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    Settantasei Toro Club a Belotti: “Resta!”

    TORINO – È un’eccezionale dichiarazione d’amore. Una lettera aperta, un appello che l’universo tifoso granata invia al Gallo. Un’attestazione di fiducia, comprensione, rispetto, amicizia, che si porta appresso una speranza grossa come una casa, anche se al momento è piccola la cruna dell’ago attraverso la quale può passare per raggiungere il cuore di Belotti. Sono poche, risicate, le possibilità che il capitano granata, simbolo per eccellenza del Toro e del granatismo di questo ultimo quarto di secolo, alla fine decida di restare, di rinnovare il contratto. Storia arata e ri-arata ancora una volta seminata: sperando di trovare terreno fertile nell’anima di Andrea. Affinché lì possa attecchire questo nuovo seme, e poi germogliare, generare frutti a forma di emozioni, sino a riempire nuovamente lo spirito di Belotti di motivazioni più uniche che rare. Come unico è l’amore che la tifoseria granata gli ha riservato, gli riserva e ancora gli riserverà: a Torino è un re, un emblema, un’effigie simbolica, una guida, un riferimento per i tifosi, le famiglie, i bambini. Altrove… altrove chissà. Ma non potrà mai essere amato, protetto, aiutato, in una parola: creduto, come è stato ed è adorato nel Toro.Sullo stesso argomentoTorino, se parte Belotti si va su Simeone o Joao PedroCalciomercato Torino LEGGI TUTTO

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    Toro, Belotti e i falli subiti: meno solo di Neymar e Messi

    TORINO – E, adesso, provate a prenderlo. Adesso che Andrea Belotti è tornato a respirare a pieni polmoni il profumo dell’erba appena tagliata, lasciandosi alle spalle gli infortuni e mettendo in disparte le magagne contrattuali. Adesso che ha rimesso piede sul rettangolo verde nel finale di gara con il Venezia trovando subito la via del gol, in seconda battuta sbarrata solo da una cervellotica chiamata arbitrale. E adesso che ha ritrovato una maglia da titolare nel derby, segnando questa volta per davvero la rete valsa un punto, dal retrogusto persino di rimpianto. Già: adesso provate a prenderlo. Compito mica banale per i difensori della Serie A, che non a caso da anni tartassano il Gallo a suon di falli. Al punto che il numero 9 granata è il primatista di irregolarità subite in campionato nell’ultimo lustro, ma è anche uno dei più abbattuti su scala internazionale. Dove, secondo le statistiche di One Football, occupa il terzo gradino del podio nella speciale graduatoria. Dal 2016 a oggi, infatti, Belotti ha subito la bellezza di 747 falli, almeno conteggiando quelli realmente sanzionati dagli arbitri a fronte di botte e sportellate assortite regolarmente incassate.Sullo stesso argomentoSettantasei Toro Club a Belotti: “Resta!”Calciomercato Torino LEGGI TUTTO

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    Toro, il piano di Juric per recuperare Milinkovic-Savic

    TORINO – Quanto durerà ancora la fiducia di Ivan Juric nei confronti di Vanja Milinkovic-Savic? É questa la domanda più ricorrente nell’ambiente granata, dopo l’esito di un derby che ha indubbiamente saldato la fiducia della tifoseria nei confronti della squadra, contestualmente aumentando le perplessità sulla tenuta del portiere. Questa volta, cioè venerdì sera, superato da un colpo di testa di De Ligt che ha sorpreso il serbo, nella circostanza mal posizionato e peggio coordinato. […] Le prime indicazioni dal Fila, riaperto ieri per un allenamento mattutino dopo i due giorni di stop seguiti al derby, dicono di un tecnico deciso ad aiutare ancora il serbo: pure penalizzato dal Covid, nel suo difficile 2022. Ora come ora è insomma in atto l’operazione recupero, nei confronti del portiere che anche contro il Cagliari di Mazzarri dovrebbe avere garantito il posto dal primo minuto. Juric in questi giorni cercherà di infondergli tranquillità, ma anche di stimolarlo a una concentrazione che nelle ultime uscite è mancata. Agirà quindi sulla testa, oltreché sui fondamentali: parate basse, uscite e rilanci, per Vanja saranno giorni particolarmente duri.Sullo stesso argomentoToro, la situazione Bremer: intrighi Milan-JuveCalciomercato Torino LEGGI TUTTO

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    Juric, Ivan il temibile è da sempre l'anti Juve

