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    Toro, Bremer pronto per Osimhen

    Ritrovare le proprie certezze significa molto. Soprattutto quando di fronte ti trovi il Napoli, una squadra che ha abdicato esageratamente presto nella corsa allo Scudetto. Per il Toro sarà un ostacolo particolarmente ostico: contro il Sassuolo, infatti, gli azzurri si sono ritrovati. Sbrindellando i neroverdi con una semplicità tanto imbarazzante quanto irritante, se si pensa che questo sarebbe potuto diventare l’anno del tricolore per la banda di Luciano Spalletti. Il cui attacco è quello potenzialmente più micidiale: tanti uomini di spessore che Juric avrà il dovere di neutralizzare. Intende farlo con l’aiuto di Gleison Bremer, che dopo il ritorno in campo con la squadra di mercoledì ha proseguito anche ieri l’allenamento col gruppo al Filadelfia. Il brasiliano, dopo il riposo nella sfida di Empoli, si può considerare pienamente recuperato: giocherà al centro della difesa al posto di Buongiorno, che in Toscana lo ha sostituito egregiamente e che si candida a diventare il Bremer di domani, all’alba di un’estate che potrebbe portare il centrale ex Atletico Mineiro lontano da Torino. Dovrà badare a Victor Osimhen, altro cliente scomodo del campionato. Ma neanche il nigeriano lo spaventa: si è già messo in tasca gente del calibro di Vlahovic, Dzeko, Immobile e Giroud, offrendo prestazioni superlative anche contro le big.Sullo stesso argomento LEGGI TUTTO

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    Lazio-Torino, statistiche e pronostico

    Lazio-Torino è il match che chiude il sabato pre-pasquale di Serie A. Ecco alcuni dati che forniscono uno spunto utile in chiave pronostico.
    Lazio-Torino, indovina il risultato e vinci i premi!
    Biancocelesti favoriti, ecco una combo da provare
    Lazio-Torino si può leggere anche Over contro Under. Biancocelesti abbonati al primo esito e trascinati dai gol di Immobile (tripletta al Genoa), ora atteso dalla sfida con l’amico Belotti. 
    Ben 35 le reti segnate in casa dagli uomini di Sarri mentre i granata lontano da Torino sono andati a segno solo 8 volte: nessuno ha fatto peggio sotto questo aspetto. Da segnalare che in 15 trasferte il Gallo e compagni non hanno ancora mai collezionato l’Over 3,5.
    Lazio dunque più prolifica del Torino e per di più motivata a far suo il bottino davanti al pubblico di casa. I granata, magari, proveranno a migliorare il loro score esterno. Il pronostico per Lazio-Torino è 1X+Goal. LEGGI TUTTO

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    Juric: “Voglio lavorare per alzare la qualità di chi ho in rosa”

    Per il Toro è tempo di ricevere il Milan avendo ancora negli occhi l’ottima prova contro l’Inter. «Mi spiace ancora per l’esito di quella gara – spiega Juric -: domani ci riproveremo contro un Milan molto forte. All’andata avevamo disputato una tra le gare migliori della stagione, contro i rossoneri. In questa non avremo Mandragora, è stato fermato da un fastidio muscolare: al suo posto potrei schierare Ricci con Pobega trequartista».Sullo stesso argomentoTorino-Milan, tifoserie vicine? Ecco le contromisureTorino

    Berisha titolare contro il Milan

    Chiara e attesa la scelta in riferimento al portiere titolare. «Sarà ancora Berisha», la sentenza del tecnico granata che poi guarda al complesso della stagione: «A un certo punto ci credevo, pensavo potessimo compiere un salto di qualità enorme ed ero deluso dal fatto che pur giocando bene spesso non riuscissimo a vincere. Poi nella sosta ho analizzato con calma la situazione e a conti fatti sono contento di quanto fatto fin qui. Per uno scatto in più ci manca un po’ di qualità nei cross come nelle linee di passaggio. Di cui sono invece dotate Sassuolo, Fiorentina o lo stesso Verona. Ora voglio lavorare per alzare la qualità di chi ho in rosa, anche se non è facile: certe cose possono migliorare, altre no».

    Così sui singoli: «Buongiorno a Salerno ha fatto bene e per il Milan è in ballottaggio con Rodriguez. Pellegri? Sta bene e sta lavorando con impegno, da qui alla fine voglio dargli le opportunità che merita. Di Pobega dico che mi piace lavorare con lui, è uno di quelli che vuole crescere e tecnicamente può indubbiamente fare passi avanti. In estate tornerà al Milan, poi vedremo».

