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    Verona, Di Francesco esonerato: decisivo il ko di Bologna

    VERONA – E’ già tempo di cambi in panchina nel campionato di Serie A. Tre sconfitte in altrettante partite di campionato e il Verona esonera Eusebio Di Francesco. I ko casalinghi contro Sassuolo e Inter  e l’1-0 rimediato al Dall’Ara nel posticipo contro il Bologna hanno segnato l’interruzione del rapporto tra il tecnico abruzzese e il club scaligero. La decisione del Presidente Setti è arrivata in mattinata, nel pomeriggio si potrebbe conoscere già il nome del sostituto. LEGGI TUTTO

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    Zaccagni dal Verona alla Lazio, ora è ufficiale

    Ora è ufficiale, Mattia Zaccagni è un nuovo calciatore della Lazio. Il classe ’95 passa così dal Verona alla corte di Maurizio Sarri. È stato un lungo avvicinarsi e allontanarsi, ma alla fine l’accordo c’è. Dopo aver abbandonato la corsa a Kostic, altro obiettivo di mercato biancoceleste, Tare ha puntato tutte le proprie fiches sull’italiano. Il club e l’agente del giocatore si sono incontrati e in queste ultime convulse ore di calciomercato hanno raggiunto l’accordo sull’ingaggio: Zaccagni percepirà 1.95 milioni di euro a stagione. La richiesta iniziale dell’entourage del giocatore era di 2.2 milioni, mentre l’offerta della Lazio di 1.7 milioni. Le parti sono incontrate a metà strada.
    L’annuncio del Verona
    Questo l’annuncio del club scaligero: “Il Verona comunica di aver ceduto alla Lazio – a titolo temporaneo, con obbligo di acquisizione definitiva al verificarsi di determinate condizioni – il diritto alle prestazioni sportive del calciatore Mattia Zaccagni. Nel contesto dell’operazione, il 26enne centrocampista offensivo di Bellaria ha prolungato di un anno la durata del proprio contratto con Hellas Verona FC, segnatamente sino al 30 giugno 2023. Zaccagni si trasferisce nella Capitale dopo aver collezionato con la Prima Squadra gialloblù 146 presenze, con 15 reti e 22 assist-gol, score personale al quale aggiungere le 31 partite e i 4 gol totalizzati con la formazione Primavera”. Questa invece la nota della Lazio: “La S.S. Lazio comunica di aver acquisito temporaneamente con obbligo di trasformazione i diritti alle prestazioni sportive del calciatore Zaccagni Mattia proveniente dall’Hellas Verona”.
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    Inzaghi: “Spiazzati da Lukaku, ma l'Inter resta competitiva”

    VERONA – È un Simone Inzaghi visibilmente soddisfatto quello che si presenta ai microfoni dopo il 3-1 rifilato in rimonta al Verona, secondo successo in due gare per la sua Inter che resta così in vetta a punteggio pieno: “Una vittoria sofferta e importante – ha detto il tecnico nerazzurro al termine del match del Bentegodi -, avevamo approcciato bene la partita ma abbiamo preso il gol e nell’ultima mezz’ora del primo tempo abbiamo fatto poco. Poi nel secondo tempo siamo stati bravi a trovare il pareggio: i cambi ci hanno dato qualcosa in più che ci serviva in quel momento”. Nessuna esaltazione per il momentaneo primato solitario: “Ai fini della classifica questo successo conta poco, ma avevo detto alla squadra che non sarebbe stato facile. Loro sono molto aggressivi e hanno un ottimo allenatore. Abbiamo visto la partita contro il Sassuolo e sapevamo cosa ci saremmo trovati davanti”.
    Verona-Inter 1-3: statistiche e tabellino
    “Vittoria dedicata ai tifosi”
    Inzaghi si è poi soffermato sulle cessioni estive: “Hakimi non l’ho mai allenato ma so che è fortissimo e Lukaku è un giocatore impressionante, ha deciso di andar via (al Chelsea, ndr) e ci ha spiazzato, ma la società è intervenuta e ci ha dato una rosa competitiva con giocatori imporanti come Dzeko, Dumfries e Correa. Il presidente era stato chiaro: si doveva mettere in sicurezza il club. Ora guardiamo avanti, le prime partite sono andate bene ma tra poco inizierà anche la Champions”. Il tecnico ha infine parlato anche dei cori dedicatigli dai tifosi nerazzurri giunti a Verona: “Fanno piacere, col tempo sarà il campo a parlare ma ora devo ringraziarli perché anche quando perdevamo ci hanno sempre incitato. Penso che sia giusto dedicare a loro questo successo”.
    Guarda la galleryHandanovic sbaglia, Lautaro e Correa rimediano: Inter tris a VeronaTuttosport League, iscrizioni aperte: schiera la tua formazione, vinci viaggi in Europa e buoni Amazon. Partecipa, è gratis! LEGGI TUTTO

