TORINO – Pietà l’è morta: nell’andata delle semifinali di Copa Libertadores il Flamengo travolge 4-0 il Vélez Sarsfield e mette molto più di una ipoteca sulla finale. I tifosi del Fortín avevano preparato una festa coi fiocchi per celebrare degnamente il ritorno nel penultimo atto della competizione per club più importante del continente: 11 anni prima l’ultima volta. Nella mente dei tifosi biancoblù ritornavano le immagini dell’indimenticato e indimenticabile trionfo del 1994, ancora contro una brasiliana: con il Virrey Carlos Bianchi in panchina, infatti, il Vélez riuscì a imporsi nella pentola a pressione del Morumbì, zittendo 100 mila torceadores del San Paolo. La scorsa notte, però, il calcio brasiliano ha dimostrato una volta di più, semmai ce ne fosse bisogno, di non avere rivali, di essere troppo superiore, innanzitutto sotto il profilo economico, rispetto a qualsiasi rivale latinoamericano.
BRUSCO RISVEGLIO A nulla dunque, sono servite le trovate del Cacique Medina, il tecnico uruguaiano degli argentini: negli ultimi giorni aveva chiesto ai giardinieri che curano il terreno dell’Estadio José Amalfitani di non bagnare il campo, rendendolo, di fatto, ai limiti dell’impraticabilità. «Il gioco del Fla ne risentirà, loro scambiano veloce e non potranno farlo», questa era l’opinione diffusa nel Barrio de Liniers a poche ore dall’inizio della semifinale. Sì, sì, l’importante è crederci. La Pandilla, il gruppo più caldo del tifo del Vélez, e tutti gli aficionados argentini ci hanno messo 32 minuti a realizzare che no, non aver fatto bagnare il campo non avrebbe portato alcun beneficio. E così, dopo il vantaggio griffato da Pedro Guilherme Abreu dos Santos, colpevolmente dimenticato dalla difesa argentina su cross di Léo Pereira, i rossoneri carioca trovavano nel recupero, al 46′, il raddoppio: sombrero in area del Vélez di Gabigol, palla a Everton Ribeiro e golazo da applausi.
STERILITA’ TOTALE In apertura di ripresa il Fortín cerca il gol che riapra la sfida, non riuscendo però mai a farsi pericoloso dalle parti di Santos. Chi dalle parti della porta argentina si presenta, spesso e volentieri, e fa paura è il solito Pedro: logica conseguenza il 3-0 in contropiede. A 7′ dalla fine è sempre lo scatenato bomber carioca a mettere la pietra tombale su match e serie con il 4-0 finale. Tra 7 giorni, al Maracanã, la sfida di ritorno: il Vélez cerca il miracolo. «Lo faremo con l’1% di possibilità e il 99% di fede», giurano gli argentini. La realtà è altra: la realtà dice che, anche quest’anno, in finale ci saranno due brasiliane.
VELEZ SARSFIELD-FLAMENGO 0-4
MARCATORI: pt 32′ Pedro, 46? Everton Ribeiro; st 16′, 38′ Pedro
VELEZ SARSFIELD (4-2-3-1): Hoyos; Jara, de los Santos, Gomez, Ortega; Garayalde, Caseres (20′ st Seoane); Orellano (30′ st J. Fernandez), Bou (20′ st Osorio), Janson; Pratto. A disp. Burian, Brizuela, Castro, D. Fernandez, Bobadilla, Guidara, Insua, Menendez, Mulet. All. Medina
FLAMENGO (4-3-1-2): Santos; Rodinei, David Luiz, Leo Pereira, Filipe Luis; Everton Ribeiro (40′ st Diego), Thiago Maia (26′ st Vidal), Joao Gomes (40′ st Victor Hugo); De Arrascaeta (34′ st Pulgar); Pedro, Gabriél Barbosa (40′ st Everton Soares). A disp. Hugo Souza, Ayrton Lucas, Fabricio Bruno, Lazaro, Matheuzinho, Pablo, Varela. All. Dorival Junior
ARBITRO: Wilmar Roldàn (Colombia)
NOTE: ammoniti Gabriél Barbosa, Gomez, Thoago Maia, de los Santos, David Luiz, Leo Pereira, Pulgar, Seoane. Calci d’angolo: 5-5. Recupero tempo: pt 4′; st 3′ LEGGI TUTTO