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    Toro, contatti con il Genoa per cedere gli esuberi

    TORINO – Il Grifone sta puntando forte sul mercato: la nuova proprietà non vuole esordire con una retrocessione e per questo il club rossoblù e quello che si sta muovendo di più. E lo sta facendo con grandissima determinazione, non c’è tempo da perdere. Da un po’ di tempo a questa parte i nuovi dirigenti hanno aperto un canale preferenziale con il Toro che ha diversi elementi utili a Sheva. Al primo posto c’è Armando Izzo, grande ex, uno che solo un paio di stagioni fa faceva parte del giro azzurro. […] E nel mirino dei rossoblù c’è pure Rincon, altro ex, uno che nella Marassi genoana è diventato importante sino a raggiungere la Juventus. Il venezuelano ha una proposta brasiliana che lo avvicinerebbe a casa, ma il richiamo della Nord è molto forte. […]Sullo stesso argomentoCalciomercato Toro, Verdi riapre la pista OrsoliniCalciomercato Torino

    La novità Baselli

     E l’ultima novità, sull’asse Torino-Genoa, è Baselli. Il suo procuratore Beppe Riso sta valutando la situazione e avrebbe allacciato contatti importanti con il Genoa. Il granata è in scadenza di contratto e tra un mese sarà libero di scegliere la squadra in cui giocare la prossima stagione ma l’interessamento del Genoa lo intriga: piazza storica, nuova proprietà, ambizioni importanti. […] I tifosi, che in queste prime giornate di campionato hanno disertato lo stadio e abbandonato la squadra nonostante belle prestazioni e nuovo spirito, sperano che il presidente dia un segnale forte. Altrimenti continuerà ad essere un futuro di sofferenze, anche con un allenatore come Juric.

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    Sullo stesso argomentoToro, sfida social col Galatasaray per avere PiatekTorino LEGGI TUTTO

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    Toro, il calo degli spettatori continua: meno di 7000 con il Verona

    TORINO – Appassionati e felici per la vittoria sul Verona, ma ancora troppo pochi sugli spalti. Le vittorie casalinghe offerte dalla squadra di Juric e i numeri di questo Toro non riescono ancora a fare il paio con quelli degli spettatori. Ieri, nel successo in casa conquistato contro la formazione gialloblù dopo vent’anni, allo stadio erano solamente in 6.202. […] Chi c’è stato ha, come al solito, spinto la squadra con voce, fiato e cuore. Non sono mancati i cori all’indirizzo di capitan Belotti e del match winner Tommaso Pobega, ma anche l’ormai celebre «Cairo Vattene». Discreta presenza di pubblico in curva Maratona, il centro nevralgico del tifo granata. Diversa, invece, la situazione negli altri settori: la Primavera anche ieri è rimasta pressoché deserta. Pochissimi tifosi anche nel settore Distinti, in cui i teloni installati ai lati hanno parzialmente coperto i vuoti. Le ragioni dell’assenteismo sono da ricercare soprattutto nel rapporto da tempo logoro tra la gente granata e Urbano Cairo. I seggiolini vuoti al Grande Torino sono un’altra forma di contestazione nei confronti di chi da oltre 16 anni gestisce le sorti della società. […]Sullo stesso argomentoPagelle Toro: diga Bremer, Sanabria di spondaTorino

    I numeri del pubblico granata

    […] Dopo la prima giornata contro l’Atalanta – 3.475 spettatori con il 50% di capienza – i numeri erano piano piano saliti con il 75%: 9.082 contro la Salernitana, 8.646 contro la Lazio e 9.881 contro il Genoa. Dopo la sconfitta contro lo Spezia è iniziato il calo: 7.034 contro l’Udinese, 7.002 contro l’Empoli e 6.562 contro il Bologna. Alla vigilia della sfida contro il Verona, anche Juric ha parlato del poco seguito allo stadio. La speranza, dopo l’ultima in casa del 2021, è che il nuovo anno porti ancora vittorie e più gente allo stadio.

