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    Un super Zapata regola l’Empoli e lancia il Toro: Juric è ottavo

    TORINO – Terzo risultato utile consecutivo per il Torino che supera l’Empoli al Grande Torino nel 16° turno di Serie A e batte un colpo nella lotta alla zona Europa salendo a quota 23 punti all’ottavo posto. Nulla da fare per la formazione di Andreazzoli che dopo due pareggi di fila torna ad interrompere il suo cammino restando al terzultimo posto, in compagnai dell’Udinese con 12 punti. Entusiasmo per i granata di Juric che infilano la terza vittoria nelle ultime tre gare casalinghe e rispondono al successo del Napoli quarto che resta distante 4 lunghezze.

    Torino-Empoli, la partita

    Partono forte gli uomini di Juric che hanno subito due occasioni con Sanabria, una si trasforma in una splendida rete, ma il fuorigioco in partenza dell’azione frena la gioia granata. Al 25′ può finalmente esplodere il pubblico del Grande Torino con la discesa di Bellanova sulla destra, innescato alla grande da Sanabria, che porta al cross sulla testa di Zapata: incornata schiacciata a terra che non lascia scampo a Berisha per l’1-0. Un minuto più tardi Ilic sfiora il raddoppio, mentre alla prima occasione l’Empoli pareggia con Ebuehi che solo il Var segnala in posizione di offisde millimetrico salvando il vantaggio del Toro. Al 44′ gli ospiti torvano ancora la via del gol, ma anche in questa occasione Cacace parte oltre la linea difensiva granata e all’intervallo è 1-0. Ad inizio ripresa è l’Empoli a provarci con Cancellieri, è super Milinkovic in uscita. Il Torino si copre bene e gestisce il vantaggio, il ritmo della sfida cala notevolmente e nel finale sono troppo deboli i tentativi di pareggio degli uomini di Andreazzoli. Vince il Torino nel giorno della panchina numero 100 in granata di Ivan Juric. LEGGI TUTTO

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    Zapata, doppietta e lacrime per Juric che commenta così dopo Torino-Atalanta

    TORINO – “Oggi era importante questa vittoria. Abbiamo segnato noi attaccanti, era importante per prendere fiducia. Questa partita ce la meritavamo perchè magari contro Monza e Bologna abbiamo fatto buone partite ma non siamo stati ripagati dai punti sempre per errori nostri. Ripartiamo da questa partite per proseguire l’anno nella miglior maniera”. Sono le parole di Duvan Zapata, ex della sfida e autore di una doppietta, ai microfoni di Dazn al termine del match vinto 3-0 contro l’Atalanta di Gasperini.
    La commozione di Zapata
    “Quello di questa sera è il Toro che abbiamo in testa? Anche quello di prima lo era. Abbiamo accettato l’uno contro uno nel campo oggi, sapevamo che la partita era questa. Abbiamo fatto tutti bene, complimenti ai ragazzi perchè l’Atalanta è una grandissima squadra. Questa vittoria è meritata. È una partita che può far scoccare la scintilla? Ripartiamo da questa partita. Piano piano costruiamo il campionato che vogliamo fare. Oggi ci siamo trovati molto bene in campo ma nei momenti di sofferenza lo abbiamo fatto tutti insieme. L’abbraccio con Juric? Sto ripagando l’amore che mi ha dato da quando sono arrivato. So che ha molta fiducia in me. Sto ripagando a tutti quanti l’amore che mi hanno dato”, le parole di Zapata, visibilmente commosso. Ai microfoni di Dazn, poi, è arrivato anche Ivan Juric… LEGGI TUTTO

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    Juric: “Zapata? Non è un infortunio. Come stanno Pellegri e Sanabria”