    TORINO – Ivan Juric ha sempre fatto penare la Juve. Ha vinto, perso e pareggiato ma ogni volta messo in apprensione la squadra bianconera che domani riaffronterà per la seconda volta nel derby torinese dopo aver perso, giocandosela a viso aperto e meritando ai punti qualcosa in più, in quello dell’andata. […] Con Genoa e Verona sono state partite vibranti. E sulla panchina del Grifone ha anche vinto, anzi stravinto. Era il 27 novembre del 2016 e i rossoblù si imposero per 3-1. L’altro successo risale all’8 febbraio 2020: Verona-Juventus 2-1. Poi quattro pareggi e tre sconfitte. Quasi tutti match combattuti ed equilibrati, giocati a viso aperto, senza remore psicologiche.Sullo stesso argomentoJuve-Torino, sarà Massa l’arbitro del derbySerie A

    La Juventus, dunque, patisce l’aggressività delle squadre allenate dal cro[1]ato che, guarda caso, è simile a quella che propone Gasperini, il quale con la sua Atalanta negli ultimi anni ha messo in seria difficoltà i bianconeri e con qualsiasi allenatore: Sarri, Pirlo, Allegri. Il gioco alto, fatto di pressing e forza fisica di Juric come di Gasperini non concede tregua agli avversari e anche domani sera sarà così. […] Ecco Ivan il terribile – in sintesi – che la Juventus conosce bene e che stasera deve temere. Lui e Allegri non hanno rapporti particolari, anche se si stimano. […] Domani sera, intanto sarà tutta un’altra storia: un conto è battere la Juve con il Genoa e il Verona, un’altra col Toro.

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    Toro, Belotti tenta il sorpasso in vista del derby

    TORINO – La rincorsa del Gallo. Chi vive dall’interno la realtà del Filadelfia racconta una storia più che restituire una fotografia dell’attualità, parlando di Andrea Belotti. […] Una rincorsa, appunto. Perché prima del Venezia (13 febbraio), il Gallo aveva giocato l’ultima gara il 28 novembre a Roma. Là dove si era infortunato rinunciando poi a ben nove giornate di campionato. Normale, quindi, che il tecnico e lo staff sanitario procedano con la massima cautela, in vista del pieno reintegro del numero 9. Che lotta strenuamente, ma che è anche consapevole del fatto che salvo un soprasso all’ultima curva il favorito per scendere in campo dall’inizio è ora come ora Sanabria. Un altro che comunque è apparso assai stanco, considerato l’impiego senza sosta sia in granata che con il Paraguay, da inizio annata. Si va insomma verso una staffetta tra i due, ma ancora non è scritta l’ultima parola sul titolare al centro dell’attacco.Guarda la galleryTevez, Pirlo, Cuadrado, Dybala, Ronaldo, Bonucci: Juve-Torino allo Stadium LEGGI TUTTO

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    Juric, le idee per il derby: Brekalo e Singo, dribblate!

    TORINO – Oramai gli allenatori si conoscono tutti, si studiano, cercano di annullarsi. E allora per sorprendere bisogna puntare sulle individualità oppure su qualche cambiamento repentino e inaspettato. Ed è quello che sta preparando Ivan Juric. […] Sa bene che Allegri si aspetta un Toro muscoloso, battagliero, improntato sulla corsa sfrenata. La Juve aspetta il “suo” Toro alto. E allora il tecnico croato, in questi giorni al Fila, sta cercando di mischiare le carte per colpire duro. […] Il tecnico croato, per prima cosa, punta molto sugli esterni. Che, però, saltino l’uomo. Chiede a Brekalo e Singo, che ne hanno le caratteristiche, di provare con più convinzione il dribbling e la puntata rete. Con le partite equilibrate vincere le sfide nell’uno contro uno diventa fondamentale. Per tutta la settimana i due, con a ruota Vojvoda e Pjaca, hanno lungamente lavorato sotto questo aspetto. […] Tra poche ore arriverà il responso del campo di una partita tanto attesa. Perché stavolta il Toro non vuole fare la vittima predestinata ma cercare il colpo risolutore. Se dimenticherà Udine e il Venezia chissà che non riesca nell’impresa.Sullo stesso argomentoCapello gioca il derby: “Vlahovic come Ibra. Belotti, risorgi”Serie A LEGGI TUTTO

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    Capello gioca il derby: “Vlahovic come Ibra. Belotti, risorgi”

    Fabio Capello ha vinto molto in campo, da giocatore, e ha vinto ancora di più in panchina, come allenatore di alcuni dei club più blasonati d’Italia e d’Europa. […]. Diventa sfizioso, dunque, provare ad anticipare il derby della Mole con chi conosce a fondo l’ambiente bianconero, ma si colloca per lo più sopra le parti. Al punto da ricordare: «Il gol decisivo che feci nel 1971? No, guardi. Per me il derby della Mole è un’altra immagine. É il gol tecnicamente più bello che ho fatto nella mia carriera, spettacolare: stop, controllo, giravolta e rete. A pochi minuti dalla fine. Ma poco dopo, subimmo gol e perdemmo il derby (30 marzo 1975, finì 3-2; ndr). Gioie e dolori… Ma è proprio questo il bello di una stracittadina».

