Sampdoria e Verona le nuove tappe della colonizzazione Usa
TORINO – Anche il Verona nel mirino dei fondi di investimento Usa. La notizia era nell’aria da tempo e ieri l’ha diffusa il portale Get Italian Football News (un sito in lingua inglese che si occupa solo di calcio italiano) ha diffuso la notizia secondo cui il PMG Pacific Media Group sarebbe interessato al Verona anche se ancora non è noto se si tratti dell’interessamento per l’intro club o per l’ingresso nell’azionariato. Come, finora, ha già proceduto con latri club in Europa dal Kaiserslautern (ultima acquisizione nel marzo scorso) fino agli inglesi del Barnsley passando da Francia, Belgio, Danimarca e Olanda. Il presidente del Verona, Setti, nei giorni scorsi ha spiegato che la sua valutazione del club è di 150 milioni. Il Verona è solo l’ultimo club che fa gola agli investitori americani dopo che, nei giorni scorsi, è arrivata la conferma dell’interessamento del fondo Cerberus Capital Management, un private equity statunitense, per la Sampdoria.
LA LISTA Una lista già molto lunga, quella delle proprietà statunitense: dal Milan campione d’Italia alla Roma alla Roma dei Friedkin, dalla Fiorentina di Commisso alla Bologna del canadese (ma con interessi nella Major League) Saputo, fino all’Atalanta che ha ceduto la maggioranza a Stephen Pagliuca. Ma statunitensi sono anche le proprietà del Parma, del Venezia, del Genoa e della Spal in Serie B con il Pisa che è “a maggioranza Usa. Di New York anche i nuovi proprietari del Cesena in Serie C. Poi, cetto, ci sono anche altre nazionalità (dai cinesi dell’Inter agli indonesiani el Como ai francesi del Padova ai “freschi” arabi del Palermo) ma è evidente come la maggioranza della legione straniera dei proprietari sia statunitense. Attratti da ragioni culturali e dalle radici italiane, dal fascino del nostro Paese e dalla sua tradizione calcistica che ancora attrae nonostante la crisi che, ecco il business, fa comprare a prezzi di saldo (drasticamente inferiori a quelli di Inghilterra e Spagna) club ricchi di storia e, si augurano, di potenzialità per la crescita economico-sportiva. Sarebbe curioso se un nuovo rinascimento italiano, quello clacistico, stavolta lo innescassero gli americani (magari di origini italiana) invece che la borghesia dei mille comuni. Non è il caso di fare gli schizzinosi (e i soldi non hanno nazionalità), ma un po’ di tristezza c’è. LEGGI TUTTO