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    Vlahovic patrimonio da salvare: il piano per riavere il miglior Dusan

    TORINO – Il giorno dopo fa ancora più male, per chi vive per il gol e di gol si nutre: l’astinenza di Dusan Vlahovic continua. Solo l’Europa League l’ha interrotta e all’Europa League si torna, perché giovedì arriva il Friburgo e servirà il Dusan scintillante che in stagione si è visto di rado, solo a fiammate. All’Olimpico è stato il meno brillante dei bianconeri e se consideriamo il campionato non segna da un mese. Ma la crisi non passa solo dalla mancanza di reti: il vagare di Vlahovic alla ricerca della posizione o del movimento giusti per colpire è la cartolina Juve che arriva da Roma e indica come in attacco sia necessaria una svolta. Se non si accende Angel Di Maria e finché Federico Chiesa sarà da gestire, la squadra di Allegri davanti è in qualche modo DV9 dipendente: perché Arek Milik, l’attaccante che più e meglio lavora per i compagni, rientrerà dopo la sosta, e Moise Kean ha mostrato tutti suoi limiti domenica sera, meritandosi un cartellino rosso a tempo di record, dopo 39 secondi. LEGGI TUTTO

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    Juve, non reagisce solo Kean. Anche Allegri in conferenza ha… dato i numeri

    A volte sono i dettagli a fare la differenza. Anche le dichiarazioni. I modi. I toni. La forma che diventa sostanza. E così pure una (non) risposta in conferenza stampa, nel dopo Roma-Juventus, può diventare emblematica e indicativa di un momento. Tanto più se giunge a seguito di altre (non) risposte a tono, nonché a distanza di pochi minuti dall’espulsione lampo subita da Moise Kean, cacciato per fallo di reazione dopo appena 39 secondi dal suo ingresso in campo all’Olimpico. LEGGI TUTTO

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    Juventus, stagione frustrante e maledetta. Ma Vlahovic?

    Se ci si mette pure la sfortuna, la Juventus può solo arrendersi. In una stagione in cui la squadra di Allegri ha sofferto infortuni pesantissimi, un tornado giudiziario, quindici punti di penalizzazione e ha accumulato sconfitte ampiamente meritate, all’Olimpico scopre la dolorosa sensazione di sbattere tre volte contro il palo e di perdere una partita che aveva fatto più della Roma. Il che – intendiamoci! – non significa aver attaccato per novanta minuti, ma aver comunque costruito qualche azione in più, aver mostrato un briciolo di qualità in più e aver dato l’idea di avere più giocatori in grado di sbloccarla. Perché, diciamolo, per quasi tutto il primo tempo e buona parte del secondo non sembrano neppure scacchi, ma proprio dama. Squadre bloccate, sempre tre o quattro uomini di scorta nella propria metà campo e l’iniziativa lasciata al colpo di genio, la giocata del fuoriclasse, la botta di fortuna. LEGGI TUTTO

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    Vlahovic contro il tabù Roma: la statistica da cambiare

    TORINO – Per Dusan Vlahovic quella contro la Roma non può essere una partita come tutte le altre. Ci saranno degli stimoli in più, è inevitabile. Già, perché c’è un alone particolare intorno a questa sfida, che mette il serbo di fronte a una delle poche avversarie che ancora non è riuscito a battere da quando è arrivato in Italia. Ce ne sono solo due, in effetti, che rientrano in questa categoria. Una è l’Inter (affrontata 9 volte, per un totale di 8 ko e un pareggio), l’altra proprio la squadra giallorossa, contro la quale ha giocato in 6 differenti occasioni, ottenendo solo un pari nell’ultimo precedente, il primo con la maglia della Juventus, dopo le 5 sconfitte arrivate quando era un giocatore della Fiorentina. LEGGI TUTTO

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    I tifosi della Juve: «Vlahovic, tripletta alla Roma e cacciano Mourinho»

