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    Juve-Udinese, Chiesa: “È per Vialli questa vittoria. Nell'Europeo era in campo con noi”

    Federico Chiesa è tornato ad essere un giocatore decisivo per la Juventus. Il numero 7 bianconero ha servito l’assist per il gol di Danilo che ha regalato l’ottava vittoria consecutiva senza subire gol alla squadra di Allegri. Intervistato a fine partita, l’esterno per prima cosa ha dedicato il successo a Vialli: “Il primo pensiero va a lui, una grandissima persona che ho avuto la fortuna di incrociare. Per quello che ci ha dato, una grandissima persona che ho avuto la fortuna di incrociare. Questa vittoria è per lui. All’Europeo è stato un giocatore in più, ci ha dato emozioni fortissime”.Guarda la galleryPessotto, la commovente lettera per Vialli: applausi e cori all’Allianz Stadium
    Chiesa: “Dobbiamo continuare ad alzare l’asticella”
    Chiesa ha poi continuato parlando del suo rientro dopo il lungo infortunio: “Sono stato fermo per 15 giorni durante il ritiro, il mister mi ha rischiato nelle amichevoli e questo mi ha aiutato. Io cerco sempre di dare il massimo. Devo lavorare di più per tornare ai livelli di prima e dare una mano per raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati”. Infine, un resoconto della stagione fino a questo momento con un occhio ai prossimi impegni: “Non abbiamo iniziato bene ma nelle ultime gare abbiamo raddrizzato il tiro. Otto vittorie senza subire gol sono tante, ma come dice il mister dobbiamo continuare ad alzare l’asticella”.
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    Chiesa al centro della Juve, la Juve al centro dello scudetto: anche per Vialli

    TORINO – Lo Stadium per Gianluca, la Juventus per il capitano. Tutti per Vialli, indimenticato, indimenticabile. «Luca Vialli segna per noi», è il coro che parte dalla Sud e si propaga ovunque. Da batticuore. Il ricordo unisce Vialli, Castano e Scirea: gli uomini con la fascia. Esempi per tutti. E quel gol, alla fine, vale uno sguardo al cielo. Un gol cercato, sofferto, in capo a un match duro, durissimo contro l’Udinese dei marcantoni. Ma quel flash va mandato a memoria: la palla che arriva a Chiesa, Chiesa che la stoppa in cielo e la fa scivolare sul piede che serve al centro Danilo. Gol. Che decide la sfida con i friulani. Gol. Che riaccende la folla bianconera. Gol. Che fa scendere qualche lacrima. Gol. Che riporta la Juve granitica dentro la lotta scudetto a tutti gli effetti. Gol. Che spinge il gruppo anche in chiave Napoli. Gol. Che significa tutto. Gol. Che azzera tutto. Società che cambia, società che rilancia: la Juve è la Juve. Sempre. E l’obiettivo resta il solito, noioso solo per gli avversari: vincere.Guarda la galleryPessotto, la commovente lettera per Vialli: applausi e cori all’Allianz Stadium

    Napoli, la Juve e il turnover

    Allegri aveva scelto Di Maria e Kean davanti, anche per dare respiro al gruppo, chiamato a così tanti match e in vista anche della madre di tutte le partite, quella di venerdì al Diego Maradona. Sottil a specchio, con Beto e Success davanti. Risultato? Botte e muri invalicabili. La risposta del gruppo c’è, così l’ultimo atto ufficiale di Andrea Agnelli e Pavel Nedved, presenti allo Stadium. Chissà se verranno ancora, non vogliono essere ingombranti per il prossimo vertice. La partita è intensa, in campo e sugli spalti. Il guizzo di Rugani fa sobbalzare, ma la Juve non passa. Ancora Rugani, fantastico Silvestri versione gatto. Azione di qua (Szczesny impegnato assai) e di là, come Kean che non trova la porta una e poi due volte: incredibile. E ancora il polacco impronunciabile a salvare tutto. Insomma, un match fisico dove serve non perdere la testa. E serve soprattutto dare la scossa. Con Chiesa? Sì. Perché Kean non ha neppure fortuna (sopra la traversa). E Kostic non ha l’istinto del killer. Ancora Kean, ancora Silvestri. Lo Stadium si infiamma con il Fideo: che colpo a lanciare Rabiot, peccato sia l’unico (e Miretti spreca). Da non crederci soprattutto perché Di Maria ha un problema al polpaccio e corricchia (esce dopo poco). Dall’altra parte Szczesny non perde il controllo. Ci riprova Rabiot, ma il sinistro non buca Silvestri. Ecco il cambio che… cambia: dentro Paredes e Chiesa per Miretti e Locatelli. La forza e l’impeto anche con Milik in più. La Juve soffre, ma prova a restare compatta. Pereyra, l’ex, la spaventa mentre Rabiot è fuori campo.