    Il Torino si prepara ad affrontare l’Inter al ritorno dalla sosta per le Nazionali. I granata vengono dalla sconfitta nel derby della Mole contro la Juventus e domani, nel match in programma alle 18, dovranno fare a meno di Duvan Zapata, out a causa di un infortunio. Juric ha presentato la sfida nella consueta conferenza stampa della vigilia proprio partendo dall’assenza del colombiano: “Il suo non è un infortunio, è una vecchia cicatrice e la sente tirare: succedono queste cose, spero torni già per la prossima anche se con i muscoli non si sa mai. Non ci prendiamo un rischio. Ma per domani non mi cambia nulla” per poi parlare degli altri infortunati: “Buongiorno è al limite, spero che torni per la prossima. Vlasic è tornato prima, si merita tutto. Ilic e Radonjic sono tornati solamente ieri e non posso ancora dare un giudizio”.
    Juric, l’Inter e il derby perso contro la Juve
    Juric ha proseguito: “L’Inter è ancora più forte, hanno aggiunto tanti cambi. Derby? Sono andato a casa triste e il giorno dopo ero già carico e pronto per lavorare. Avere emozioni è bello”. Poi, sulla situazione di Milinkovic-Savic: “In Nazionale non ci siamo parlati. Anche i grandi portieri fanno errori, lui lavora come un matto e sa cosa va bene e cosa va male. Bisogna dargli fiducia”. Successivamente il tecnico granata ha dichiarato: “Ho visto voglia di lavorare, c’è un ambiente positivo. Ricci e Ilic sono fragili a livello fisico. Ne siamo consapevoli, possono migliorare anche a livello tecnico. Tameze e Linetty in certe situazioni reggono meglio. Pellegri è pronto, a volte si ferma per fastidi ma ora ha fatto bene queste due settimane piene. Sanabria devo ancora vederlo”. LEGGI TUTTO

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    Toro, Zapata più Sanabria: le tre strade per svoltare

    Ci ripetiamo a distanza di 24 ore, ma speriamo di sbagliarci pensando al futuro: il Toro a Roma ha schierato due attaccanti, però non ne ha trovato neanche uno. Va (ri) detto, per completezza, che tutto il Torino si è comunque perso strada facendo contro la Lazio. Poche sufficienze individuali e un’implosione nel secondo tempo anche atletica, non soltanto nella manovra o tattica col ritorno al mono-pivot (Sanabria) con dietro due trequartisti (Radonjic, in aggiunta a Vlasic).

    Zapata-Sanabria, il giudizio di Juric

    Ricominciamo. E lo facciamo sull’onda di alcune dichiarazioni rilasciate da Juric nella notte dell’Olimpico: «A me Zapata e Sanabria non hanno deluso, anche se la prestazione generale della squadra non mi ha soddisfatto. A me Sanabria non è dispiaciuto. Zapata aveva giocato tutti i 90 minuti contro la Roma per la prima volta dopo anni», appena 3 giorni prima. «Domenica aveva speso tantissimo e stavolta l’ho visto meno reattivo. Invece Tonny mi è piaciuto più da secondo attaccante che da primo. E penso che si possa proporre di nuovo questo schieramento. La squadra aveva speso tanto sul piano psicofisico contro la Roma, così con la Lazio ci sono mancate energie, cattiveria agonistica, accelerazioni. In ogni caso, ripeto, la coppia Duvan-Tonny non mi è dispiaciuta». La rivedremo, dall’inizio o a gara in corso: e magari già col Verona, lunedì prossimo. Ma ci pare che servano come il pane trecondizioni fondamentali per appoggiare la svolta del doppio attaccante su basamenti non d’argilla. Il primo aspetto concerne proprio la condizione atletica.