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    Diretta Verona-Sassuolo ore 18.30: dove vederla in tv e in streaming e probabili formazioni

    VERONA – Volti nuovi su entrambe le panchine nel match Verona-Sassuolo, in programma oggi (sabato 21 luglio): su quella dell’Hellas c’è Di Francesco che nella prima di campionato sfiderà Dionisi, erede di De Zerbi su quella dei neroverdi. “Nessun copia-incolla, ma è giusto dare continuità”, ha detto alla vigilia l’allenatore dei veronesi riferendosi al lavoro svolto nella passata stagione da Juric (passato al Torino), mentre sull’altro fronte Dionisi assicura: “Voglio mettermi in discussione”.
    Segui la diretta di Verona-Sassuolo sul nostro sito
    Dove vedere Verona-Sassuolo
    Verona-Sassuolo, in programma alle 18.30 allo stadio ‘Bentegodi’, sarà trasmessa in esclusiva in diretta streaming su DAZN o tramite smart tv o attraverso app per cellulare, pc e altri device. In alternativa, sarà possibile seguire live il match anche su tuttosport.com.
    Tutta la Serie A TIM è solo su DAZN: 7 partite in esclusiva e 3 in co-esclusiva a giornata. Attiva ora
    Verona-Sassuolo: le probabili formazioni
    VERONA (3-4-2-1): Pandur; Dawidowicz, Gunter, Ceccherini; Casale, Tameze, Veloso, Lazovic; Barak, Zaccagni; Kalinic. A disp.: Montipò, Berardi, Magnani, Cetin, Hongla, Ilic, Ruegg, Bessa, Ragusa, Cancellieri, Di Carmine. All. Di FrancescoIndisponibili: Lasagna, Faraoni
    SASSUOLO (4-2-3-1): Consigli; Toljan, Chiriches, Ferrari, Rogerio; Lopez, Frattesi; Traoré, Djuricic, Boga; Raspadori. A disp.: Pegolo, Satalino, Ayhan, Muldur, Peluso, Magnanelli, Oddei, Haraslin, Defrel, Scamacca, Caputo. All. DionisiIndisponibili: Berardi, Obiang, Henrique, Bourabia, Romagna. Squalificati: Kyriakopoulos
    Arbitro: Volpi di ArezzoAssistenti: Scarpa-PerrottiQuarto uomo: ZufferliVar: MazzoleniAvar: Meraviglia
    Serie A, il programma della prima giornata LEGGI TUTTO

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    Toro, se Kalinic va via Zaza porta Gunter

    TORINO – In casa granata qualcosa si sta muovendo soprattutto grazie ai Campionati europei. Perché in queste ultime ore Linetty, considerando anche il buon debutto con la Polonia (ieri sera contro la Spagna non era invece tra i titolari), è entrato nel mirino di un paio di club del campionato tedesco: Mainz e Friburgo, tramite intermediari, hanno infatti chiesto al Torino la sua valutazione. (…) Il giocatore, si sa, non rientra nei piani di Juric e di conseguenza il Toro lo ha messo sul mercato dopo soltanto una stagione in cui il Nazionale polacco ha deluso. Intanto il Verona pensa sempre a Zaza. Però – ha fatto sapere al giocatore e al Toro – deve prima risolvere il problema Kalinic, che ha ancora un anno di contratto a 1,5 milioni di euro a stagione, più o meno la stessa cifra che Zaza percepisce in granata. 
    Operazione Zaza-Gunter
    Se i dirigenti veneti troveranno una collocazione per il croato, poi punteranno decisi proprio sul granata che Di Francesco considera ideale (come centrale) per il suo tridente, come ai tempi comuni al Sassuolo. Chiaro che a questo punto si rafforzerebbero le speranze granata di arrivare subito a Gunter, il difensore centrale tanto caro a Juric. È vero che il Verona per il suo giocatore chiede solo soldi, ma nel caso dovesse avere la possibilità di prendere Zaza, le due operazioni potrebbero incastrarsi con uno scambio di cartellini e un conguaglio significativo a favore del club granata. Altrimenti Vagnati dovrà imbastire una trattativa completamente diversa per arrivare al difensore. (…)
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    Juric è il nuovo allenatore del Torino: è ufficiale