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    Difesa compatta e Chiesa olé

    Allegri allora butta nella lotta anche Fagioli e Soulé. L’occasione è sui piedi di Milik, che però non è sveglissimo e neppure fortunato. E poi il guizzo, e che guizzo: Paredes inventa alla Pirlo, poi da Chiesa che controlla al volo e passa a Danilo che fa esplodere l’Allianz. Tutti in piedi: gol del brasiliano ma merito al 90% dell’azzurro. E sì, è anche per te Gianluca. Il sesto gol bianconero dopo il minuto 88. E Chiesa – oro vero per le speranze e le ambizioni – vorrebbe assaporare la gioia personale. Ok, sarà per la prossima, basta così. Con una difesa bunker (Rugani e Alex Sandro fanno la loro parte), con McKennie tappabuchi, con i giovani sfrontati, la Juve vince l’ottava partita di seguito e la rimonta continua, con una spinta in più: Gianluca Vialli da lassù.

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    Vialli simbolo dell’Italian Job, in campo e in panchina

    «When his goals light the sky there’s a tear in my eye, oh Vialli». Una lacrima avrà rigato i volti dei tifosi del Chelsea anche nella giornata di ieri: per i Blues Gianluca Vialli è stato molto di più che un allenatore e un giocatore, ma è diventato il grande simbolo dell’Italian Job e il precursore di una lunga serie di italiani che sulla panchina londinese hanno trovato gloria e trionfi. Il rapporto del grande campione di Cremona con il calcio inglese è da sempre stato profondo e viscerale, un amore corrisposto da tutti gli appassionati di calcio d’Oltremanica. «Mancherai a così tanti. Una leggenda per noi e per tutto il calcio. Riposa in pace, Gianluca Vialli», il messaggio del club.Guarda la galleryVialli, le reazioni della stampa estera: “È morta una leggenda”

    In campo e in panchina

    D’altronde la grande storia di Vialli con il Chelsea non potrà mai essere dimenticata. Oltre lo spessore umano, lodato da tanti ex compagni e giocatori più giovani cresciuti nel suo mito, c’è l’impresa compiuta da player-manager, un ruolo inedito in cui è stato catapultato dopo l’addio di Ruud Gullit ma che ha affrontato con grande coraggio e dignità, come ogni sfida che la vita gli ha riservato. Il centravanti era arrivato a Londra nel 1996 per aiutare i Blues a uscire da un periodo difficile, ma due anni più tardi si è ritrovato a sorpresa alla guida della squadra che prende per mano a metà stagione. Nonostante lo scetticismo iniziale, Vialli lascia tutti a bocca aperta: alla fine di quell’annata porta a casa la Football League Cup e la Coppa delle Coppe, anche se la sua vittoria più grande resta la conquista della Supercoppa Uefa contro il Real Madrid, un pezzo di storia indimenticabile per tutti i sostenitori del Chelsea. La sua avventura da allenatore in terra inglese si conclude con cinque trofei in appena tre anni e mezzo, una percentuale di vittorie altissima per un calciatore che ha dovuto imparare in fretta a vestire i panni dell’allenatore. Anche per questo in Premier League non sarà mai dimenticato: si sprecano i cori, gli aneddoti e i racconti di tutti coloro che hanno avuto il piacere di vederlo in azione, come Peter Crouch che ha confessato di avere due maglie della Sampdoria grazie al mito di Vialli e delle sue giocate che ogni tanto provava a replicare al campetto vicino casa. Anche i suoi ex giocatori lo ricordano con affetto. È il caso di John Terry, uomo simbolo del Chelsea che ha fatto il suo esordio proprio grazie all’italiano: «L’uomo che mi ha fatto debuttare nel Chelsea e a cui sarò sempre grato. Un vero gentiluomo che ci mancherà tantissimo».