    Toro, la forma di Zapata: questione di allenamenti

    Sì, è vero, a 32 anni Zapata va gestito: nello scorso biennio aveva giocato molto meno e incontrato più volte problematiche di natura muscolare. Lo stesso Juric, dopo la partita di Salerno, aveva ammesso che il colombiano aveva fatto fatica a recuperare fisicamente, con vista sulla Roma. I progressi di natura atletica che devono attendere (per forza) Duvan saranno dirimenti per il suo impiego costante e la sua efficacia sotto porta. Questione di allenamenti, un giorno dopo l’altro. Nessun dubbio sulla stoffa e sul fiuto del centravanti. La forma si acquista col lavoro al Fila. E vale per Zapata come per chiunque altro compagno, naturalmente. Il problema più facilmente risolvibile è questo, col tempo. Per giocare col doppio attaccante senza buttare a mare il canonico sistema di gioco di Juric trasmesso fin dal suo arrivo (per cui transitando dal 3-4-2-1 al 3-4- 1-2) occorre un Vlasic decisamente più ficcante nella produzione.

    Toro, il contributo dei trequartisti

    Dei 4 jolly offensivi che ha il Torino (il croato, Radonjic, Seck e Karamoh), Vlasic è l’unico con spirito di adattamento e capacità di giocare in posizione centrale dietro a 2 punte, se questo è l’ordine superiore. Gli altri 3 sono, fondamentalmente, delle ali. E Juric in queste settimane in conferenza aveva già ammesso come Radonjic e compagnia fossero naturalmente portati a decentrarsi, nelle prove (fallite) da fantasisti inseriti nel cuore del prato. Stando così le cose, l’unico trequartista che si può adattare in mezzo al campo dietro al doppio attaccante è dunque Vlasic (adattare, perché non è questo il suo ruolo naturale, in ogni caso). Difatti Juric ha piazzato Nikola in quella posizione particolare da numero 10, tatticamente parlando (uno dei ruoli più difficili, nel calcio: servono grandi dosi di qualità tecnica e di fantasia). E quando il tecnico ha inserito Radonjic è subito tornato al 3-4-2-1 con il serbo piazzato su porzioni di campo laterali a sinistra (e a quel punto Vlasic si è allargato sul centrodestra). Nikola è dunque chiamato a migliorare in allenamento l’indice dell’estro, la brillantezza sul breve, l’imprevedibilità, il dribbling e l’assist in profondità. Altrimenti finirebbe per sparire sulla trequarti, nelle tonnare avversarie. Qualità tecniche ne ha: saprà crescere forzando la propria natura sotto il profilo tattico? Anche in questo caso parleranno gli allenamenti: al Fila si studia e si costruisce, la partita è un esame. Infine, per valorizzare al meglio l’uso del doppio attaccante (e, in specie, di un centravanti alto quasi un metro e 90 come Zapata, particolarmente efficace e reattivo sul gioco aereo), il Torino dovrà saper sfornare un numero sempre maggiore di cross dalle fasce, dal fondo: rapidi, secchi e non al rallentatore, imprevedibili, ben tarati in mezzo all’area. Juric, dopo la Lazio, ha sottolineato i progressi di Bellanova e invocato una crescita di Lazaro («può e deve dare di più in spinta»). Questa è la terza condizione da far decollare al Filadelfia, affinché il tandem Duvan+Tonny abbia un senso. E quindi un risultato tangibile. LEGGI TUTTO

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    Vagnati presenta Lazaro e Soppy: “Noi, pronti a tutto per il Toro”

    TORINO – Il direttore tecnico granata Davide Vagnati presenta i due nuovi arrivi Lazaro e Soppy. Ma lascia lo spazio ai due giocatori: «Contento che Valentino sia di nuovo con noi, noi abbiamo bisogno di lui e lui di noi. Ha grande qualità e voglia di migliorarsi». Ed ecco l’austriaco, ex Inter: «Sono contento di tornare qui. E’ stato facile perché conosco tutti. Lavoriamo duro ma questo mi piace. In squadra siamo tutti amici. Quest’estate mi volevano altre squadre ma io pensavo solo al Toro. E la decisione di tornare qui è stata facile, volevo una squadra che mi consegnasse fiducia e questa squadra era il Toro. Adesso voglio gol e assist. Abbiamo tanti attaccanti che possono fare gol e io farò di tutto per servirli. Obiettivi? Viviamo alla giornata e poi a marzo tireremo le somme. Lavoriamo e basta. Fisicamente sto bene, ho fatto un ottimo precampionato con l’Inter e sto bene. Ora la parola al campo».