    TORINO – “Il Torino Football Club è lieto di annunciare che dal primo luglio 2021 la conduzione della Prima Squadra sarà affidata al signor Ivan Juric. Il tecnico ha firmato un contratto triennale”. Con questo comunicato apparso sul proprio sito ufficiale, la società granata annuncia ufficialmente l’ingaggio del tecnico croato, proveniente dall’Hellas Verona, che prenderà il posto di Davide Nicola.
    Il Torino saluta Nicola: “Grazie per l’ottimo lavoro svolto”
    Juric, il comunicato del Torino
    “Ivan Juric è nato il 25 agosto 1975 a Spalato, in Croazia. E’ cresciuto calcisticamente nelle giovanili dell’Hajduk Spalato, formazione con la quale ha debuttato nel calcio professionistico, nel 1994. Dal 1997 al 2001 l’esperienza in Spagna, con quattro stagioni tra il Siviglia e una breve parentesi con l’Albacete. In Italia ha giocato per nove stagioni vestendo le maglie di Crotone e Genoa, club con cui ha iniziato la carriera da allenatore, nel 2010, come tecnico in seconda della Primavera. Nella stagione 2014-2015 ha esordito nel calcio professionistico sulla panchina del Mantova, in Lega Pro. L’anno successivo ha condotto il Crotone alla promozione in serie A. A seguire tre esperienze con il Genoa, prima delle ultime due stagioni che lo hanno visto brillante protagonista alla guida del Verona. Il Presidente Urbano Cairo accoglie Ivan Juric con il più cordiale benvenuto a Torino e con un grande in bocca al lupo. Buon lavoro, Sempre Forza Toro!”, si legge sul sito ufficiale della società granata. LEGGI TUTTO

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    Milan in Champions League, Napoli no. Per la Roma c'è la Conference

