La Feralpisalò: e se fosse il nuovo Sudtirol?
TORINO – In Serie B c’è da aspettarsi di tutto, l’imprevedibile è sempre dietro l’angolo. Dunque, ci si può aspettare anche che la Feralpisalò, debuttante nella categoria, faccia una stagione sorprendente come quella che ha appena concluso l’esordiente di un anno fa, il Sudtirol di Bisoli, capace di terminare la scorsa stagione in semifinale playoff, dopo un pazzesco 6° posto in campionato. Ciò può accadere di nuovo anche perché le due squadre si somigliano non poco. Non solo nel modo di giocare, all’italiana. Pure la storia è simile. Sudtirol e Feralpisalò, che hanno assunto questi nomi nel nuovo millennio, rispettivamente nel 2000 e nel 2009, sono salite in B dopo parecchi campionati di vertice, fatti quasi a braccetto nei quartieri alti del girone A della Serie C. Quante volte entrambe sono andate vicino alla B, prima di riuscire nell’impresa, un’ascesa di fatto analoga. In panchina, a guidare i gardesani c’è Stefano Vecchi, si fece un nome con la Primavera dell’Inter. Poi, nel grande passo verso il calcio che conta, prima di Salò non gli era andata tanto bene, in B fu esonerato a Venezia. Dal 2021 guida i cosiddetti Leoni del Garda, promossi senza però ruggire troppo. Curioso infatti come sono riusciti a conquistarsi la B, vincendo un campionato molto equilibrato con la miglior difesa (21 gol al passivo) e un attacco che ha segnato solo 41 reti. Per dire, il Piacenza che ha chiuso il torneo all’ultimo posto, ne ha fatto uno di più. Questo atteggiamento sparagnino pagherà anche in B? Beh, intanto per muovere le acque in avanti, la Feralpisalò ha fatto un colpo potenzialmente molto interessante, riportando in Italia la punta olandese (ma di origini capoverdiane) Alessio Da Cruz. Da noi s’impose nel Novara, ci scommise il Parma, salvo poi farlo girare per anni in prestito, in B giocò anche ad Ascoli e Vicenza. Dotato di mezzi tecnici enormi, era noto per le sue bizze. Ma ora sembra abbia un’altra testa, dopo che si è sposato, è arrivato dalla A belga, dal Mechelen. Dovesse tradurre in gol sonanti i suoi enormi mezzi, a Salò potrebbero vederne delle belle, anche perché in riva al Garda potrebbe arrivare un altro giocatore geniale, Manuel Marras, rientrato al Bari dopo il prestito al Cosenza: vederli giocare insieme potrebbe essere una delizia. Tutto da scoprire invece, Joel Ideho: compie 20 anni il 17 luglio, olandese di origini nigeriane, ala sinistra di piede destro, cresciuto nell’Ajax, è rimasto svincolato dall’Under 23 dell’Arsenal, l’affare è di fatto chiuso. In difesa invece, è giunto un veterano come il 33enne Luca Ceppitelli, svincolatosi dal Venezia dopo una vita per il Cagliari. In queste ore poi, sta definendosi un’importante operazione con la Juve, che dovrebbe portare in prestito a Salò due dei più interessanti prospetti della formazione Next Gen: Sekulov e Compagnon. Insomma, sembra esserci il fermento giusto per varare una squadra che ufficialmente punterà alla salvezza, ma poi chissà…. Un grosso handicap però, sarà il campo di casa: il piccolo Turina non è pronto per la B e la Feralpisalò ha indicato il Garilli di Piacenza, distante 120 chilometri. Non poteva fare altrimenti: l’obiettivo era giocare a Brescia visto che Salò è un centro della sua provincia. Ma Cellino, che detiene la concessione dello stadio Rigamonti, si è opposto, dimostrando poca sportività. Quanto alla possibilità di giocare in casa al Turina, sarà dura. Poco si muove dall’amministrazione comunale per arrivare alla capienza che porti all’omologazione in deroga per la B. C’è anche il problema del mercato vicino allo stadio che si tiene ogni sabato, quando di norma va in scena la B. Insomma, in attesa di novità, al momento va messo in preventivo una stagione tutta a Piacenza. Ma il presidente, l’imprenditore siderurgico Giuseppe Pasini, proprietario del club attraverso la Feralpi Holding, ha il pragmatismo giusto per affacciarsi alla B. Dice che il budget sarà in linea con quel che di norma si spende per mantenere la categoria. Ma sotto sotto, sarà pronto a fare qualcosa di più, per coltivare il sogno di Salò, il secondo centro abitato più piccolo mai approdato in B, dietro solo al leggendario Castel di Sangro, per una società nata quando si fusero due espressioni della provincia bresciana: i biancoverdi del Feralpi Lonato e i biancoblù del Salò che unendosi scelsero di giocare in verdazzurro. LEGGI TUTTO