    Soppy dall’Atalanta al Toro per sognare

    Tocca a Brandon Soppy, arrivato dall’Atalanta. Il primo pensiero è di Vagnati: «Ragazzo vero e puro. Che ha voglia di dimostrare. Mi piace. Vuole mettere in difficoltà tutti per ritagliarsi spazio. Con questo sorriso e questa voglia si toglierà soddisfazioni». E ora l’ex bergamasco: «Spero di giocare con più continuità rispetto allo scorso anno per servire tanti assist. Quando si è presentato il Toro non ci ho pensato due volte. Juric mi può può aiutare molto a crescere. A Udine ero giovane e in una nuova realtà e per questo ho incontrato difficoltà. Anche a Bergamo ho giocato poco ma in entrambe le occasioni ho imparato molto. E ora sono pronto per il Toro. Voglio aiutare la squadra a vincere». LEGGI TUTTO

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    Torino, Zapata è già fondamentale: potente, centrale e 43 volte utile

    Però Belotti, quel Belotti, era un bisonte ancora un po’ grezzo, correva dappertutto, sbagliava parecchio, ma aggiustava i cocci col cuore, la generosità. E non conosceva il concetto di zolla perché quasi tutto il prato era di sua proprietà, si gettava in avanti su ogni pallone, partecipava molto spesso anche ai recuperi in difesa, era un bomber tuttocampista, un unicum. E allora? Quel paragone con Zapata? In buona parte salta in aria. Né ci pare calzante in toto, tornando indietro nel tempo, l’evocazione con Rolando Bianchi, ragazzone grande e grosso, cui pure vanno ascritti innumerevoli meriti, ripensando ai suoi anni migliori in granata. Ma la classe nei piedi che ha Zapata ci sembra superiore, decisamente.
    Il paragone con Casagrande
    Assurdi sarebbero poi i paragoni con Marco Ferrante, straordinario piccoletto tutto furbizia e piedi fini, un volpone, però con caratteristiche tattiche e fisiche completamente diverse da quelle di Duvan. Magari a voi potrà parere blasfemo, ma a noi Zapata fa (in parte) tornare alla mente il brasiliano Walterone Casagrande, anni d’oro 1991-’93, la finale Uefa e la Coppa Italia vinta. Fisico molto simile per altezza e peso (un briciolo meno massiccio Walter), tecnica di altissimo livello, fiuto rapace per il gol e pure la capacità di creare assist per i compagni, non solo sponde, varchi, spazi. Era un campione, Casagrande. Zapata è un ottimo centravanti e a certificarlo basterebbero i 116 gol segnati nei suoi primi 10 campionati in Italia (l’11° è l’attualità in granata). A 32 anni, può vivere con Juric un meraviglioso canto del cigno chissà quanto lungo (tocchiamo ferro affinché lo assista la salute muscolare). Motivazioni lucidate, di nuovo protagonista principe, colonna, trascinatore e cecchino conclamato, pur se attende ancora di segnare il primo gol col Toro.
    I numeri di Zapata
    A differenza di Belotti, Zapata mantiene molto di più la zona di permanenza e percorrenza. In avanti, in mezzo, senza perdere tempo ed energie per allargarsi dietro a palloni inutili. Occupa il cuore della difesa altrui. Assorbe un paio di difensori. A Salerno ha subito la pressione avversaria per una percentuale del 70%, quando ha avuto il pallone tra i piedi (statistiche della Lega: l’indice è calcolato con i parametri della distanza nelle marcature e della velocità nel pressing patito). Nessun granata ha subito più pressioni e attenzioni. E oltre ai gol provocati (il primo di Buongiorno, staccando di testa), evocati (il 2° e il 3° di Radonjic, con i suoi movimenti a portar via difensori) o consegnati (l’assist puro del 4 a 0 ancora di Rado, pur annullato per un fuorigioco millimetrico del serbo), Zapata ha illuminato il gioco con le sue sponde, le aperture, gli inserimenti, la capacità di tenere il pallone, i dai e vai di piede o di testa, la potenza, la tecnica. Ha giocato la bellezza di 43 palloni, da terminale. Tirando e facendo tirare. In questo campionato, comprese le 2 presenze iniziali con l’Atalanta e un gol, vanta l’80% di precisione nei passaggi e una distanza media percorsa a partita di appena 6 chilometri (la metà di un Belotti vecchio stampo!). Correrà sempre di più, ma è proprio la sua stanzialità a far la differenza, con la cifra tecnica, la stazza e il fiuto sottoporta. LEGGI TUTTO