    Sullo stesso argomentoBerisha para tutto: la porta del Toro è suaTorino LEGGI TUTTO

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    Toro, solo Juric può far restare Belotti

    Sono veramente incredibili, i tifosi del Toro. Nel senso letterale. Perché sul serio: chi non ne conosce le particolari dinamiche mentali, o non è uno di loro, proprio non ci crede che possano essere così. Il campionario di esempi e peculiarità è vario, antico e assortito, ma circoscriviamolo al post Salerno. Il Toro vince finalmente una partita, dopo quasi tre mesi di delusioni e fregature, però: eh, ma grazie al cavolo, contro l’ultima in classifica (tipologia di avversario che non si riusciva a battere da tre anni). Il Toro – cioè la squadra che ha raccolto meno punti di chiunque in base alle prestazioni fornite – strappa un inedito successo sporco, senza eccellere nella manovra ma ottimizzando una tantum le occasioni, però: eh, ma se giochiamo così dove vogliamo andare (quando dominava senza vincere: eh, ma sono i risultati che contano). Il Toro, dopo essere rimasto vittima di decisioni arbitrali allucinanti, ottiene il primo rigore del suo campionato (nettissimo), lo segna al secondo tentativo perché viene (giustamente) fatto ripetere, però: eh, ma Belotti lo aveva sbagliato, e di solito non li fanno ribattere (quasi si vergognassero di un intervento del Var favorevole: è che i granata si sentono a disagio se non hanno qualche torto da rivendicare, è come se l’equità li facesse sentire in debito). Ed eccoci giunti al nocciolo della questione.Sullo stesso argomentoTorino, a Belotti manca solo un gol per prendere GrazianiTorino

    Belotti. Il vero motivo per cui il successo dell’Arechi è stato vissuto da tanti tifosi in modo malmostoso, con l’esultanza che diventa lamentanza, la gioia che anziché condivisa viene rinfacciata: eh, ma Juric … Lo ha definito «inesistente»: visto? E giù contumelie al croato, su più fronti imputato di avere ottenuto come miglior piazzamento in carriera (da allenatore, perché da giocatore è arrivato più in alto, anche di Belotti) un 10° posto (col Verona, non proprio il Real, e comunque davanti al Toro del Gallo) e quindi invitato a tacere. Una sorta di sillogismo simile a quello che gli juventini teorizzavano per Zeman: eh, non ha vinto nulla, cosa parla? Reazione ingenerosa, nei confronti del tecnico, almeno quanto quell’aggettivo dal suo (ridotto, verace) lessico fuggito sabato scorso. Perché quella sferzata, come altre precedenti, era a fin di bene, e ha pure sortito un buon effetto: qualcuno vuole forse paragonare il Belotti di Salerno a quello di Genova?

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    Sullo stesso argomentoTorino, Juric: “Belotti? Lo vorrei anche il prossimo anno”Torino LEGGI TUTTO

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    Toro, Milinkovic quarto stop. Berisha confermato anche contro Verdi

    TORINO – La scelta è chiara, in porta anche contro la Salernitana degli ex Verdi e Bonazzoli il tecnico granata Juric darà fiducia a Berisha, quale titolare tra i pali della porta del Torino. C’è stato il tempo di insistere con Milinkovic-Savic, dopo che al buon girone d’andata disputato dal serbo ha fatto seguito un ritorno con errori prima perdonati, ma che poi gli sono stati fatali. L’albanese non rappresenta il futuro, se si pensa al titolare, ma è una alternativa spendibile in casi di necessità. E quello in cui si è trovato il Torino rientra appunto nei casi necessari. Perché anche grazie a una tenuta difensiva importante Milinkovic in questa stagione ha per un po’ di tempo nascosto limiti che però sono poi riemersi. Inducendo a riflessioni che sono maturate nella decisione di avvicendare i due portieri. Con Berisha che a Bologna aveva convinto e a Torino contro l’Inter assai aiutato a conquistare un punto, ma che pure a Genova contro i rossoblù aveva commesso una sciocchezza rinviando sui piedi di Izzo.Guarda la gallerySalernitana-Torino, la probabile formazione di Juric

    Juric e la conferma di Berisha

    Il discorso è quindi da rivedere, il reparto andrà rinforzato nel primo interprete, ma tra Milinkovic e Berisha è pur vero che adesso è l’albanese ha offrire un minimo di sicurezza in più. Entrambi, intanto, sono tornati dopo gli impegni con le Nazionali, con l’ex della Spal che ha però potuto godere di un turno di lavoro in più rispetto a Vanja. Un allenamento evidentemente ben sfruttato, almeno più di quanto non sia poi riuscito a fare Milinkovic. Così, Juric, ha voluto motivare la conferma di Berisha: «Vanja ha reso benissimo per un lungo periodo, poi ha avuto un piccolo calo. Ma quando si fa una scelta del genere, lo si mette in preventivo. Berisha contro Bologna e Inter ha disputato due bellissime partite, poi è arrivato l’errore o che forse nemmeno era un errore… Comunque l’intenzione è andare avanti con lui». Fatali, a Milinkovic, gli errori commessi dopo essere guarito dal Covid.