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    Toro, la via per Pobega è il mercato di gennaio: ora tocca a Cairo

    TORINO – Che spettacolo, Tommaso Pobega. Segna di nuovo ma soprattutto si conferma guerriero del centrocampo e padrone del Torino. Il ragazzo è l’uomo in più, inutile nascondersi dietro le solite frasi di circostanza. Non solo per le quattro reti realizzate in questo campionato ma per il suo modo di stare in campo, trascinare i compagni, lottare e non mollare mai. Gioca con lo spirito Toro, quello vero e del passato, che i tifosi non hanno dimenticato. E per questo adorano il giocatore. Il problema è che si sta perdendo tempo e, come spesso accade quando non si prendono iniziative, si rischia di buttare a mare tutto il lavoro e perdere un giocatore importantissimo, forse uno dei pochi per cui varrebbe fare un sacrificio economico. Le frasi di Cairo dell’altro giorno sanno tanto di resa. «Pobega. Sta facendo bene con noi». E questo lo vediamo tutti. Ma poi è arrivata la “chicca”: «Di lui con il Milan parleremo alla fine, vedremo…». Vediamo cosa? […]Sullo stesso argomentoTorino, Juric: “Sofferenza nella ripresa, ma va bene vincere così”Torino

    Cairo, ora tocca a te

    […] Ma procediamo con ordine perché l’argomento Pobega merita alcune considerazioni. La prima, sotto gli occhi di tutti, è che il Toro lo ha preso in prestito senza nessun diritto di riscatto. E’ questo è un grave errore. Ma come si fa accettare una situazione del genere? Prendere un giovane, valorizzarlo per poi riconsegnarlo al Milan, la società che ne detiene il cartellino. Detto questo, andiamo avanti. Approfondendo il discorso ci sarebbero le possibilità per legarlo al Toro. Pobega, tanto per cominciare, sta bene al Toro. Lui e la sua famiglia adorano Torino e il giocatore sente sua la maglia granata che, tra l’altro, gli ha permesso di conquistare la fiducia di Mancini e raggiungere la Nazionale. Sì, lui vuole restare al Toro. Ed è chiaro che con il desiderio del giocatore tutto può diventare più facile se c’è la volontà di provarci. Come? Con i soldi, con un investimento forte. […]. E allora se ora, non a giugno, Cairo e Vagnati proponessero una cifra consistente per il giocatore si potrebbe aprire una trattativa e su questa procedere. Perché è in questo periodo che si costruiscono i grandi affari e, sicuramente, Pobega lo è. Speriamo, per il bene granata, che qualcosa si muova. Perché con il suo immobilismo il Toro a fine stagione rischia di perdere Belotti, Bremer e Pobega. E che Toro sarebbe?

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    Toro, Bremer per Cairo vale 30 milioni

    TORINO – Crediamo che un aspetto sia già (abbastanza) certo: con Bremer non verrà a galla un nuovo caso Belotti. Che, nell’ottica di Cairo, fa rima con fregatura: tanti saluti a luglio, gratis. «Non vedo grandi possibilità che rinnovi il contratto», diceva il patron granata domenica scorsa. «Non mi sembra che abbia voglia di firmare», ammetteva già a inizio ottobre. Altro che la clausola da 100 milioni (ormai da qualche anno anti-storica, comunque ancora formalmente valida per l’estero) o le offerte dell’estate 2016 dopo l’exploit dei 26 gol in campionato: l’Atletico Madrid mise sul tavolo una settantina di milioni più un paio di baby di talento in uscita dal proprio vivaio, però non convinse Belotti, restio ad andare all’estero; il Milan una cinquantina, grossomodo, sperando che la volontà rossonera del Gallo potesse far abbassare il prezzo: niente da fare, fu Cairo a opporsi per ragioni innanzi tutto economiche. E oggi il patron ha in mano polvere: con le sue scelte e i suoi comportamenti davanti alle offerte di rinnovo del club, il Gallo sta semplicemente facendo trascorrere il tempo. In assenza di una conversione sulla via di Damasco (ma ispirata da chi e perché?), Belotti saluterà la compagnia a fine campionato. E proprio il Milan a oggi resta la destinazione favorita, nei rumours di mercato.Sullo stesso argomentoTorino, Juric: “Con la Samp voglio vincere. La Coppa Italia mi stuzzica”Torino

    La situazione Bremer

    Ecco, al 99,9% con Bremer non finirà così: l’errore gestionale compiuto con Belotti, per colpe non solo ma innanzi tutto e soprattutto societarie, non verrà ripetuto con il difensore brasiliano. E la ragione è molto semplice: rinnovo o non rinnovo, quasi certamente il brasiliano sarà ceduto al più tardi nella prossima estate. Possibilmente col rinnovo in tasca, per tenere più alto il prezzo (l’attuale scadenza riporta la data del 30 giugno 2023). Altrimenti, senza un accordo sul prolungamento, a maggior ragione verrà ceduto, 12 mesi prima della potenziale fregatura bis. Il difensore, che primeggia in più classifiche di merito della Serie A e ha già destato l’interesse di tutte le big italiane (sondaggi esplorativi, ma anche qualcosa di più), ha mercato pure in Inghilterra.