    Sullo stesso argomentoVialli, la Sampdoria, la Juventus e il no al Milan: campione dei gentlemanCalcio

    Beckham e Vialli

    Da Gullit a Beckham («Un vero gentleman, con un grande cuore. Ti amiamo Gianluca, ciao amico mio»), passando per Lineker, Ancelotti e Mourinho, il mondo della Premier League si è mobilitato in massa per mostrare vicinanza a un suo grande campione che proprio a Londra ha chiuso il cerchio della sua vita sportiva, legata a doppio filo a quella terra che ha saputo amarlo e valorizzarlo proprio come la sua Italia e che gli ha anche regalato la sua dolce metà. Il 20 maggio 1992 a Wembley con la maglia della Sampdoria, accanto al suo amico di sempre Roberto Mancini, perse la finale di Coppa Campioni contro il Barcellona, ma in quello stesso stadio trent’anni più tardi alzò al cielo l’Europeo vinto con l’Italia, culmine di una carriera vissuta intensamente.

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    I fiori allo stadio

    Fuori dai cancelli dello Stamford Bridge i tifosi hanno depositato fiori e biglietti e a Cobham il Chelsea ha osservato un minuto di silenzio per onorare la sua memoria. Tra Vialli e l’Inghilterra ci sarà per sempre un legame indissolubile, un filo rosso fatto di ricordi, gol e grandi vittorie che neanche la morte sarà in grado di spezzare. LEGGI TUTTO

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    Vialli, il messaggio di Agnelli e quella foto retrò che racconta tutto

    TORINO – All’infinita lista di commoventi messaggi di saluto per Gianluca Vialli, scomparso quest’oggi all’età di 58 anni dopo una lunghissima battaglia contro il tumore al pancreas, si aggiunge anche il presidente dimissionario della Juventus Andrea Agnelli: “In certi momenti le parole non servono, questo è uno di quei momenti… grazie Luca, grazie di tutto”, la didascalia scritta in un tweet sopra ad una foto che lo ritrae in maglia blucerchiata. Un vero e proprio cimelio ‘donato’ a tutti gli appassionati di calcio: scopriamo il motivo. LEGGI TUTTO

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    Juventus, Bonucci: “Vialli grande, nobile, amico. Un esempio per tutti”

    “Grande, intelligente, amabile, nobile, leader, umile, carismatico, amico”. Bonucci sceglie otto aggettivi, formando così il nome Gianluca, per ricordare Vialli, morto dopo la lunga malattia all’età di 58 anni. I due hanno condiviso la gioia di riportare l’Italia sul tetto d’Europa a 53 anni dalla prima volta, il capitano della Juventus nelle vesti di calciatore e l’ex bomber come capo delegazione della Nazionale.  LEGGI TUTTO

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    Vialli e la foto con i ricci che rievocava la Cremonese: da batticuore!

    TORINO – Gianluca Vialli sbocciò un giorno, in Serie B, con quei ricci imponenti e il sorriso timido, serio. Colto, di buona famiglia, si stava facendo strada nella Cremonese. Dava del tu al pallone, dribblava, aveva fisico, si mangiava gli avversari, segnava. Gli esperti dicevano: «Il ragazzo farà strada». E così fu, tra Under 21 spettacolo, Nazionale maggiore, Sampdoria con lo scudetto storico, Juventus con la coppa dalle grandi orecchie alzata al cielo, Chelsea e ancora da manager con l’amico Mancini e il trionfo all’Europeo post pandemia di Wembley. Vialli che non aveva più i ricci ma con un post li (ri)portò alla ribalta. In occasione della promozione in Serie A della Cremonese, la squadra dove era cresciuto, la squadra della sua città: «E andiamo… Bravissimi! Come on… Well done», il suo messaggio carico di entusiasmo. Lì, dove tutto era iniziato. Con quella testa lì, da fenomeno.Guarda la galleryVialli, la Juve e quella Champions…addio capitano LEGGI TUTTO

