliato al rumore delle esplosioni e al suono delle sirene – lo straziante racconto di Manor, sul proprio profilo Instagram, in data sabato 26 febbraio, non appena al sicuro dalle bombe –. Ho subito contattato la società e i miei amici a Kiev, in poco tempo ho capito che avrei dovuto prendermi cura di me stesso: ho deciso di lasciare immediatamente il Paese e, alle 18:30 del giorno stesso, sono stato prelevato dall’autista di un amico. La tratta da affrontare in macchina era molto lunga e per strada c’erano ingorghi folli, con persone in fuga e in preda al panico: il codice della strada non esisteva più e tutte le stazioni di servizio lungo il tragitto erano state fatte saltare in aria. Dopo oltre 15 ore del viaggio più duro della mia vita, l’autista mi ha lasciato vicino al confine con la Polonia nella speranza che lo potessi attraversare, dato che invece ai giovani ucraini non è permesso lasciare il Paese». […]

    Sullo stesso argomentoCalciomercato Toro, per Saric c’è la fila: la situazioneTorino

    «Al confine c’erano un grande caos e decine di migliaia di persone: donne e uomini, intere famiglie con bambini che piangevano, tutti in piedi con il peso delle valigie e al freddo gelido, in un clima di grande incertezza. Quando ho capito che le cose non stavano avanzando e che ero bloccato sul posto, mi sono reso conto che solamente un veicolo del soccorso israeliano sarebbe stato in grado di salvarmi. Dopo più di 10 ore di fila, con i bagagli e in mezzo a una folla di persone, è finalmente arrivata la telefonata che aspettavo: sono salito su un’auto che stava portando in salvo un’altra famiglia israeliana e abbiamo attraversato il confine». Con lo Shakhtar è tornato in campo per disputare il “tour della pace” in giro per alcuni dei principali stadi d’Europa, ora sogna un domani in uno dei maggiori campionati. La Premier è un po’ più lontana, dopo gli ammiccamenti dell’Arsenal e la proposta sfumata del Fulham. La Serie A, grazie al concreto interesse del Torino, un po’ più vicina.

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    Toro, c'è l'offerta per Verdi: la Salernitana ci sta riprovando

    TORINO – Il Toro si ritrova con un capitale parzialmente rivalutato. Urbano Cairo non può rientrare dei 23 milioni (compresi bonus) spesi per acquistare Simone Verdi dal Napoli il 2 settembre del 2019 ma dopo l’esaltante finale di stagione del giocatore a Salerno può sperare di rientrare di qualche milione. Perché il trequartista, adesso, ha un po’ di appeal in più. Potrebbe addirittura restare ancora in granata, ma se arriverà l’offerta giusta verrà dato via visto che a Torino non ha lasciato un buon ricordo nonostante negli anni ci siano stati più allenatori a guidarlo.  

    L’offerta della Salernitana

    Intanto si è fatta sotto la stessa Salernitana, come ha annunciato il direttore sportivo Walter Sabatini intervenuto a Liratv per parlare della storica salvezza ottenuta dal club campano nell’ultima giornata di campionato e, naturalmente, per parlare del futuro della Salernitana. Tra i tanti temi affrontati dal dirigente c’è stato quello relativo a Verdi. Il giocatore è arrivato a gennaio in prestito al club campano, rivelandosi nel tempo una pedina molto importante per raggiungere la salvezza, per poi adesso far ritorno al Toro: ricordiamo che con i campani ha realizzato sei reti in 18 presenze. Oltre ad assist e prestazioni spesso confortanti. «Per Verdi – spiega il dirigente campano – bisognerà parlare con lui e con il Torino. Nel 2023 gli scadrà il contratto, se ci venisse incontro sull’ingaggio lo terremo volentieri perché con noi ha sfoderato prestazioni importanti. E’ un talento smisurato, io voglio che non si perda e lo martello tutti i giorni per convincerlo ad accettare le nostre prospettive. Spesso lo insulto con affetto». Per la cronaca il trequartista percepisce uno stipendio attorno al milione e settecento mila euro a stagione ed è chiaro che a queste cifre sia difficile trovare una collocazione, non solo in Campania. L’ingaggio più alto della Salernitana è quello di Ribery che ha guadagnato un milione e mezzo ma, a differenza del granata, è arrivato a parametro zero e comunque difficilmente sarà confermato. Il discorso con la Salernitana è aperto. E tra l’altro nel discorso potrebbe inserirsi anche il Bologna che riabbraccerebbe volentieri il figliol prodigo. A questo punto, però, la Salernitana è in pole visto che il giocatore si è trovato bene ed è diventato un idolo dei tifosi. 

    Il Bologna su Izzo

    Lo stesso Bologna è intanto intenzionato a chiedere Armando Izzo che nell’ultimo scorcio di stagione granata è tornato su livelli molto alti. Il suo contratto scade nel 2024 e Davide Vagnati sarebbe disposto a confermarlo, ma ad una cifra più bassa rispetto a quella che percepisce in questo momento: il giocatore guadagna 1,7 milioni a stagione e per questo motivo nel mercato di gennaio il club granata non è riuscito a sistemarlo. Era il periodo in cui il giocatore era in crisi, però: tanti infortuni, pochi allenamenti e numerose panchine. Poi, come detto, c’è stata la svolta. E adesso è tornato ad avere mercato. 

    Zaza lontano dal Toro

    Chi lascerà sicuramente il Toro è Simone Zaza che ha concluso la peggior stagione della sua carriera. Evidentemente non è entrato in sintonia con Juric, fatto sta che non è mai riuscito a ritagliarsi uno spazio importante ed è quasi subito caduto nel dimenticatoio. Per lui stanno arrivando delle proposte dalla Spagna. Evidentemente ricordano ancora con piacere la sua esperienza al Valencia (19 reti in 53 presenze nella Liga): Cadice e Maiorca sono in questa fase i club più interessati. L’attaccante ha ancora un anno di contratto con il club granata ma è molto probabile che si trovi un accordo sulla rescissione. Considerando che Zaza guadagna 1,7 milioni a stagione, al lordo il Toro verrebbe a risparmiare quasi 3,4 milioni. E in questi tempi di magra non è affato poco. LEGGI TUTTO

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    Toro, occhi su Nikolaou: Vagnati si confronta con lo Spezia

    È l’armadio greco Dimitros Nikolaou uno degli obiettivi del Toro di Juric per il prossimo mercato. Più di un sondaggio, un’osservazione continua e diretta. Se l’è regalata domenica scorsa, nel bel mezzo di una giornata bestiale al Picco, Davide Vagnati. […] Al Torino interessa capire se la società bianca metterà in vendita alcuni dei sui gioielli. Prima, però si passerà dalla decisione del Tas di Losanna, il ricorso all’arbitrato tra Spezia e Fifa che darà un responso entro il prossimo 21 giugno. Se lo Spezia vedrà cancellati i 4 ban di mercato (uno già scontato), e potrà agire in entrata e in uscita, l’operazione si potrà fare. […] Dopo un inizio incerto, l’ex Olympiakos (con cui ha giocato anche la Champions) è diventato punto di riferimento della difesa di Thiago Motta. Giocatore dal grande carattere, uomo spogliatoio nonostante la giovane età, in pochi mesi è riuscito a catalizzare l’interesse di Atalanta, Lazio e soprattutto Eintracht di Francoforte.Sullo stesso argomentoToro, summit Mandragora: si tratta con la JuveCalciomercato Torino LEGGI TUTTO