    TORINO – La Juventus incontra il popolo bianconero: nell’allenamento aperto di questa mattina gli eroi del derby hanno firmato autografi e si sono messi in posa per i selfie con i tifosi presenti ai campi della Continassa. Da Vlahovic a Di Maria, da Bremer a Danilo, da Alex Sandro a Rabiot e al giovane Barrenechea, tutti in fila per soddisfare l’entusiasmo di piccoli e grandi. «Dai Vlahovic, domenica facci una tripletta così cacciamo Mourinho…» la richiesta di un tifoso al quale il bomber serbo riserva un sorriso. E proprio l’attaccante e il capitano si sono ripresentati in campo senza maglietta, regalata a qualche sostenitore. LEGGI TUTTO

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    Juventus, Vlahovic e quel discorso di Allegri a Dusan

    TORINO – A nessun bomber di razza piace stare in panchina, men che meno a chi sa di avere sulle spalle la responsabilità dell’attacco, dopo essere stato pagato 80 milioni, milione più o milione meno. Ma Dusan Vlahovic sta smussando anche questo aspetto del suo carattere: vive per il gol, però giovedì ha fatto un passo indietro, a Nantes, per il bene della squadra. Massimiliano Allegri ha compiuto una scelta tecnica più che fisica: certo, il serbo ha convissuto per mesi con la pubalgia, che è un problema che può sempre ripresentarsi, e dunque va gestito, però non è questo il motivo principale per cui il tecnico livornese ha deciso di puntare su Moise Kean (che non ha sfruttato a dovere l’occasione) tra i titolari alla Beaujoire. La scelta è stata di natura tecnico-tattica e gestionale: Max voleva disporre di cambi con determinate caratteristiche perché, con lucidità, aveva messo in conto la possibilità di prolungare la contesa oltre i 90 minuti più recupero. LEGGI TUTTO

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    La Juve vera dura poco: col Nantes manca la fortuna. Anche con l'arbitro

    TORINO – Una Juventus europeista, che ritorna a sfoggiare il 4-3-3, perde l’occasione di ipotecare gli ottavi di Europa League pareggiando 1-1 contro il Nantes. Non basta il sinistro di Vlahovic, che torna al gol in Europa dopo più di quattro mesi, per centrare il risultato dopo la clamorosa eliminazione dalla Champions: i bianconeri si fanno raggiungere nella ripresa da Blas che capitalizza su contropiede. In più l’arbitro non dà un rigore chiaro (fallo di mano, il pallone sarebbe entrato) nel finale e la beffa si fa ancora più grande (viene fischiato fallo in attacco a Bremer). Si deciderà giovedì a Nantes il destino della Juventus che, tra un inizio stagione difficile e la penalizzazione in campionato, confida proprio nella vittoria della competizione per un posto nella prossima Champions. Ma per continuare il cammino serve maggiore determinazione: la vittoria a Nantes non è proibitiva, Danilo e compagni dovranno però essere sempre aggressivi e compatti come nella prima mezz’ora. Detto in sintesi: la Juve dura troppo poco e in Europa ci vuole intensità fino alla fine. LEGGI TUTTO

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    Juventus, un tridente da affilare ma il potenziale è super

    TORINO – Magari non proprio buona, ma di sicuro suffi – ciente e promettente, la prima. La prima apparizione del tridente Di Maria, Vlahovic, Chiesa, che avrebbe dovuto essere l’attacco tipo della Juventus 2022-23 e che invece Massimiliano Allegri ha potuto schierare per la prima volta soltanto domenica, alla 22ª giornata di campionato. Per quanto provato da settimane, praticamente da quando Vlahovic, l’ultimo dei tre a recuperare dai propri acciacchi, è tornato disponibile, l’assetto ha mostrato alcune prevedibili criticità al primo impatto con la partita. Nulla di irrisolvibile col tempo, però. Tempo che, con la crescita della condizione di Valhovic e Chiesa, oltre che dell’intesa tra loro e Di Maria e del trio con il resto dei compagni, dovrebbe far maturare le potenzialità che con la Fiorentina si sono solo intraviste. LEGGI TUTTO