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    Toro: Juric, porta la squadra al museo. L'emozione servirà

    TORINO – In 16 anni di presidenza, Cairo lo ha visitato una volta sola, il 17 dicembre 2010. La squadra, due. Una prima volta il 3 dicembre di quello stesso anno, cioè il giorno del compleanno del Toro. Con Lerda allenatore. E con afflato anche da tifoso, oltreché da ex giocatore cresciuto granata. La seconda volta, che fu anche l’ultima in cui una prima squadra cairota mise piede nel Museo del Grande Torino e della Leggenda Granata, con Ventura: l’anno dopo. E poi? Il nulla: un buco nero. O meglio: una non concepibile rimozione della memoria, una controproducente e ingiustificabile mancanza davanti alla storia del Torino e alla sensibilità dei tifosi. Unica eccezione, per un breve periodo di tempo, la Primavera: ma sempre e solo per la vocazione del tecnico in carica. […]

    Tra giornali, fotografie, palloni e divise storiche

    […] Dobbiamo elencare tutti i più grandi ex giocatori del Toro che si sono persino commossi, dentro a quello scrigno meraviglioso? Diciamo simbolicamente Tomà, scampato a Superga, e Pulici, per citare tutti. E naturalmente si contano a migliaia i tifosi (non solo del Toro) entrati in quella splendida villa affrescata del Seicento, anno dopo anno. Due piani, 650 metri quadrati di superficie espositiva. Duemila cimeli esposti, dalla fondazione (1906) in poi. Documenti e fotografie di 100 e più anni fa, giornali dell’epoca, divise, scarpe e palloni degli Anni 20, 30, del Grande Torino e dei decenni successivi, la celebre Balilla di Meroni, Ferrini, il colbacco di Giagnoni, il vestito dello scudetto di Pianelli, le maglie dei campioni d’Italia del ‘76 e del ciclo garibaldino del Mondo. La scarpiera del Fila, le valigie trovate tra i rottami a Superga. E da un anno anche la Coppa Italia 1943 del Grande Torino, riscoperta dopo decenni di misteri da Tuttosport, salvata e ora esposta al Museo. […] Caro Ivan: per come la conosciamo, per la sua sensibilità e intelligenza, per l’attaccamento granata che dimostra, per come la stimiamo, crediamo di non dover dirle altro. Ci permettiamo, col cuore, di passarle la palla.

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    Toro, riscossa Sanabria: per Juric è l'ideale. Poi un rinforzo a gennaio

    TORINO – Sant’Antonio aiutaci tu. Tonny Sanabria. Professione: salvatore della patria, ancora una volta. Segni particolari: è un paraguaiano che sa interpretare gli schemi in croato. Lo si era già visto bene per un paio di mesi tra settembre e ottobre, quando Belotti aveva alzato una prima volta bandiera bianca. Ora, però, il compito sarà ancor più arduo e prolungato. Cominciamo a fare due conti. Se tutto filerà liscio, il Gallo potrebbe tornare almeno in panchina intorno a metà febbraio. Di qui a Natale contiamo 5 partite in campionato (Empoli, Cagliari, Bologna, Verona e Inter), più una in Coppa Italia (Sampdoria). Poi, dal 6 gennaio: altri 6 incontri (Atalanta, Fiorentina, di nuovo i blucerchiati, Sassuolo, Udinese e Venezia) prima del derby: 20 febbraio. Belotti salterà almeno una decina di partite come minimo, Sanabria potrà respirare poco per non dire pochissimo e dovrà battezzare una Riscossa (maiuscola, difatti) già da domani contro i toscani. […]

    La riscossa in campo e sul mercato

    […] Ora serve una riscossa, morale, nella fiducia, nella personalità: del gruppo, dello zoccolo duro innanzi tutto. «La squadra dovrà dare una grande risposta innanzi tutto caratteriale, adesso»: lo diceva Juric già domenica sera, subito dopo il buco nero di Roma, una sconfitta col 70% di possesso palla e il doppio delle azioni pericolose dei giallorossi. Si può buttare a mare nella delusione tutto quanto ha creato, il croato, in questi mesi? Ha resuscitato il Toro e persino una tifoseria: basta dire questo per mettere un punto e andare a capo. Poi, è chiaro, Cairo Frankenstein Vagnati, sempre uno e trino per contratto, obblighi e convenienze, dovrà pur dargli anche un attaccante, a gennaio. Juric chiedeva un rinforzo pure per il reparto offensivo già nelle scorse settimane, in privato. A maggior ragione ora. Ieri narravamo della pista Pellegri, giovane di qualità che al Milan non ha spazio. […] E’ un’opzione, non l’unica, ma è un obiettivo chiaro. A meno che Cairo non si limiti ad allargare le braccia, a fine gennaio: non siamo riusciti a cedere Zaza, per cui non prendiamo nessuno. Oddio.