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    Juric post Salernitana-Toro: “Radonjic può fare ancora meglio. Zapata…”

    Al termine del match, Ivan Juric ha dichiarato: “La partita era difficile, siamo stati bravi ad essere cinici e a fare gol. Dopo le cose sono diventate più semplici, sono molto contento di non aver preso gol per la terza partita su quattro. Sono molto soddisfatto. Radonjic? Ha fatto due gol e ne ha sbagliato uno clamoroso. Può fare meglio in certe situazioni, ora ha più continuità di allenamento e speriamo che continui così. È difficile spiegare il suo andamento, lui è bravo ma non è sempre sul pezzo”. 
    Juric: le parole su Zapata, Ricci, Sanabria e Tameze
    Successivamente, sulla prestazione di Zapata e non solo: “Ha fatto benissimo, ha fatto assist e ha tenuto molto bene il pallone. Ha fatto una grandissima partita, poteva segnare ma va bene così. Sanabria? Prima era lui da solo con Pellegri, ora deve allenarsi bene e sperare di sfruttare la sua occasione, quando arriverà”. Sullo stato di forma di Ricci e del centrocampo: “Abbiamo un reparto interessante, giovane e fresco. Tameze ci fornisce la sostanza che ci mancava. Ricci ha già continuità di rendimento, deve solo continuare così. Gli stimoli sono quelli che ci devono far proseguire al massimo”. LEGGI TUTTO

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    Toro: adesso tocca a Juric

    TORINO – Ivan Juric ha usato parole prudenti e rigorose nella prima conferenza stampa post mercato. Bene ha fatto, perché di sicuro non appartiene al suo pragmatico carattere lasciarsi andare ad affermazioni avventate o buone soltanto per incendiare gli animi dei tifosi. Ma una certezza c’è: il tecnico ha tra le mani un Toro più forte rispetto alla passata stagione, quando la squadra granata concluse al decimo posto. Non ci si lasci condizionare dalla pessima prestazione di una settimana fa in casa del Milan: le mancate cessioni di Schuurs e Buongiorno (la seconda per volontà della bandiera granata) rendono la difesa una delle migliori del campionato, la coppia di centrocampo formata da Ricci (altro giocatore richiestissimo e però rimasto) e Ilic è garanzia di solidità e fosforo e là davanti la coppia Zapata-Sanabria può fare male a tutti. Certo, sarà necessario un po’ di tempo, perché il colombiano deve trovare la condizione migliore e il paraguaiano è fermo per un guaio muscolare. Ma i ragionamenti vanno fatti in prospettiva e seguendo la logica dei progressi, quelli che quasi ogni calciatore ha mostrato nelle formazioni allenate da Juric. Sappiamo che Zapata rappresenta una scommessa per via dei tanti infortuni delle ultime due stagioni: però le basi per un salto di qualità sono state gettate. Il destino del Toro, adesso, è solo nelle (buone) mani del tecnico. LEGGI TUTTO