    E questa volta, signor Capello, che derby può venir fuori?

    «Il Toro ha ormai in mente un tipo di gioco e l’ha assimilato perfettamente: interpreterà la partita aggredendo l’avversario, saltandogli addosso, giocando in verticale. La Juve con Vlahovic è diversa da prima: occupa bene il campo e quando riuscirà a liberarsi della pressione dei giocatori del Toro sarà molto, molto pericolosa».

    Vlahovic ha cambiato proprio tutto.

     «Sì, perché mancava un uomo che, ogni qualvolta la squadra entrava in possesso di palla cercasse la profondità. Ronaldo la cercava, ma partendo da lontano. Non era il punto cetrale. Invece adesso con Vlahovic c’è la possibilità sia per Morata di arrivare dall’esterno, sia per Dybala di portar via degli uomini».

    Vlahovic ha detto di avere Ibrahimovic come modello calcistico. Lei ha forgiato il giovane Ibra, imprimendo una svolta alla sua carriera. Al neobianconero cosa consiglierebbe?

     «É giovane, ha forza fisica, velocità, intuito… Gli consiglierei di lavorare ancora e sempre sulla tecncia: in base a quello che ancora gli manca o che può ancora essere migliorato. E’ esattamente quello che feci fare a Ibrahimovic».

    Guarda la galleryJuve, Vlahovic e Zakaria si scaldano per il primo derby in bianconero

    Morata, Vlahovic, Dybala: è un tridente su cui puntare?

     «Sì, perché Morata aiuta e Dybala ha dimostrato di poter avere l’approccio giusto. Se fanno sempre così, possono giocare contro tutti con quel tridente lì perché è un tridente che corre, si sacrifica, si aiuta. Il calcio di adesso è così: innanzitutto devi correre e aiutarti, poi se nella corsa e nell’aiuto c’è la qualità, questo fa la differenza».

    Chiellini per quanto ci stupirà ancora?

    «Pensi che pur giocando all’80 per cento del potenziale fisico che aveva, è il miglior difensore italiano… Anche Mancini spera che sia a posto! E lo speriamo noi come italiani».

    Da capitan Chiellini a capitan Belotti.

    «Belotti a me piace, è un giocatore importante. Farebbe bene anche alla Nazionale tanto per essere chiari. Però dopo quelle grandi offerte che ha avuto, e poi è rimasto al Toro, si è un po’ perso».

     In questi casi è meglio restare dove si è o rimettersi in gioco altrove?

    «Ah, in questi casi bisogna avere la forza della Goggia. Volere, volere, volere e dimostrare. Dire: voglio tornare quello di prima».

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    Toro, Pobega alla Praet? Venturin: “Per visione di gioco e inserimenti è un sì”

    TORINO – Ok, il piede non sarà da Cenerentola, ma lo scarpino numero 45 che calza e che sabato si è trovato al di là della linea difensiva del Venezia consente a Tommaso Pobega di sostenere un fisico da corazziere. […] E la situazione in vista della sfida contro la Juve è la seguente: al ritorno di Mandragora e Lukic fa da contraltare l’assenza di Praet, tra i granata l’uomo più adatto a produrre gioco nella metà campo avversaria. […] Giorgio Venturin, attuale osservatore dell’Under 21 ed ex versatile centrocampista di grande intelligenza tattica ammirato anche nel Toro, così giudica la possibilità di alzare Pobega, nel derby: «Non ha esattamente le qualità di un trequartista, ma senza dubbio possiede tempi di inserimento tali da pensare di poterlo utilizzare vicino al centravanti. Non è un ruolo che possa interpretare una stagione intera, ma per una singola partita sì. Mi viene da pensare a Cristante, che con Gasperini nell’Atalanta ha spesso giocato dietro a due punte pur essendo per indole una mezzala. Se poi la partita in questione è il derby, da giocare contro una Juve che sta tornando a proporre una forza d’urto importante, allora l’utilizzo di Pobega – che potrebbe aiutare tanto in copertura pure da trequartista – è una buona idea».Sullo stesso argomentoBelotti, Bremer, Singo: ansie JuveCalciomercato Torino LEGGI TUTTO