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    Toro, parla Petrachi: “Con me Europa League e plusvalenze”

    Una favola senza lieto fine. Ma pur sempre una favola, soprattutto se rapportata alle pagine scritte da predecessori e successori. Tra tutti gli acquisti operati sotto la gestione Urbano Cairo, infatti, quello di Gianluca Petrachi è stato forse il più fortunato, almeno in ottica di profitti societari. Perché, a sua volta, ha innescato un circolo virtuoso di movimenti sul mercato. L’ex direttore sportivo li ha sempre rivendicati e, a quasi tre anni dal suo burrascoso addio, li ha ribaditi una volta di più. «Ho impiegato dieci anni per portare il Torino a un livello diverso dall’autogestione: nei miei ultimi cinque o sei anni, addirittura, producemmo 200 milioni di plusvalenze e riuscimmo al contempo a qualificarci per l’Europa League – ha ricordato Petrachi in un’intervista a Il Mattino –. Tutto questo partendo dalla Serie B, con un ossatura composta da giocatori italiani, a cui unire alcuni stranieri che avrebbero portato un guadagno considerevole. E così è stato».Sullo stesso argomentoTorino, Mandragora: “Juric cura ogni dettaglio”Torino

    Se da una parte i conti nelle dichiarazioni sono arrotondati per eccesso, dall’altra l’onda lunga del lungimirante lavoro del dirigente granata dal 2009, quando prima affiancò e poi sostituì Rino Foschi, al 2019, estate della brusca rottura con la Roma sullo sfondo, è ancora piuttosto tangibile. Basti pensare al consistente gruzzolo che il club incasserà dalla cessione di Bremer, ieri sconosciuto azzardo pescato dal Brasile e oggi centrale tra i più solidi di tutta Europa. Azzardo pescato da Petrachi, naturalmente. Sulla scia di tante altre intuizioni, fortunate a livello tecnico e ancor di più a livello economico: da Zappacosta, prelevato dall’Atalanta e rivenduto al Chelsea, fino a Maksimovic, ceduto a peso d’oro al Napoli dopo averlo bloccato dall’Apollon Limassol. Ma l’elenco è davvero lungo e comprende, naturalmente, anche pezzi pregiati come Immobile e Cerci, Glik e Darmian.

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    Sullo stesso argomentoTorino e Belotti: i rischi dell’attesaTorino LEGGI TUTTO

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    Toro, la tela per l'uomo Cragno. Juric e Vagnati concordano: ecco il portiere!

    TORINO – Compì una parata meravigliosa, per lui e per il Cagliari, quella volta a Torino. Era il 27 febbraio. Cragno sfornò almeno 4 o 5 parate… supersoniche, più altrettante degne comunque di un buon portiere sicuro e affidabile. Quella su Pjaca la più difficile, la più incredibile, la più chiacchierata a posteriori. Juric la definì «una parata allucinante»: tanto basti. E adesso saltiamo al presente. Al Torino piace Cragno (ma a chi non piace?), al Torino interessa Cragno, il Torino ha sciolto le riserve e ha deciso di inserire Cragno al primo posto dei propri obiettivi per la porta. Al suo fianco, ma per ora soltanto potenzialmente (se ne dava conto giorni fa), c’è il 25enne Meret , a fronte della presenza nel Napoli di Ospina . Ben più realistica e concreta e soprattutto foriera di un possibile esito positivo è invece la pista che porta a Cragno, in quel di Cagliari. Un signor portiere. Uno dei migliori tra gli italiani, a 27 anni. Autore di innumerevoli prestazioni straordinarie in questi anni: in sequenza. I votoni presi a Torino a fine febbraio, dopo la vittoria sui granata, non sono epifanie di un torrente carsico, ma perle di una collana che iniziò ad allungarsi 10 anni fa a Brescia. Poi Cagliari, Virtus Lanciano, Benevento e, dal 2017, di nuovo Cagliari. «L’uomo Cragno» lo chiamano affettuosamente sull’Isola i tifosi, per sottolinearne le virtù fin miracolose. Da supereroe tra i pali, per l’appunto. Contestualmente con il progredire della carriera, le chiamate in Nazionale: tutte quelle giovanili, dall’Under 17 in su sino alla 21, con già 2 presenze anche nell’Italia maggiore, dopo l’esordio nel 2020. […]