    TORINO – Milan in Champions League, Napoli no. Questi due dei verdetti più pesanti dell’ultima giornata di Serie A, che ha visto il Diavolo passare sul campo dell’Atalanta con due rigori segnati da Kessié (0-2) e chiudere così al secondo posto il campionato proprio davanti alla ‘Dea’, mentre la squadra di Gattuso si fa rimontare al ‘Maradona’ dal Verona (1-1) e si vede così soffiare il quarto posto all’ultima curva dalla Juve (vittoriosa per 4-1 a Bologna). In Europa League con gli azzurri andrà la Lazio (ma questo già si sapeva), battuta 2-0 in trasferta da un Sassuolo che resta invece fuori di un soffio dalla Conference League: la settima piazza finale è infatti della Roma, che se lo prende a cinque minuti dalla fine sul campo dello Spezia con un gol di Mkhitaryan per un 2-2 in rimonta sufficiente a garantire un palcoscenico europeo al prossimo tecnico giallorosso José Mourinho.
    Serie A, la classifica
    Il Milan passa a Bergamo
    Indisponibili Kovalenko e Hateboer per Gasperini che schiera il solo Zapata in attacco con Malinovsky e Pessina alle spalle, mentre sulle corsie esterne ci sono Maehele e Gosens e Romero guida la difesa a tre. Senza Ibrahimovic, Rebic e Gabbia invece Pioli dà spazio a Leao davanti con Diaz sotto punta e Kessie e Bennacer in mediana, mentre i terzini sono Calabria e Theo Hernandez. Il primo tentativo è rossonero (destro alto di Saelemaekers al 4′), ma sono davvero poche le emozioni in un primo tempo equilibrato giocato a ritmi insolitamente bassi dall’Atalanta contro un Milan guardingo, in attesa dell’episodio giusto. Quello che arriva al 42′, quando Theo Hernandez scambia bene con Diaz ed entra in area dove poi va giù sulla doppia entrata di Maehele  e Romero: per l’arbitro è rigore e dal dischetto l’ex Kessié non dà scampo a Gollini. Proteste per Gasperini, che viene ammonito e va all’intervallo sotto di un gol ma al rientro negli spogliatoi si ripresenta con Muriel (fuori Pessina). La prima palla buona capita però a Zapata, che la riceve da Malinovsky e con un rasoterra incrociato sfiora palo e pareggio (56′). Ancora proteste atalantine poi per un tocco col braccio (attaccato al corpo) di Tomori su un rimpallo, prima di un destro alto su punizione di Muriel (61′) e del contropiede che porta il rossonero Leao a colpire il palo e a mancare così il colpo del ko (68′). Il Milan non vuole rischiare più niente e riesce a reggere senza troppi affanni la pressione atalantina, per andare poi persino a raddoppiare nel finale, quando Gosens tocca la palla con il braccio in area e De Roon si prende il rosso stendendo Krunic: dal dischetto va ancora Kessié che al 92′ mette il sigillo sulla Champions League.
    Atalanta-Milan 0-2: tabellino e statistiche
    Guarda la galleryMilan, festa Champions con doppietta dell’ex Kessie. L’Atalanta è 3ª
    Harakiri Napoli: sfuma la Champions
    Out Ghoulam, Koulibaly e Maksimovic per Gattuso che conferma il 4-2-3-1 con Osimhen unica punta supportato da Lozano, Zielinski e Insigne (in mediana Bakayoko e Fabian Ruiz) mentre in difesa c’è Rrhamani con Manolas e i terzini sono con Di Lorenzo e Hysaj. Sull’altro fronte fuori Benassi e Vieira per Juric, che all’ultimo momento perde anche Tameze: nel 3-4-3 a centrocampo tocca così a Dawidowicz con Ilic mentre in difesa (davanti al giovane Pandur) vengono schierati Ceccherini, Gunter e Dimarco, con Zaccagni e Bessa sulla trequarti a sostegno di Kalinic. Frenati forse dalla tensione gli azzurri sembrano meno brillanti rispetto alle ultime partite, imbrigliati da un Verona che gioca invece senza pressioni e con la testa libera. Ad accendere il Napoli dopo mezz’ora ci prova allora capitan Insigne, ma sul suo sinistro a giro la palla sfila fuori a pochi centimetri dal palo. Prima del riposo il Verona perde per infortunio Dawidowicz (dentro Udogie) e dopo una conclusione a lato dell’azzurro Lozano spaventa ancora i padroni di casa, ma Di Lorenzo è bravo a fermare Kalinic ben servito da Zaccagni. Nessun cambio all’inizio di una ripresa in cui ci si aspetterebbe un altro Napoli ed è invece ancora il Verona a partire meglio: sinistro di Dimarco fermato da Meret (50′). Gattuso inizia ad essere preoccupato ma la svolta sembra arriva su un calcio d’angolo al 60′, quando l’ex veronese Rrhamani prima ci prova di testa e poi ribadisce di destro in rete senza esultare per la sua prima rete in Italia, in segno di rispetto verso i suoi vecchi compagni. Gli animi si accendono con Gattuso e Juric che hanno qualcosa da dirsi e si beccano entrambi l’ammonizione, poi nove minuti cala il gelo sul ‘Maradona’: lunghissimo lancio di Gunter per Faraoni, che brucia Hysaj e batte Meret. Tutto da rifare per ‘Ringhio’ che rischia allora il tutto per tutto e passa al 4-2-4, gettando nella mischia Politano, Mertens e Mario Rui (fuori Lozano Zielinski e Hysaj). Gli azzurri vanno all’assalto ma Faraoni mura Bakayoko (75′) e poi l’arbitro lascia correre quando Mertens va già nel finale su un contatto con Udogie. L’ultima chance capita sul piede del neo entrato Petagna che spara però alta sopra la traversa la palla e le ultime speranze Champions.