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    Vialli, maxi striscione dei tifosi della Juve: “Uomo vero, vinci questa battaglia”

    TORINO – “Vialli uomo vero, vinci questa battaglia da vero guerriero”, questo il messaggio nello striscione esposto sulle inferriate dell’Allianz Stadium, rivolto a Gianluca Vialli da parte dei tifosi della Juventus. Maxi-striscione appeso allo stadio per l’ex capitano della Juve nella magica notte del 1996, valsa la conquista dell’ultima Champions, ricoverato da qualche giorno in una clinica di Londra. Un messaggio non firmato, esposto su tre righe, per l’ex attaccante che a Torino, tra il 1992 e il 1996, ha collezionato 141 presenze (102 in campionato) e segnando 53 gol (38 in serie A). Un gesto di vicinanza forte da parte del popolo juventino allo Stadium ritroverà la squadra nell’amichevole casalinga contro il Rejika.Iscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

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    Cessione Samp: suggestione Vialli

    GENOVA – La telenovela continua e non siamo ancora di fronte ad alcun punto di svolta. Il ritorno sulla scena del nome di Gianluca Vialli tra i pretendenti alla Sampdoria scalda però nuovamente il cuore dei tifosi blucerchiati, sempre attenti a non farsi troppe illusioni dopo le tante speranze spezzate negli ultimi anni. Com’è noto Vialli – protagonista della Samp d’oro Anni 80 e 90 e oggi team manager della nazionale azzurra al fianco dell’ex gemello doriano e ct Roberto Mancini – nel 2019 fu vicinissimo all’acquisto del club, sostenuto dagli imprenditori stranieri Dinan e Knaster ma alla fine Ferrero (che ancora oggi è proprietario della Sampdoria attraverso un trust) disse no a un’offerta da 80 milioni.Guarda la galleryToloi e Lookman mettono le ali all’Atalanta: 2-0 alla Samp a Marassi

    Spunta il nome di Vialli

    A distanza di tre anni la società blucerchiata è di fatto commissariata e necessita di un passaggio di proprietà. Ora il nome di Vialli torna ad essere accostato alla Samp come eventuale partner di un altro ex scudettato del ’91 – Ivano Bonetti – che nei mesi scorsi si era già avvicinato come sponsor dell’imprenditore cinematografico Franco Di Silvio che a sua volta sarebbe intermediario nell’operazione di Sheikh Khalid Faleh, componente della famiglia qatariota Al Thani. A dire il vero il trustee Gianluca Vidal – commercialista di Mestre che dallo scorso dicembre ha il compito di trovare un acquirente per la Sampdoria – pur confermando di aver ricevuto una telefonata da parte di un legale del gruppo ad oggi aspetta ancora le documentazione necessaria degli stessi per l’accesso alla due diligence.I rumors impazzano e i tifosi incrociano le dita, ma mancano ancora le conferme concrete. E in ogni caso i tempi per un’eventuale trattativa sono lunghi, ben oltre la fine del mercato estivo. Del resto solo sino a poche settimane fa il fondo americano Cerberus – insieme agli inglesi di Redstone Capital – pareva in vantaggio su tutti, salvo poi rinunciare per i problemi legati al cambio di destinazione d’uso dei cinema di proprietà di Ferrero che sarebbero stati inseriti nell’operazione Sampdoria. Al momento Redstone sarebbe comunque alla ricerca di un nuovo partner in sostituzione di Cerberus per provare nuovamente l’affondo. Poi c’è il campo e la partita di domani sera con la Juventus a Marassi resa ancor più complicata dallo stop di Manuel De Luca: gli accertamenti e il controllo del professor Claudio Mazzola hanno confermato la rottura del menisco esterno del ginocchio sinistro. L’attaccante sarà sottoposto nei prossimi giorni a un intervento chirurgico e con ogni probabilità si rivedrà in campo solo a gennaio, dopo lo stop per il mondiale. Per la Samp la necessità di tornare sul mercato in attacco: torna d’attualità il nome di Defrel oltre a Mihaila e Marcos Paulo.
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