    Il futuro di Cragno

    […] Cragno, a Cagliari, ha un contratto sino al 2024. Sulla carta è blindato, ma in pratica il suo destino ci appare nebuloso. Perché, anche ammesso che il Cagliari alla fine si salvi (altrimenti non ci sarebbe neanche da discuterne), sono alte le possibilità che il ciclo del portiere toscano nell’Isola stia avvicinandosi alla fine. Esigenze di riduzione futura del monte ingaggi del Cagliari (e quello di Cragno non è leggero) e interesse a monetizzare dopo anni ricchi anche di delusioni in campionato, tra i saliscendi ripetuti della squadra, sono paletti che già si stagliano nei dialoghi ai vertici del club sardo. Lo stesso portiere, pur tra i più continui e mentalmente solidi in rosa in questi anni per continuità di rendimento e condivisione dello spogliatoio, prima o poi dovrà rispondere ai dubbi sulla sua permanenza che potranno comprensibilmente allargarsi nella sua testa, di qui all’inizio del mercato. Cragno ha sì un contratto ancora di 2 anni, ma non appartiene alla sfera dei blindati a ogni costo. Detta in parole povere: tutto ha un prezzo, anche il suo cartellino. Per la cronaca, un anno fa il Cagliari lo valutava non meno di 15 milioni. Ma un anno fa erano anche ben più rosee le prospettive della squadra, in campionato. […]  Vagnati, insomma, non fa più mistero di essere già in moto per cercare un portiere titolare di sicuro affidamento, per il futuro. Nei corridoi del mercato è storia nota e non certo da ieri.

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    Toro, Milinkovic ritorna favorito su Berisha. Le ragioni? Almeno quattro

    TORINO – Etrit o Vanja? Berisha o Milinkovic-Savic titolare sabato sera a Salerno per la ripresa del campionato? Possiamo avanzare il nome del serbo, in serbo nella rosa. In attesa però, come è ovvio, che Juric torni a vedere entrambi al Filadelfia, tastandone e testandone umori e ardori: cominciando naturalmente dalla condizione psicofisica e da un’auspicata efficienza tra i pali negli allenamenti che rimarranno prima del trasferimento in Campania, una volta concluso il loro girovagare in Nazionale. Ordunque, a ieri sera, le cose stavano così: Milinkovic-Savic, sotto alcuni aspetti a sorpresa, di nuovo davanti a Berisha, nelle gerarchie potenziali in vista della partita contro la Salernitana. Fermo restando, per l’appunto, il sempre immanente ballottaggio in essere, aspettando che il tecnico croato torni ad averli di fronte, così da poter chiarire dubbi e inghippi, pro e contro. Ricordiamo le sue parole post sconfitta contro il Genoa. Copiamo e incolliamo: «Milinkovic-Savic ha fatto bene nella prima parte del campionato, ma poi ha commesso errori e perso sicurezza. Berisha ha fatto bene per due partite, ma nella terza a Genova… Adesso, così, diventa anche difficile giudicare. Però ora c’è la sosta: e avrò tempo per pensare a chi giocherà alla ripresa del campionato». Appunto.Sullo stesso argomentoSerbia, siparietto tra i fratelli Milinkovic: Vanja contro SergejCalcio

    Le quattro ragioni

    Ci sono almeno quattro ragioni dietro al possibile controsorpasso di Vanja su Etrit. Il primo lo ha evocato lo stesso Juric pubblicamente una decina di giorni fa. Il succo: d’accordo, Berisha aveva fatto normalmente bene a Bologna e benissimo contro l’Inter, ma a Marassi la sconfitta è stata anche causa sua. L’errore nel tuffo e nella deviazione addosso a Izzo di un cross di Frendrup, con allegato il pallone spinto in porta da Portanova, ha fatto cadere il gelo attorno all’albanese. Che, non si dimentichi mai, a Torino era arrivato con l’etichetta del paracadute, del salvagente: preso in un secondo tempo dalla Spal, dopo che Juric aveva sottolineato (eufemismo) a Cairo e Vagnati l’ampiezza dei rischi connessi al lancio forzato, su suggerimento societario, del serbo da titolare. Che era reduce, come ben si sa, da 4 stagioni vissute sempre e solo ai margini: a Ferrara come ad Ascoli, nello Standard Liegi come a Torino. Eppure: colpo di scena e rinnovo sino al 2024 del contratto in scadenza lo scorso 30 giugno. Mah.

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