    Napoli-Verona 1-1: tabellino e statistiche
    Guarda la galleryIl Verona sbatte il Napoli fuori dalla Champions League
    La Roma fa festa nel finale
    Fuori Acampora, Chabot, Mattiello, Piccoli, Dell’Orco oltre allo squalificato Farias per Italiano, che consegna la cabina di regia del suo 4-3-3 ad Agoumé e davanti si affida al tridente composto da Verde, Nzola e Gyasi. Dall’altra parte lunga la lista di indisponibili (Zaniolo, Calafiori, Veretout, Perez, Spinazzola, Diawara, Smalling, Pellegrini, Ibanez e il portiere Pau Lopez) per Paulo Fonseca, che alla sua ultima in giallorosso schiera Fuzato tra i pali e Pedro, Mkhitaryan ed El Shaarawy alle spalle del centravanti Borja Mayoral (inizia in panchina Dzeko). A partire forte sono i liguri, che sporcano subito i guanti di Fuzato con Verde, ex di turno che non si accontenta e al 6′ porta avanti i suoi su assist di Nzola. I giallorossi accusano il colpo e tre minuti dopo Cristante rischia il rigore su un contatto con Gyasi (vane le proteste), mentre all’11’ è Fuzato a salvarli sulla conclusione di Pobega e poi sul tap-in dello scatenato Verde. La reazione romanista è in una conclusione di El Shaarawy respinta da Rafael, ma è troppo poco contro uno Spezia che con la salvezza in tasca gioca in scioltezza. E prima del riposo, dopo una parata di Fuzato su Bastoni, trova anche il raddoppio su calcio piazzato: angolo calciato da Verde, sponda del solito Nzola e zampata vincente di Pobega. Al rientro dall’intervallo c’è Ricci nel Sassuolo (fuori Pobega) e Reynolds al posto di Santon nella Roma che sembra subito un’altra: dopo una conclusione debole di Borja Mayoral è El Shaarawy ad accorciare le distanze con il destro (52′). Lo Spezia non ci sta e prova subito a riallungare con Verde, a cui dice però di no Fuzato come fa sul cambio di fronte Rafael con il ‘Faraone’ e poi con Mkhitaryan. C’è però ancora tempo per Fonseca che getta nella mischia Villar, Dzeko e poi Pastore (fuori Darboe, Borja Mayoral e Pedro), con il ‘Flaco’ che impiega poco a mettere davanti alla porta Cristante poco lucido però nel calciare malamente addosso a Rafael (75′). La tensione sale sulla panchina giallorossa mentre le lancette continuano a scorrere ma a scioglierla ci pensa Mkhitaryan, che a cinque minuti dalla fine si avventa su una sponda di Dzeko e segna il gol del 2-2 che regala alla Roma il pass per la Conference League.
    Spezia-Roma 2-2: tabellino e statistiche
    Guarda la galleryMkhitaryan ed El Shaarawy in rimonta: Roma in Conference League
    Sassuolo, vittoria amara
    Out capitan Magnanelli e Romagna per De Zerbi, che alla sua ultima in neroverde (per lui pronta la nuova avventura in Ucraina con lo Shakhtar Donetsk) rivoluziona la formazione reduce dalla vittoria col Parma: fasce a Toljan e Kyriakopoulos, Defrel unica punta con Djuricic alle sue spalle fiancheggiato da Berardi e Boga. Sull’altro fronte lunga la lista di assenze per Simone Inzaghi (in bilico la sua permanenza a Roma), che arriva al Maepi Stadium senza Acerbi, MIlinkovic-Savic, Caicedo e Immobile oltre agli squalificati Pereira, Luiz Felipe e Luis Alberto: in difesa c’è così Parolo a fare il centrale tra Marusic e Radu, mentre a centrocampo c’è spazio per Cataldi e Akpa Akpro con Muriqi-Correa coppia d’attacco. Il Sassuolo la sblocca già al 10′ con un sinistro di Kyriakopoulos e la Lazio prova subito a reagire con Muriqi (che supera in velocità Consigli ma poi calcia sull’esterno del palo) ma al 18′ perde anche Correa per un problema muscolare: dentro Fares con Lulic a fare la mezzala e Cataldi ora sottopunta. Buono il contropiede alla mezz’ora, con Lazzari che si lamenta invano per un contatto in area, ma prima del riposo è di nuovo la squadra di casa ad andare vicino al gol con Kyriakopoulos, che di sinistro sfiora palo e doppietta. Un primo tempo da ricordare per il greco, che rischia però di rovinare tutto nella ripresa facendosi ammonire due volte (dure le entrate su Leiva e Lazzari) e lasciando così in dieci il Sassuolo al 61′. Con l’uomo in più la Lazio ha più spazi per colpire ma Muriqi manca clamorosamente la porta due volte (58′ e 72′), mentre Cataldi viene murato da Chiriches (71′). Il pareggio biancoceleste sembra nell’aria ma la gara si chiude al 78′, quando Berardi trasforma un rigore (generoso) concesso per un contatto tra Parolo e il nuovo entrato Caputo. Tutto pronto per la festa, rovinata però dal gol di Mkhitaryan nel finale di La Spezia che ‘salva’ la Roma e beffa i rossoverdi, fuori dalla Conference League per un soffio.
    Sassuolo-Lazio 2-0: tabellino e statistiche
    Guarda la gallerySassuolo, è una vittoria amara: Lazio battuta 2-0 LEGGI TUTTO