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    Toro, Stojkovic ai saluti: brusca rescissione, la sua avventura finisce qui

    Le notizie provenienti dall’infermeria, in vista della trasferta di Roma, non sono affatto positive per il Toro. Oltre al lungodegente Rodriguez, Rolando Mandragora, Cristian Ansaldi e Simone Verdi sono sempre più lontani dall’ipotesi di essere convocati per la sfida contro i giallorossi. Le possibilità sono ridotte al lumicino praticamente per tutti e tre. A partire dal centrocampista, che ha buone chance di tornare a disposizione per il turno infrasettimanale contro l’Empoli: ci vuole cautela, perché dopo l’operazione al menisco non si può scherzare[…]Guarda la galleryBremer e Brekalo trascinano il Torino. Udinese ko

    Stojkovic saluta la squadra

    […] Intanto, sempre in orbita prima squadra, è ufficiale la rescissione del contratto di Dennis Stojkovic, un fantasma dalle parti del Filadelfia e non solo. Decisione consensuale, che permette al ragazzo di cercare una sistemazione già dal mese di gennaio. Una scelta che fa felice soprattutto il giocatore, desideroso di trovare una sistemazione nei professionisti. Nelle ultime settimane, infatti, il fantasista classe 2002 aveva manifestato alla società l’intenzione di cambiare aria. Non ha convinto sia Juric che Coppitelli, dunque Stojkovic cercherà di indirizzare il proprio futuro lontano da Torino.

    Sullo stesso argomentoToro, Juric sfida Mourinho: “Non mi ha mai ispirato, non gli ruberei niente”Torino LEGGI TUTTO

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    Toro, Juric sfida Mourinho: “Non mi ha mai ispirato, non gli ruberei niente”

    Diciamo che Mou non è esattamente il suo tipo. Ivan ha amato da morire Pep, era anche andato a studiarlo a casa sua. E si è invaghito di Gasp. Ma Mourinho: Mourinho mica tanto. E dire che Juric a inizio carriera si era anche messo di buzzo buono, aveva persino fatto lo sforzo di leggere i libri del portoghese, era animato insomma di belle intenzioni. Aveva pure spinto lontano l’orgoglio e cercato di passare sopra al fatto che all’Inter, appena un anno dopo il triplete, lui finì esonerato per forza da assistente di Gasperini […] Domenica si sfideranno per la prima volta da allenatori […]E chissà se Mou ha già in canna qualche bordata in stile Lo Monaco: “Juric chi? Io 25 trofei, lui zero tituli”. Mamma mia. Perché in effetti non è che Juric, in questi anni, lo abbia quel che si dice accarezzato. Sicuramente molto lo ha stimato e lo stima ancora, indubbiamente lo rispetta, ne riconosce i meriti e gli inimitabili trionfi.Guarda la galleryBremer e Brekalo trascinano il Torino. Udinese ko

    Juric: “In lui non ho trovato niente che mi ispiri”

    Però insomma, dai: la melassa diplomatica è ben altra cosa. Già 5 anni fa, da allenatore ancora Normale, aveva punzecchiato quello Speciale: “A Guardiola ruberei la sua visione della tattica, tutta la parte della superiorità numerica in ogni zona del campo, anche se è un po’ quello che già cerco di fare con le mie squadre. Ad Ancelotti invece ruberei la calma. Mentre a Mourinho non ruberei nulla. Ho letto e sentito tanto su di lui, ma devo dire che non ho trovato niente che mi ispiri” […] Sei bravo e hai vinto dappertutto, lo so, ma non sei il mio modello. Il mood è questo. Sei molto intelligente, però lo sono anch’io e preferisco Guardiola: perché “per me è un genio”. O Gasp, che “mi ha insegnato mille cose”. Mou, no: e sarebbe davvero esaltante batterlo, oltretutto a casa sua.

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